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Appunti per una teoria della levità
Stefano Lariccia
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 7 Marzo 2006, n. 423
http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00423.html
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Abstract

Il contenuto di questo articolo è, lo dichiaro apertamente, di discutibile comprensibilità. Non intendo che esso sia di difficile comprensibilità per eventuali lettori (che sono sempre infinitamente pieni di buona volontà esegetica, e probabilmente sono in buona misura ben dotati di fantasia e intelligenza naturale). Intendo piuttosto che esso è di difficile comprensione per me stesso. È per questo che ho adottato la regola di scriver ogni pensiero in modo il più possibile conciso, non più di 5 frasi per regola. In questo modo posso esser certo che, se pure l'utilità non fosse dimostrabile, il danno anche sia limitato. Ma so che a me capita spesso di comprendere meglio ciò che scrivo dopo alcuni anni. Quindi scusatemi se anche questa volta provo a dare fiducia a me stesso.
Gli argomenti trattati sono diversi: ma il filo comune è il tentativo di individuare l'apporto specifico del concetto astratto di rete, nelle forme in cui si è evoluto, alla progettazione e alla pragmatica del pensiero umano. Da Ferdinand de Saussure a Charles Peirce, da Pierre Teilhard de Chardin, Vannevar Bush, e a Tim-Berners Lee, da Robert Pirsig a James Surowiecki, diversi autori vengono scomodati per dimostrare che alcune idee molto potenti, sono al lavoro da qualche secolo e continuano, accanto ad altre, a guidare la specie umana verso l'obbiettivo di una "alta convergenza". Non teleologicamente, non guidate da motori invisibili, ma proseguendo l'azione strategica dettata dalla necessità di sopravvivenza della specie.  



1 Il significato nell'era della post-convertibilità

1.1 Il significato come rete di connessioni

Se chiedete ad un semiologo cosa è il significato, vi dirà che è uno dei vertici del triangolo semiotico proposto nel 19. secolo da Charles Peirce negli Stati Uniti e contemporaneamente da Ferdinand de Saussure a Ginevra, tra referente, significante e, appunto, significato. Entrambi procedettero a mutuare il nome della disciplina dalla medicina, dalla semeiotica medica, estendendo così la definizione dallo studio dei "segni" esteriori di una patologia, allo studio dei sistemi di segni nella scienza del linguaggio: "semeiotica" e "semiologie".
Nel triangolo semiotico il referente è il legame con il mondo reale: quando dico «Io sono un uomo, quella è una donna» il termine «uomo» indica un oggetto del mondo reale. Esistono teorie del significato che ereditiamo dal Novecento. Esistono sicuramente, ma io ne conosco ancora poche, autori o scuole filosofiche che tentano di traghettare queste teorie nel contesto tecnologico di questi anni.
In informatica, o in quel territorio di scambio che sta tra le discipline della logica, dell'informatica e della psicologia cognitiva, soprattutto nei primi anni di questo terzo millennio, si sta diffondendo lo studio delle applicazioni tecnologiche delle Ontologie, termine che appartiene alla filosofia da millenni.
Ontologie operabili da automi sono all'opera già ora in molti sistemi di Gestione delle Conoscenze (Knowlegde Management) commissionati da consorzi di grandi imprese 1 per affrontare la complessità delle conoscenze che giacciono all'interno dei propri sistemi documentali. Ontologie operabili da persone e automi, via web, sono oggetto di dimostrazioni in sistemi implementati all'interno di centri di ricerca.

Siamo vicini a poter affermare con positività scientifica, che una parte del Web funziona già oggi come sistema trasparente di produzione di significato.

Siamo in piena integrazione linguistica e commerciale europea. Un irlandese compra del formaggio di capra della Valsassina. Egli conosce bene le capre ma non considera il loro latte adatto per scopi alimentari. Seppure attratto dall'aspetto dei tomini, tende a diffidare di un italiano che non conosce, che li avrebbe prodotti a 3000 chilometri di distanza, in un ambiente completamene diverso e a lui ignoto. Ora, ciò che io intendo per «capra» e ciò che tu intendi per «goat» è stato precedentemente negoziato dalle due comunità linguistiche via Web, attraverso votazioni. Le ricette di preparazione sono state rese pubbliche. Le condizioni ambientali delle grotte in cui il formaggio prende le sue prelibate muffe è stato analizzato e reso pubblico. Così alla fine ciò che servo sulla mia tavola è esattamente ciò che corrisponde alla storia che mi sono narrato e che ti ho narrato. Mangio formaggio ricavato da latte di un animale peloso e con le corna ricurve che si aggira nei cortili del mio villaggio, lavorato da persone con diverse abitudini, diversi climi e diversi metodi di caseificare. Il termine «tomino di capra» ha adesso un triangolo semantico condiviso da persone distanti e ignote tra loro. I metodi, le ricette che sono alla base di quel prodotto sono gradualmente resi accessibili e comprensibili e condivisibili a persone con una mappa cognitiva fino ad oggi "non interoperabile".
Ma la storia va molto oltre i sapori delle nostre tavole, così ricchi e differenziati grazie alle infinite volute delle culture e della storia politica europee. Il significato di termini più astratti e al tempo stesso carichi di storia come ad esempio «cittadino» o «parlamentare» o «giudice», o ancora: «incisore»; «bugnato»; «affresco»; «olio su tela»; «pala lignea»; «capitello»; «urna»; lo spazio dei nomi, il dominio ontologico, in cui questi termini acquistano significato, seguirà presto o tardi lo stesso destino che nell'esempio del formaggio ho preconizzato (ma che, a causa delle forti pressioni del mercato comune sulle regole per la omologazione di prodotti e leggi locali, è molto più vicino a realizzarsi, proprio nell'ambito delle merci e del mercato dei prodotti materiali).

Esistono progetti che intendono affrontare proprio questo dominio che possiamo chiamare del "patrimonio culturale". Uno di questi in Italia è www.patrimoniodigitale.it. Il portale www.patrimoniodigitale.it, realizzato da Cotec, Link, Iasi-CNR, con il marchio AICA, e sotto l'alto patrocino del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nasce a supporto del Libro Bianco del Ministero dei Beni Culturali 2005, libro dedicato al rapporto tra Innovazione tecnologica e Beni Culturali. Il volume, stampato per i tipi de Il Sole24 Ore, prossimamente in edicola con il giornale, è intitolato Innovazione e Cultura ed è stato curato da Andrea Granelli e Francesca Traclò.
I suoi scopi sono proprio quelli di operare verso una condivisione di ontologie, in diverse lingue e nell'ambito di diverse culture, nel dominio dei Beni Culturali. Quale expertise ha consentito di restaurare gli affreschi della cappella di S. Francesco di Assisi dopo il terremoto ? Quali competenze sono state messe all'opera per il restauro della Cappella degli Scrovegni ? E come potrei reperire quelle competenze in un diverso paese europeo, in una lingua diversa ? Rispondere a questi e molti altri interrogativi può essere senz'altro il fine indiscutibile di un simile costrutto culturale. Ma qui, ci piacerebbe provare a riflettere sul significato di questo meccanismo più che riferire del meccanismo stesso.
Sul significato di questa nuova macchina del significato. Anche perché non sfuggirà certo l'analogia tra questa macchina del significato e quella che è stata considerata sinora la macchina del significato per eccellenza della storia culturale europea: l'arte.
E allora: cosa hanno in comune l'arte ed il nuovo web semantico ?


1.2 L'efficienza (produttivo - semantica) della rete

Il Web è una struttura concettuale, con radici culturali che affondano sin nei primi anni '50 2, e la cui implementazione software risale agli anni '90 (ricordiamolo, in origine "ragnatela"); esso si è esteso su una struttura fisica preesistente, Internet, che risale agli anni '70 e che sta al Web come la rete ferroviaria europea potrebbe stare ad una ipotetica "agenzia universale europea di viaggi e trasporto su rotaia". La rete fisica, Internet, possiede di per sé delle proprietà, per l'appunto proprietà di rete, che il web ha da questa ereditato, moltiplicandole e potenziandole, grazie al maggior livello di virtualizzazione che gli è proprio.
Con il Web semantico 3 si apre un'ulteriore frontiera: aumenta la virtualizzazione dei documenti iperstestuali che diventeranno con il tempo sempre più modulari e strutturati e che si avvicinano sempre più ai concetti dei quali ciascuno di noi fa uso nei propri ragionamenti: dall'altro lato ogni modulo documentale avrà un maggior legame (si potrebbe dire: un link più efficiente) con le cose del mondo reale e i soggetti che queste cose pensano nel mondo reale.
Non assomiglia incredibilmente il Web semantico ad un'opera di sistematizzazione e manutenzione, con il cacciavite in mano, della noosfera di T. de Chardin, il gesuita che negli anni subito successivi alla seconda guerra mondiale scrisse Le Phénomène Humain ?


1.3 Gradi di prossimità

I moduli ipertestuali del web semantico avranno a disposizione una scala di prossimità. Dunque la rete semantica avrà la possibilità di rispondere ad una mia ricerca presentandomi di volta in volta come prioritario un significato più adatto alla mia posizione geografica, sociale e/o alla mia posizione nella rete. Si creeranno, governate da algoritmi calcolabili, zone geografiche di significato. Un temine universale avrà come sue glosse diverse istanziazioni geograficamente collocate e calcolabili.


1.4 Gradi di levità

I moduli ipertestuali del web semantico avranno una sorta di indice di levità. Essi saranno più o meno direttamente legati ad un àncora del mondo reale: ad esempio, più saranno elevati nella mappa ontologica più saranno elevati nella scala dell'astrazione, meno saranno soggetti a discussione da parte dei soggetti che li utilizzano; viceversa, più scenderanno nella scala della levità più saranno discutibili e negoziabili. È presumibile che verranno selezionati, attraverso un processo storico fisiologico, dei costrutti che assumeranno il ruolo delle "primitive", parole che in ciascun dominio omogeneo del sapere hanno un significato indiscutibile. In questo caso potremmo avere concetti primitivi, o metodi primitivi e classi primitive, per parlare nella terminologia dei "linguaggi oggettuali" (di cui parleremo più avanti).


1.5 Gradi di negoziabilità

Il quoziente di negoziabilità però, probabilmente, non sarà solo legato al livello nella scala della levità. Scendiamo brutalmente in un esempio reale: oggi forse non ci sembra realistico, ma in un futuro non troppo remoto gli uomini si interrogheranno attraverso propri esperti di dominio 4, sul significato che l'umanità stessa, o singole culture in maniera differenziata, danno a certi termini fondamentali: quanto il termine martire in una cultura cristiana è vicino al termine martire in una cultura islamica ? 5 quanto Allah è sinonimo di Dio (una volta depurato dagli attributi di georeferenziazione e dalla storia del termine)? Quanto il Dio dei Cristiani è simile al Dio dei Maomettani ? Le diverse comunità potranno verosimilmente aggiungere una propria scala di valori esplicita: maggiore il livello di vicinanza ai valori fondamentali, minore la negoziabilità di un concetto. Inoltre le società potrebbero creare dei nuovi mandarini, caste di esperti di settore a cui soli sarà delegato il compito di discutere i termini di un certo dominio. Molti indizi fanno pensare che le cose muovono in questo senso; ma anche il rischio che tutti discutano, con competenza da bar dello Sport, di bioetica, di forza debole e di senso della vita, non è sventato.

In mezzo a tanti possibili cattivi presagi, forse non è del tutto esclusa la possibilità che abbia la meglio la competenza individuale accertata ed acquisita attraverso meccanismi razionali, certificata con intelligenza e tempestività, indipendentemente dalla telegenicità del portatore, dalla sua propensione a sopraffare la realtà, e dalla sua motivazione psicanalitica.


1.6 Il movente (1)

Nel mondo astratto dei lavoratori della conoscenza è implicitamente nota una semplice e cinica regola: «Ti manca un certo strumento (informazione, dato, modello concettuale, software) ? «Wait and see»: o ti rimbocchi le maniche e te lo fai, o aspetti e guardi che qualcuno in rete lo abbia fatto». È come se il mondo della rete là fuori fosse alacremente impegnato nella costruzione di tutte le istanze possibili del suo discorso, tutte le combinazioni dei suoi linguaggi.
Cosa muove, una volta, una persona a cercare uno strumento, un testo, un'informazione, un costrutto e cosa muove un'altra volta, la stessa persona a realizzare da sè lo stesso costrutto? Qual è il movente del primo ed il movente del secondo soggetto? La libidine dell'Eden e la libidine di Sisifo ?
Come mai, nonostante il mondo sia ripreso in lungo e in largo da mille occhi tecnologici, come mai visto che posso ritrovare in rete le foto di ogni angolo del pianeta scattate al posto mio, da un altro turista per caso, il mercato dei viaggi e del turismo ha ripreso a crescere incessante ? Come mai tutti vogliono andare là dove tutti sono già andati ? «Questa volta a Natale, devo fare le Maldive ...» 6

E, di nuovo brutalmente, nel mondo mitologico dell'artista: non è l'artista colui che vorrebbe vivere in un mondo tutto da lui costruito ? Non è l'artista colui che inventa ogni giorno una nuova acqua calda ?
Il desiderio di esperienza personale muove molte energie oggi e molte ancora di più in futuro, al contrario di quanto eravamo propensi a pensare ...


1.7 La dispersività (produttivo - esistenziale) della rete

Una caratteristica, accanto ad altre chiaramente emergente, a livello esistenziale, dell'operare in rete, è la sensazione della perdita di individuazione del proprio contributo personale ad un'opera.

Gran parte delle motivazioni al rifiuto della tecnologia sono causate in sostanza, da questo timore. Gli apocalittici tecno - ribelli esprimono la certezza che entrare a far parte di un meccanismo produttivo di rete, con protocolli, standard, linguaggi formalizzati, comporti inevitabilmente una perdita di valore della unicità individuale ed esperienziale.

Sembra a molti che l'individuo proiettandosi in un ruolo definito in modo deterministico, sia destinato a perdere automaticamente le sue caratteristiche uniche, appunto individuali.
Ma perché questo non avverrebbe nell'inserimento in un sistema di aspettative, di ruoli e di privilegi che è già proprio della rete sociale, a prescindere dal supporto su cui queste regole e queste conoscenze sono implementate (supporto sociale o supporto noetico digitalizzato) ?
Perché appoggiandosi a supporti logici e tecnologici, e linguaggi artificiali, si produrrebbe in modo inevitabile questo effetto di de-potenziamento dell'individuo? Abbiamo argomenti a sostegno di questa tesi ? E quanti argomenti la contraddicono ?


1.8 Esperibilità, unicità, individuazione

Con il progresso di questa immensa e universale macchina del pensiero collettivo, potremmo immaginare che gli uomini avranno sempre più la percezione di una esistenza suddivisa in due compartimenti: da un lato il mondo del pensabile, dall'altro il mondo dell'esperibile - la sperimentazione diretta che connette l'individuo alla conoscenza in un legame che contribuisce a creare, contemporaneamente, l'uno e l'altro. La conoscenza personale versus la conoscenza automatica, l'amore versus le immagini glamour, la sensibilità al bello e all'arte versus il metabolismo delle comunicazioni aziendali.

La conoscenza di Ulisse, la saggezza individuale del vecchio navigatore che crea senso mentre si orienta nelle tempeste avrà nuovamente un grande carisma nel nostro futuro ?
Si vendono anche esperienze. Si vendono sempre più esperienze. E i media, sempre di più il web scandalistico come è oggi, sono vettori delle anticipazioni di queste emozioni esperienziali.

Assaggio (in modo virtuale) ciò che assaporerò nella sicurezza della mia unicità. Talmente avanzate sono queste logiche che si tengono conferenze sulle strategie che un ricercatore deve mettere in atto per aver diritto a produrre la propria porzione di conoscenza: un archeologo ad esempio, deve saper far leva su quel desiderio di mistero che oggi ha un mercato; e deve saper attrarre denaro per i suoi scavi seducendo sponsor che mettano in conto il ritorno di reddito che il "sapore di mistero" del suo scavo produrrà nei turisti cinesi che sosteranno numerosi, in trance, per i canonici 8 minuti di contemplazione, alla fermata del RomeSightSeeingTour.
È esplicitamente consigliata da esperti 7, l'adozione di adeguate strategie di comunicazione per la scienza, pena la sopravvivenza del ricercatore stesso.

Ma sempre più rara sembra, se non addirittura scomparsa, soprattutto nel mondo occidentale, e ancora a maggior ragione in Italia, l'emozione dell'esperienza diretta della pratica scientifica (non del suo risultato, ma del suo processo).
L'artista, secondo una visione di alcuni secoli fa, non era colui che armonicamente riprogettava il mondo e la sua percezione, con strumenti razionali e sensibili, in una unità individuale esperienziale rivoluzionaria ? Qualcuno manterrà quelle emozioni vive nel nostro tempo ?

Ora sappiamo che in molti paesi occidentali, USA, Italia, Germania e Francia ad esempio, il ministro dell'educazione finanzia progetti per far riscoprire ai giovani il valore della scienza; le materie scientifiche vengono sempre più abbandonate nelle nostre università, e diventano appannaggio dei grandi paesi emergenti (in particolare, India, Cina, Corea: le tigri asiatiche). Ma che effetto potrà avere questo tentativo di comprare valuta per far ricrescere il prezzo da parte di un establishment che questa valuta ha disprezzato e disprezza nei fatti, nei conti e nelle finanziarie, in cifre, da decenni ormai in un crescendo rovinoso ?

L'unica via perché il pensiero scientifico, e la scienza stessa, sopravviva in occidente, a me sembra, è quella di riscoprire l'emozione creativa che la fonda. Sostenere e coccolare, se necessario, coloro che ancora a fatica, incarnano un esempio individuale armonico.
Sostenere e supportare nuove integrazioni e nuove armonie tra la coltivazione del bello nell'arte e la coltivazione del bello nell'esercizio della ragione.

    «The intuitive mind is a sacred gift and the rational mind is a faithful servant. We have created a society that honors the servant and has forgotten the gift».

    Albert Einstein

Mostrare, pubblicizzare, esibire, l'esercizio della bellezza nel processo del pensiero scientifico-razionale, accanto e in armonico rinforzo all'esercizio della bellezza nell'arte. L'immagine dell'Italia, del resto, se la si vuole vendere con i metodi di marketing moderno, non sarebbe proprio vicina a questa ? Un marchio solido e antico di alleanza tra bellezza e conoscenza.

Insegnare alle persone l'emozione dell'esercizio del pensiero razionale, è possibile oggi attraverso l'insegnamento delle competenze legate alla costruzione del Web Semantico. Questo ambizioso progetto può contribuire a riunire le due anime della cultura italiana in un e rinnovato e potenziato "blasone". In questo contesto un auspicio formulabile, è che, assieme alle tante iniziative di questo genere, anche patrimoniodigitale.it, il portale precedentemente segnalato, possa contribuire in questa direzione.

A questo argomento merita aggiungere che il portale patrimoniodigitale.it si orienta ad esportare, in Europa e specialmente nel bacino del Mediterraneo, le conoscenze aggregate e le competenze che avrà contribuito a promuovere. Come una sorta di virtuale Università mediterranea dell'innovazione tecnologica.

    Il patrimonio culturale è la leva principale per la "European (e Italian) Identity" - uno degli obiettivi strategici della Commissione europea - e asset fondamentale per interpretare la competitività italiana verso il resto del mondo. La cultura è il "terreno di sviluppo" dell'empatia senza la quale la civiltà non può funzionare, poiché su di essa si fonda la fiducia sociale. Questo sentimento, che consente di condividere emozioni e rispetto pur nella diversità costitutiva di ciascuno, è fra i sentimenti più profondi e maturi ed è quello che crea i legami di intimità. Per provare empatia bisogna superare i confini del sé, stabilire una "residenza emotiva" nell'essere dell'altro, in modo che i suoi sentimenti divengano i nostri. Questo approccio è l'antitesi di razzismo e fondamentalismo culturale che vedono l'identità come una corazza escludente. La diversità culturale è invece simile alla biodiversità: deve riprodursi e rigenerarsi, altrimenti l'economia è destinata a perdere l'enorme bacino di esperienze a cui attinge la produzione Culturale.

    Andrea Granelli, Innovazione e Cultura, Premessa, ed. Il Sole 24 ore, 2006.

Il portale è aperto alla collaborazione di chiunque desideri partecipare a questa opera di organizzazione e produzione di significato al servizio dell'immenso patrimonio culturale italiano. Il portale è già accessibile in diverse lingue (tra le quali l'arabo, il greco, il turco ed il maltese) perché tra i suoi scopi c'è quello di contribuire ad una identità culturale mediterranea, attraverso valorizzazione delle testimonianze comuni dei nostri antenati.
Saranno organizzati periodicamente brevi corsi 8 per mettere in grado le persone che ne faranno richiesta di interagire con il portale, che si presenta come un vero e proprio aggregatore semantico del web di nuova generazione.



2 Individuazione di comunità di pratica: standard operativi comuni per gruppi che tendono ad una nuova coesione organizzativa


2.1 Ordine locale, autoreplicante, e sintassi comune per le comunità a rete

Come dovrebbe funzionare o come funzionerà un portale di aggregazione semantica ? Il portale è stato realizzato sulla base di un Sistema di Gestione dei Contenuti (CMS) che comincia ora ad avere una notevole diffusione: Plone. Plone a sua volta è un sistema software per la gestione di un server costruito sulla base della piattaforma per Applicazioni Web, Zope, a sua volta scritta in linguaggio Python, un linguaggio caratterizzato da una estrema "oggettificazione", un estremo orientamento alla gestione degli "oggetti", secondo le tendenza in voga nell'ultimo decennio (C++, Java, C#, sono i primi linguaggi ad implementare queste scelte di "filosofia" nei linguaggi artificiali).

Adesso, accettando i limiti propri di questo contesto, cosa significa affermare che Python, il linguaggio su cui è basato Plone è un "linguaggio orientato agli oggetti", e perché è davvero utile introdurre questo concetto ?

Un linguaggio orientato agli oggetti favorisce la adozione di metodi di programmazione modulari: più un linguaggio è ispirato a questa logica, più l'insieme degli script, delle istruzioni descritte nel codice, sono modulari e autonomi, potremmo dire autoconsistenti. È come se, usando come spazio di metafora il linguaggio naturale, uno scrittore usasse per la propria opera costrutti indipendenti tra loro, come aforismi, e riuscisse ugualmente, o anche con maggior forza stilistica, a narrare storie e ad esprimere emozioni riutilizzando i medesimi mattoncini nella sua narrazione. Uno stile forse simile a Quenau ? La bellezza che emana da una simile costruzione risiede nella sua estrema funzionalità. Così accade che in un ambiente di programmazione costruito con il linguaggio Python, come il sistema di costruzione di applicativi di rete Zope, e su questo il sistema di gestione dei contenuti Plone, l'autore di codice, o meglio la comunità che costruisce una tale "cattedrale", si ritrovi in un "bazar" ricco di ogni strumento possibile immaginabile, che attende solo di essere scoperto, studiato ed utilizzato. Un immenso parco giochi come LegoLand, totalmente virtualizzato e perciò disponibile ad essere utilizzato come un campo di gioco delle nostre fantasie concettuali.

Bene, in questo ambiente, che invitiamo tutti voi ad esplorare 9 per provare quella gioia intuitiva ed infantile che si prova quando troviamo il miglior possibile ordine delle cose, decine e decine 10 di sviluppatori al lavoro nei diversi angoli del pianeta (Austria, Germania, USA, Australia, India, Giappone, Brasile, Francia, Belgio, Norvegia, ...) stanno producendo un nuovo ordine concettuale, che si presta perfettamente ad essere utilizzato per implementare siti interattivi basati sulla logica del Web semantico.

Capisco che corro il rischio di passare per un cantastorie fuori dal suo palcoscenico abituale. Ma proviamo a dare ancora una volta ascolto al "suono" dei nomi con cui chiamiamo le cose di questo mondo che sto descrivendo: un prodotto, un modulo aggiuntivo che posso aggiungere con un semplice clic del mouse al mio Plone (ma devo capire quale logica lo governa, per poterlo utilizzare !) si chiama Archetype: come il suo nome lascia ben intendere è una Macchina Archetipica, un produttore di Tipi: quando nella mia applicazione web ho bisogno di creare, accanto ai tipi di Oggetto esistenti predefiniti (come Tipo Documento, Tipo Notizia, Tipo Evento, Tipo Membro, Tipo Gruppo, Tipo Contenitore) un nuovo Tipo, ad esempio, implementando la logica di una Scuola o di una Facoltà Universitaria, sento il bisogno di definire un Oggetto Studente ed un Oggetto Insegnante, utilizzo Archetype, che mi aiuta a concepire correttamente il mio nuovo Oggetto in modo che la sua esistenza sia autoconsistente e consistente rispetto all'oggetto del mondo reale che voglio descrivere nel mio modellino, siano anche le relazioni che questo intrattiene con gli altri Oggetti definiti nel sito. Ad esempio, un Oggetto Studente, apparterrà, sarà parte, per un certo lasso di tempo, ad un Oggetto Corso; un Oggetto Corso apparterrà ad una Facoltà o ad una scuola; un Oggetto Insegnante apparterrà (temporaneamente) ad un Oggetto Corso. E definendo opportunamente le relazioni (relazioni di appartenenza, relazioni di composizione, relazioni di eredità) riuscirò a modellare la logica delle situazioni del mondo reale che voglio riprodurre nel mio ambiente virtuale.

Sempre per dare ascolto ai "nomi delle cose" in questo mondo di non-cose, citiamo altri prodotti che, come moduli ad incastro, si integrano in questa costruzione a scatole cinesi coltivata, come un immenso "Vivarium", dai nostri solerti giardinieri in giro per il mondo: Ontology Manager, (Gestore di Ontologie); Plone(The)Saurus; KMap (Knowlegde Map, Mappa della Conoscenza).

Anche ad un orecchio non addetto ai lavori, apparirà evidente quanto questa costruzione collettiva di "Mappe concettuali condivise" si ispiri con amore e rispetto alla filosofia e alla logica, come si sono andate sviluppando negli ultimi 2200 anni della nostra storia occidentale.

E non solo si richiama alla filosofia, ma chiama a sé, coinvolgendoli nel suo dinamismo, tutti i saperi e i mestieri umanistici: dall'archeologo, allo storico, dal geografo, all'archivista, dallo psicologo, al sociologo e all'antropologo, dall'architetto all'urbanista.

È come se nell'ultimo ventennio, si fosse trovata la strada per una filosofia pragmatica, una filosofia col cacciavite in mano. È come se migliaia di persone in questo strano mondo, che altrove sembra impegnato a cercare la strada della più rapida perdizione (scontri di civiltà, consumo e polluzione sfrenata, fronteggiamenti bulleschi di bande di quartiere armate di testate nucleari) avessero invece spontaneamente e con amore intrapreso la strada della costruzione del consenso competente, di un convergere verso una conoscenza comune, globale e integrata, basata sulla competenza. Una umile (ma al tempo stesso, come si addice ad ogni artista, smodatamente ambiziosa) strada della costruzione minima, del lavoro evangelico nascosto, verso un nuovo mitologico luogo dell'agapé, della conoscenza emotivamente fondata.

Curiosamente dunque, tutto ciò che è materiale prende la strada della virtualizzazione, mentre nel mondo della pura virtualità (il mondo un tempo astratto del calcolo dei predicati e del simbolico) si costruiscono Oggetti persistenti, Materie, Strutture, proprio ad imitazione del Mondo Reale. Mentre si lavora a de-localizzare, de-contestualizzare le strutture del mondo reale, si lavoro nella direzione opposta a materializzare, a rendere accessibili ad una mente mediamente dotata, le impervie vie del pensiero astratto.

Sembra la trama di un romanzo di fantascienza: ma è piuttosto realtà storica in forte movimento.


2.2 Identificazione di nuovi obbiettivi di coesione, identificazione di motivazione individuale per il bene collettivo

In questo nuovo mondo, animato da costrutti virtuali che si oggettificano e da costrutti materiali che vengono ineluttabilmente attratti verso la vertigine della immaterialità, sembra di riconoscere dei nuovi valori che orientano l'estetica dell'uomo, dell'uomo della strada come dell'uomo di scienza. Sembra di riconoscere un nuovo "ZeitGeist".

Sembra ad esempio, che questa estetica sia animata innanzitutto da un desiderio di intersecare, di contaminare, a livelli sempre crescenti, il virtuale con il materiale e il materiale con il virtuale.

Sembra di riconoscere poi un'altra direzione nella tendenza dei nostri gusti collettivi: la predilezione per la organizzazione del bene comune, per la ottimizzazione della esperienza collettiva e per la stessa collettività. La comunità dell'Open Source, i Creative Commons, EduCommons, ma anche fenomeni più eclatanti (e discutibili) come Wikipedia, e Blogsphere, sembrano mostrare una instancabile "saggezza delle folle" 11 all'opera per uno statisticamente plausibile "bene comune", appunto il concetto inglese del "Commons".

Ma contemporaneamente, in direzione opposta, vediamo crescere a livelli impensabili la smania di identificazione, di individuazione fine a se stessa e a qualsiasi costo (ne sono sintomi la legge dell'apparire per essere, la folle corsa all'occupazione delle coscienze prodotta dal mercato della "cattiva sorella televisione"). Era la teoria del post-moderno che teorizzava la coesistenza dei generi, di tutti i generi. Ma se quello era il post-modern, adesso sembra di essere già nella locanda malfamata di Guerre Stellari, Episodio I. Dove la varietà non ha più limiti di scala.


2.3 Mancanza di nuovi obbiettivi di coesione, mancanza di motivazione dell'individuo verso obbiettivi collettivi

Sembra di avvertire a volte, nelle nostre società, in particolare nelle società europee, più che in quella nordamericana, la rinuncia a concepire una direzione evolutiva della cultura umana nella sua globalità. Sembra essersi sviluppata, a partire dal desiderio di far convivere le diversità culturali, una strana afasia in materia di storia. Non sappiamo esprimere desideri. Non sappiamo dove vorremmo che fosse diretta la nostra storia. O meglio siamo costretti ad esprimere desideri di miglioramento parcellizzato. Sappiamo solo dire: questo particolare aspetto di questa cultura è meglio di quell'altro aspetto di un'altra cultura: ma non sappiamo esprimere, siamo terrorizzati dall'esprimere, un senso generale dell'evoluzione.

Per reazione rinascono false ideologie che sembrano supportare valori cristiani in contrasto con lo spauracchio della cultura islamica in espansione.

Ma sono falsi confronti, sono episodi strumentali e poco significativi. Intanto anche la proiezione verso l'esterno della cultura europea, sembra perdere di dinamismo.
Quale obbiettivo sarebbe davvero un progresso per noi ? È possibile che non siamo in grado di esprimere preferenze ? In particolare nella corsa all'utilizzo delle tecnologie cosa è auspicabile e cosa è deprecabile ?


2.4 Gradi di interoperabilità delle comunità umane

Io credo di sapere esprimere, certo non in modo assoluto, ma "situato", qui ed oggi, cosa è auspicabile e cosa è deprecabile. Credo sia utile mettere in campo le aspettative che possono essere riconosciute attraverso l'analisi di questi sintomi, di questo spirito del tempo.

È desiderabile che l'uomo prosegua nella sua marcia verso la ricostruzione, attraverso la tecnologia, del mondo reale in un mondo immateriale.

È desiderabile che l'uomo mantenga il suo amore per il mondo materiale, per la materia, come per il proprio e l'altrui corpo. Il rapporto speciale tra corpo, mente, linguaggio e società è uno dei principali "luoghi dell'umano", e probabilmente solo una sincera e profonda attività artistica può tentare nuove strade di armonizzazione e di reintegrazione tra corpo e linguaggio, tra corpi e linguaggi.

Oggi ci è noto quanto sia stato fondamentale per lo sviluppo del linguaggio nella nostra specie la possibilità di ascoltare "riflessivamente" i suoni da noi stessi prodotti, in tempo reale, mentre li produciamo, consentendoci di modulare in modo straordinario le nostre produzioni foniche; questa capacità che condividiamo, nel regno animale, solo con i gatti ed i pappagalli, a quanto ci è noto sinora, ha permesso lo straordinario arricchimento della gamma fonetica dei nostri linguaggi, ha ampliato enormemente "la tavolozza" dei suoni su cui il nostro cervello, e l'evoluzione, hanno lavorato per centinaia di migliaia di anni. Oggi è chiaro come questa circostanza laterale, potremmo dire, nella storia naturale della nostra specie ha contribuito allo sviluppo, alle fioriture dei linguaggi. Corpo e mente, dunque, in una simbiosi casuale, storicamente determinata, guidata dal bisogno costante di funzioni sociali sempre più efficienti.
La storia naturale del linguaggio si intreccia con la filogenesi dell'uomo.

È desiderabile che l'uomo aumenti lo spazio concettuale che funziona come suo "habitat immateriale"; in questo spazio, tanto è maggiore e tanto più articolato, si riducono le possibilità di conflitto catastrofico (che sono al momento invece incredibilmente elevate).

È desiderabile che si metta mano a rendere questi spazi concettuali propri di ciascuna cultura, confrontabili, approfonditamente comparabili ed infine interoperabili, utilizzando ancora una volta un termine preso a prestito dalla cultura tecnologica informatica.

È desiderabile creare il massimo livello di punti di intersezione tra quei mondi che oggi vediamo come blocchi culturali contrapposti: è giusto incitare alla fusione delle culture.

È auspicabile, al tempo stesso, che le identità siano conservate nella loro diversità.
È auspicabile che le diversità siano dotate di una base comune globalmente condivisa. Per fornire questa base razionale comune, la compilazione di una storia universale comune sarebbe un metodo sufficiente. Questa è una delle condizioni attraverso le quali si può evitare un cataclisma, una catastrofe del genere umano.

Poche cose, so dire, in questo campo, con certezza.


2.5 Dall'esistenza al significato, dal significato all'esistenza

Sapete cosa è un un Theremin ? È uno strumento musicale, o un modo di produrre musica, dunque un metodo e uno strumento, sviluppati negli anni '20 da un russo: il primo strumento virtuale della storia, basato sulla interazione prodotta da un musicista mediante le pertubazioni di campo generate dai semplici movimenti delle sue mani in un campo magnetico generato da un apparecchio.

    The Theremin was patented in 1921. The instrument was invented by Russian physicist Lev Sergeivitch Termen o Theremin.

    The sound is produced by two oscillators that "beat" together. One oscillator operates in a frequency range above the level of human hearing, while the other is varied when the hands enter the magnetic field. The "beat frequency" is the difference between the two oscillators, which is the sound that is heard. The Theremin was originally patented and called the Ætherphone, which means "music from the ether".

    The Theremin and its workings caught the attention of Soviet leader Vladimir Il'yich Lenin when it was shown in Moscow in 1922.

    Termen, whose "westernized" name is Leon Theremin, arrived in the US in 1928, and much interest surrounded his new invention in New York society. Albert Einstein was a frequent house guest, interested in the more technical nature of the Theremin's phenomena. Theremin's were produced by the RCA Victor company. A full 10 piece Theremin-only orchestra even played Carnegie Hall.

Sembrerebbe un esempio curioso e, singolarmente precoce in termini storici, di una interazione virtuale - virtuale. Potreste immaginare una performance di Theremin che invece di produrre suoni, producesse discorsi, scambio di conoscenza razionale ?

Un uomo, gesticolando in modo a lui solo noto, proietta su un grande schermo una storia per immagini e parole ...



3 Lo specifico del discorso nel Web: l'arte della tessitura

3.1 Il movente (2)

La percezione della qualità, l'ambizione della miglior possibile armonizzazione funzionale del sistema, sia esso la mia bicicletta, la mia motocicletta, il mio sistema informativo personale, la mia comunità di apprendimento, il mio paese, o il mio pianeta. Il mio universo.

L'armonizzazione tra soggetto e oggetto di conoscenza.

    What the Metaphysics of Quality would do is take this separate category, Quality, and show how it contains within itself both subjects and objects. The Metaphysics of Quality would show how things become enormously more coherent-- fabulously more coherent--when you start with an assumption that Quality is the primary empirical reality of the world ...

    ... but showing that, of course, was a very big job ...

[Pirsig, 1974] 12.


3.2 I mezzi: i linguaggi

Il linguaggio è il cappello magico da cui estraiamo tutte (o gran parte delle) le nostre chances di sopravvivenza: il linguaggio umano e la sua specificità.
Il linguaggio ha avuto una lunghissima evoluzione nella storia della nostra specie 13.
Oggi dalla scrivibilità (resa possibile, come la riutilizzazione e la ricorsività, dal meccanismo di doppia articolazione, dal secondo livello di articolazione o dalla logica di secondo livello) evolviamo alla gestione automatica dei riferimenti semantici, alla gestione automatica della produzione del significato.

Ma dalla scrivibilità siamo approdati agli orizzonti della referenziabilità automatica globale.


3.3 Il fine

Da un moderno manuale per la manutenzione della bicicletta riportiamo il seguente brano:

    A questo punto è però ovvio che l'insieme delle varie parti, da solo, non è sufficiente a fare una bicicletta.
    Pensate di avere sopra un tavolo tutte le parti che compongono una bicicletta, in un mucchio disordinato.
    Quello che avete non è una bicicletta, semmai può essere definita come una "bicicletta potenziale", non è ancora possibile salirci sopra ed andare a fare un giro.
    Quindi una bicicletta è fatta non solo delle sue parti, ma anche di un preciso relazionamento tra esse, un ordine che consenta ad ognuna di espletare la propria funzione correttamente.
    Occorre pertanto verificare che l'ordine di relazionamento reciproco sia esattamente rispettato.
    Ad esempio l'efficienza della frenata dipende dall'attrito dei pattini dei freni sul cerchio, quindi da come la superficie del pattino viene a contatto col cerchio.
    Se il pattino è montato male tale superficie si riduce, la capacità di frenata diminuisce di conseguenza ed il pattino si consuma in maniera irregolare, durando, oltre tutto, meno. Se il pattino arriva a toccare il copertone, durante la frenata, poiché il copertone è di stoffa, e non di metallo come il cerchio, si può star sicuri che in breve tempo finirà col logorarlo, causando lo scoppio della ruota. Molta cura va posta nei confronti di quelle parti che vanno soggette a smontaggio frequente, in particolare le ruote. Bisogna prestare molta attenzione a rimontarle nella esatta posizione originaria, ossia centrate rispetto ai pattini dei freni ed al telaio.

    Quanto sopra esposto dovrebbe essere sufficiente di per sé a consentire a chiunque di affrontare, se non già una messa a punto, per lo meno un'analisi abbastanza precisa della condizione attuale del proprio mezzo. Sfuggono tuttavia alcune considerazioni che coinvolgono la multifunzionalità di alcune parti.
    I cerchi, per esempio, assolvono una doppia funzione: di parte strutturale (tra le più esposte agli urti ed ai danneggiamenti), e di superficie di frenata (sulla quale agiscono i pattini dei freni).
    Una eventuale deformazione causata da un urto troppo forte (una buca presa in velocità, o con la ruota non sufficientemente gonfia), oltre ad intaccarne in maniera relativamente poco significativa la funzione strutturale, causerà purtroppo una frenata irregolare, con bruschi strappi ad ogni giro di ruota, e quindi un arco di conseguenze che va dal semplice "fastidio" al pericolo di slittamento della ruota in un momento critico, con relativo rischio di caduta.

    Ne possiamo trarre a questo punto una massima:
    SE TUTTE LE PARTI CHE COMPONGONO UNA MACCHINA (BICICLETTA) SONO INTEGRE E RELAZIONATE TRA LORO (MONTATE) IN MODO DA ASSOLVERE CORRETTAMENTE ALLE RELATIVE FUNZIONI SPECIFICHE, IN TAL CASO L'INTERA MACCHINA FUNZIONERA'

Applicate questo brano all'arte della manutenzione del vostro sistema informativo personale: questo, più di quanto non faccia la vostra bicicletta, vi mette necessariamente in relazione con il mondo intorno a voi, con tutti gli uomini e le donne intorno a voi. È il vostro contratto con l'umanità. Siete donne o uomini, grazie a questo contratto implicitamente, diuturnamente rinnovato.

Non dovreste dedicare amore e attenzione senza limiti alla manutenzione del vostro sistema di informazioni e conoscenze personale ? E questo è ciò che si chiede ad ogni essere umano. Con ogni mezzo. Narrando, dipingendo, componendo o eseguendo musica propria o altrui; leggendo. Referenziando e citando le opere altrui. Ed oggi, probabilmente, soprattutto, tessendo con gli altri scribi del terzo millennio, la trama del web semantico. Per la sopravvivenza della nostra specie e per la sua estensione, nella natura, in nuove forme viventi.






NOTE

1 Sto pensando al Consorzio europeo di imprese OntoStart, ad esempio, che utilizza un sistema basato su ontologie per mettere d'accordo diversi operatori industriali sul significato condiviso di termini legati al mercato del lavoro: cosa è un "analista programmatore"; cosa è un "gestore di progetto"; cosa è un "gestore di risorse umane" etc. sono termini che possono essere utilizzati con scelte esplicite e votazioni.

2 Solitamente si cita a questo proposito l'opera di Vannevar Bush; ma sul piano delle motivazioni filosofiche trovo che esista un legame innegabile tra l'opera di Tim Berners-Lee e gli scritti di Teilard de Chardin; Teilhard de Chardin, Pierre, Realizzare l'uomo: lettere inedite (1926-1952) / Pierre Teilhard de Chardin ; prefazione di padre Rene D'Ouince ; traduzione dal francese e dall'inglese di Annette Dozon Daverio.., Milano, Il Saggiatore di A. Mondadori, 1974; Teilhard de Chardin, Pierre, (1955), Le Phénomène Humain, Éditions du Seuil, Paris.

3 Berners-Lee, Tim, Weaving the Web: the original design and ultimate destiny of the World Wide Web by its inventor / Tim Berners-Lee with Mark Fischetti ; [foreword by Michael Dertouzos]. Edition Information: 1st pbk. ed, ed.. 2000, New York: HarperCollins Publishers.

4 In questo caso, i teologi, magari ribattezzati per l'occasione teologi cognitivi o teologi digitali.

5 Purtroppo, mentre scrivevo si è realizzata una tragica vicenda che ha reso ancora più attuale il senso di questa domanda: un adolescente mussulmano ha ucciso in Turchia Andrea Santoro, un prete romano che aveva scelto da alcuni anni di vivere in un villaggio turco per testimoniare (non per ostentare a fini di proselitismo) la sua fede cristiana. La sua scelta, unita nel tempo del villaggio globale, alla scelta di un giornale danese di pubblicare alcune vignette dissacranti sulla religione mussulmana, ha prodotto nel ragazzo mussulmano un senso di offesa e un desiderio di "lavare l'onta" ai danni dell'Occidente, e questo ha creato quello che indubitabilmente, agli occhi di circa 1 miliardo di cristiani è un martire. Ma in modo diverso vengono chiamati martiri i combattenti per la Jihad islamica: uomini che immolano la propria vita "in cambio" del massimo danno alla civiltà occidentale.

6 Dalla conversazione mattutina di due giovani impiegate nel servizio di pulizia dei treni di Trenitalia; snocciolavano come i grani di un rosario le mete canoniche già "toccate" e quelle "da fare"; le due ragazze esprimevano anche le proprie valutazioni riguardo al fatto che ciņ le avrebbe costrette, per motivi finanziari, a posticipare ulteriormente il momento della indipendenza e della uscita dalla famiglia di origine.

7 Kit di sopravvivenza per ricercatori, conferenza di Giovanni Carrada, autore del libro Comunicare la scienza.

8 Presso l'Università di Roma "La Sapienza", un laboratorio di informatica, il LIDS, si occupa di diffondere competetenze e conoscenze legate alla cultura della rete e al loro impiego nelle discipline umanistiche. Nell'ambito del LIDS, vengono organizzati corsi che in tempi  concentrati intendono mettere in grado persone con medie competenze e conoscenze informatiche, di contribuire al progetto patrimoniodigitale.it; chi è interessato può contattare l'autore di questo scritto per informazioni sulle iscrizioni, all'indirizzo stefano.lariccia@uniroma1.it.

9 Programmare in Python è una esperienza semplice ed economica. Si può iniziare per gioco installando una pila di programmi Zope/Plone e comunicando da questi a costruire il proprio sito, la propria casa sulla rete. Poi, pian  pianino, senza timore di incorrere in illeciti ed in offese ai Piani Urbani e Territoriali, si estende la propria casa dotandola di nuovi ambienti e di nuove strutture: una vetrina in cui esporre il proprio operato, un negozietto per vendere le proprie opere, un forum per discutere con gli amici vicini e lontani, un calendario di eventi interessanti per la propria comunità. In ogni caso si tengono e si terranno periodicamente presso l'Università di Roma La Sapienza, presso il LIDS, corsi di introduzione alla gestione del proprio spazio virtuale basati su Python / Zope /Plone. Siete inviatati a partecipare; anche solo per togliervi la curiosità.

10 Né troppi né pochi: un vero piccolo manipolo di uomini di frontiera, che si conoscono, si stimano e si apprezzano.

11 Surowiecki, James, The Wisdom of Crowds, August ed, ed. anonymous, 2005: Anchor [Surowiecki, 2005 #145] č un libro uscito nel 2005 che tenta di analizzare gli inspiegabili meccanismi sociali miracolosi che danno luogo a fenomeni improbabili come Wikipedia, una enciclopedia costruita su base volontaria, in pochi anni, in quasi tutte le lingue del mondo.

12 Pirsig, Robert M., Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta / Robert M. Pirsig ; con una postfazione dell'autore, Gli Adelphi - 8 Note Generali:Trad. di Delfina Vezzoli, ed. anonymous. : Milano, Adelphi, 1990. 402 p.; 20 cm.

13 Anche in altre specie: balene, api, delfini, fringuelli, scimpanzé, tra gli altri, hanno una propria forma di linguaggio, apparentemente ciascuno con i propri distretti culturali: ma in modo del tutto particolare l'uomo ha forgiato il suo linguaggio, che apparentemente è unico nel regno animale, per ricchezza di caratteristiche (queste annotazioni sono largamente ispirate, oltre che dai miei studi personali in materia, da una bellissima "lectio magistralis" tenuta da Tullio De Mauro, mio professore di linguistica a "La Sapienza" per l'inizio dell'A.A. 2006-2007).

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