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Autonomia in biblioteca  
Loredana Angiolino
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 20 gennaio 2001, n. 246
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Area Biblioteche

Il sistema normativo che regola il nostro ordinamento costituzionale, considerato in passato, un vincolo allo sviluppo organizzativo, si pone oggi come leva e traino e sollecita la necessità di un cambiamento per rispondere più adeguatamente alle esigenze di risposte che provengono dalla comunità.

La pubblica amministrazione interveniva in passato solo per dettare regole secondo cui i privati intrattenessero rapporti fra loro e si riservava interventi particolari eccezionali, che erano sempre esercizio dell'attività politica di indirizzo. Gradualmente la pubblica amministrazione ha assunto un ruolo del tutto diverso, ha recepito, da parte della comunità, una sorta di delega alla disciplina di tutte le attività sociali, economiche e culturali. Questo diffuso e penetrante potere della pubblica amministrazione fa sì che tutte le posizioni soggettive si rafforzino. Si attenua nel nostro ordinamento quella che era la classica distinzione fra interessi legittimi e diritti soggettivi. La discrezionalità si sposta dalla sfera degli atti puntuali a quelle delle regole, intese come griglie di riferimento per l'azione puntuale da parte dei soggetti competenti nei confronti dei cittadini. Conseguentemente la disciplina delle regole deve essere tenuta molto vicina alle esigenze che vengono rappresentate, deve avere una forte capacità di modificarsi in tempi estremamente brevi per dare risposte adeguate.

Il processo innescato dalla Legge 142/90 - Ordinamento delle autonomie locali - è stato quello di spostare il centro di produzione delle regole dallo Stato centrale attraverso le leggi, al sistema degli enti locali attraverso gli statuti e i regolamenti. Questo spostamento del centro produttore di norme verso la società nei cui confronti si esplicano le funzioni che trovano disciplina in quelle norme, risponde ad un'esigenza di funzionamento del sistema.

L'autonomia non è concessa per legge, viene realizzata da chi la ottiene, non esiste di per sè, bisogna costruirla nella realtà e richiede una responsabilità di ruoli più attivi, più impegnativi per rispondere adeguatamente alle sollecitazioni collettive. Attua un processo di liberizzazione per rafforzare condivisione di pensieri e aspettative. Queste regolamentazioni e indirizzi, pur essendo nella prospettiva della applicazione di una legge esistente, non esprimono un modello prescrittivo, ma si propongono come strumenti che mirano ad individuare le condizioni migliori affinchè l'autonomia sia il risultato di un processo e dell'azione dei responsabili delle strutture informative, piuttosto che un attributo generico oppure una procedura da eseguire.

Queste recenti normative che riguardano l'autonomia, con i loro contenuti innovativi, appaiono così estremamente significative, per le possibilità offerte alle biblioteche. Solo l'autonomia può consentire alle biblioteche di adeguare i propri servizi ai bisogni sempre cangianti e in continua evoluzione dei propri utenti e di cogliere le nuove opportunità per soddisfarli. Se la biblioteca assolve meglio le proprie funzioni legittima la propria esistenza in un mondo che sollecita continuamente accessi alle informazioni sempre più diversificati.

La trasmissione delle conoscenze è diventata una delle principali funzioni del sapere moderno, ha assunto una importanza fondamentale forse ancor più della ricerca scientifica, ed è evidente che in questo scenario le biblioteche debbono motivare la loro presenza.

Il confronto con la società parte dalle biblioteche perchè non può parlarsi di politica culturale o di organizzazione della cultura, se non prendendo le mosse proprio da quelle strutture culturali che in una strategia di sviluppo economico e sociale, sono gli strumenti chiave per pervenire ad un sistema di promozione culturale o di educazione permanente. Un sistema cioè capace di poter soddisfare i bisogni, le esigenze culturali, sociali e professionali di un qualsiasi utente.

L'opinione pubblica associa ancora oggi l'idea della biblioteca a quella di luogo statico di conservazione dei libri. E' ancora lontana una visione dinamica della biblioteca, come luogo deputato dell'attività di informazione, referente nodale della nuova infrastruttura dell' apprendimento.

"La soddisfazione del cittadino è la vera priorità operativa della biblioteca", l'intento è quello di portare le biblioteche a diventare sempre più luoghi di riferimento per le attività sociali, il mondo della scuola, gli enti di ricerca e le attività produttive.

Una biblioteca è uno spazio organizzato, cioè un edificio in cui ogni zona è riservata a una particolare funzione. Una biblioteca si divide in due grandi aree, che le consentono di funzionare e di svolgere il proprio ruolo di mediazione : l'area riservata ai "servizi interni", nascosti e perlopiù sconosciuti al lettore, dove vengono svolte tutte quelle operazioni che sono il motore della biblioteca - selezione e acquisizione dei libri, catalogazione cioè creazione e mantenimento dei cataloghi di cui la biblioteca dispone - e quella destinata ai " servizi al pubblico", dove la biblioteca esprime la propria potenzialità e si confronta con le necessità dei lettori verificando se il lavoro compiuto dai servizi interni abbia raggiunto gli scopi prefissati.

I servizi al pubblico sono a loro volta organizzati su tre livelli : il primo è quello dell'accesso e delle informazioni, attraverso il quale il lettore che entra in biblioteca prende visione dei servizi offerti e recupera le informazioni che gli sono necessarie per muoversi e usare la biblioteca; il secondo livello mette a disposizione gli strumenti e i servizi grazie ai quali il lettore ottiene in concreto dalla biblioteca ciò di cui ha bisogno; nel terzo livello, costituito dai depositi, la biblioteca organizza e rende disponibile il proprio patrimonio.

L'autonomia fornisce i riferimenti ed i giusti supporti per rendere più efficiente questo spazio : sul piano culturale, guida gli operatori degli Enti a superare i vincoli interni per anteporre i bisogni dei fruitori dei servizi a ridurre sprechi ed inefficienze con il tentativo di orientare l'operato di tutti verso il miglioramento continuo; sul piano organizzativo l'autonomia, mette a disposizione modelli efficaci quali quelli di una più incisiva strategia aziendale con forme e cultura imprenditoriale.

L'azione viene rivolta ad un lavoro teso agli obiettivi, piuttosto che al solo rispetto degli adempimenti. Termini come efficacia, efficienza, controllo di gestione, verifica dei risultati saranno sempre più presenti nella direzione della biblioteca, intesa come globalità che va mantenuta, quotidianamente e con responsabilità manageriale, in un equilibrio dinamico verso il raggiungimento degli obiettivi di servizio all'utenza.




 
 

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