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Luigi Russo Papotto. Bitumi - Ossimori  
Giuseppe Carrubba
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 28 Settembre 2009, n. 537
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Area Artisti

Bitume. Nero. Opere al nero. Gli dei sono crollati e la preghiera serve a non dimenticare. E’ necessario comprendere il rapporto con le ombre quando questo si fa linguaggio. La montagna sacra è coperta di polvere mentre il mio cuore è pieno di cose da raccontare. Ma non ricordo nulla.

La narrazione segue la visione, solo tracce attorno a me, materiale della terra, oggetti e fossili mostrano nella forma costituzione e memoria, natura e cultura: alchimia dell’arte affinché il metallo volgare torni a vantaggio di un nuovo sapere. Figure protettrici e guaritrici vivono nella capacità di dare origine al silenzio. Il Tempio è in rovina e la sabbia e il deserto hanno generato forme suggestive, enigmatiche e misteriche.

L’arte è meraviglia e spavento, per attraversare la sua via sono stato male. In principio era il segno a raccontare l’esistenza e a rappresentare il tempo, così l’artista ha dato significanza alla realtà attraverso azioni e oggetti, stabilendo significati collettivi e personali che hanno posto le basi per il linguaggio simbolico. E’ stato catturato il tempo perché ciò che viene definito è già passato, ma attraverso il linguaggio, il segno, l’opera, può essere salvato dalla quiete dell’oblio. Le crisi e i drammi dell’umanità con il passare del tempo possono perdere la loro attualità, la loro forza e il loro vigore, così la loro presenza si trasforma in assenza.

Luigi Russo Papotto compie un’azione spaziale di segno e materia, fa partecipe l’ambiente con forme che sono tracce e frammenti simbolici di narrazioni del dramma e della sofferenza, testimoniando gli eventi e la storia. In questo modo la memoria e il simbolico amplificano l’azione che viene moltiplicata su diversi livelli e si trasforma in paradigma antropologico e lavoro sul lutto.

Il nero del bitume è segno e non colore, aderisce ad una figurazione che afferma la propria identità attraverso la manipolazione degli oggetti e dei materiali che si trasfigurano in soggetti formali, mentre la genesi dell’opera segue percorsi mentali all’interno di una dinamica in cui eros e biomorfismo si coniugano ad elementi magici e totemici.

Il soggetto e la sua messa in scena sono elementi dipendenti all’interno di un rapporto di reciprocità capace di generare un’immagine evocatrice in cui l’idea si afferma come presenza sensibile; l’utilizzo di un albero ci dà l’idea e il ricordo della sua immagine e ci suggerisce mediante la manipolazione e la sovrapposizione altre potenzialità ed interiorità.

L’arte è strumento di conoscenza e luogo di culto, produce immagini che sono simulacri, progetti, simulazioni parallele alla realtà. All’origine, prima del pensiero filosofico e della scrittura, c’era l’importanza del mito e dell’immaginazione; le immagini e le sculture erano i simulacri, rappresentavano  l’assenza di quello che evocavano.

L’idolo arcaico era un simulacro inteso come ombra dell’aldilà.

Le opere d'arte contemporanea, ma anche quelle meno recenti provenienti dalla vecchia e nuova avanguardia, hanno modificato la nostra percezione mentale con la relazione tra arte, ambiente e mass media; queste opere ci hanno invitato a pensare l'impensato, offrendoci altre possibilità insieme ad altri livelli sociali di partecipazione attraverso l'interazione.

Papotto è uno scultore, manipola la materia, ed ha fatto dell’interazione una poetica, presentando opere dalla lettura ambivalente che presuppongono una scoperta e una variabile in rapporto alla partecipazione del fruitore.

Il teatro dell’arte e la messa in scena recuperano un concetto di comunicazione estetica basato sull’esperienza polisensoriale dell’opera che di volta in volta ci invita ad attraversarla, oppure a toccarla o a smontarla per poi ricomporla, in sintonia con l’esperienza sinestetica e la pluralità dei punti di vista e del nuovo sistema di riferimento multiculturale e globale.

L’artista è anche un abile disegnatore, progetta e ricerca la forma. Nel suo lavoro sono evidenti le caratteristiche ossimoriche della sua creazione in quanto unisce due saperi contraddittori, il sapere antico e magico legato alla cultura dei fantasmi e della fantasia alla cultura della mimesi: l’arte  come libera creatività con valori autonomi in relazione all’arte della realtà e della verità espressa nel rapporto tra il mondo sensibile e le idee.

La poetica dell’ossimoro è una forma retorica sintomatica del pensiero contemporaneo, metafora delle contraddizioni e dell’inconciliabile, così come l’utilizzo del bitume come materiale espressivo, un materiale organico che caratterizza il tessuto urbano in cui viviamo e ne ridisegna il paesaggio, i confini ed i limiti.

La presenza di questo materiale nel panorama artistico contemporaneo ha determinato un’ossessione materica che ha permesso ad alcuni artisti come Burri, Tàpies, Fautrier, Dubuffet, Klein e Kiefer di utilizzare la sostanza e la combustione con significati simbolici e spirituali in rapporto al procedimento alchemico.

L’utilizzo del bitume nell’opera di Papotto genera energia ottica alle superfici, massa visibile con intagli e crateri, frutto di espressione anarchica dello stesso materiale che si lascia modellare ma nello stesso tempo si oppone mantenendo una sua variabile di autonomia in relazione alla regola del caso. La materia è grave e lenta, attraverso il fuoco conosce la luce e l’ombra e si evolve oltre i limiti dell’immagine. La sua formalizzazione viene contenuta da forme geometriche come il quadrato, figura stabile e simbolo della terra che assume un significato sacrale come l’uso del nero e del rosso. Come nelle viscere della terra o come nel cosmo viene esaltato un moto evolutivo della cheratina bituminosa che svolge un’azione catartica. Traslando la materia e imprigionando la forma l’artista mette in atto scene di pulsioni sublimate.

Gli elementi e i materiali implicano una stratificazione di significati prodotti dall’abbondanza, ciò che può essere generato è anche generante. Mediante la trasposizione di significato si determinano ossimori che mettono in evidenza negazioni e contraddizioni. Archeologia del presente: naufraga l’approccio al significato univoco e all’unità; si assiste ad una scrittura “mistica” di tipo Barocco che delinea la molteplicità e le contraddizioni del sé.

Nel paradosso si arriva al massimo grado di significato evocato e mai svelato.

La mancanza di un centro e di un’unità è la caratteristica del tempo presente che rende necessario un dibattito antropologico sull’essere umano.

E’ necessaria una poetica della tolleranza e dalla compassione contro l’irrazionalità degli assolutismi a favore di un’estetica della permeabilità che rappresenti l’apertura verso altre realtà di significato.

Nel panorama contemporaneo la scultura di Papotto si afferma come una dimensione possibile, un equilibrio precario, sospeso all’interno delle sue contraddizioni, espressione di disagio ma anche testimonianza di necessità e di libertà, portando avanti un pensiero religioso fuori dalla religione e una proposta culturale fuori dalle regole della cultura istituzionale.

Il lavoro di questo artista contiene in maniera implicita una denuncia e un messaggio di solidarietà nei confronti della condizione attuale di degrado sociale: attraverso un rigore estetico ed un impegno morale egli evoca le ferite e il disagio della storia contemporanea. E’ un lavoro etico carico di tensione metafisica che si afferma contro la cultura del vuoto, della passività, dove tutto è falso e provvisorio. Un lavoro contro la chiusura del pensiero democratico e della libera crescita civile.

L’artista sostiene la propria voce e il proprio sentire contro il ricatto, la violenza, la discriminazione sessuale, sociale e religiosa, definendo una condizione in cui tempo e spazio si dissolvono e si fanno oggetto materiale. La lenta sedimentazione dei materiali assemblati, bruciati, recuperati, mutilati, si può osservare come un’estetica delle rovine del tempo ed evoca un possibile dialogo, una frattura e la morte mediante contrasti dialettici e formali articolati tra rivelazione e nascondimento.

Secondo Papotto la memoria, con i fatti di cronaca e la Storia, lascia il suo segno con un gioco ripetitivo di fatti e azioni che seguono un’articolazione e una temporaneità discontinua, un accumulo narrativo che evoca il passato ed il presente che l’artista recupera con la pratica del residuo e della decantazione.

Il materiale percepibile si mostra e si dischiude, con la logica del divieto si realizza un registro simbolico raddoppiato dove le implicazioni stratificate si mostrano nello spazio dialettico della negazione e della trasgressione di una visione opulenta. L'operatività dell'artista viene legittimata da un'interiorità morale ed artistica che riconosce le proprie origini e gli sviluppi nella frequentazione e conoscenza degli artisti e della Storia dell'Arte, anche se vengono prese le distanze da ogni colonialismo artistico e di mercato, per restituire all'arte una poetica legata allo spirito e una coscienza storica legata al presente.

Queste opere esistono in senso fisico e concettuale, sono sostanze di energia e di desiderio. Energia per situazioni estetiche che non riguardano solo la scultura in senso lato ma lo spazio e possono descrivere superfici a rilievo all’interno di strutture possenti oppure esprimersi nella più completa tridimensionalità, per occupare l’ambiente circostante.

Nelle strutture a tutto tondo c’è la volontà di chiudere, ingabbiare e trattenere attraverso il lavoro dei ferri, metafore archetipe che mescolano natura e artificio mentre i lavori di superficie contengono la forza poetica dello scarto sociale e linguistico, frammenti del presente e residui formali.

Il progetto di lavoro basato sull’utilizzo del bitume è nato e si è sviluppato sulla possibilità di creare uno spazio dove far coesistere la pittura, la scultura e l’architettura per formalizzare il concetto di spazio e di tempo in rapporto alla memoria.

I pigmenti e il bitume si depositano come una seconda pelle nelle trame dell’opera; attraverso il calore si sciolgono e purificano tutto ciò che si accumula, si stratifica e struttura. Lo spazio comprime e trattiene silenziosamente, non ci sono parole ma gesti, di un mondo tragico, che racchiudono la speranza.

Queste sculture sono segni e tracce sostanziate da sentimenti profondi, vibrazioni dell’anima sedimentate nella coscienza presente, ma che contengono i germi di moti spirituali provenienti da luoghi sotterranei.

La necessità di “segnare” oltre il microcosmo dell’opera determina l’apertura oltre i propri limiti per invadere lo spazio circostante. Lo spazio del margine, chiuso e femminile, si apre come un grembo materno al mondo e a ciò che lo circonda per dar vita ad un’architettura spirituale dove far convivere forze religiose, laiche e civili.

Uno spazio assoluto carico di sentimenti dove i codici di accesso sono rappresentati dal negativo e dal positivo, dal maschile e dal femminile, dalla materia e dal vuoto, lo spazio di Dio e lo spazio dell’uomo.

Questo lavoro basato sul rapporto con lo spazio implica anche una sospensione e una demarcazione, l’idea di un movimento esteriore ed interiore, la ricerca dei confini culturali.

Papotto è un artista complesso e profondo; la sua opera non concede nulla alla semplificazione o alla riduzione bensì alla sedimentazione. La procedura della complessità viene depurata dal tempo come elemento esistenziale con le sue connessioni e correlazioni, un percorso che presuppone anche la riflessione e la messa in discussione del contenuto secondo l’approccio critico della cultura occidentale. All’interno di questa dichiarazione di poetica convivono la natura estetica, l’esistenza del mondo e la condizione umana.

In questi ultimi lavori viene proposto con il bitume il concetto del nero come paesaggio e come materia. Il nero non è un colore, è il simbolo della materia prima che sia ricomposta; dichiara un'assenza e un'attesa, esprime la profondità di un luogo primario. Il nero è il colore di Caravaggio e di Goya e si collega alla storia del Mediterraneo, una storia attraversata da rovine, dal fuoco e da tempeste di lava. L'artista ha eseguito le opere con diversi passaggi di bitume utilizzato secondo densità diverse e mescolato a materiali differenti: legno, rame, ferro, pietre e sabbia dell'Etna.

Le forme modellate e stratificate sono corpi che si sono trasformati in entità solidificate, sono capaci di contenere valenze di squisita sensorialità e spesso assumono una condizione aperta, perché contengono la possibilità di mutamento nel loro interno con richiami estetici e sessuali.

I lavori con il bitume rappresentano uno spazio mentale in cui custodiamo resti dolorosi e frammenti di esistenza: sono depositari di memorie.

Sono voci mute e urla soffocate in una zona buia e silenziosa. Sono gli scarti in cui si manifesta e trasfigura il visibile. Sono enfatici nella frattura e teatro di estasi e drammaticità in cui lo spirituale e il concettuale partecipano alla costruzione di un senso mediante il mutamento. Sono cortocircuiti estetici e comunicativi attraverso i quali l’artista mantiene una condizione stabile di allarme in rapporto alla nostra condizione sociale.

Sono un confine e una resistenza.

 

 

NOTE

 

Il testo critico Luigi Russo Papotto. Bitumi – Ossimori è tratto dal catalogo in corso di pubblicazione presso Settegiorni Editore, Pistoia, 2009

 

 

 

BIOGRAFIA

 

Luigi Russo Papotto nasce a Linguaglossa, in provincia di Catania, nel 1955.

Il suo cammino artistico inizia negli anni Sessanta quando pratica il corso di scultura all’Istituto Statale d’Arte di Catania e contemporaneamente lo studio di Domenico Tudisco.

Negli anni Settanta frequenta l’Accademia delle belle Arti di Brera, la scuola di scultura di Minguzzi, e l’Accademia delle belle Arti di Catania, la scuola di scultura di Eugenio Russo e Rosario Frazzetto; successivamente si trasferisce a Pistoia e lavora presso la prestigiosa Fonderia d’Arte “Michelucci”, dove incontra molti artisti con i quali in seguito collaborerà.

Negli anni Ottanta partecipa a progetti di scultura scenografica insieme, tra i tanti, all’artista Arnaldo Pomodoro.

Espone in Italia, Francia, Spagna e negli Stati Uniti e le sue opere entrano a far parte di varie collezioni private.

L’artista ha portato avanti ricerche che lo hanno condotto alla creazione di sculture interattive e poi a confrontarsi e ad occuparsi di temi della Storia nel “Monumento per la Pace” di Massa e Cozzile, 2004, e temi socio-culturali nell’opera il “Pozzo d’Abramo”, Quarrata 2004.

“Date cardinali”, un’istallazione del 2006, è una memoroteca, un progetto che investe il concetto di un’arte intesa come testimonianza dolorosa di eventi traumatici della nostra storia recente.

Nel 2007/2008 l’artista realizza “Pinocchio si arrende” e “L’ombra dell’albero”.

La prima è un omaggio ad uno dei temi prediletti da Venturino Venturi, conosciuto personalmente da Papotto alle Officine Michelucci di Pistoia, mentre l’altra, icona di un albero non utile alla nidificazione, rappresenta attraverso la scultura il problema dell’inquinamento atmosferico.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

AA.VV
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Luigi Russo Papotto, in “Confidenze dell’arte”, Studi d’artista e generazioni a confronto a Pistoia, Centro di documentazione Arte Moderna e Contemporanea Pistoiese, TRA ART, Pistoia, 2007

 

Marco Bazzini
Proiezioni d’arte, Palazzo Fabroni Arti visive contemporanee, Pistoia, 1997
Lungo i binari… apparizioni, Montecatini Terme, Pistoia, Maschietto & Musolino, 1998

 

Santo Calì
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Pistoia: proiezioni e continuità, Palazzo Fabroni Arti visive contemporanee, Pistoia, 1997

 

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Papotto, disegni e sculture, Multimedia arte contemporanea, Pistoia, 1992
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Jolanda Petrobelli
Ti parlo d’arte, vuoi?, Pisa, 1996

 

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Giovanni Torre
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LINKS

 

Luigi Russo Papotto
http://www.papotto.it/

 

Luigi Russo Papotto - Comunicato Stampa "Bitumi - Ossimori"
<http://www.saimicadove.it/tempolibero/evento.asp?Id=24020> 2009

 

Settegiorni Editore
<http://www.settegiornieditore.com/>

 

Marcia mondiale per la pace e la non violenza
<http://www.marciamondialetoscana.org/index.php/Partecipanti-ed-adesioni-alla-marcia-mondiale/Adesione-di-Luigi-Russo-Papotto.html> 2009

 

Carlo Chiavacci, Ritratto di Luigi Russo Papotto, in “Fotocommunity”
<http://www.fotocommunity.it/pc/pc/display/12757828> 2008

 

Carlo Chiavacci, Ritratti, in “Exibart.com”
< http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=51812> 2008

 

Tempo per lo Spazio, in “Undo.net”
<http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1221059214&day=1221343200 >2008

 

L’ombra dell’albero, in “Exibart Blog” – Giuseppe Carrubba
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Note a piè di pagina – Omaggio a Niccolò Puccini, in “Exibart.com”
<http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=49016> 2007

 

Confidenze dell’arte, in “Teknemedia.net”
<http://www.teknemedia.net/pagine-gialle/artisti/luigi_russo_papotto/dettaglio-mostra/25654.html> 2007

 

Giacomo Bazzani incontra Luigi Russo Papotto, “Confidenze dell’arte”, Pistoia
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Lorenzo Maffucci, Confidenze nell’arte, in “La Nazione”, Pistoia
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Liù, mon amour, viaggio nell’arte contemporanea, omaggio a Giacomo Puccini
in “Undo.net”

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Liù, mon amour – L’inizio del viaggio, in  “Liumonamour.net”
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Liù, mon amour. In viaggio con Giacomo Puccini, in “Tellusfolio.it”
<http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=&cmd=v&lev=93&id=2954> 2007

 

Liù, mon amour, in “Liumonamour.net”
<http://www.liumonamour.net/finale_ligure.html> 2007

 

Date Cardinali, in “Teknemedia.net”
<http://www.teknemedia.net/pagine-gialle/artisti/luigi_russo_papotto/dettaglio-mostra/17892.html> 2006

 

Date Cardinali: l’installazione di Luigi Russo Papotto, Settegiorni Editore
<http://settegiorni.splinder.com/post/9503826/Date+cardinali%3A+l%27installazion> 2006

 

Percorrenze 06, in “Undo.net”
<http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1158927573&day=1158962400> 2006

 

Pinocchio si arrende – Luigi Russo Papotto rende omaggio a Venturino Venturi
<http://www.arezzonotizie.it/index.php?option=com_content&task=view&id=38652&Itemid=2> 2006

 

Pinocchio si arrende, Museo Venturino Venturi di Loro Ciuffenna
in “Radio Papesse.org”

<http://www.radiopapesse.org/w2d3/v3/view/radiopapesse/notizie--1027/index.html?area=3> 2006

 

Culture & pratiche. Conferenza regionale per la cultura. Regione Toscana
<http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/documenti/conferenza.pdf> 2006

 

Giuseppe Carrubba, Culture & pratiche. La conferenza regionale della Toscana tra innovazione promozione, in “BTA - Bollettino Telematico dell’Arte”
<http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00432.html> 2006




Trittico

Fig. 1
LUIGI RUSSO PAPOTTO,
Trittico, 2009
bitume, pigmenti vari su legno,
55 x 56 x 14 cm. cad.

Trittico

Fig. 2
LUIGI RUSSO PAPOTTO,
Trittico, 2009
bitume, pigmenti vari su legno,
22 x 22 x 5 cm. cad.

Dea Madre

Fig. 3
LUIGI RUSSO PAPOTTO,
Dea Madre, particolare, 2009
bitume, legno, pigmenti vari,
250 x 95 x 28 cm.

L'Albero

Fig. 4
LUIGI RUSSO PAPOTTO,
L'Albero, 2009
bitume, arbusto, rame
200 x 120 x 70 cm.

Cornucopia

Fig. 5
LUIGI RUSSO PAPOTTO,
Cornucopia, 2009
bitume su tavola con foglia d'oro
300 x 67 x 52 cm.

Bitumi

Fig. 6
LUIGI RUSSO PAPOTTO,
Bitumi, 2009
disegni, matita su carta
16 x 16 cm.


	

Foto cortesia: Giuseppe Carrubba

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