bta.it Frontespizio Indice Rapido Cerca nel sito www.bta.it Ufficio Stampa Sali di un livello english
Jürgen A. Messmer, un collezionista d'arte
del Baden–Württemberg
 

Federica Maria Chiara Santagati
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 20 Luglio 2020, n. 898
http://www.bta.it/txt/a0/08/bta00898.html
Articolo presentato il 20 Maggio 2020, Approvato il 24 Maggio 2020 e pubblicato il 20 Luglio 2020
Precedente
Successivo
Tutti
Area Ricerca

Collezionisti d’arte nel Baden-Württemberg

Molti collezionisti privati nel Sud della Germania, e in particolare nel Baden–Württemberg, da vari decenni a questa parte hanno aperto le loro raccolte d’arte al grande pubblico1, dando vita a istituzioni (musei, gallerie) con differenti origini fondative e modalità di fruizione diverse2. La diffusione dell’arte, in particolare di quella contemporanea, a un pubblico quanto più ampio possibile appare come l’obiettivo primario della loro offerta culturale particolarmente ricca, sia dal punto di vista qualitativo sia da quello quantitativo. Un impegno a largo spettro che nel caso di questi collezionisti intende offrire alla comunità nuove occasioni di crescita culturale, considerata anche la scelta frequente di insediare tali strutture espositive in zone decentrate rispetto ai più grandi centri urbani, dimostrando così la volontà di rivitalizzare la provincia, di offrire inedite opportunità ad artisti emergenti o sconosciuti e anche di promuovere sistematici programmi pedagogici per le generazioni più giovani.

Come spiegazione dei motivi che lo hanno condotto a creare un museo a Eberdingen –Nussdorf (piccolo borgo nel distretto di Ludwigsburg), Peter W. Klein ha dichiarato di voler «dare al paese tutto e alle persone l'opportunità di confrontarsi con l'arte internazionale»3. Si palesa ancora una volta quel bürgerschaftliches Engagement, impegno civico, molto presente nella tradizione del mecenatismo tedesco, come sottolineato anche da Marli Hoppe Ritter, la fondatrice del Museo Ritter a Waldenbuch, fatto appositamente costruire per la sua collezione, accanto la omonima industria di dolciumi proprietà della famiglia4. Opportunità di maturazione e divulgazione socio-culturale per la comunità quindi, che insieme alla possibilità di mantenimento e valorizzazione di preziose raccolte rendono grandi soddisfazioni personali ai collezionisti, molto spesso eminenti industriali. Lo testimonia esemplarmente Frieder Burda, prestigioso nome dell’editoria tedesca e artefice dell’omonimo Museo a Baden-Baden: «per me è importante la passione che provo per l’arte, e traggo piacere anche dalla possibilità di poterla condividere con le persone e trasmettere loro – anche se solo per un momento – la felicità che me n’è venuta»5. Sulla stessa linea quanto dichiara l’industriale metallurgico Reinhold Würth, la cui collezione viene ospitata in due diverse sedi, a Künzelsau (Museum Würth) e a Schwäbisch Hall (Kunsthalle Würth) : «la gioia che si dona ritorna al cuore»6. Una temperie emotiva e intellettuale che a un certo punto della sua esistenza ha coinvolto anche l’industriale Jürgen A. Messmer (Fig. 1), l’ideatore della kunsthalle messmer7.



Fig. 1 - Il collezionista Jürgen A. Messmer mostra Composition abstraite blanche (André Evard, 1932), Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 1 - Il collezionista Jürgen A. Messmer mostra
Composition abstraite blanche (André Evard, 1932)
Foto cortesia © messmer foundation


La kunsthalle messmer e il suo creatore

É un privilegio non comune quello di poter visitare una collezione privata sotto la guida del collezionista che l’ha raccolta, ed essere condotti lungo il percorso espositivo di una Kunsthalle creata grazie a un progetto pervicacemente voluto: si possono chiarire le diverse acquisizioni nel tempo, i criteri di scelta, le logiche espositive, all’interno di un disegno di fruizione d’arte che rispecchia anche un percorso esistenziale e identitario.

E´quanto Jürgen A. Messmer ha reso possibile a chi scrive il 13 Settembre 2019 a Riegel am Kaiserstuhl, nella suggestiva cornice della sua galleria, la kunsthalle messmer, che ha sede in un elegante edificio circondato dalle vestigia dell’attività industriale che vi si svolgeva8, testimonianza di un passato prossimo che acuisce ancor più la curiosità del visitatore. Complesso insolito dunque, come il racconto, razionale e al contempo appassionato, del fondatore Jürgen Messmer; un imprenditore che, avendo creato nel 1986 (dopo il diploma in Ingegneria industriale) un’azienda per la produzione di semplici penne a sfera9, si era anche dedicato alla fabbricazione di prodotti di cancelleria e di penne di lusso di vario tipo, la cui configurazione, accanto alla funzionalità di base, mostrava forme e design da veri oggetti d’arte10.

Nel periodo degli studi universitari a Monaco il giovane Messmer aveva cominciato a frequentare la Alte Pinakothek e altri musei della città, come la Lehnbachhaus o la Schack-Galerie11. La rivelazione del mondo dell’arte figurativa portò il giovane studente d’ingegneria alla scoperta dell’arte contemporanea, suscitando improvvise passioni a prima vista, quali Salvador Dalì, il Blaue Reiter, Victor Vasarely e altri negli anni Settanta12; per questo motivo Messmer cominciò a fare dei primi acquisti, come l’acquisizione di una stampa di Cezanne della Bruckmann Verlag13 da cui non si è voluto mai separare. Un mondo nuovo per il giovane ingegnere, che con i primi guadagni continuò le sue acquisizioni: un Otto Dix, un Braque, «un bel Klee [e altre opere] ancora a buon mercato a quell’epoca»14.

Un interesse, quello della passione per l’arte contemporanea che continuò ad accompagnarlo pur nell’intensa attività industriale, che alla fine degli anni Settanta gli fece incontrare un collezionista americano, Henry Drake. Fu nella casa di Drake a New York che Messmer restò affascinato dalla collezione di tante opere di pittori d’avanguardia («ed è stata una tale esperienza!»15), così come più tardi, nel 1978, nello chalet svizzero dell’americano restò particolarmente colpito da un’opera dello svizzero André Evard (1876-1972)16. Un incontro importante quello con l’opera dell’artista svizzero, destinato a diventare la pietra miliare dell’atipico itinerario collezionistico di Messmer17 e a scandire, come in una sorta di punto-contrappunto, i cicli delle sue mostre. Di André Evard lo attrassero, allora, soprattutto i lavori di ambito costruttivista che avrebbe forse voluto selezionare dall’intero corpus delle settecento opere in vendita, se questa non fosse stata attuabile se non in blocco18. «Restai affascinato da quei quadri, affastellati presso un venditore asiatico; cosa che mi succede ancor oggi»19. L’entusiasta ingegnere riuscì a convincere un istituto bancario a concedergli un consistente mutuo per l’acquisto nel 1978 di tutto il lascito Evard, artista che gli appare come «la magistrale esemplificazione delle correnti e degli sviluppi dell’arte contemporanea, spesso addirittura in anticipo sul suo tempo», come lui stesso ribadisce più volte durante la visita nel settembre 2019.

L’arte di Evard fu dunque per l’imprenditore un’attrazione a prima vista, una sorta di folgorazione destinata a innescare nel tempo l’importante operazione collezionistico-museale che oggi raggiunge alti livelli di pubblica rappresentatività, in quanto impresa lucidamente condotta con la razionalità dell’industriale e, al contempo, dietro l’inestinguibile spinta dell’attrazione per l’arte contemporanea, con una passione sempre più rafforzata dalla «maggiore competenza critica»20 maturata negli anni.

Nel 2005 l’imprenditore collezionista fondò la Petra und Jürgen A. Messmer Stiftung in memoria dell’amata figlia Petra, prematuramente scomparsa nel 2003.21 Una sede per la Fondazione sembrò essere stata trovata nel 2009 a Friburgo, nel cui comprensorio - a Emmendigen - si trovava l’azienda Messmer, presso la quale sin dagli anni Novanta il collezionista aveva cominciato ad organizzare delle mostre22. Malgrado l’entusiasmo del borgomastro di quel tempo, Dieter Salomon, e di una buona parte della giunta comunale, la diffidenza di membri dell’opposizione e di alcuni esponenti della locale compagine artistica fece bocciare il progetto di una Kunsthalle a Friburgo. Nelle more di una seconda scelta e pur con qualche esitazione – erano in gioco anche Wuppertal e Müllheim23 – la scelta di Messmer e di altri sostenitori cadde allora sulla storica fabbrica di birra di Riegel am Kaiserstuhl, ormai dismessa dal 2002 e in via di ristrutturazione edilizia abitativa24.

La birreria divenne dunque la sede definitiva della Fondazione e della Kusthalle25, che venne aperta al pubblico per la prima volta il 20 giugno 2009 con la mostra Hommage an André Evard, il primo di una serie di esposizioni e di eventi offerti al pubblico, proprio come era nelle iniziali intenzioni di Jürgen Messmer che dichiarerà più volte di voler «soprattutto fare delle mostre per il pubblico e non per gli storici dell’arte»26. La consideriamo come un’espressione di quell’impegno civico, tradizionalmente sentito dai mecenati tedeschi, cui abbiamo inizialmente accennato27.



Fig. 2 - L'edificio della kunsthalle messmer alla confluenza dei tre fiumi, Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 2 - L'edificio della kunsthalle messmer alla confluenza dei tre fiumi
Foto cortesia © messmer foundation



Fig. 3 - Lo Skulpturengarten e l'edificio della kunsthalle Messmer, Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 3 - Lo Skulpturengarten e l'edificio della kunsthalle messmer
Foto cortesia © messmer foundation


Gli spazi della Kunsthalle

Romanticamente posto vicino alla confluenza di tre corsi d’acqua (il Dreisam, l’Elz e il Glotter) l’edificio che ospita la galleria è circondato da uno Skulpturengarten di ca. 850 mq.28 (Figg. 2-3), mentre la galleria di 900 mq. è stata suddivisa in dodici aree illuminate con luce indiretta e dotate, sin dall’inizio, di moderni impianti di antifurto e climatizzazione. Si tratta di spazi espositivi per lo più aperti e disposti con soluzione di contiguità, in prosieguo con quelli dedicati ai servizi: l’area ricettiva allocata nell’ampio vestibolo iniziale, che ospita il banco d’accettazione e vendita; lo spazio espositivo dei libri e cataloghi29 confinante con l’area dedicata alla caffetteria, i cui tavolini, anche sulla terrazza esterna nella buona stagione, consentono agli avventori la vista verso lo Skulpturengarten30. Una struttura quindi polifunzionale con spazi per l’esposizione, aperti e flessibilmente fruibili, anche a uso delle conferenze stampa indette prima di ogni mostra, degli incontri culturali come conferenze e concerti, di eventi organizzati anche su richiesta di privati; e ovviamente delle mostre d’arte allestite nella misura annuale di tre, sin dalla memorabile prima esposizione del 2009 centrata su André Evard, la stella polare nella costellazione artistica della collezione Messmer31.

Si coglie la dimensione di una tale affinità elettiva con Evard, osservando la posizione centrale che l’artista occupa nella scansione di molti degli eventi della fondazione: l’Evard Preis, ad esempio, premio biennale destinato a giovani artisti e giunto nel 2019 alla quinta delle sue edizioni, che continuano a diffondere la conoscenza dell’arte del pittore svizzero32 tra un pubblico più vasto e tra i giovani artisti emergenti, i quali con la partecipazione al premio colgono a loro volta la possibilità di far conoscere le proprie opere33.


La collezione Messmer

La collezione Messmer raccoglie oggi ca. 1200 opere di arte contemporanea34, tra quadri e sculture; le opere, sottolinea Messmer, vengono esposte con un criterio di rotazione.

Il collezionista ha sempre palesato una forte propensione a scegliere opere legate alle correnti del concretismo e del costruttivismo, i cui autori sono indicati nel sitoweb della Kusthalle35. Presenze altamente significative delle propensioni di gusto del fondatore, che nelle esposizioni temporanee a volte le giustappone ad altre figure di eccellenza dalla propria raccolta, come Georges Braque, Lucien Clergue, Salvador Dalí, Dare (Sigi von Koeding), Otto Dix, Gerd Grimm, Paul Klee, A.R. Penck, Pablo Picasso, Adriano Piu, Leopold Schmutzler. Ma come Messmer ebbe a dichiarare, «i grossi nomi come Picasso o Otto Dix, che avevo acquistato relativamente presto per la mia raccolta, oggi non contano più tanto per me. Per me sono diventati più importanti i classici della corrente concreto-costruttivista come François Morellet e Alberto Magnelli, Werner Bauer, Hellmuth Bruch, Roland Helmer, Jean-Pierre Viot, Jo Niemeyer, Friedrich Geiler e Klaus Staudt»36.

Nel biennio 2012 la collezione fu arricchita tramite donazioni provenienti da altre collezioni private. Quella della collezionista friburghese Renate Trettin37 ha trasmesso una prima dotazione di autori, alcuni dei quali esposti nella torre della Kunsthalle: René Acht, Cees Andriessen, Hellmut Bruch, Paul Damsté, Karl Duschek, Franz Eggenschwiler, H.P. Harr, Werner Haypeter, Bernd Hendriks, Micus Eduard, Koichi Nasu, Horst Rave, Sigurd Rompza, Robert Schad, Johannes Schreiter, Peter Staechelin, Anton Stankowski, Arthur Stoll, Axel Vater, Gido Wiederkehr, Martin Wörn.38 Alla donazione Trettin ha fatto seguito nel 2103 quella di un altro anonimo collezionista della Germania sud-occidentale, che comprendeva le opere dei seguenti autori: Carlos Cruz-Diez, Bernard Aubertin, Yvaral, Peter Vogel, Hans Jörg Glattfelder, Jaap Egmond, Cesar Andrade, Lucio Fontana, Gunter Frenzel 39. Mentre le più recenti acquisizioni, nel 2015, sono state queste: Suzanne Daetwyler, Bruno Erdmann, Sun Jinlong, Klaus J. Schoen40.

Tale vastissima quantità di opere della collezione non appare contemplabile né sintetizzabile entro un’unica panoramica complessiva della raccolta, che sembrerebbe più che esaustiva per quanto attiene alle correnti artistiche che Messmer predilige; eppure la sua aspirazione ad arricchire e ampliare la collezione non appare mai sopita. Circa un decennio or sono, ad esempio, il collezionista esprimeva a Claudia Fenkart-N’jie il desiderio di poter acquisire nuovi autori, come Yaacov Agam, Richard Paul Lohse oppure Camille Graeser, oppure di arricchire la raccolta con altre opere di Max Bill41. Ma come detto, il punto di forza resta sempre André Evard, i cui quadri vengono a volte giustapposti, nelle esposizioni, ai quadri di pittori contemporanei di maggiore risonanza, anch’essi presenti nella collezione: oltre ai già menzionati George Braque, Otto Dix, Salvador Dalí, Pablo Picasso, Paul Klee, vediamo anche Lucio Fontana, Alberto Magnelli, Günther Uecker, Victor Vasarely – quest’ultimo tra i prediletti del collezionista.42

Alcune opere hanno previsto una particolare installazione e soprattutto una grande collaborazione fra il collezionista e gli autori; è il caso dell’ultima acquisizione destinata al suggestivo Skulpturengarten, che abbellisce l’accesso alla Kunsthalle, ed è rappresentata dal Globo Uovo (Fig. 4), dello svizzero Marc Reist (Grenchen, 1960), che ha richiesto una complessa operazione per la sua messa in posa.


Fig. 4 - Marc Reist, Globo Uovo, 2017, marmo, 3 x 2,3 m., Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 4 - Marc Reist, Globo Uovo, 2017, marmo, 3 x 2,3 m.
Foto cortesia © messmer foundation


All’imponente scultura (3 x 2.3 m.) Marc Reist aveva lavorato per circa sei anni (2011-2017), nel suo atelier di Schnottwil presso Berna, ricavandola da un blocco di sei tonnellate di marmo di Carrara43, per ottenere, con l’impiego iniziale di una fresa e successivamente di martello e scalpello, una grande struttura ovoidale dalla superficie levigatissima, interrotta da aperture rettangolari che marcano la linea oblunga del manufatto44. Per via della sua dimensione e massa ponderale l’istallazione dell’opera ha richiesto una speciale cautela da parte dei tecnici diretti dall’autore, con l’ulteriore supervisione del collezionista e di Lea Messmer, per raggiungere il risultato di un’ottimale e definitiva collocazione su una piattaforma di acciaio. Una complessa istallazione per quest’opera portatrice simbolica di opposte visioni: in quanto congiunzione tra l’arcaico simbolo della rinascita, l’uovo, e la rappresentazione di un globo terrestre, reso vulnerabile dalle ferite di quelle emblematiche aperture45. Un particolare momento, quello del montaggio, in cui si è rivelata una volta ancora la forte sintonia tra il collezionista e il creatore di un’opera della sua raccolta, come ad esempio nel caso della scultura in acciaio Quadrate-Paar Dynamisch dell’artista freiburghese Roland Phleps46. Istallata nel giardino nel giugno 2013, la scultura composta da due lastre d’acciaio inossidabile si inscrive nell’ambito dell’arte concreta; acquista un’insospettabile leggerezza grazie al movimento dei due fogli arcuati e distaccati tra loro come pagine riflettenti di un libro che riverberano la luce (Fig. 5).


Fig. 5 - Roland Phleps, Quadrate-Paar Dynamisch, 2013, acciaio inossidabile, Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 5 - Roland Phleps, Quadrate-Paar Dynamisch, 2013
acciaio inossidabile
Foto cortesia © messmer foundation


Le mostre e l’ordinamento dell’esposizione, paradigmi del gusto del collezionista

Le numerose mostre allestite nella Kunsthalle – con una scansione media di tre eventi per anno – sono state organizzate secondo criteri diversi: esposizioni su temi concettuali, come ad esempio l’acqua (Wasser - Fantasie und Wirklichkeit, 2011), la cinetica (Kinetik - Kunst in Bewegung, 2011), la luce e il movimento (Licht und Bewegung, 2017/18). Oppure esposizioni celebrative e d’occasione, come, agli inizi, il cinquantennale del costruttivismo a Parigi (Victor Vasarely-50 Jahre konstruktive Kunst in Paris, 2009/2010); il decennale della Fondazione (10 Jahre messmer foundation- Die Highlights der Sammlung, 2015/2016); il centenario del Bauhaus (100 Jahre Bauhaus: Max Bill, Jakob Bill, David Bill, 2019). E ancora, mostre personali dedicate a singoli artisti, come Salvador Dalí (2010 e 2018), Marc Chagall (2013), Andy Warhol (2015), Joan Miró (2016), Pablo Picasso (2017) e altri. Sono questi soltanto alcuni indicativi esempi della vulcanica immaginazione e capacità organizzativa di Jürgen Messmer, che negli allestimenti ha per lo più adottato la scelta di accostare opere di autori diversi secondo criteri comparativi, in termini di formazione, appartenenza alle correnti artistiche, stile; un’opzione che si è rivelata vincente ai fini di una più immediata ricezione del messaggio della contemporaneità anche da parte dei non esperti47.

Ne è un esempio la mostra del 2012 Le Corbusier & André Evard vom Jugendstil zur Moderne48, che ha offerto l’occasione per presentare contestualmente la produzione di due peculiari figure dell’avanguardia svizzera, rispettivamente identificate – sulla scia delle definizioni coniate dal loro comune maestro Charles L’Eplattenier – come «der bauende Maler» (Evard) e «der malende Architect» (Le Corbusier)49.

Numerose opere di André Evard sono state presenti50 (e sono oggi in esposizione permanente), secondo diverse scansioni temporali di produzione, con un ordinamento concepito per valorizzare la produzione anche artistica dell’amico e compagno di studi architetto Le Corbusier (1887-1965)51 sin dalla fase giovanile. Del geniale innovatore dell’architettura contemporanea sono stati esposte opere di grafica, di pittura e scultura, e soprattutto i progetti e le foto di alcune storiche ville in Svizzera: Villa Fallet (1906-1907)52 e Villa Schwob (1916-1917) a La Chaux-de-Fonds, nonché di altri storici capisaldi dell’architettura mitteleuropea, come la rivoluzionaria struttura della Dom-Ino (1914-1915), la Villa Savoye (1928-1931) a Poissy, i due edifici per l’area residenziale Weissenhofsiedlung (1926-27) di Stoccarda, per giungere sino agli anni Cinquanta con l’Unité d’Habitation (1946-52) e l’avveniristica quanto suggestiva Notre-Dame-du-Haut (1951-55) a Ronchamp. Delle creazioni di Le Corbusier per l’arredamento, vere e proprie icone del modernariato, sono state presentate una seduta con braccioli LC1 e una storica Chaiselongue LC4 originale (presentata per la prima volta al Salon d’Automne del 1929)53.

Per il decennale della Fondazione, nel 2015, il collezionista Messmer ha ideato un particolare schema espositivo, utile non solo alla celebrazione dell’anniversario attraverso Die Highlights der Sammlung54, le opere “faro” della collezione, ma anche ad «esaudire il desiderio dei tanti che avrebbero voluto rivedere opere precedentemente esposte»55. Una formula che potesse innanzitutto, e ancora una volta, mettere in luce l’eccezionale evoluzione stilistica e la qualità poliedrica dell’arte di André Evard, in quanto raro anticipatore degli stili e delle correnti d’avanguardia del suo tempo56. I trentanove quadri di Evard presenti nella rassegna sono stati esposti secondo un ordinamento cronologico, correlato alla metamorfosi creativa dell’artista che seguì tracciati diversi. La prima fase giovanile, iscritta nella cornice dello Jugendstil, evidente negli stilemi del celebrato Selbstporträt vor Krokussen, (1913, olio su tavola)57 (Fig. 6), è leggibile nella rappresentazione di un sorprendente campo verde ornato da fiori di croco, che fa da sfondo alla figura centrale e geometricamente perfetta dell’autore trentasettenne: i tratti figurativi mostrano l’armonico equilibrio del magro volto allungato da una barba decisamente triangolare, dai seri occhi che trasmettono una svizzera riservatezza, contenuto entro le parentesi del cappello e della cravatta a papillon tra i due revers della giacca.


Fig. 6 - André Evard, Selbstporträt vor Krokussen, 1913, olio su tavola, 34,5 x 34,5 cm.,  Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 6 - André Evard, Selbstporträt vor Krokussen, 1913
olio su tavola, 34,5 x 34,5 cm.
Foto cortesia © messmer foundation


Lo Jugendstil dell’artista svizzero ci trasporta, sovente in questa prima fase, in una dimensione arborea e paesaggistica di rara preziosità: la cogliamo negli smalti su piastra di rame di ridotte dimensioni (1908), che hanno l’abete stilizzato come motivo centrale, lo style sapin frutto dell’insegnamento di Charles L’Eplattenier58; oppure in opere la cui rappresentazione di floreale levità, come quella di stilizzati alberi e prati in fiore di forte influsso japoniste (frequente nello Jugendstil), viene spesso attraversata o interrotta da elementi geometrici e lineari, come ad esempio la chiesa perfettamente centrata nell’opera Kirche mit Landschaft (olio su tavola, 191359), oppure come l’incrocio dei sentieri che nel Nuage Bleu (olio su tavola, 191260) attraversa un prato di crochi sormontato dalla doppia circolarità di un volo d’uccelli entro la campitura di una stupefacente nuvola bleu.

L’irresistibile richiamo della geometrizzazione stilistica nel quinquennio 1923-1928 diverrà più pressante ed evidente – Messmer lo sottolinea durante la visita del settembre 2019 – quando Evard entrò in contatto con le avanguardie francesi durante i suoi vari soggiorni a Parigi61. Nella capitale francese ebbe modo di entrare nella cerchia di vari artisti, fra cui i cubisti George Braque e Fernand Léger, Theo Van Doesburg e il Gruppo De Stjil, Robert Delauney, Piet Mondrian, divenendo altresì membro della Société des Artistes Indépendents62. Il nomadismo stilistico di Evard lo vide sempre su una posizione avanzata, dato orgogliosamente ribaditoci dal collezionista63; una consapevolezza che gli fece conseguire presto una grande maturità stilistica aperta all’innovazione, che si può scorgere già con chiarezza, ad esempio, in alcune opere cubiste del 1913 e del 1919: Kubistische Komposition (olio su tavola)64 e Stillleben mit Brot (olio su cartone). Molte opere esposte alla mostra del decennale della Fondazione di tale svolta stilistica, rispetto alla fase giovanile, forniscono chiara testimonianza; basti considerare, tra le nature morte, Die Rosenserie (1923-192465), oppure, tra i paesaggi parigini, Pont Neuf (1925, olio su tavola) (Fig. 7).


Fig. 7 - André Evard, Pont Neuf, 1925, olio su tavola, 44 x 36,5 cm., Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 7 - André Evard, Pont Neuf, 1925
olio su tavola, 44 x 36,5 cm.
Foto cortesia © messmer foundation


Durante l’incontro alla Kunsthalle (settembre 2019) Messmer sottolinea più volte come Die Rosenserie, di per sé, possa documentare la parabola del linguaggio stilistico di Evard, che nell’arco di soli due anni si muove da una rappresentazione più convenzionale del soggetto verso una sempre più marcata geometrizzazione e astratta costruzione dello stesso. Il vaso con il bouquet di rose, nei primi esemplari rappresentato plasticamente si integra sempre più con il complesso di linee e forme geometriche del suo sfondo. Una soluzione forse inizialmente influenzata dalla pura razionalità compositiva di Le Corbusier, ma che va ben oltre mostrando l’assoluta originalità della ricerca compositiva di Evard 66. Nonostante il contatto e gli scambi con molti altri artisti in quegli anni, l’artista svizzero mostrò sempre una marcata tendenza verso personali soluzioni rappresentative. Il confronto, offerto all’esposizione della Kunsthalle, tra alcune nature morte evardiane, come le opere a olio del 1924 delle diverse serie Le couvert, Symphonia e La pyramide67 (tutte sul tema composizione con bottiglia, bicchieri e salvietta) con la gouache sullo stesso tema di Georges Braque, Nature morte aux citrons del 1929, evidenzia nell’artista svizzero una scelta stilistica ancora più ardita, applicata alla continua sperimentazione di nuove soluzioni prospettiche e coloristiche. I moduli geometrici già presenti negli anni Venti testimoniano come, dalle prime scelte pittoriche di uno Jugendstil più figurativo, il percorso evardiano abbia presto condotto a delle forme dettate da un intento concreto-costruttivista, per giungere sino all’astrattismo trionfante delle ultime opere, mirabili per l’inventivo accostamento di forme e colori: lo esemplificano tre lavori dal titolo Composition abstraite (blanche, rouge, noire, 1932, olii su tavola), i due Nocturne (olii su tavola, 1948) in esposizione, oppure i sontuosi Kabuki (doré e rouge, 1953, olii su tavola)68 (Fig. 8).


Fig. 8 - André Evard, Kabuki (doré), 1953, olio su tavola, 33,5 x 25,5 cm., Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 8 - André Evard, Kabuki (doré), 1953
olio su tavola, 33,5 x 25,5 cm.
Foto cortesia © messmer foundation


Nell’economia dell’esposizione per il decennale della Fondazione, la particolare attenzione riservata dal collezionista alle opere di Evard in quanto suo Lieblingsmaler (artista prediletto), lascia comunque molto spazio ad altre opere cardine della raccolta, inserite entro differenti sezioni espositive - Op Art, Kinetische Kunst, Konkret-konstruktive Kunst – oppure in mostra secondo appartenenze diverse: aggregazioni di artisti in quanto agenti di analoghi processi creativi, oppure posizioni a se stanti, di artisti prescelti individualmente, come ad esempio Horst Antes. Dell’artista tedesco si ammira un massiccio Kopffüssler69, Graue Figur zwischen Gelb und Blau (1971, acrilico su tela) (Fig. 9), figura assolutamente incisiva per una sorta di primordiale energia, impressa dalle membra sovradimensionate di un soggetto imponente entro un perimetro deliberatamente costrittivo.


Fig. 9 - Horst Antes, Graue Figur zwischen Gelb und Blau, 1971, acrilico su tela, 89, 5 x 67 cm., Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 9 - Horst Antes, Graue Figur zwischen Gelb und Blau, 1971
acrilico su tela, 89, 5 x 67 cm.
Foto cortesia © messmer foundation


Dei più di dieci quadri della sezione Op Art particolare attenzione critica è stata data dalla curatrice Dagmar Thesing alle opere di famosi esponenti della corrente: degli Elongated Triangles di Bridget Riley (1971, serigrafia su carta)70 si evidenziano i risultati sperimentali ottenuti attraverso «le interazioni cromatiche e le qualità spaziali del colore»71. Dell’ungherese Victor Vasarely72, artista tra gli iniziatori della Op Art e tra i massimi rappresentanti della corrente, si apprezza in Syta (1988, acrilico su tela) (Fig. 10) una struttura geometrica che induce l’osservatore ad una visione mobile, che con lo spostamento del punto di vista gli offre vibranti progressioni e illusioni ottiche.


Fig. 10 - Victor Vasarely, Syta, 1988, acrilico su tela, 100 x 96 cm.,  Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 10 - Victor Vasarely, Syta, 1988
acrilico su tela, 100 x 96 cm.
Foto cortesia © messmer foundation


L'opera offre un effetto tridimensionale che suggerisce il movimento, come nelle creazioni dell’italiana Dadamaino73, qui rappresentata dall’opera Oggetto ottico-dinamico (alluminio e colore nero su legno, 1961)74. Effetti legati a nuovi concetti compositivi frutto di una ricerca rivoluzionaria, come nel caso dell’assoluta innovazione artistica del Teatrino - Concetto spaziale (1950, allumino perforato su carta) (Fig. 11) dell’italo-argentino Lucio Fontana, che ottiene una volumetria tutta particolare attraverso la pratica dell’incisione di fori su una superficie d’alluminio75.


Fig. 11 - Lucio Fontana, Teatrino - Concetto spaziale, 1950, alluminio perforato su cartone, 49,5 x49 cm., Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 11 - Lucio Fontana, Teatrino - Concetto spaziale, 1950
alluminio perforato su cartone, 49,5 x49 cm.
Foto cortesia © messmer foundation


Caratteristiche di una nuova spazialità che Fontana seppe ispirare al gruppo tedesco Zero e che sembra aver enormemente attratto il collezionista Messmer.76

Una corrente che alla rassegna della Kunsthalle per il decennale è stata collocata in successione alla Op Art è quella della Kinetische Kunst. Caratterizzata da istanze legate a un dinamismo di base, espresso attraverso un linguaggio pittorico che vuole coinvolgere l’osservatore, rendendolo partecipe sul piano percettivo. In certi esponenti l’arte cinetica parrebbe evocare forme di apparente contiguità con creazioni della Op Art, come nell’opera di Rolf Schneebeli Faszination Interferenz (2008, lamina su refloglas, alluminio con rivestimento bianco77) esposta nella sezione Kinetische Kunst: per mezzo di un motore elettrico, l’artista svizzero ha saputo imprimere un movimento ciclico ad uno spazio pittorico, le cui forme geometriche, con il movimento, offrono all’osservatore l’immagine stessa della kinesis. Famoso esponente del movimento informale sud-americano in quanto abile sperimentatore dell’uso del colore e della sua variabilità, il venezuelano Carlos Cruz-Diez è presente con due composizioni - Couleur Additive 13 (1970, acrilico su legno78) e Color Aditivo Permutable, Serie C (1982, acrilico su alluminio), alti risultati della geniale creatività dell’artista nell’impiego della luce e del colore79.

Appare scontato al conoscitore delle preferenze e scelte personali di Jürgen Messmer, che alla Konkret-konstruktive Kunst e ai suoi artisti sia stata riservata una particolare cura. Non sarebbe stata possibile una rassegna degli Highlights della collezione senza l’inclusione, tra gli altri, di autori come lo svizzero Peter Somm (1940), i tedeschi Karl Pfahler (1926-2002), Klaus J. Schoen (1931) e Anton Stankowski (1906-1998), il francese Jean-Pierre Viot (1937).

Del medico artista Peter Somm i visitatori hanno avuto il privilegio di ammirare Am Meer (1996, acrilico su tela80), una suggestiva marina rappresentata da una scala cromatica con graduazioni, nei toni blu e rosa, di fasce orizzontali sulla tela; una composizione rispondente al «principio strutturale della costruzione stratificata», teorizzata dall’autore con scientifico rigore nel 1972, nei suoi “quaderni di lavoro”81.

Secondo parametri matematici o geometrici il processo creativo di artisti come Georg Karl Pfahler, Klaus J. Schoen, Anton Stankoski mostra un linguaggio pittorico essenziale, la cui semplificazione delle forme si dimostra funzionale a esaltare le potenzialità dei colori82. Anche Karl Pfahler teorizza a proposito del proprio strumento rappresentativo, intende il colore come superficie che si espande e genera forma e profondità. Nel dipinto GP.O.R./ZAD (acrilico su tela, 1964) anche gli angoli arrotondati contribuiscono alla diffusa percezione di un’opera, la cui «superficie perde la sua dogmatica sacralità»83 e appare senza demarcazioni verso la parete o spazio ospitante (e viceversa), guadagnando così una carica psicologica di marcato effetto. Un effetto di scardinamento rispetto ai canoni tradizionali, ricercato anche da Klaus J. Schoen (Ohne Titel, 1968, olio su tela84) e da Anton Stankowski (Vergangenheit, Gegenwart, Zukunft mit Quadrat, 198085).

Durante tutte le sue interviste Jürgen Messmer non ha tralasciato occasione per enfatizzare l’importanza per lui rivestita dagli speciali legami che solo l’arte sarebbe capace di promuovere, come la corrispondenza emotiva tra il collezionista e gli autori presenti nella propria raccolta86, oppure l’intesa tra artisti sorta per il comune sentire davanti ai medesimi interessi. Al sodalizio di tre grandi della pittura contemporanea, Jean Arp (1886/1966), Alberto Magnelli (1888/1966) e Sonia Delauney (1885/1979), si dedica infatti una particolare sezione della mostra del decennale87. Tale Künstlerfreundschaft, il legame d’amicizia tra questi artisti, costituì uno speciale stimolo creativo. A Grasse, nel sud della Francia, nei primi anni Quaranta, insieme anche all’artista Sophie Taeuber-Arp (consorte di Jean), i quattro artisti divennero essi stessi un forte richiamo per molti altri, alcuni in fuga dalle note difficoltà poste dal regime nazista alla libertà espressiva degli artisti contemporanei; tra i lavori in comune, i quattro di Grasse produssero anche un album di dieci litografie a colori, Aux Nourritures Terrestres, di cui la collezione Messmer possiede un raro esemplare 88. Nelle opere esposte dei tre artisti il colore gioca, variamente, un ruolo essenziale. Nel caso specifico dell’opera di Magnelli in mostra, Ohne Titel (1957, olio su carta) (Fig.12), è il colore a delimitare sobriamente delle forme che costruiscono piani diversi e in accordo tra loro.


Fig. 12 - Alberto Magnelli, Ohne Titel, 1957, olio su carta, 65 x 60 cm., Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 12 - Alberto Magnelli, Ohne Titel, 1957
olio su carta, 65 x 60 cm.
Foto cortesia © messmer foundation


Anche in quest’opera della maturità si ha modo di apprezzare il meditato, deciso equilibrio tra forma e colore89, un’interazione che riemerge anche nelle opere esposte a Riegel am Kaiserstuhl di Arp e di Delauney. Nell’astrazione biomorfa della litografia a colori di Arp, Configuration – Nimeton (1955), l’osservatore coglie l’attrattiva di due forme organiche, quasi reciprocamente riflesse, che sembrano continuare a muoversi, a tendere verso configurazioni diverse; una sorta di dinamico metamorfismo, che nella Composition (1964, acquaforte su carta) (Fig. 13) di Sonia Delauney viene raggiunto attraverso la tricromia di forme circolari che sembrano irraggiarsi, secondo quei giochi di luci e ombre specificamente al centro delle rappresentazioni di Delauney90.


Fig. 13 - Sonia Delauney, Composition, 1964, acquaforte su carta, 34 x 28 cm., Foto cortesia © Messmer Foundation
Fig. 13 - Sonia Delauney, Composition, 1964
acquaforte su carta, 34 x 28 cm.
Foto cortesia © messmer foundation


L’impegno didattico e le attività promozionali per la pubblica partecipazione

L’intento del collezionista di promuovere e divulgare l’arte contemporanea tra le nuove generazioni, aggiunto alla volontà di rendere un pubblico servizio culturale, si realizza alla Kunsthalle di Riegel am Kaiserstuhl con laboratori didattici programmati per i bambini e con visite partecipate sia di adulti sia di scolaresche, anche giovanissime91, talvolta anche insieme alle famiglie.

In occasione della Pasqua 2018, per la prima volta, l’invito è stato formulato per illustrare ai bambini (di età dai cinque anni) insieme alle loro famiglie le circa 120 «opere allegre, coloratissime, ricche di fantasia di Otmar Alt»92, artista in mostra a quel tempo. La produzione dell’artista tedesco fu giocosamente presentata ai piccoli visitatori, chiamati ad interpretare l’opera traendo spunto dal suo titolo, considerato come chiave d’accesso al mondo incantato di Alt, tema per una successiva libera espressione dei piccoli.

Tutors dei piccoli e grandi visitatori in quell’occasione sono state le unità del personale normalmente dedicate alle visite guidate e ai servizi di sala. Il reclutamento di tali figure rientra in un programma di internship attuato ciclicamente, a completamento dello staff della fondazione, costituito da tre collaboratori scientifici93, da una responsabile per gli eventi, le assunzioni e i rapporti col pubblico, e dal presidente della Fondazione. Dedicato in prima persona alle presentazioni e conferenze stampa di ogni nuova esposizione, Jürgen Messmer sovrintende anche a tutte le nuove istallazioni negli spazi della fondazione.

L’entusiasmo di Messmer traspare dalla sua espressione trionfante, come ogni altra volta abbia accolto, sia nella Kunsthalle sia nella sua casa, una nuova opera. Ha tenuto a sottolineare come per lui non sia concepibile una reale separazione tra la galleria e la sua casa. Ne ho avuto dimostrazione al cortesissimo commiato alla fine del nostro incontro: in una Kunsthalle senza più visitatori né impiegati, ormai deserta, è stato il collezionista a chiudermi alle spalle la porta di quella casa dell’arte.





NOTE

1 Uno dei primi ad aprire è stato il Museum Würth a Künzelsau nel 1991.

2 Alcuni di tali collezionisti e le loro raccolte sono stati oggetto di pubblicazioni che ne offrono una rassegna complessiva; cfr. Götz, Weibel 2009; Fenkart-N’jie, Geist 2011; Ridler 2011.

3  «Ich wollte dem gesamten Dorf und der Bevölkerung die Möglichkeit geben, sich hier auf dem Land mit internationaler Kunst auseinandersetzen zu können». Peter W. Klein, Gespräch, (Intervista) di G. Ridler, Eberdingen –Nussdorf, 30-3-2011 (cit. in Ridler 2011, p. 13, nota 3). Nel presente testo, tutte le traduzioni dal tedesco sono di chi scrive.

4 Cfr. Hoppe Ritter 2009, p. 26. Sul Museo Ritter di Waldenbuch, si veda Santagati 2019.

5 «es ist mir wichtig, meine […] Leidenschaft, die ich für die Kunst empfinde und ebenso aus ihr beziehe, mit den Menschen teilen zu können, und ihnen – auch wenn es nur für einen Moment ist – das Glück, das mir widerfahren ist, weitergeben zu können», Frieder Burda, cit. in Götz 2009, p. 22.

6 «Freude, die man gibt, kehrt ins eigene Herz zurück ». Ibidem.

7 Secondo Jürgen A. Messmer le diciture kunsthalle messmer e messmer foundation devono essere riportate con lettere iniziali minuscole.

8 L’edificio era sede di una fabbrica di birra, die Riegeler-Brauerei; cfr. in questo contributo nota 24.

9 Sulla storia di Jurgen Messmer cfr. Der Stifter, https://www.kunsthallemessmer.de/uber-das-museum/242-2/.

10 Messmer iniziò a lavorare con l‘antico marchio storico Rambold e nel 1986 fondò a Emmendingen la Messmer Pen GmbH, impresa con grande diffusione commerciale in Germania e in Svizzera; nel 2006 fu venduta da Messmer a Manuel Deimel e a Hans Joachim Huber. Cfr. Messmer Pen, https://www.messmer-pen.com/unternehmen.php?l=de&MAIN_RUB_ID=3.

11 Cfr. Pavelleck 2019, p. 1.

12 Cfr. Hervé, Krein 2019, p 72.

13 Pavelleck 2019, p. 1.

14 Hervé, Krein 2019, p 72. La traduzione dal francese è di chi scrive.

15 Pavelleck 2019, p. 2.

16 Si veda André Evard 1876-1972 2003; André Evard 1876-1972: de l'Art nouveau à l'abstraction 2005; Thesing 2015 Weg; Lechleiter 2015.

17 Messmer 2015, p. 3; Hervé, Krein 2019, p. 72; Pavelleck 2019, p. 1.

18 Questa informazione è stata fornita dal collezionista in occasione della visita da lui guidata alla collezione nel settembre 2019.

19 Hervé, Krein 2019, p. 72.

20 Quando altrimenti non indicato, tutte le dichiarazioni di Jürgen Messmer sono state rilasciate durante la visita guidata del 13 Settembre 2019.

21 Le due posizioni apicali della Fondazione sono ricoperte da Lea Qin Messmer (consorte di J. Messmer dal 2015) e da Jürgen Messmer, a vari livelli anche impegnati nelle diverse attività organizzative. Cfr. Wild 2015 Geschichte.

22 Cfr. Haberer 2019 Brauereihalle.

23 Nella ricerca Messmer era coadiuvato dall’amico Roland Doschka, cfr. l’intervista di Claudia Fenkart-N’jie con J.M., Fenkart-N’jie 2011.

24 Il piano di ristrutturazione era stato avviato dall’impresa Gisinger; Jurgen Messmer acquistò per la Kunsthalle lo spazio all’ingresso che era stato della birreria, la servitù di passaggio dell’area verso gli impianti industriali destinata allo Skulpturengarten e inoltre un alloggio privato nell’attico. Cfr. Haberer 2008.

25 Nel complesso ha sede anche la Galerie Messmer, che offre servizi commerciali e una consulenza artistica gratuita per l’arredamento di spazi privati e pubblici. Cfr. Galerie Messmer, https://www.galerie-messmer.de/kunstberatung/.

26 Dichiarazione del collezionista, Riegel 13 Settembre 2019; cfr. anche Hervé, Krein 2019, p. 73; cfr. anche Fenkart-N’jie 2011.

27 Cfr. in questo contributo il paragrafo Collezionisti d’arte nel Baden - Württemberg.

28 Nel giardino sono presenti in tutto dodici sculture più un murale, Streetart di Subi Roberto (2009). Oltre le opere di Reist e di Phleps, sono state istallate: di Jörg Bollins (1944, Freiburg) Emotions; di Otmar Alt (1940,Wernigerode) Große Gartenblume; di Gottfried Honegger (1917-2016, Zürich) Monoform 13; di Rüdiger Seidt (1965, Forbach), Große Figuration; di Manfred Emmenegger-Kanzler,(1953, Waldshut) Riegeler Tor; di Friedrich Geiler (1946, Bühl /Baden) Windspiel 1; di Gerhard Frömel, (1941, Grieskirchen) Wegzeichen 4 ; di Gerald Baschek (1938-2019, Herne) Torsion II; di Michel Jouët, (1943, Cholet) Roter Kubus. Cfr. Skulturengarten, https://www.kunsthallemessmer.de/ausstellung/skulpturengarten/.

29 La Fondazione dispone di una propria casa editrice.

30 Cfr. Wild 2015 Geschichte; Fenkart-N’jie 2011, p. 103.

31 In varie interviste Messmer ha dichiarato di apprezzare della sua collezione soprattutto l’artista svizzero e Victor Vasarely: «Zu meinen Lieblingsmalern gehört in vorderster Front André Evard, dessen Nachlass ich gekauft habe [….] Beim Lieblingsbild – da muss ich überlegen – das ist eines von Vasarely, das gehört nach wie vor zum Besten. Ich habe es auch schon ausgestellt und würde es nie weggeben». Ritter, Steger 2013; Fenkart-N’jie 2011.

32 La scarsa diffusione dell’arte di Evard, soprattutto quando questi era in vita, viene spesso sottolineata da Messmer con tono di rammarico. Cfr. J. Messmer, Vorvort, p.3; Hervé, Krein 2019, p. 73. Lo stesso Evard si lamentava della mancata fortuna delle sue opere; cfr. Rohner 2005, p. 10

33 Per la quinta edizione dell’ Internationaler André-Evard-Preis für konkret-konstruktive Kunst (2018) la giuria di esperti era composta dalla collezionista Marli Hoppe-Ritter, fondatrice del Museo Ritter (Waldenbuch), da Sabine Saschl, direttrice e curatrice capo del Museum Haus Konstruktiv (Zurigo) e dal gallerista Ewald Karl Schrade, promotore di Art Karlsruhe; i primi tre premi assegnati: 1° Premio al tedesco Rüdiger Seidt, 2° Premio all’italiano Antonio Marra, 3° Premio alla tedesca Christiane Grimm. Cfr. Archive, http://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/.

34 Il numero è stato fornito dal collezionista a chi scrive.

35 Cesar Andrade, Bernard Aubertin, Gerald Baschek, Werner Bauer, Max Bill, Jakob Bill, Gerhard Birkhofer, Hellmut Bruch, Giancarlo Caporicci, Alain Clément, Ivan Contreras-Brunet, Carlos Cruz-Diez, Dadamaino, Jo Delahaut, Sonia Delaunay, Raoul Dufy, Jaap Egmond, Manfred Emmenegger-Kanzler, Klemens Etz, André Evard, Lucio Fontana, Gunter Frenzel, Otto Freundlich, Gerhard Frömel, Günter Fruhtrunk, Ueli Gantner, Friedrich Geiler, Walter Giers, Hans Jörg Glattfelder, Eugenia Gortschakowa, Camille Graeser, Roland Helmer, Gisela Hoffmann, Michel Jouët, James Juszczyk, Joachim Kaiser, Jean Leppien, Bernhard Licini, Josef Linschinger, Heinz Mack, Alberto Magnelli, Bernhard Malin, François Morellet, Bruno Munari, Ben Muthofer, Knut Navrot, Jo Niemeyer, Laszlo Otto, Benno Oertli, Dario Pérez-Flores, Georg Karl Pfahler, Bridget Riley, Sigurd Rompza, Christian Rudolph, Maura Saddi, Turi Simeti, Felix Schlenker, Rolf Schneebeli, Peter Somm, Anton Stankowski, Klaus Staudt, Peter Stächelin, Günther Uecker, Victor Vasarely, Jean-Pierre Viot, Peter Vogel, Michael Wagner, Yvaral. Cfr. Sammlungsbereiche Messmer, http://www.kunsthallemessmer.de/sammlung/weitere-sammlungsbereiche/.

36 Cfr. Fenkart-N’jie 2011, p. 108.

37 Renate Trettin ha raccolto la sua collezione di arte contemporanea in trent’anni; scomparsa nel 2017, la figlia Katharina ha deciso di donare tale collezione a varie istituzioni culturali, fra cui la Fondazione Messmer. Cfr. BERNARD 2017.

38 Sarebbe prevista anche una seconda tranche della donazione. Sull’acquisizione Trettin cfr. Sammlung Trettin, http://www.kunsthallemessmer.de/sammlung/sammlung-trettin/.

40 Cfr. ibidem.

41 Cfr. Fenkart-N’jie 2011, p. 109.

42 Wild 2015 Geschichte. Si veda la esaustiva bio-bibliografia di André Evard in http://www.kunsthallemessmer.de/wp-content/uploads/2012/08/Literaturauswahl1. Per l’elenco completo delle mostre internazionali dedicate a Evard, cfr. André Evard – Ausstellungen 2015.

43 Il solo materiale viene stimato da Messmer per un valore di 450.000 euro; cfr. Haberer 2019 Marmor;

Messmer Pressestimmen, https://www.kunsthallemessmer.de/category/pressestimmen; Skulpturengarten https://www.kunsthallemessmer.de/ausstellung/skulpturengarten/.

44 Per poter operare dall’interno la levigatura, penetrando attraverso un’apertura, Reist dovette dimagrire di 13 kg. Cfr. Haberer 2019 Marmor; Messmer Pressestimmen, https://www.kunsthallemessmer.de/category/pressestimmen.

46 L’artista è nato in Romania, a Sibiu/Hermannstadt nel 1924 e ha esercitato la professione di neurologo e psichiatra a Friburgo. Dal 1991 prendono forma le sue idee di design in sculture di arte concreta, realizzate in lamiera di acciaio inossidabile. Le sue opere sono illustrate in una serie di volumi dal titolo Roland Phleps: Steel Sculptures, sui lavori realizzati dal 1992 al 2017. Phleps ha anche istituito una fondazione per l’arte concreta che porta il suo nome. Cfr. Fondazione Phleps, https://www.stiftung-konkrete-kunst.de/phleps/werkauswahl/index.html.

47 Per un elenco delle mostre tenute presso la kunsthalle messmer, si veda Rueckblick Messmer https://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/.

48 La realizzazione della mostra è stata resa possibile grazie ai prestiti provenienti dalla Fondazione Le Corbusier di Parigi, dal Musée des Beaux Arts di La Chaux-de-Fonds, dal Vitra Design Museum di Weil am Rhein, e con il patrocinio della Schweizer Kulturstiftung Pro Helvetia. La mostra si è tenuta dal 3 marzo 2012 al 26 agosto 2012. Cfr.

Rueckblick Messmer 2013, https://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/page/3/.

49 All‘Accademia d’arte di La Chaux-de-Fonds, l’artista svizzero dal 1904 al 1909 studiò sotto la guida di Charles L’Eplattenier, uno dei massimi esponenti dello Jugendstil svizzero, il cui magistero offrì agli allievi un’istruzione a 360 gradi, che spaziava dalla pittura e scultura all’arte dell’incisione, dell’oreficeria e dello smalto, nonché all’architettura. Nell’allievo Le Corbusier (Jean Edouard Jeanneret, 1887-1965), compagno di Evard, L’Eplattenier intuì le doti di straodinario «Baumeister», di costruttore eccezionale; a Evard predisse un futuro come prezioso artefice/orefice della pittura, «Juwelier der Malerei». Nella Biblioteca di La Chaux-de-Fonds si conservano ancora alcuni lavori di Evard (cfr. Fonds André Evard, http://cdf-bibliotheques.ne.ch/bvcf/patrimoine/archives-fonds-speciaux/archives-personnelles/Pages/andre-evard.aspx; André Evard 1876-1972: de l'Art nouveau à l'abstraction 2005; la maggior parte delle opere di Evard si trova ormai presso la Fondazione Messmer. Sulla mostra della Fondazione Messmer cfr. Vom Jugendstil zur Moderne 2012; Lechleiter 2015, p. 8; Eckert 2015 Arbeiten, p. 13; messmer foundation, virtueller Rundgang durch die Austellung, Le Corbusier und André Evard von Jugendstil zur Moderne, 27 Agosto 2013, https://www.youtube.com/watch?v=bVfdMKhGyek; SWR-Fernsehen, TV-Bericht SWR über die Ausstellung Le Corbusier und André Evard - Vom Jugendstil zur Moderne, https://www.youtube.com/watch?v=RQug7GJtilU.

50 Si tratta di una scelta operata anche in seguito, in occasione della mostra per il decennale della messmer foundation svolta nel 2015-2016; il decennale della kunsthalle messmer è stato invece festeggiato nel 2019, con la mostra 10 Jahre kunsthalle messmer – Ein Leben für die Kunst (20 giugno 2019 – 15 settembre 2019).

51 Oltre a opere di pittura la mostra presenta anche opere di fotografia, grafica, architettura e design. Rueckblick Messmer 2013, https://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/page/3/.

52 Riconosciuta come dimora storica dal governo svizzero; Evard fu ringraziato da Le Corbusier per la sua collaborazione (dalla didascalia alla mostra del 2012).

53 Si veda la brochure illustrata della mostra (Herausgeber messmer foundation, Riegel am K., 2012); Rueckblick Messmer 2013, https://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/page/3/; messmer foundation, virtueller Rundgang durch die Austellung Le Corbusier und André Evard: von Jugendstil zur Moderne, 27 Agosto 2013, https://www.youtube.com/watch?v=bVfdMKhGyek .

54 10 Jahre Messmer Foundation 2015.

55 Messmer 2015, p. 3. L’allestimento è stato ideato dallo stesso Messmer e da Dagmar Thesing, che ne ha curato l’organizzazione; cfr. ivi, p. 112.

56 Già nel 1908, ad esempio, Evard aveva sperimentato la tecnica del collage, praticata da altri artisti solo molto più tardi. http://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/. Cfr. anche Lechleiter 2015, p. 8; per il parere critico di Messmer sui due autori in mostra, cfr. il servizio della TV francese France 3, Reportage de l'exposition Le Corbusier et André Evard dans la Kunsthalle Messmer: https://www.youtube.com/watch?v=FdbTrCf5H1s.

57 Per un’altra lettura critica del Selbstporträt vor Krokussen cfr. Katharina Sagel in https://www.youtube.com/watch?v=w9zBd80tVb4.

58 Cfr. BIERI 2006; Jürgen Messmer, Riegel 13 Settembre 2019; cfr. anche Sarah Krein, et Hervé Lévy, cit. p. 73.

61 Cfr. Eckert 2015 Evard, p. 21. Secondo Antjie Lechleiter e Jurge Messmer i soggiorni parigini di Evard si protrassero più a lungo - sino al 1933, secondo il collezionista: cfr. Lechleiter 2015.

62 Cfr. Eckert 2015 Evard, p. 21; Thesing 2015 Biographie. Successivamente Evard prese parte alla famosa Esposizione Zurighese del 1936 (Zeitprobleme in der Schweizer Malerei und Plastik), insieme a Max Bill, e ai fondatori del gruppo Allianz, Richard Paul Lohse e Leo Leuppi; un ambito artistico che vide anche la presenza di Alberto Giacometti, Paul Klee, Hans Arp, e di Le Corbusier, con il quale Evard collaborò per i lavori della Villa Fallet (1906-1907) a La Chaux-de-Fonds. Le Corbusiers lo ringraziò «per la preziosa collaborazione» nel 1907, cfr Rueckblick Messmer, http://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/; messmer foundation, Virtueller Rundgang durch die Ausstellung le Corbusier und André Evard, Vom Jugendstil zur Moderne, https://www.youtube.com/watch?v=bVfdMKhGyek.

63 A giudizio di Messmer l’intera produzione di Evard rappresenta la parabola esemplificativa di tutte le evoluzioni stilistiche della prima metà del Novecento.

64 Con quest’opera «dai forti tratti cubisti», Evard si qualifica come il primo pittore cubista svizzero, che «a differenza di Braque e di Picasso […] sceglie soprattutto dei colori luminosi: azzurro cielo, rosa e giallo La scelta di colori così vivi sarebbe stata determinata dall’ammirazione dell’artista per Auguste Renoir». Lechleiter 2015, p. 8; cfr. anche Jurgen Messmer, cit. in Hervé, Krein 2019, p. 73.

65 Per le prime tre immagini realizzate della Rosenserie, si veda Rosenserie https://www.facebook.com/kunsthallemessmer/photos/a.472439249452114/2972682826094398/?type=3&theater. Una lettera scritta a Evard dal collega di studio Octave Ulisse Matthey, in possesso di Messmer, documenta la grande ammirazione suscitata dalla Rosenserie, la serie di opere eseguite dal 1923 al 1924 e raffiguranti la stessa composizione di rose che diventano (da una versione all’altra) sempre più geometrizzate. cfr. Miriam Eckert, André Evard in Paris, in 10 jahre Messmer Foundation, p.21. Su tali opere la Fondazione Messmer ha diffuso un’introduzione critica di N. Lechler, André Evards Rosenserie, https://www.youtube.com/watch?v=95_5Bt332i0.

66 René Gerber sottolinea l’emotività dell’autore, conscio di avere compiuto «un folle sconvolgimento»; 1ère étude sur Evard, Archives André Evard, cit. in Eckert 2015 Rosenserie, p. 24; cfr. anche l’illustrazione critica di Marie Lechler M.A., Evard und seine Rosenserie, cit. https://www.youtube.com/watch?v=95_5Bt332i0.

68 Molte delle sue creazioni d’avanguardia furono siglate da Evard con PP (propriété privée), come se non fossero state concepite per una diffusione. Cfr. Fenkart-N’jie 2011, p. 108. Per il personale giudizio critico del collezionista su tale produzione di Evard, cfr. ivi, pp. 104, 109.

69 Figura grottesca dotata di capo e piedi enormi; cfr. la scheda dell’artista (Heppenheim, 1937) nel sito della fondazione: Horst Antes, http://www.kunsthallemessmer.de/horst-antes/.

70 Cfr. Thesing 2015 Op Art. Per le opere esposte di Riley e Vasarely: ivi, pp. 73 e 77; per le schede sugli autori: Vasarely Victor, http://www.kunsthallemessmer.de/victor-vasarely-2/; Riley Bridget, http://www.kunsthallemessmer.de/bridget-riley/.

71 Thesing 2015 Op Art, p. 72.

72 Messmer considera quest’opera di Vasarely come il suo quadro preferito (Lieblingsbild) che non alienerebbe mai, cfr. Ritter, Steger 2013. Sull’opera dell’autore presente nella collezione si veda Vasarely Victor, http://www.kunsthallemessmer.de/victor-vasarely-2/.

73 Nome d’arte di Edoarda Emilia Maino (1930-2004).

74 Per l’immagine dell’opera si veda Dadamaino, http://www.kunsthallemessmer.de/dadamaino/. Per l’opera si vedano: 10 Jahre Messmer Foundation 2015, p. 78; Archivio Dadamaino, https://archiviodadamaino.it/ Altri artisti presenti nella sezione Op Art: César Andrade ( 1939 ), Bernard Aubertin ( 1934 ), Suzanne Daetwyler (1948 ), Jaap Egmond (1913-1997), Hans Jörg Glattfelder ( 1939),Jo Niemeyer (1946), Yvaral (1934-2002).

75 Sull’opera cfr. Lucio Fontana, http://www.kunsthallemessmer.de/lucio-fontana-3/; sull’innovazione stilistica e sulla biografia dell’autore cfr. Fondazione Lucio Fontana, https://www.fondazioneluciofontana.it/index.php/icons/biografia.

76 Ancora nel 2013, in un intervista di Hannah Ritter (Ritter, Steger 2013), Messmer esprimeva rammarico per la mancata acquisizione di un altro quadro di Fontana a causa dell’alto prezzo.

77  Per l’immagine dell’opera e un breve profilo dell’artista si veda Schneebeli Rolf, http://www.kunsthallemessmer.de/rolf-schneebeli/.

78 Per l’immagine dell’opera e un breve profilo dell’artista si veda Carlos Cruz-Diez, http://www.kunsthallemessmer.de/carlos-cruz-diez/; Carlos Cruz-Diez bibliografia, in https://www.cruzdiezartfoundation.org/.

79 Cfr. Carlos Cruz-Diez 2011; Thesing 2015 Kinetische, p. 86.

80  Per l’immagine dell’opera si veda Am meer, http://www.kunsthallemessmer.de/peter-somm/.

81 Verdichtungen (addensamenti) chiamò Somm le composizioni più tardi denominate Horizontbilder (Quadri dell‘orizzonte). Medico anestesista (professione che esercitò sempre), Somm riportò minuziosamente le proprie sperimentazioni cromatiche nel suo Arbeitheft (Quaderno di lavoro). Sull’argomento si veda Somm Peter, https://petersomm.ch/arbeitsheft.shtmlle, 28-30 Januar 1972, pp. 15-26; per la biografia e gli altri testi critici di Somm cfr. Somm Peter – testi critici, https://petersomm.ch/statements.shtml; Somm Peter – biografia, https://petersomm.ch/werkanalyse.shtml.

82 Cfr. Wild 2015 Kunst, p. 100.

83 Dobbiamo a Isabella Wild la citazione da Georg Karl Pfahler, Farbe und Raum (Muller Report 2, Oktober 1970, p. 5): «Die Bildfläche verliert ihre dogmatische Begrenzheit, die heilige Fläche wird verlassen, die Farbform steht im Raum und hat eine unmittelbar psychologisch aggressive Wirkung. Die Wand […] wird Teil des Bildes oder das Bild wird zur Wand.». La superficie dell'immagine perde il suo limite dogmatico, la superficie sacra viene abbandonata, la forma del colore si trova nello spazio e ha un immediato effetto psicologicamente aggressivo. La parete […] diventa parte dell'immagine o l'immagine diventa una parete (trad. da chi scrive), Wild 2015 Kunst, p. 100.

84 Per l’immagine dell’opera si veda Ohne Titel – Schoen, http://www.kunsthallemessmer.de/klaus-j-schoen/.

85 Per l’immagine dell’opera e un breve profilo dell’artista si veda Vergangenheit, Gegenwart, Zukunft mit Quadrat, https://www.kunsthallemessmer.de/anton-stankowski/.

86 Esemplare il caso della mostra Messmer & Friends – Einblicke in die Sammlung Messmer (29 Ottobre 2011- 26 Febbraio 2012), idea nata a Messmer in occasione di un suo genetliaco. Gli artisti invitati, dodici quante le sezioni espositive della Kunsthalle, appartengono ad una cerchia ristretta di autori, tutti amici del collezionista: i tedeschi Gerald Bascheck, Manfred Emmenegger-Kanzler, Friedrich Geiler, Joachim Kaiser, Jo Niemeyer; gli austriaci Hellmut Bruch, Gerhard Frömel, gli svizzeri Jakob Bill, Thomas Droll, Peter Somm; il francese Jean-Pierre Viot; la cilena Andrea Berthel; cfr. Messmer 2011.

87 Cfr. Wild 2015 Künstlerfreundschaft, p. 58.

88 Jean Arp e Alberto Magnelli fecero anche parte, insieme a Vassily Kandiski e Piet Mondrian, del collettivo Abstraction-Création, cfr. ibidem.

89 Elemento rimarcato dalla critica nelle opere di Magnelli di quegli anni, come nel quadro presentato alla XXV edizione della Biennale di Venezia: «Il colore determina la forma. La forma determina il colore», scrisse Léon Degand nel catalogo della Biennale (Alfieri: Venezia, 1950, p. 96). Sull’evoluzione creativa di Magnelli e in particolare sulla produzione non figurativa degli anni della maturità si vedano le acute annotazioni di Rindström 1963.

90 Si veda anche la scheda sull’artista, Sonia Delaunay, http://www.kunsthallemessmer.de/sonia-delaunay/.

91 Come la scuola elementare di Denzingen. Si veda l’invito all’incontro nel profilo della Kunsthalle: Denzingen –Messmer, https://www.facebook.com/pg/kunsthallemessmer/photos/?ref=page_internal. La Kunsthalle porta nella piccola cittadina di Riegel almeno 40.000 visitatori l’anno, ci dice orgogliosamente Jürgen Messmer.

92  La visita partecipata in occasione della mostra di Otmar Alt (3 Febbraio-27 Maggio 2018) ha avuto luogo il 31 Marzo 2018, cfr. Mostra di Otmar Alt Fb, https://www.facebook.com/kunsthallemessmer/photos/a.472439249452114/2114725015223521/?type=3&theater; Rueckblick Messmer, https://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/

93 Nel mese di Febbraio 2020 gli incarichi di collaboratore scientifico per la ricerca erano ricoperti da Maria Sanin (M.A.), da Nicole Lechler (M.A.) anche servizio stampa, da Lara Dörge (B.A.) anche per il marketing; a Petra Englen e Ute Zimmermann erano affidati i servizi d’informazione e ricezione. Cfr. Team Messmer Kunsthalle, https://www.kunsthallemessmer.de/team/. Alla dott.ssa M. Sanin va un particolare ringraziamento per avere facilitato i contatti di chi scrive con la messmer foundation.



BIBLIOGRAFIA


10 Jahre Messmer Foundation 2015
10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel,
(catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015.


André Evard 1876-1972 2003
André Evard 1876-1972,
Emmendingen, Galerie M, 2003 (2 vol.).


André Evard 1876-1972: de l'Art nouveau à l'abstraction 2005
André Evard 1876-1972: de l'Art nouveau à l'abstraction
(catalogo della mostra, La Chaux-de-Fonds, Musée des beaux-arts, 24 settembre - 13 novembre 2005) a cura di E. Charrière, La Chaux-de-Fonds, Musée des beaux-arts, 2005.


André Evard – Ausstellungen 2015
André Evard – Ausstellungen
, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, pp. 56-57.


Bernard 2017
Bernard Emmanuelle,
La donation Trettin donne du sens à la vie au centre d’art Frank-Popper, in “Le journal de Saone et Loire”, 6 giugno 2017, https://www.lejsl.com/edition-charolais-brionnais/2017/06/06/la-donation-trettin-donne-du-sens-a-la-vie-au-centre-d-art-frank-popper.


Bieri 2006
Bieri Thomson Helen,
Le style sapin: Une expérience Art nouveau à La Chaux-de-Fonds, Parigi, Somogy, 2006.


Carlos Cruz-Diez 2011
Carlos Cruz-Diez: Color in Space and Time
, (catalogo della mostra, Houston, 5 febbraio 2011 — 3 luglio 2011), a cura di H. Olea, M. C. Ramirez, Houston, Museum of Fine Arts. 2011.


Eckert 2015 Arbeiten
Eckert Miriam,
Evards frühe Arbeiten im Zeichen des Jugendstils, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, pp. 13-19.


Eckert 2015 Evard
Eckert Miriam,
André Evard in Paris, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, pp. 21-23.


Eckert 2015 Rosenserie
Eckert Miriam,
Die Rosenserie/1923-1924, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, pp. 24-29.


Fenkart-N’jie 2011
Fenkart-N’jie Claudia,
Messmer Foundation, in Ulrike Geist, Claudia Fenkart-N’jie, Private Art Collection BW/ Private Kunstsammlungen in Baden-Württemberg, Fenkart/Geist-Kommunikation Stuttgart, 2011, pp. 103-109 (ripubblicata come Interview mit Jürgen Messmer, in https://www.kunsthallemessmer.de/uber-das-museum/242-2/).


Fenkart-N’jie, Geist 2011
Fenkart-N’jie Claudia,
Geist Ulrike (a cura di), Private Art Collections BW - Kunstsammlungen in Baden – Württemberg im Portrait, Ulrike Geist, Claudia Fenkart-N’jie, Stoccarda 2011.


Götz 2009
Adriani Götz,
Unternehmer, Kunst, Sammler, Private Museen in Baden-Württemberg, Stuttgart, Kohlhammer, 2009.


Götz, Weibel 2009
Adriani Götz, Weibel Peter (a cura di),
Just what is it: 100 Jahre Kunst der Moderne aus privaten Sammlungen in Baden-Württemberg, 10 Jahre Museum für Neue Kunst, catalogo della mostra (Museum für Neue Kunst, Karlsruhe 5.12.2009 - 11.4.2010), Ostfildern, Hatje Cantz, 2009.


Haberer 2008
Haberer Michael
, Blick zu Kaiserstuhl, Schwarzwald und Vogesen, in “Badische Zeitung”, 26 aprile 2008, http://www.freiburgschwarzwald.de/riegel.htm#messmer%20foundation%20-%20Kunsthalle%20-%20ehemals%20Brauerei.


Haberer 2019 Brauereihalle
Haberer Michael,
Brauereihalle als Kunsttempel, in “Badische Zeitung”, 13 giugno 2019, p. 25, https://www.badische-zeitung.de/brauereihalle-als-kunsttempel--174227080.html.


Haberer 2019 Marmor
Haberer Michael,
Warum liegt vor der Kunsthalle Messmer ein riesiges Marmor-Ei?, in “Badische Zeitung”,16 giugno 2019, https://www.badische-zeitung.de/warum-liegt-vor-der-kunsthalle-messmer-ein-riesiges-marmor-ei--174305312.html.


Hervé, Krein 2019
Levy Hervé, Krein Sarah,
Un collectionneur né, in “Poly”, 221, giugno 2019, pp 72-73.


Hoppe Ritter 2009
Hoppe Ritter Marli,
Vorwort, in Hommage an das Quadrat. Werke aus der Sammlung Marli Hoppe-Ritter 1915 bis 2009 (catalogo della mostra, Museo Ritter, 18 ottobre 2009 –11 aprile 2010), a cura di Gerda Ridler, Barbara Willert, Heidelberg, Das Wunderhorn, 2009, pp. 14-17.


Lechleiter 2015
Lechleiter Antjie,
André Evard – 1876-1972, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, pp. 8-9.


Messmer 2011
Messmer Jürgen,
Vorwort, in Messmer & Friends – Einblicke in die Sammlung Messmer, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 29 ottobre 2011 – 26 febbraio 2012), a cura di J. Isserstedt, V. Faber, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2011, pp. 2-3.


Messmer 2015
Messmer Jürgen,
Vorwort, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, p. 3;


Pavelleck 2019
Pavelleck Stefan,
10 Jahre Kunsthalle Messmer: Große Schauen von Chagall bis Miró, in “CHILLI”, 4 giugno 2019, pp. 1-2, https://www.chilli-freiburg.de/stadtgeplauder/kultur/10-jahre-kunsthalle-messmer-grosse-schauen-von-chagall-bis-miro/.


Ridler 2011
Ridler Gerda,
Eine Leidenschaftliche Passion für die Kunst: öffentliche privatsammlungen in Baden – Württemberg, in C. Fenkart-N’jie, U. Geist (a cura di), Private Art Collections BW - Kunstsammlungen in Baden – Württemberg im Portrait, Ulrike Geist und Claudia Fenkart-N’jie, Stoccarda 2011, pp. 9-13.


Rindström 1963
Rindström Karl K.,
Alberto Magnelli, in “Metro”, S. 1, IV, n. 8, 1963, pp. 12-17.


Ritter, Steger 2013
Ritter Hannah, Steger Sebastian,
Interview mit Kunstsammler Jurgen A. Messmer, in “Badische Zeitung”, 29 Mggio 2013, https://www.badische-zeitung.de/wenn-mich-ein-bild-bewegt-ist-es-auch-nicht-mehr-weit-dass-ich-es-kaufe--72324254.html.


Rohner 2005
Rohner Silvia,
André Evard (1876-1972): de l’Art nouveau à l’abstraction, in S. Rohner (a cura di), André Evard 1876-1972: de l'Art nouveau à l'abstraction (catalogo di mostra, La Chaux-de-Fonds, 24 settembre - 13 novembre 2005) La Chaux-de-Fonds, Musée des beaux-arts, 2005, pp. 9-11.


Santagati 2019
Santagati Federica Maria Chiara,
Il Museo Ritter di Waldenbuch, Baden–Württemberg, in Mantua Humanistic Studies, vol VI, a cura di E. Scarpanti, Mantova, Universitas Studiorum, 2019, pp. 93-114.


Thesing 2015 Biographie
Dagmar Thesing,
André Evard - Biographie, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, p. 54.


Thesing 2015 Kinetische
EAD.,
Kinetische Kunst, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, pp. 86-88.


Thesing 2015 Op Art
EAD.,
Op Art, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, p. 72.


Thesing 2015 Weg
EAD.,
André Evard – Weg Bereiter der Schweizer Moderne, in 10 Jahre Messmer Foundation- Die Highlights der Sammlung- Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarely, (4 Okt. 2015 bis Febr. 2016), Riegel a.K., 2015, pp. 6-7.


Vom Jugendstil zur Moderne 2012
Vom Jugendstil zur Moderne: Le Corbusier (1887-1965) zum 125.
Geburtstag, André Evard (1876-1972) zum 40 Todestag (catalogo della mostra, Riegel, 3 marzo – 26 agosto 2012), a cura di J. Messmer, Riegell a. K., Kunsthalle Messmer, 2012.


Wild 2015 Geschichte
Wild Isabella,
Geschichte der Messmer Foundation, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, p.5.


Wild 2015 Kunst
EAD.,
Konkret-konstruktive Kunst, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, pp. 100-101.


Wild 2015 Künstlerfreundschaft
EAD.,
Arp, Magnelli und Delauney-Eine Künstlerfreundschaft, in 10 Jahre Messmer Foundation, Die Highlights der Sammlung: Braque, Evard, Fontana, Klee, Magnelli, Uecker, Vasarel, (catalogo della mostra, Riegel am Kaiserstuhl, 4 ottobre 2015- 7 febbraio 2016), a cura di D. Thesing, Riegel am Kaiserstuhl, messmer foundation, 2015, pp. 58-61.




SITOGRAFIA

Data di ultima consultazione di tutti i sitiweb: 7-5-2020.

Am meer, http://www.kunsthallemessmer.de/peter-somm/.

Archive, http://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/.

Archivio Dadamaino, https://archiviodadamaino.it/.

Bio-bibliografia di André Evard, http://www.kunsthallemessmer.de/wp-content/uploads/2012/08/Literaturauswahl1.

Carlos Cruz-Diez – Messmer, http://www.kunsthallemessmer.de/carlos-cruz-diez/.

Carlos Cruz-Diez bibliografia, https://www.cruzdiezartfoundation.org/.

Dadamaino, http://www.kunsthallemessmer.de/dadamaino/.

Denzingen –Messmer, https://www.facebook.com/pg/kunsthallemessmer/photos/?ref=page_internal.

Der Stifter, https://www.kunsthallemessmer.de/uber-das-museum/242-2/.

Fondazione Lucio Fontana, https://www.fondazioneluciofontana.it/index.php/icons/biografia.

Fondazione Phleps, https://www.stiftung-konkrete-kunst.de/phleps/werkauswahl/index.html.

Fonds André Evard, http://cdf-bibliotheques.ne.ch/bvcf/patrimoine/archives-fonds-speciaux/archives-personnelles/Pages/andre-evard.aspx.

Galerie Messmer, https://www.galerie-messmer.de/kunstberatung/.

Horst-Antes, http://www.kunsthallemessmer.de/horst-antes/.

La pyramide, https://www.artlog.net/de/exhibition/5-internationaler-andre-evard-preis.

Lechler Nicole, André Evards Rosenserie, https://www.youtube.com/watch?v=95_5Bt332i0.

Lucio Fontana, http://www.kunsthallemessmer.de/lucio-fontana-3/.

messmer foundation, Virtueller Rundgang durch die Austellung Le Corbusier und André Evard: von Jugendstil zur Moderne, 27 Agosto 2013, https://www.youtube.com/watch?v=bVfdMKhGyek.

Messmer Pen, https://www.messmer-pen.com/unternehmen.php?l=de&MAIN_RUB_ID=3.

Messmer Pressestimmen, https://www.kunsthallemessmer.de/category/pressestimmen.

Mostra di Otmar Alt Fb, https://www.facebook.com/kunsthallemessmer/photos/a.472439249452114/2114725015223521/?type=3&theater.

Nuage Bleu https://www.facebook.com/kunsthallemessmer/photos/a.472439249452114/2334022149960472/?type=3&theater

Ohne Titel – Schoen, http://www.kunsthallemessmer.de/klaus-j-schoen/.


Quittenbaum Kunstauktionen, https://www.quittenbaum.de/de/auktionen/moderne-kunst/127C/alle-lose/evard-andre-kirche-mit-landschaft-1913-86273/

Riley Bridget, http://www.kunsthallemessmer.de/bridget-riley/.

Rosenserie, https://www.facebook.com/kunsthallemessmer/photos/a.472439249452114/2972682826094398/?type=3&theater.

Rueckblick Messmer 2013, https://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/page/3/.

Rueckblick Messmer, http://www.kunsthallemessmer.de/category/rueckblick/.


Sagel Katharina, Selbstporträt vor Krokussen, https://www.youtube.com/watch?v=w9zBd80tVb4.

Sammlung Messmer, https://www.kunsthallemessmer.de/sammlung/.

Sammlung Trentin, http://www.kunsthallemessmer.de/sammlung/sammlung-trettin/.

Sammlungsbereiche Messmer, http://www.kunsthallemessmer.de/sammlung/weitere-sammlungsbereiche/.

Schneebeli Rolf, http://www.kunsthallemessmer.de/rolf-schneebeli/.

Skulpturengarten, https://www.kunsthallemessmer.de/ausstellung/skulpturengarten/.

Somm Peter - biografia, https://petersomm.ch/werkanalyse.shtml.

Somm Peter - testi critici, https://petersomm.ch/statements.shtml.

Somm Peter, https://petersomm.ch/arbeitsheft.shtml.

Sonia Delaunay, http://www.kunsthallemessmer.de/sonia-delaunay/.

SWR-Fernsehen, TV-Bericht SWR über die Ausstellung Le Corbusier und André Evard - Vom Jugendstil zur Moderne, https://www.youtube.com/watch?v=RQug7GJtilU.

Team Messmer Kunsthalle, https://www.kunsthallemessmer.de/team/.

TV France 3, Reportage de l'exposition Le Corbusier et André Evard dans la Kunsthalle Messmer: https://www.youtube.com/watch?v=FdbTrCf5H1s.

Vasarely Victor, http://www.kunsthallemessmer.de/victor-vasarely-2/.

Vergangenheit, Gegenwart, Zukunft mit Quadrat, https://www.kunsthallemessmer.de/anton-stankowski/.



PDF

Contributo valutato da due referees anonimi nel rispetto delle finalità scientifiche, informative, creative e culturali storico-artistiche della rivista

Risali

BTA copyright MECENATI Mail to www@bta.it