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Un modello di Museo accessibile alle persone sorde

Rosa Anna Rinaldi
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 18 Giugno 2019, n. 871
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Secondo la definizione dell’ICOM -International Council of Museum- UNESCO, «Il Museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e specificamente le espone per scopi di studio, istruzione e diletto».

Un Museo, pertanto, è tale se al suo interno è presente un visitatore e se è capace di rendere fruibile il suo contenuto a quest’ultimo.

Questo articolo racconta e raccoglie brevemente i dati emersi dal lavoro di tesi magistrale in Museologia sul tema dell’accessibilità museale alle persone sorde, svolto e concluso nel settembre 2017, e aggiunge un rapido aggiornamento sullo stato dell’arte in questo campo fino a marzo 2019.

Partendo da un’analisi terminologica della questione, quando utilizziamo la parola sordo, dobbiamo tenere presente che questa è molto ampia e generica e racchiude al suo interno realtà molto diverse. È importante infatti fare una distinzione tra i sordi in base al grado di sordità, ai fattori che l’hanno determinata, all’età in cui questa è stata diagnosticata ecc.1 In realtà queste categorie esistono più nella teoria che nella pratica, in quanto spesso i confini tra una categoria e l’altra sono molto sfumati e le eccezioni numerosissime. In Italia, circa l’1 per mille della popolazione nasce sorda, ovvero colpita da sordità congenita prelinguale. A questi, vanno aggiunti tutti coloro che perdono l’udito dopo la nascita.2

La legislazione vigente sul tema disabilità -e in particolare riguardo all’accessibilità della cultura da parte di queste persone- è assai corposa. Ci limiteremo qui a citare solo le leggi più importanti, quelle dalle quali non si può prescindere, il cui rispetto rappresenta la base per la costruzione di una società civile.

Prima fra tutte, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In particolare, l’art. 27.1 sottolinea come “Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.”

Assai significativa poi è quella del 5 febbraio 1992 n°104, detta anche legge 104, o “legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti alle persone handicappate”. Nello specifico, l’Art. 25 riguarda proprio l’accesso all’informazione e alla comunicazione.

Più recente è invece la risoluzione del Consiglio Europeo del 2003 relativa all’accessibilità alle infrastrutture e attività culturali per le persone con disabilità: essa invita gli Stati membri e la Commissione, nell’ambito delle rispettive competenze, ad esaminare i metodi atti ad integrare le persone con disabilità nei settori artistici e culturali e a sostenere la parità di opportunità nella produzione e promozione del loro lavoro, a continuare gli sforzi per eliminare gli ostacoli esistenti e studiare ulteriori metodi e mezzi appropriati atti a facilitare e migliorare l’accesso delle persone con disabilità alla cultura.

Degna di nota è anche la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, approvata il 13 dicembre 2006 e successivamente ratificata dall’Italia: scopo di questa è promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, nonché promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità.

Sempre del 2006, infine, è il Decreto Ministeriale n°239 del 20 aprile: questo, importantissimo, prevede l’entrata gratuita ai musei statali per tutta una serie di categorie di persone, tra le quali i cittadini europei portatori di handicap.

Ponendo la legislazione vigente come roccaforte per i diritti delle persone con disabilità, tale studio ha proseguito la sua indagine chiedendosi quanto queste leggi vengano applicate e rispettate in ambito museale, nonostante negli ultimi anni l’attenzione volta a migliorare e incrementare l’accessibilità sia sicuramente aumentata. Progettare l’accessibilità non vuol dire soffermarsi solo sugli aspetti tecnici e formali, ma porre al centro dell’attenzione l’uomo, con le sue necessità e le sue peculiarità.3 Parlando di persone sorde, dobbiamo tenere presente che questo è un pubblico molto variegato, pertanto, quelle che potrebbero sembrare soluzioni e strumenti di accessibilità per alcuni, per altri risultano totalmente inefficienti.

Prendiamo come primo esempio quello delle didascalie, strumento tanto utilizzato come ponte tra il contenuto dell’opera e l’utenza, quest’ultima spesso grossolanamente raggruppata senza distinzione di età, ceto sociale o peculiarità. Laddove per i teorici questo strumento serve a esplicitare l’opera e a semplificarne la fruizione, riscontriamo invece nella pratica una frequente difficoltà nel decifrarne la forma e i contenuti, per di più se il lettore è sordo e, per sua natura, spesso inciampa nella comprensione del lessico e delle terminologie specifiche.

Pierre Bordieau affronta questo complesso problema della mancanza di materiale informativo adeguato e sottolinea come un’opera d’arte abbia significato e interesse solo per qualcuno che sia in possesso delle competenze culturali adeguate, o meglio del codice in cui l’opera è espressa; viceversa coloro che non possiedono tale codice si sentono perduti.4 Perché un sordo non si senta smarrito dinnanzi ad una didascalia, questa dovrebbe essere formulata in un italiano semplice e chiaro, con frasi brevi e pochi periodo subordinati (che, solitamente, lo mettono in difficoltà nel tenere il filo del discorso). La didascalia, ad ogni modo, non è l’unico strumento di cui un museo si serve per rendersi comprensibile e aperto nei confronti dell’utenza. Per quanto riguarda quella sorda, ad esempio, numerosi sono gli strumenti tecnologici volti a questo scopo. La mancanza di un ordine scientifico su cosa però già esista e su cosa ancora manchi mi hanno spinta a continuare l’indagine proprio in questa direzione: ho tentato di riordinare i servizi esistenti di accessibilità museale sul territorio nazionale in una semplice lista, in modo da mappare quello che già c’è, e da qui partire per colmare i vuoti.5

Stilando questo elenco, è emerso che i servizi di accessibilità museale per i sordi sono in qualche modo raggruppabili per tipologia: si va dalla semplice visita guidata in Lingua dei Segni con la presenza di un interprete, a brevi video in LIS trasmessi da monitor o totem solitamente posizionati all’entrata del museo (a scopo introduttivo) e disseminati lungo le sale per una spiegazione più approfondita. Un esempio emblematico relativo a questo strumento è rappresentato dal progetto Museo Facile messo a punto dall’Università degli studi di Cassino. Si tratta di un progetto didattico-sperimentale di comunicazione ed accessibilità culturale, nato nel 2012 ed elaborato nell'ambito della convenzione tra l'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Luogo di sperimentazione del progetto è stato il museo Hendrik Christian Andersen di Roma: grazie ad un sistema di comunicazione integrata, il percorso realizzato ha favorito l'accesso culturale di quanti presentano difficoltà specifiche - a vari livelli - nel partecipare attivamente alla conoscenza del patrimonio culturale nazionale.6 Senza entrare troppo nei dettagli ci limiteremo qui a dire che per accedere ai video esplicativi è necessario scaricare una delle numerose applicazioni gratuite disponibili online (e tramite le quali, inquadrando il QR Code, è possibile collegarsi, attraverso la pagina web, direttamente ai contenuti). Tra questi è interessante sottolineare anche la presenza di un piccolo glossario video, che traduce in lingua dei segni i termini più specifici dell’arte.7

Ancora, rari ma assai funzionali, sono i tablet di cui alcuni musei dispongono con video descrizioni in LIS/ASL che permettono all’utente di visitare il museo in totale autonomia senza vincoli di tempo e spazio. Un esempio ben riuscito è quello di Palazzo Massimo alle Colonne di Roma. Palazzo Massimo in Lingua dei Segni è uno strumento promosso dal Servizio Educativo della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre e l’Istituto Statale per Sordi di Roma. Scaricabile sia su smartphone che su tablet, è costituito da una doppia versione, in LIS e in ASL. Oltre alla video spiegazione di parte delle opere, sono presenti anche foto e testi esplicativi in italiano e in inglese. Peculiarità di questa applicazione è, inoltre, la presenza di un glossario in lingua dei segni per spiegare il significato di alcuni lemmi tecnici e scientifici che non fanno parte del vocabolario LIS.8

Infine, anche se pratica ancora poco diffusa, alcuni musei offrono una guida sorda che accompagna i visitatori lungo il percorso espositivo aggirando così sia il problema dei costi dell’interprete LIS, sia l’impersonalità di uno schermo o di un tablet a cui non potere fare domande. Ricordiamo a proposito di questo servizio, il caso eccellente del Castello di Rivoli, primo museo di arte contemporanea ad affidare la conduzione di attività, guide, laboratori e simili, a persone sorde.9

Dopo avere messo ordine all’interno della vasta gamma di servizi di cui il territorio nazionale dispone per l’accessibilità museale della comunità sorda, la ricerca si è spostata proprio su quest’ultima, indagando e valutando al suo interno il grado di soddisfazione in merito. Si è proceduto quindi con la realizzazione di un questionario di gratificazione personale, somministrato ad un campione di cento persone sull’intero territorio nazionale, di età compresa tra i diciassette e i sessantanove anni. Esso si compone di venticinque domande a risposta multipla: le prime otto riguardano i dati personali -età, istruzione, tipo di sordità, etc.- mentre, delle restanti, una parte riguarda i gusti dei visitatori sordi -quindi ad esempio quale museo tendenzialmente visitano, con chi e quante volte in un anno, etc.- e un’altra mira invece a quantificare la qualità dei servizi offerti -accessibilità alla comprensione delle opere esposte, efficienza del front office, segnaletica, luminosità, sicurezza, qualità dell’orientamento nello spazio e, infine, soddisfazione provata al termine di una visita. Delle venticinque domande, due (la 17 e la 18) rappresentano il nocciolo della questione e la sintesi di questa ricerca. Esse chiedono rispettivamente:

17. Per visitare e comprendere il contenuto del museo ti aiuti principalmente con;

18. Quando visiti un museo, quali servizi ti piacerebbe trovare al suo interno?

Dalle risposte (il campione poteva esprimere due preferenze a domanda) emerge per la prima delle due che il 39% degli intervistati “legge i pannelli espositivi nelle sale”, seguiti da un 35% che invece “sceglie di chiamare un interprete LIS che lo accompagni al museo”, e un 14% infine che “cerca informazioni per conto proprio sui contenuti della mostra prima di recarsi al museo”. Trascurabili risultano invece coloro che al 6% “richiedono una guida del museo che non parla la LIS” o “non scelgono nessuna delle opzioni precedenti” (5%).

Se da questa domanda è vero che le didascalie appaiono come il mezzo più utilizzato dalle persone sorde, non bisogna dedurre automaticamente che esso sia al contempo il mezzo preferito da questi. A confermarlo sono i dati emersi dalle risposte date per la domanda successiva: il 29% ha espresso che “vorrebbe trovare un interprete LIS offerto dal museo che traduca in LIS le parole della guida del museo”, mentre seguono subito dopo con un 23% e un 22% coloro che rispettivamente “vorrebbero un i-Pad contenente video esplicativi delle opere in lingua dei segni” e “una guida del museo sorda segnante”. Solo il 10%, contrariamente alle aspettative, “vorrebbe didascalie facili da leggere”, parimenti a quelli che “vorrebbero uno sportello informazioni con un operatore che conosca la LIS”.

Con le risposte raccolte dal questionario, abbiamo avuto modo di comprendere innanzitutto quanto variegata e complessa sia la comunità sorda e, in secondo luogo, quanto altrettanto varie possano essere le soluzioni adottabili per una buona accessibilità dell’arte. Reputo personalmente che un museo aperto alla disabilità, alle culture, alle varietà in generale, dovrebbe fornirsi di mezzi discreti e realmente funzionali (e per discreti, intendo strumenti che non vadano a settorializzare la diversità, come percorsi costruiti ad personam quali eventi “per sordi”, “per ciechi” e così via). Questo, a mio avviso, non costituirebbe un terreno fertile per l’integrazione, quanto piuttosto un contesto fratturato, fatto a scomparti non comunicanti tra loro. È importante quindi pensare ad uno strumento che possa bene adeguarsi a tutti, che rispetti e soddisfi le necessità di chi ne usufruisce, senza saltare agli occhi come “la soluzione per chi ha un problema”, quanto piuttosto rappresentare una strada in più per l’apprendimento. Il tablet con video in lingua dei segni rappresenta, a mio avviso e in quest’ottica, un’ottima soluzione. Partendo dal presupposto che avere una guida che conosca la LIS all’interno dell’organico del museo rappresenti sicuramente un eccellente esempio di buone pratiche museali, credo che disporre di nuovi mezzi tecnologici declinabili in base alle tipologie di visitatori possa rappresentare la strada giusta da seguire verso la meta dell’accessibilità. Si pensi ad un dispositivo multimediale contenente video esplicativi delle opere esposte: questi video potrebbero essere in Lingua dei Segni, per i sordi, ma avere allo stesso tempo dei sottotitoli, per gli udenti o gli stranieri, e un audio multilingue per coloro che lo preferiscono. Inoltre, questo strumento potrebbe contenere delle schede di approfondimento (alle quali si accede sempre tramite tablet), un glossario, e così via. Un solo strumento per tanti pubblici diversi, una stessa chiave per porte diverse. Una base comune da cui partire per eliminare le differenze tra le utenze e allo stesso tempo valorizzarle. Ribadisco che questa soluzione non dovrebbe escludere la possibilità di condurre la visita all’interno del museo, individuale o in gruppo, con una guida che conosca la LIS. Rappresenta solo una possibilità, un modello di museo accessibile, anche alle persone sorde, che limiterebbe i numerosi inciampi ancora compiuti quando si parla di accessibilità museale.

A due anni dalla stesura di questo lavoro di ricerca, vorrei con piacere riportare brevemente l’idea, affine a quanto finora detto, realizzata all’interno di un progetto ideato dalla sede centrale dell’Ente Nazionale Sordi. M.A.P.S. -questo il suo acronimo- «ha nel suo nome lo scopo per cui è nato; rendere i Musei nel territorio italiano realmente Accessibili per le Persone Sorde».10 Esso si compone di varie fasi che mirano a raggiungere questo obiettivo attraverso la messa in opera di alcuni passaggi, tra i quali mettere ordine nel mare magnum dell’accessibilità museale per i sordi e creare, tramite la formazione, nuove figure esperte in questo ambito di servizi.

Il sito internet (www.progettomaps.it) è incentrato su tre sezioni: Portale, Formazione e Network. Esso contiene informazioni riguardo al progetto, al gruppo di lavoro, alla rassegna stampa, ecc., assieme alle testimonianze dirette dei progressi che in diciotto mesi di lavoro, fino al dicembre 2018, hanno portato alla realizzazione della mappatura dei musei italiani accessibili alle persone sorde. Questa è consultabile su un altro sito internet (https://www.accessibitaly.it) nel quale, in modo molto semplice e intuitivo, l’utenza sorda è orientata sui servizi museali nazionale accessibili loro. Tradotto in due lingue, italiano e inglese, con le rispettive lingue dei segni, presenta una search box tramite la quale la ricerca può avvenire per museo o per città. Così facendo l’utente sordo si ritrova davanti ad un breve testo descrittivo del museo e del servizio per sordi che questo offre (ovviamente il tutto è affiancato da un video in LIS/IS per coloro che lo preferiscono). Vengono poi date indicazioni pratiche sul museo -dal sito internet ai vari contatti- con annessa mappa della città e la posizione del museo in questione. Un sito prezioso, pratico e funzionale.

Per quanto lenta e faticosa sia oggi la ricerca e l’innovazione in questo ambito, c’è da augurarsi infine che in nome di queste possano nascere nuove e più prolifiche sinergie tra gli attori di queste storie, al fine di rendere ancor più salde le mete già conquistate e più numerosi i mezzi per conquistarne altre ancora.




NOTE

1 MARZIALE 2009, p. 23-30.

2 Ibid.

3 Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale, G.U. n.114, 16 maggio 2008.

4 DESANTIS 2003, p. 42-55

5 Cfr. Appendice

6 Il progetto Museo Facile, http://www.museofacile.unicas.it/visita-museo-facile/, consultato il 18.3.2019

7Ibid.

8 MILICCHIO 2015, pp. 97-102.

9 Redazione, Vita, La voce delle mani: al Castello di Rivoli si parla la LIS, http://www.vita.it/it/article/2015/09/29/la-voce-delle-mani-al-castello-di-rivoli-parla-la-lis/136716/, consultato il 18.3.2019

10 Progetto M.A.P.S., http://www.progettomaps.it, consultato il 18.3.2019




BIBLIOGRAFIA

DESANTIS 2003
Paola Desantis,
Il museo comunica al pubblico: dall’allestimento alle attività educative, in Margherita Sani e Alba Trombini (a cura di), “La qualità nella pratica educativa al museo”, Editrice Compositori, Bologna, 2003, pp.42-55.
Linee guida
per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale, G.U. n.114, 16 maggio 2008.

MARZIALE 2009
Benedetta Marziale,
Deficit, handicap e disabilità. La sordità in diverse prospettive, in “La sordità, prima informazione e consulenza. Una guida ai servizi”, a cura di B. Marziale, P. Missoni e M.C. Caselli, Kappa, Roma, 2009, pp.23-30.

MILICCHIO 2015
Franco Milicchio,
Disabilità e turismo: un caso di creatività digitale in Italia, in “Turismo creativo ed identità culturale”, Marinella Rocco Longo e Maddalena Pennacchia (a cura di), Roma TrE-Press, 2015, pp.97-102.



Sitografia

- Il progetto Museo Facile, http://www.museofacile.unicas.it/visita-museo-facile/, consultato il 18.3.2019

- Progetto M.A.P.S., http://www.progettomaps.it, consultato il 18.3.2019

- Redazione, Vita, La voce delle mani: al Castello di Rivoli si parla la LIS, http://www.vita.it/it/article/2015/09/29/la-voce-delle-mani-al-castello-di-rivoli-parla-la-lis/136716/, consultato il 18.3.2019




APPENDICE

Elenco dei musei italiani con servizio di video guida in LIS per le persone sorde divise per regione e città.
VALLE D’AOSTA
GIGNOD
- MAIN - Maison de l'Artisanat International

PIEMONTE
TORINO
- Reggia Venaria Reale
- Castello di Rivoli
- Museo Egizio
- Palazzo Madama
- Museo Nazionale del cinema

LOMBARDIA
MILANO
- Museo Bagatti Valsecchi
VARSESE
- Villa Panza

TRENTINO ALTO ADIGE
TRENTO
- Muse
- Città di Bolzano

VENETO
VENEZIA
- Museo Archeologico Nazionale
- Palazzo Grassi

FRIULI VEEZIA GIULIA
UDINE
- Musei Civici

LIGURIA
GENOVA
- Castello d’Albertis
- Museo del Mare

EMILIA ROMAGNA ///

TOSCANA
FIRENZE
- Basilica di San Lorenzo
- Museo dei ferri taglienti di Scarperia
PISA
- Piazza Duomo
SIENA
- Fondazione Musei Senesi

UMBRIA
- Guide dell’Umbria
TREVI
- Museo di Trevi

MARCHE
URBINO
- Palazzo Ducale
PESARO
- Musei Civici di Palazzo Mosca e Casa Rossini
FALCONARA MARITTIMA
- Museo della Resistenza "Goffredo Baldelli"

SARDEGNA
CAGLIARI
- Museo Archeologico Nazionale

LAZIO
ROMA
- Musei Vaticani
- Mercati di Traiano
- Musei Capitolini
- GNAM
- Museo della civiltà romana
- Palazzo Massimo
- Museo Hendrik Christian Andersen
- Museo Nazionale Preistorico Etnografico "L. Pigorini

ABRUZZO ///

CAMPANIA

PAESTUM
- Videoguida sul Mito e Paestum (You Tube)

CASERTA
- Reggia di Caserta

NAPOLI
- Palazzo Reale

MOLISE ///

PUGLIA
- Videoguida sul Salento (You Tube)

BASILICATA

MATERA
- Parco della Murgia Materana
MONTESCAGLIOSO
- Abbazia di Montescaglioso

CALABRIA
REGGIO CALABRIA
- Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria MArRC

SICILIA
PALERMO
- GAM – Galleria d’Arte Moderna


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