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I Beni Culturali e il Paesaggio di Francesca Bottari e Fabio Pizzicannella: una recensione  
Claudia Governa
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 3 Aprile 2008, n. 486
http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00486.html
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Area Libri

Lunedì 17 marzo presso il Salone di Mariano Rossi della Galleria Borghese è stato presentato il libro I beni culturali e il paesaggio. Le leggi, la storia, le responsabilità di Francesca Bottari e Fabio Pizzicannella (Zanichelli editore), lavoro che ha dato spunto per una tavola rotonda sul patrimonio culturale come nostra "casa comune" da tutelare e da conoscere.

Il volume, che può essere definito un manuale, nel senso nobile del termine, è il frutto dell'esperienza diretta degli autori con e nelle istituzioni culturali. Oltre a un intento didattico, il libro mira a offrire a ogni cittadino gli strumenti necessari per maturare una propria opinione e agire di conseguenza, rispettando le leggi e sollecitando le istituzioni: l'Italia, si sa, vanta un territorio densissimo di monumenti e paesaggi, ma anche di di scempi ed offese.
Gli autori forniscono in questo senso molteplici esempi, sia storici che di cronaca attualissima (dai danni paesaggistici alle dismissioni, dalla circolazione internazionale delle opere ai furti dei "tombaroli" e ai recenti recuperi).
Claudio Strinati, Soprintendente per il polo museale romano, ha sottolineato proprio la ricchezza di dati e di esempi, nonché la concretezza del libro, che racconta il mondo dei beni culturali con un linguaggio chiaro, anche perché gli autori lavorano presso la Ssis Lazio e quindi da insegnanti hanno trovato le giuste parole per farsi capire anche dai giovani. È un manuale per tutti, dunque, senza posizioni ideologiche né polemiche, che parte dal concetto stesso di "bene culturale" (dalle opere d'arte, ai monumenti, ai libri, ai documenti, fino al paesaggio e alle tradizioni) e da alcuni criteri di giudizio, come il tempo e la significatività, e che spiega poi le leggi che regolano la materia, la storia che la precede e gli attori istituzionali che hanno la responsabilità di preservare, gestire e valorizzare il patrimonio materiale, immateriale e paesaggistico: dai papi del Rinascimento alla prime direzioni del Governo unitario, dalle Soprintendenze alle attuali Organizzazioni internazionali come l'Unesco e alla Santa Sede. La struttura della pagina è concepita su due registri: nella parte superiore si sviluppano i temi generali, negli ambiti legislativo, storico e istituzionale, mentre in quella inferiore si propongono commenti alle questioni di volta in volta trattate, prospettando, in un sottoquadro illustrato, situazioni, casi e immagini. Significativo è il fatto, per esempio, che siano dedicate delle pagine alla missione educativa del patrimonio e al tema attualissimo della pedagogia del patrimonio, una disciplina sviluppatasi recentemente, proprio perché, dai primi anni Novanta, la promozione di un contatto più amichevole tra le nuove generazioni, i luoghi della cultura e lo stesso territorio diviene una priorità.

Durante la presentazione sono intervenuti anche Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese, Vittorio Emiliani, giornalista e scrittore, e Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, che ha curato la prefazione del libro.
Anna Coliva ha parlato del rapporto tra un museo specifico e un pubblico generico e l'importanza di trasmettere con immediatezza proprio questa specificità, nonché ha sottolineato come si stia perdendo la ricerca all'interno del museo, quando invece è considerata, anche dalla definizione data dall'Icrom, una delle funzioni fondamentali del museo.
Antonio Paolucci, uno dei più noti e illustri storici dell'arte italiani, ha ricordato come la "galleria" d'arte sia un'invenzione italiana e come proprio dagli italiani siano partite le prime leggi di tutela. Prima l'Italia era la "camera con vista", dove arte, vita e natura s'intrecciavano in modo da suscitare l'incanto degli intellettuali europei (vedi Goethe). Eppure in cinquant'anni si è costruito nove volte di più rispetto ai 2.500 anni di storia precedenti della nostra penisola.
Il paesaggio, come disse Argan, è un palinsesto attraverso cui leggere la storia. Gli autori scrivono: «Il paesaggio è costruito in parte dall'occhio che lo osserva e lo riconosce; e dunque dall'animo umano che ne canta le lodi (o ne piange le sorti), ne coglie i rimandi e lo rende eterno su una tela, trasmettendone la memoria alle generazioni future».




GLI AUTORI

Francesca Bottari, storica dell'arte e medievista, è docente di Storia dell'arte e Catalogazione nella scuola superiore e di Didattica museale presso la Ssis Lazio. Ha pubblicato saggi, articoli, monografie su temi artistici e di tutela del patrimonio e curato cataloghi, mostre e strumenti di valorizzazione per i musei e il territorio. Nel biennio 2002-2004 ha lavorato come esperta di pedagogia del patrimonio presso il Centro per i servizi educativi del Ministero per i beni e le attività culturali.

Fabio Pizzicannella è docente di Filosofia nella scuola superiore e di Didattica museale presso la Ssis Lazio. Direttore di progetto nell'ambito di programmi di ricerca nazionali e comunitari è esperto di organizzazione e di processi di innovazione nelle pubbliche amministrazioni. Nel biennio 2002-2004 ha collaborato con il Centro per i servizi educativi del Ministero per i beni e le attività culturali per iniziative nazionali e transnazionali di pedagogia del patrimonio.




IL LIBRO

FRANCESCA BOTTARI e FABIO PIZZICANNELLA, I beni culturali e il paesaggio, Bologna, Zanichelli, 2007.
351 pp.; euro 32,50.
ISBN 978-88-08-07141-5



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I beni culturali e il paesaggio

Fig. 1
Copertina del volume I beni culturali e il paesaggio

 

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