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“Regina Viarum. La via Appia nella grafica tra Cinquecento e Novecento”  

Giorgia Duò
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 10 Ottobre 2023, n. 941
https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00941.html
Articolo presentato il 20 Settembre 2023, approvato l'8 Ottobre 2023 e pubblicato il 10 Ottobre 2023  
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Roma, Istituto Centrale per la grafica – Palazzo della Calcografia

(19 settembre 2023 - 07 gennaio 2024)


In occasione della candidatura, voluta ad inizio 2023 dal Ministero della Cultura, della Via Appia a bene riconosciuto dal Patrimonio Mondiale UNESCO, l'Istituto Centrale per la Grafica dedica una mostra alla Regina Viarum 1, una vera e propria azione culturale di tutela, valorizzazione e soprattutto fruizione, sul solco delle iniziative che il Paese propone per sostenerne la designazione.

L'esposizione conta circa settanta opere, tutte selezionate tra le oltre trecento dedicate all'antica strada, presenti nelle collezioni e nei depositi dell'Istituto; essa racconta attraverso disegni, incisioni, matrici, taccuini e fotografie, la fortuna iconografica del primo asse consolare romano (312 a.C- 244 a.C. ca), la prima via pubblica dell'antica Roma, che, con i suoi quasi 700 km di lunghezza, è assurta a prototipo dell'intero sistema stradale antico. Definita dagli autori latini insignisnobilisceleberrima divenne fin da subito modello imbattuto per la realizzazione successiva dell'intera rete viaria che dalla Capitale giungeva nelle lontane regioni del mondo allora conosciuto.

La mostra, ideata e curata da Gabriella Bocconi, si struttura idealmente, lungo l'antica arteria, secondo un cammino cronologico, che dal Cinquecento arriva al Novecento; opere, appartenenti a linguaggi grafici diversi, raccontano le visioni e l'idea che gli artisti incisori e fotografi si sono fatti nei secoli dell'Appia e dei luoghi più o meno prossimi, e, nelle parole della direttrice Picciau, restituiscono “una porzione del Paese che ancora oggi colpisce per le suggestioni derivate dalle bellezze naturali e monumentali”

Il percorso comincia, dove anticamente iniziava la Regina Viarum, con la rappresentazione dell'olandese Marteen Van Heemskerck 2, del maestoso, ma perduto Settizonio di età severiana, nei pressi di Porta Capena, punto di arrivo scenografico per chi giungeva da Sud lungo la via consolare (fig. 1).

Fig. 1 - Maarten Van Heemskerck, Ruderi del Septizonium di Severo, 29,6x16,1 cm,
penna inchiostro bruno, 1532-1535, Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Nazionale (scatola 83), Istituto Centrale per la Grafica, Roma.
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 1 - Maarten Van Heemskerck
Ruderi del Septizonium di Severo
29,6 X 16,1 cm., penna inchiostro bruno, 1532-1535
Gabinetto Disegni e Stampe
Fondo Nazionale (scatola 83)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma.
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Grazie anche al suo attento lavoro di rilievo ante litteram siamo in grado di conoscere la forma di quelle opere, come il Septizonium, che non sono giunte fino a noi 3.

Le stampe testimoniano un interesse diffuso legato certamente alle antichità e al rovinismo, ma restituiscono rappresentazioni che fanno capire come le vestigia non fossero elementi lontani dalla quotidianità della popolazione, ma, piuttosto, presenze importanti, tornate alla ribalta come patrimonio identitario, ma anche come modello sociale. Lo studio sui monumenti reca seco, infatti, un interesse di natura scientifica, in un'ottica costruttiva e di recupero dei modelli, che ci fa intendere il sincretismo culturale che era alla base della società del tempo.

Le serie di incisioni, della prima stanza, attestano le magnificenze della città e riconsegnano un'immagine di Roma legata alla diffusa letteratura periegetica, utile strumento di viaggio per chi era impegnato nel Grand Tour, quel momento formativo che i rampolli delle case aristocratiche, prima, e borghesi, poi, intraprendono come tappa fondamentale del processo educativo del tempo 4.

Il percorso espositivo intende evidenziare un paesaggio in cui l'attenzione per l'antichità, lo studio dell'architettura e le suggestioni della natura si susseguono e si alternano, e, dipanandosi attraverso rappresentazioni lungo i 700 km di lunghezza, testimoniano luoghi significativi che dall'Urbe arrivano a Brundisium, il porto più importante dell'Italia romana, da dove partivano le rotte commerciali verso la Grecia, l'Oriente e l'Africa. Sebbene prevalgano le immagini del primo tratto, quello laziale-alto campano, testimonianze della moda del Viaggio formativo in Italia, sono stati individuati siti rappresentativi anche verso Sud.

L'itinerario segue, abbiamo detto, un andamento, prevalentemente, cronologico, interpolato, però, da tematiche diverse: il gusto per l'antico e il rovinismo, il senso per veduta, il mito e la storia e altri luoghi variamente legati all'arteria.

All'iniziale attrazione per i monumenti del passato della prima sala, si sovrappone vieppiù un attenzione per il paesaggio, il dato naturalistico diventa sempre più importante, fino, talvolta, a sostituirsi o ad integrarsi in maniera equilibrata, il protagonismo delle vestigia cede il posto all'ambiente paesistico che diventa co-protagonista o se non addirittura unico soggetto.

Da un punto di vista architettonico si nota che lo studio e la ricerca della regola e delle proporzioni corrette, secondo la sezione aurea, alla base degli interessi rinascimentali attestati nelle rappresentazioni, vengono rivisti in una rielaborazione del dato costruttivo in senso poetico; alcuni fogli ispirati agli studi di Giovan Battista Montano 5, per esempio, reinterpretano i templi della campagna di Albano secondo un gusto che sembra già anticipare lo spirito barocco, in essi vediamo, infatti, comparire quell'inedita estensione verticale, che sarà propria dei progetti borrominiani (fig. 2).

Fig. 2 - David Jérôme (attribuito a), da Giovanni Battista Montano, Sepolcro antico nella Via Appia vicino ad Albano, 27,0 x 17,9 cm, bulino su rame,1738-1880 ca, Calcografia (campionario 94), Istituto Centrale per la Grafica, Roma.
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 2 - David Jérôme (attribuito a)
da Giovanni Battista Montano
Sepolcro antico nella Via Appia vicino ad Albano
27,0 X 17,9 cm., bulino su rame, 1738-1880 ca.
Calcografia (campionario 94)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Nell'affiancare opere di artisti diversi, ma di tema identico, la curatrice vuole guidare il pubblico verso la consapevolezza che la resa del soggetto, quand'anche medesimo, acquisisce connotazione diverse a secondo di chi osserva e di chi si appresta a riprodurre.

Segue la densa sezione dedicata alla storia e al mito: si parte dai due splendidi disegni di Luca Cambiaso (1527-1585) e di Carlo Maratta (1625-1713), relativi alle vicende di Numa Pompilio, secondo re di Roma, e della Ninfa Egeria, divinità latina delle acque sorgive 6, la cui grotta è stata identificata nel Parco della Caffarella, attraversato dalla Via Appia (figg. 3-4).

Fig. 3 - Cambiaso Luca (attr.), L'incontro tra Numa Pompilio e la ninfa Egeria al fonte, nel bosco sacro, 23,4 x 35 cm, penna inchiostro colorato, post 1565,  Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini, (scatola 31), Istituto Centrale per la Grafica, Roma .
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 3 - Cambiaso Luca (attr.)
L'incontro tra Numa Pompilio e
la ninfa Egeria al fonte, nel bosco sacro

23,4 X 35 cm., penna inchiostro colorato, post 1565
Gabinetto Disegni e Stampe
Fondo Corsini, (scatola 31)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Fig. 4 - Maratta Carlo, La ninfa Egeria detta le leggi a Numa Pompilio, 27 x 19,2 cm, penna inchiostro bruno/sanguigna, seconda metà del XVII sec, Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini (scatola; 48), Istituto Centrale per la Grafica, Roma..
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 4 - Maratta Carlo
La ninfa Egeria detta le leggi a Numa Pompilio
27 X 19,2 cm., penna inchiostro bruno/sanguigna
seconda metà del XVII sec
Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini (scatola; 48)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Una terza rappresentazione, all'acquaforte, mostra Agrippina con le ceneri di Germanico presso il porto di Brindisi, ultima tappa della via consolare, dove la matrona romana giunge dopo aver lasciato Antiochia dove il valente marito, Germanicus Iulius Caesar, abilissimo militare, all'apice della popolarità, muore, tra atroci sofferenze provocate, probabilmente, da un avvelenamento 7.

Suggeriamo di soffermarsi sull'accurato bulino di Giorgio Ghisi (1520-1582), da un disegno di Polidoro da Caravaggio (1499 ca-1543), allievo di Raffaello, che raffigura Caio Mario nella prigione di Minturno (fig. 5),

Fig. 5 - Ghisi Giorgio, Caio Mario in prigione a Minturno,   20,1 x 27 cm, bulino, 1560-1582, Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Nazional, (Pio volume 20F.PIO), Istituto Centrale per la Grafica, Roma.
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 5 - Ghisi Giorgio, Caio Mario in prigione a Minturno
20,1 X 27 cm., bulino, 1560-1582
Gabinetto Disegni e Stampe
Fondo Nazional, (Pio volume 20F.PIO)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

e sulle due acqueforti raffiguranti due luoghi evocativi della storia, legati ovviamente alla percorrenza dell'Appia, l'Anfiteatro di Capua, uno dei topoi del repertorio visivo e letterario del viaggio lungo la Via tra Roma e Napoli, dove, secondo la tradizione storiografica, si allenava Spartaco 8, e la veduta delle Forche Caudine, teatro della memorabile disfatta da parte di Roma Repubblicana. La sezione si conclude con la suggestiva litografia, dai tratti pittorici, di Giulio Gorra (1832-1884) riproducente l'Appostamento delle sentinelle Garibaldine a Menfi (fig. 6).

Fig. 6 - Gorra Giulio, Appostamento di sentinelle nelle vicinanze di Melfi, post 1860, Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Nazionale (cartella FN216), Istituto Centrale per la Grafica, Roma.
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 6 - Gorra Giulio
Appostamento di sentinelle nelle vicinanze di Melfi
post 1860, Gabinetto Disegni e Stampe
Fondo Nazionale (cartella FN216)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

La sala allestisce anche una mini-sezione dedicata alle tecniche artistiche, per cui, in sequenza sono esposti il disegno preparatorio di Vincenzo Marchi (1818-1894) per l'acquaforte di Alessandro Moschetti (1848-1864), raffigurante la Chiesa di S. Urbano alla Caffarella, area prossima all'arteria, di cui in collezione sono stati rintracciate la matrice in rame, incisa in controparte, e la stampa che ne è derivata.

Il compito di documentare la visione contemporanea è affidato alla fotografia di Olivo Barbieri, artista di fama internazionale, che alla metà degli anni '80, documenta il parco archeologico di Venosa, lungo la strada consolare, i cui scatti nel 2022 sono stati raccolti nel volume Alfabeto incompiuto (fig. 7) 9.

Fig. 7 - Olivo Barbieri, Abbazia della SS. Trinità di Venosa, fotografia,1985 ca, Calcografia, Collezioni fotografiche (F-P8147), Istituto Centrale per la Grafica, Roma.
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 7 - Olivo Barbieri
Abbazia della SS. Trinità di Venosa
fotografia, 1985 ca., Calcografia
Collezioni fotografiche (F-P8147)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Con uno sguardo e un taglio di estrema modernità lo scatto si ricollega alla foto all'albumina, di identico soggetto, di Romualdo Moscioni (1949-1925), acquisita attraverso il fondo Duilio Cambellotti 10 (fig. 8).

Fig. 8 - Moscioni Romualdo, Venosa. Fianco esterno dell' abbazia della SS. Trinità, 20 x 25,1 cm
albumina su carta in B/N, 1881-1910 ca, Calcografia, Collezioni fotografiche (scatola A, cartella 9), Istituto Centrale per la Grafica, Roma.
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 8 - Moscioni Romualdo
Venosa. Fianco esterno dell'abbazia della SS. Trinità
20 X 25,1 cm., albumina su carta in B/N, 1881-1910 ca.
Calcografia, Collezioni fotografiche (scatola A, cartella 9)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

E ancora una serie di lastre fotografiche di Alessandro Vasari (1866-1929) documenta, all'indomani dell'Unità d'Italia, le persistenze monumentali diffuse sul territorio di una Roma da poco unita.

Non può mancare una sezione dedicata a Giovan Battista Piranesi (1720-1778), veneto di nascita, ma romano di adozione. Ha dedicato alla strada ed ai suoi monumenti tantissime stampe, sia come artista visionario, che come vedutista più puntuale. In mostra ci sono le bellissime matrici, dei frontespizi delle Antichità Romane (1756), in cui raccoglie ricostruzioni ideali della Via Appia, vedute che spaziano, ma anche dettagli maestosi di vestigia. Citiamo il virtuosistico rame di un particolare del Monumento di Cecilia Metella, ripreso da un punto di vista estremamente ravvicinato che palesa un sorprendente taglio di luce che stupisce per modernità (fig. 9).

Fig. 9 - Piranesi Giovanni Battista, Parte della Facciata del Sepolcro di Cecilia Metella, 43,3 x 62,9 cm, matrice in rame incisa,  1743-1748, Calcografia, Fondo Piranesi (Volume 3PIR), Istituto Centrale per la Grafica, Roma.
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 9 - Piranesi Giovanni Battista
Parte della Facciata del Sepolcro di Cecilia Metella
43,3 X 62,9 cm., matrice in rame incisa, 1743-1748
Calcografia, Fondo Piranesi (Volume 3PIR)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Il Veneto ha avuto un rapporto con la Consolare a più livelli: con spirito d'archivista, ha documentato con rigore la maestosità delle rovine; da studioso-architetto, interessato alla ricerca archeologica, ha lavorato all'individuazione dei processi tecnico-costruttivi e della ricchezza repertoriale degli ornamenti delle vestigie; infine, da teorico-architetto, convinto della superiorità della civiltà romana, si è posto da protagonista al centro della dibattuta querelle sulla architettura, in contrasto con il programma filo-greco di Winckelmann. Al culmine della polemica esce il suo Parere su l'architettura (1765), dialogo tra due architetti, Protopiro e Didascalo, interpreti delle due diverse e contrastanti posizioni sulla controversia in atto. Convinto delle prevalenti capacità costruttive dei romani, si auto-censura come architetto, si persuade, cioè, che il XVIII secolo non avrebbe mai potuto offrire la situazione di fermento costruttivo dell'epoca antica e, ritenendo che non ci fossero né commissioni e né strumenti per eguagliare quella civiltà, decide di dedicarsi a raccontare e testimoniare quell'ineguagliabile e maestosa temperie culturale legata alla sua idea di romanità.

La sua opera è messa suggestivamente a confronto con quella della figlia Laura, incisora di talento, messa a lavorare a bottega dal padre, che, poco dopo la morte del genitore, si sposa ed abbandona definitivamente la professione, orientata alla produzione di stampe-souvenir per turisti del Grand Tour, in cui, a dispetto della pesante eredità con cui deve costantemente confrontarsi, si distingue per bravura e gusto. Due stampe del Mausoleo di Cecilia Metella, rivelano la profonda diversità tra i due, accumunati, però, da perizia tecnica e ricercatezza ineccepibili, ma mentre Laura si esprime con analitica individuazione di dettagli, talvolta superflui, il padre si abbandona ad una poeticità, anche drammatica, che trascende la descrizione ed immerge l'opera in un clima appassionato ed emozionale (figg. 10-11).

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Fig. 10 - Piranesi Giovanni Battista, Sepolcro di Metella detto Capo di Bove, 13,5 x 27 cm, acquaforte 1743-1748, Calcografia, Fondo Piranesi (Volume 8PIR), Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 10 - Piranesi Giovanni Battista
Sepolcro di Metella detto Capo di Bove
13,5 X 27 cm., acquaforte 1743-1748
Calcografia, Fondo Piranesi (Volume 8PIR)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Fig. 11 - Piranesi Laura, Sepolcro di Cecilia Metella detto Capo di Bove, 13,9 x 20,7 cm, acquaforte post 1778, Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini (volume 44H36), Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 11 - Piranesi Laura
Sepolcro di Cecilia Metella detto Capo di Bove
13,9 X 20,7 cm,, acquaforte post 1778
Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini (volume 44H36)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

La mostra continua con disegni importanti, sulla campagna romana, conservati in taccuini-raccoglitori giganti, che confrontati ai taccuini di schizzi, di piccole dimensioni, cd da tasca, evidenziano tendenze diverse della medesima temperie culturale, i primi, testimoni di un certo collezionismo in voga all'epoca, sono un'interessante documentazione delle abitudini conservative del tempo, mentre i secondi rappresentano il desiderio di conoscenza e studio, e ci comunicano quel senso di ammirazione e sorpresa provati di fronte alla maestosità delle rovine antiche, nonchè la necessità di fermare su carta, in modo immediato, quell'intima emozione suscitata dalle stesse.

Il percorso si conclude idealmente con due opere: la potente xilografia di Duilio Cambellotti (1876-1960), che rappresenta il tracciato dell'Appia che entra a Terracina (fig. 12) 14.

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Fig. 12 - Cambellotti Duilio, La rovina di Terracina, 31 x 25 cm, xilografia, 1948, Calcografia (cartella 900), Istituto Centrale per la Grafica, Roma. Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 12 - Cambellotti Duilio, La rovina di Terracina
31 X 25 cm., xilografia, 1948
Calcografia (cartella 900)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
e l'acquaforte-acquatinta, omaggio al direttore della Calcografia degli anni Sessanta, Alfredo Petrucci (1888-1969), che testimonia la Grave di Castellaneta di Puglia, come località di prossimità dell'asse viario e terra natia dello stesso (fig. 13).
Fig. 13 - Petrucci Alfredo, Paesi di Puglia. La Grave di Castellaneta,  18,9 x 12,9 cm, acquaforte/acquatinta, I metà del XX sec., Calcografia (campionario 183), Istituto Centrale per la Grafica, Roma.
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Fig. 13 - Petrucci Alfredo
Paesi di Puglia. La Grave di Castellaneta
18,9 X 12,9 cm., acquaforte/acquatinta
I metà del XX sec.
Calcografia (campionario 183)
Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Il Catalogo

Regina Viarum, la Via Appia nella grafica tra Cinquento e Novecento,

(Catalogo della mostra, Istituto centrale per la grafica – Palazzo della Calcografia, Roma, 19 settembre 2023 – 07 gennaio 2024).


Accompagna la mostra il catalogo, edito da Dario Cimorelli editore con saggi e contributi che analizzano aspetti iconografici, storici e tecnici di studiosi del settore interni all'Istituto (Rita Bernini, Gabriella Bocconi, Angiola Maria Canevari, Franco Fanelli, Lucia Ghedin, Giorgio Marini, Gabriella Pace, Maria Giulia Rinaldi, Isabella Rossi, Giovanna Scaloni, Luca Somma, Silvia Trisciuzzi) e con le presentazioni della direttrice Maura Picciau e di Angela Maria Ferroni.

A cura di Gabriella Bocconi, il volume in brossura, è pubblicato in italiano ed inglese (unica edizione), e mostra un'elegante grafica e cura editoriale.

Nella volontà di chi ha collaborato alla sua realizzazione si configura come uno strumento di repertorio, a disposizione sia degli studiosi che dei cittadini curiosi, non caduco, né legato alla sola mostra, esso, infatti, si lega a conoscenze e saperi sempre validi, che non scemano con la fine dell'esposizione.

Strutturato in diverse parti, vede le pagine iniziali dedicate ai tradizionali ringraziamenti di coloro che hanno consentito ed appoggiato l'evento, quindi, una corposa sezione di stampo scientifico-letterario, con interessanti saggi ed articoli sul ruolo della Via Appia tra il XVI e il XX secolo. Segue il catalogo vero e proprio, strutturato non convenzionalmente, in tre unità, che solo parzialmente ripetono il cammino della mostra: un primo blocco è dedicato alla poesia con i versi, per la maggior parte inediti, che Domenico Adriano, Maria Clelia Cardona, Barbara Carle, Anna Cascella Luciani, Francesco Dalessandro, Roberto Deidier, Elio Pecora, Giancarlo Pontiggia, Marco Vitale hanno composto per la via Appia11. Una seconda partizione presenta le opere in mostra legate al mito ed alla storia. Quindi, l'ultima parte raccoglie sotto la macro-area “Paesaggi” le restanti opere facenti parte dell'esposizione.

Le immagini di alta qualità a colori e in b/n, non sono accompagnate, volutamente, da schede di catalogo, ma da semplici, dettagliate e complete didascalie. Si tratta di una precisa scelta del team che ha partecipato alla realizzazione dell'evento in quanto esposizione e catalogo sono affiancati da un terzo strumento, di natura digitale afferente al catalogo on line delle opere dell'Istituto (www.calcografica.it )12 che, in occasione della mostra, è stato implementato di un'ulteriore sezione di ricerca geo-referenziata, raggiungibile attraverso QR code o al sito dedicato (www.appia.calcografica.it)13.

Nelle ultime pagine del catalogo è presente un'accurata biblio-sitografia, nonché delle essenziali notizie biografiche sui poeti che hanno contribuito al volume.



Dove:

Istituto Centrale per la Grafica - Calcografia, Roma

Quando: 19 settembre 2023 - 07 gennaio 2024

dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 19:00 (ultimo ingresso alle 18.30)

biglietto gratuito


NOTE

1 L'arteria, tra tutte le vie consolari romane, nel materiale conservato dalla Calcografia (un corpus di oltre 300 mila opere, tra disegni, incisioni, matrici e fotografie) costituisce un soggetto privilegiato, ampiamente raffigurato attraverso i secoli.

2 Artista rinascimentale (1498-1574) viene a Roma per studiare il mondo antico, attraverso l'esercizio del disegno e dell'incisione, come i fogli esposti documentano.

3 Nello specifico il monumento viene distrutto tra il 1588 e il 1589 (cfr. GORRIE 2001).

4 DUO' 2012.

5 Giovan Battista Montano (1534-1621) è un architetto, decoratore ed intagliatore milanese, attivo a Roma sotto Gregorio XIII (1572-1585), Sisto V (1585-1590), Gregorio XIV (1590-1591), Clemente VIII (1592-1605) e Paolo V (1605-1621), la sua fama è dovuta principalmente all'attività di disegnatore e studioso dell'architettura antica (cfr. MARCUCCI 2001).

6 Secondo la leggenda, Egeria amante, consigliera e moglie del re, alla morte di Numa, si scioglie in lacrime e dà vita a una fonte, che diventa il suo luogo sacro e che la tradizione identifica con la sorgente esistente presso la Porta Capena («Non tamen Ægeriæ lucius aliena lavare / Damna valent, montisque jacens radicibus imis / Liquitur in lacrymas, donec pietate dolentis / Mota soror Phoebi gelidum de corpore fontem / Fecit, et æternas artus tenuavit in undas. », cfr. OVIDIO 1848, Cap. XII, p.528).

7 L'episodio del rientro via mare è raccontato negli Annali di Tacito («Nihil intermissa navigatione hiberni maris Agrippina Corcyram insulam advehitur, litora Calabriae contra sitam. illic paucos dies componendo animo insumit, violenta luctu et nescia tolerandi. interim adventu eius audito intimus quisque amicorum et plerique militares, ut quique sub Germanico stipendia fecerant, multique etiam ignoti vicinis e municipiis, pars officium in principem rati, plures illos secuti, ruere ad oppidum Brundisium, quod naviganti celerrimum fidissimumque adpulsu erat. atque ubi primum ex alto visa classis, complentur non modo portus et proxima maris sed moenia ac tecta, quaque longissime prospectari poterat, maerentium turba et rogitantium inter se silentione an voce aliqua egredientem exciperent», cfr. TACITO I secolo, Liber III, I)).

8 «A Capua – riporta Svetonio – c'era una notissima scuola gladiatoria, composta da soli schiavi di grande statura e forza, che venivano addestrati per dare vita a spettacoli cruenti, dove solo chi vinceva aveva la possibilità di sopravvivere» (cfr. SVETONIO I-II SEC).

Della scuola gladiatoria, forse la più importante del mondo romano, assieme a quelle di Roma e di Pompei, sappiamo che era di proprietà del lanista Lentulo Batiat, e divenne ancor più famosa per la nota vicenda di Spartaco, il gladiatore trace costretto a combattere contro belve feroci ed altri gladiatori per intrattenere popolo e patrizi. Quando, esasperato dalle condizioni di vita, cui erano costretti lui ed altri schiavi di sua proprietà, organizzò, animò e guidò la ribellione di 70 gladiatori nel 73 a. C., che iniziò proprio nell'Anfiteatro capuano.

9 Serie di scatti pubblicati per la collana Altri sguardi, a cura di Maura Picciau, Corraini Edizioni, Mantova 2022 (cfr. BARBIERI 2022).

10 Artista primonovecentesco, nato nel 1878, è anche un appassionato raccoglitore e collezionista di fotografie, alla sua morte, avvenuta nel 1960, il suo fondo è stato acquisito dall'Istituto centrale per la grafica

11 La curatrice ci riferisce che è stato chiesto ad alcuni poeti o di liberare alcune poesie o di scrivere ex novo un componimento legato alla Regina Viarum. In nove hanno risposto a questa call e sabato 23/9 ci sarà una serata dedicata alla poesia dove si leggeranno i componimenti inediti.

12 Si tratta di un potente database catalografico, che si chiama Calcografica, catalogo a libera consultazione che consente al pubblico di “scandagliare” le collezioni e i depositi dell'Istituto Centrale per la Grafica e Calcografia.

13 In essa è rappresentato il percorso della Via Appia da Roma fino a Brindisi, lungo il quale sono state geo-referenziate le opere esposte. Dalla geo-localizzazione delle stampe/foto si accede, con un rimando, alla scheda scientifica (un approfondimento interessante in più rispetto a quanto si trova in catalogo). La sezione al momento riguarda solo le circa 70 opere esposte, ma i funzionari che si occupano del progetto intendono continuare il lavoro con l'obiettivo di includere tutte le 300 e più opere individuate, attraverso la consultazione di Calcografica, che riguardano l'Appia e che, per motivi legati alla curatela, non sono state incluse nell'esposizione. Pertanto il patrimonio geo-referenziato dovrebbe diventare ancora più cospicuo.

14 Terracina assurge, nella fase matura del maestro, a centro elettivo privilegiato: numerose sono le opere grafiche e scultoree che testimoniano di questo particolare rapporto con la cittadina del Lazio meridionale e, più in generale, con l'Agro Pontino. Una terra in cui l'artista e un gruppo di amici (tra cui i coniugi Celli, Giovanni Cena e Sibilla Aleramo) promuovono un progetto di istruzione e riscatto sociale, le scuole rurali, che, rivolto ai figli delle famiglie povere, si susseguono febbrilmente lungo il percorso della Via Appia. La xilografia mostra uno scenario rovinistico, scelto da Cambellotti in chiave di denuncia bellica, caratterizzato da simboli cittadini: la Rocca traversa, la Torre Frumentaria e una monumentale porta di ingresso alla città: Porta romana o Porta napoletana. Quest'ultima al di sotto dell'arditissimo, sperone calcareo del Pisco Montano, ai piedi del Monte S. Angelo, fatto resecare verticalmente da Traiano, per consentire un passaggio diretto verso il mare e il suo porto, da poco ampliato probabilmente come porto-canale del più ampio sistema portuario voluto dall’Augusto per rifornire l’Impero. L’incredibile, soprattutto per i mezzi dell'epoca, opera d’ingegneria, che ha asportato quasi 13mila metri cubi di roccia, evitava il tortuoso tragitto sulla grande rupe che costringeva i trasportatori ad arrivare ad una quota di ben 147 metri per poi dover ridiscendere a livello del mare. I segni dello scavo verticale sono ben visibili, dall'alto verso il basso, con grandi numeri romani indicanti l'altezza del taglio, espressa in piedi e terminante con la cifra CXX, corrispondente a 36 metri. L'imponente intervento ha realizzato un tratto “costiero” della Via Appia più corto di solo un miglio, ma, rispetto al cammino originario, molto più veloce e meno faticoso.


BIBLIOGRAFIA


TACITO I secolo

Publio Cornelio TACITO, Ab excessu divi Augusti, Annales, Saeculo I, Libro III, I,  Progettovidio https://la.wikisource.org/wiki/Ab_excessu_divi_Augusti_(Annales)/Liber_III#I

SVETONIO I-II secolo

Gaio SVETONIO Tranquillo, De vita Caesarum, II sec. d. C.

PIRANESI 1765

Giovan Battista PIRANESI, Osservazioni di Gio. Battista Piranesi sopra la Lettre de m. Mariette aux auteur/s de la Gazette littèrairede l'Europe, inserita nel Supplemento dell'istessa Gazzetta stampata dimanche 4. novembre 1754. & Parere su l'architettura, con unaprefazione ad un nuovo trattato della introduzione e del progresso delle belle arti in Europa ne' tempi antichi, In Roma, 1765, (In Roma : per Generoso Salomoni, 1765).

OVIDIO 1848

Publio OVIDIO NASONE, Le metamorfosi, espurgate e corredate di note italiane da Atto Vannucci, 2° edizione riveduta e corretta,Prato tipografia Aldina, 1848, Cap. XII, p.528.

HIND 1923

Arthur Mayer HIND, Laura Piranesi, in “The Burlington Magazine for Connoisseurs”, vol. 43, n. 246, settembre 1923, p. 140.

GORRIE 2001

Charmaine GORRIE, The Septizodium of Septimius Severus revisited. The monument in its historical and urban context, in “Latomus” 60 (2001), pp. 653–670.

RENDINA 2004

RENDINA Claudio, Le strade di Roma, Vol I, Roma, Newton &Comptoneditori, 2004, pp 101-108.

MARCUCCI 2011

Laura MARCUCCI,  Giovanni Battista Montano, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 75, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011, ad vocem.

MIRRA 2011

Valeria MIRRA: Un'impresa culturale e commerciale: la Calcografia Piranesi da Roma a Parigi (1799-1810), tesi di dottorato, Roma, Università degli Studi Roma, 2011, Tre http://hdl.handle.net/2307/3899.

DUO' 2012

Giorgia DUO', Giovanni Volpato: un imprenditore ante litteram, in
“BTA - Bollettino Telematico dell'Arte”, 3 Giugno 2012, n. 650,
http://www.bta.it/txt/a0/06/bta00650.htm

HYDE 2016

Minor Heather HYDE , Marcher sur les traces de son père: The Piranesi Enterprise between Rome and Paris, in Francesco Nevola (a cura di), Giovanni Battista Piranesi. Predecessori, contemporanei e successori. Studi in onore di John Wilton-Ely, (Studisul Settecento Romano, 32), Roma, Sapienza Università di Roma, Edizioni Quasar, 2016, pp. 263-278.

BARBIERI 2022

Olivo BARBIERI, Alfabeto incompiuto, Mantova, Corraini Edizioni, 2022.

Regina Viarum 2023

Regina Viarum, la Via Appia nella grafica tra Cinquento eNovecento, (Catalogo della mostra, Istituto centrale per la grafica – Palazzo della Calcografia, Roma, 19 settembre 2023 – 07 gennaio 2024), Milano, Dario Cimorelli editore, 2023.


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