bta.it Frontespizio Indice Rapido Cerca nel sito www.bta.it Ufficio Stampa Sali di un livello english
Percorsi di Architettura e Design sostenibile. Il Festival des Cabanes, nei giardini storici di Villa Medici a Roma  

Bibiana Borzì
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 22 Settembre 2022, n. 932
https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00932.html
Articolo presentato il 12 Settembre 2022, approvato il 20 Settembre 2022 e pubblicato il 22 Settembre 2022
Precedente
Successivo
Tutti
Area Mostre

Le tematiche green, in particolare dopo la crisi causata dall'emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus, sono al centro dell'attuale dibattito architettonico. Lo ha dimostrato la 17a Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, curata da Hashim Sarkis 1, dal titolo How will we live together? uno sguardo sul mondo dopo la pandemia, o meglio un osservatorio sui nuovi scenari ecocompatibili, come dimostrato dai numerosi progetti presentati. In questa direzione l'architettura sostenibile non costituisce solo una possibilità ma si appresta a divenire la strada maestra per architetti, ingegneri, designer, paesaggisti, finalizzata a garantire maggiore benessere, nel rispetto della salvaguardia ambientale, tema centrale per la salute del pianeta e delle future generazioni.

Sostenibilità, del resto, è stata la parola chiave nell'ultima edizione del Salone del Mobile di Milano (giugno del 2022), intesa come linea d'indirizzo comune a designer e aziende, per affrontare al meglio le sfide imposte dalle recenti trasformazioni ambientali e climatiche. Un decisivo cambio di rotta che, partendo dall'economia circolare, finisce per abbracciare temi quali il risparmio energetico, i materiali riciclati, le energie rinnovabili, la responsabilità etica e sociale dell'architettura e del design contemporanei. Ecco perché Design with Nature 2, la sinuosa installazione realizzata per l'evento milanese, con la collaborazione dell'architetto Mario Cucinella, si è rivelata in assoluto uno dei luoghi simbolo del Salone 2022, ospitando talk e incontri sul tema, professionisti e imprese del settore. Tre i principali nuclei semantici presenti nell'opera: la transizione ecologica, la casa come primo tassello urbano e la città come miniera, disposti simbolicamente all'interno di una grande superficie, una sorta di micro-paesaggio, spazio ideale per avviare un'attenta rilettura del presente, ma soprattutto per immaginare il prossimo futuro. E non a caso, il titolo scelto per la mostra, cita alla lettera una pietra miliare del movimento ambientalista, il libro edito nel 1969 dall'architetto paesaggista Ian McHarg 3, fondatore del Dipartimento di Architettura e Paesaggio presso l'Università della Pennsylvania. Il contributo di McHarg, a più di cinquant'anni dalla sua uscita, è stato tra i primi a proporre una relazione più sana tra l'ambiente costruito e la natura, mettendo in luce la responsabilità dell'uomo, e dunque della pratica architettonica tout court, nei confronti del pianeta.

Quasi una profezia, se si pensa che oggi al comparto edilizio è imputabile circa il 36% del consumo di energia e il 39% delle emissioni di anidride carbonica rilasciate a livello globale. L'incidenza di questi dati mostra che puntare su una architettura green costituisce un punto di partenza fondamentale per alleviare gli effetti nocivi del cambiamento climatico in atto. Ecco perché, l'impiego di nuovi materiali e tecnologie performanti è alla base dell'attuale ricerca architettonica. Una ricerca che negli anni converge sempre più nel filone dell'architettura sostenibile, declinata in esempi diversi, con un fine comune: mettere in atto soluzioni innovative ed ecocompatibili per la costruzione o il recupero di edifici. In Italia, la tipologia del Bosco Verticale dell'architetto Stefano Boeri 4 rappresenta certamente uno degli approcci più interessanti compiuti in questa direzione, ma non è l'unico. Se la storia dell'architettura contemporanea e il disegno industriale mostrano maggiore attenzione alle problematiche ambientali, la sensibilità verso i temi del paesaggio, della conservazione dell'ecosistema e della biodiversità, non è nuova alla storia all'architettura moderna. Dal genius loci, alla ricerca materica, al comfort abitativo, questi temi sono stati parzialmente anticipati dai maestri delle precedenti generazioni: dagli architetti paesaggisti, ai principali esponenti del Movimento Moderno, fino a esempi più antichi che trovano radici anche nel periodo rinascimentale. Ciò, a partire dal progetto e dalla disposizione planimetrica, ripensati per sfruttare al meglio la luce e l'ombra naturali, così da limitare il consumo di energia elettrica impiegata per riscaldamento e aria condizionata. Da un corretto isolamento termico alla presenza di impianti fotovoltaici, che rendano gli edifici performanti dal punto di vista del risparmio energetico. Dall'utilizzo di materiali naturali (come il legno), riciclati o derivati da processi produttivi sostenibili. Fino all'inserimento di spazi e facciate verdi, tetti giardino, che non solo trovano prodomi interessanti nella storia dell'architettura, ma costituiscono uno dei tratti distintivi della svolta progettuale green, con ampi margini di applicazione al contesto contemporaneo. La presenza del verde, infatti, è funzionale sia a migliorare la percezione estetica dell'edificio, sia a migliorare la qualità dell'aria respirabile, favorendo anche la riproduzione di insetti (si pensi alle api, o alle coccinelle) indispensabili per la tutela della biodiversità.

Ripensare l'architettura e il design alla luce delle recenti problematiche ambientali è al centro dell'iniziativa promossa dall'Accademia di Francia a Roma, con il Festival des Cabanes di Villa Medici, la cui prima edizione si svolge da maggio a ottobre 2022, nei giardini storici della residenza medicea, con la presentazione di quattro padiglioni architettonici sostenibili. L'evento invita architetti, artisti, designer, ricercatori, a riflettere sul significato del costruire e abitare in epoca contemporanea, all'interno di un contesto paesaggistico unico: un giardino di matrice rinascimentale, voluto da Ferdinando dei Medici alla fine del Cinquecento. Questa apparente dicotomia tra contenuto e contenitore, ovvero tra opere esposte e luogo che le accoglie, in realtà evidenzia una liaison molto forte tra presente e passato, e si traduce in un rapporto serrato tra opere contemporanee e contesto storico, più volte sperimentato a Villa Medici. La dimora infatti, quasi con una naturale vocazione all'arte, è dal 1803 sede dell'Accademia di Francia 5, luogo par excellence deputato all'accoglienza di intellettuali, artisti, studiosi, afferenti a diverse discipline. Un tempo i fortunati borsisti accolti in residenza dovevano rispettare regole precise, scopo del loro soggiorno era infatti la realizzazione di copie tratte dal repertorio dell'arte antica e rinascimentale, da inviare poi in Francia. Possiamo solo immaginare l'entusiasmo di pittori, scultori, e dal 1720 architetti, giunti a Roma con il desiderio di apprendere la lezione dei grandi maestri, affinando così le proprie conoscenze e abilità. Tra loro: Boucher, Fragonard, David, esempi illustri che, insieme ai borsisti delle ultime generazioni, testimoniano l'amore per l'arte e per l'architettura nelle sue infinte sfaccettature.

L'evoluzione storica di Villa Medici 6 e del suo parco, rappresenta d'altra parte un esempio concreto, e ben riuscito, di perfetta convivenza tra espressioni artistiche appartenenti a linguaggi ed epoche diverse. L'interno della residenza ospita ciclicamente mostre ed esposizioni di arte contemporanea, arricchendosi nel corso degli anni anche di interventi permanenti. Si pensi a quello realizzato nel 2015 da Claudio Parmiggiani 7 con un suggestivo volo di farfalle, eseguito nel soffitto della Stanza degli amori, opera di grande fascino e spessore poetico, perfettamente inserita nel contesto degli ambienti cardinalizi. Un interessante gioco di contaminazione che da quest'anno prosegue anche all'esterno della residenza medicea, nei suoi storici giardini, tra splendidi pini marittimi e raffinatissimi pavoni. Così, la prima edizione del Festival des Cabanes, all'indomani dell'emergenza pandemica e alla luce della recente crisi ambientale ed energetica, si configura come una speciale lente di ingrandimento sul tema dell'abitare. Che si tratti di una casa, di uno spazio, di un luogo, o per esteso del nostro pianeta, la parola chiave rimane forse consapevolezza. In questa direzione la responsabilità di architetti e designer è certamente massima, ma anche il pubblico, in qualità di fruitore, è parte attiva di questa rinnovata sensibilità ambientale. Ecco perché, i padiglioni pensati e realizzati per questo primo Festival delle Capanne hanno un comune denominatore: il principio dell'attraversamento, fisico certamente, ma non solo. Sono infatti micro architetture che invitano il visitatore a compiere un percorso corporeo – ogni installazione è materialmente percorribile e fruibile, in maniera libera e personale – ma allo stesso tempo mentale, dettato proprio dall'esperienza dell'attraversare che, inevitabilmente, determina un cambiamento emotivo. Solo alla fine del percorso ci rendiamo conto di essere stati protagonisti, insieme ai progettisti, di opere che hanno sì una dimensione artistica e spaziale ma hanno al contempo un valore di riflessione profonda sulle delicate problematiche ambientali, rimanendo pur sempre architetture. Uno status che di fatto esige l'atto dell'attraversare, estraneo ad altre forme espressive ma indispensabile per la comprensione del linguaggio architettonico. Perché attraversare significa anche toccare, ascoltare, odorare, dunque avviare una relazione sinestetica con l'ambiente che ci circonda, un atto complesso e mutevole, che ciascuno porterà a termine a proprio modo.

Al visitatore non rimane che perdersi tra la fitta vegetazione dei giardini di Villa Medici per godere a pieno delle opere e scoprire che i quattro padiglioni sono nascosti alla vista da siepi rigogliose, per aprirsi poi allo sguardo con un vero coup de théâtre. Tre gli studi francesi di architettura che hanno firmato i progetti: DREAM, KOZ e WALD, insieme a un gruppo di studenti del Master in Arti Politiche (SPEAP) di Sciences Po e del laboratorio “Place du vivant” dell'École des Arts Décoratifs di Parigi. Le capanne, esposte all'aperto per cinque mesi, sono accolte all'interno di una cornice visiva realizzata dal collettivo Orizzontale, un gruppo di architetti con base a Roma il cui principale oggetto di interesse è costituito dai processi di rigenerazione degli scarti urbani. I materiali utilizzati per la costruzione dei padiglioni dimostrano infatti come sia possibile pensare e progettare in chiave sostenibile, a partire da uno schema tipologico di base come la capanna, intesa anche come crocevia di culture e linguaggi. Ancora una volta il giardino diventa metafora di dialogo e incontro, spazio della convivenza e della creatività, dove artisti, architetti, designer, paesaggisti, pensatori, sono chiamati a lasciare traccia del loro contributo.

Fig. 1 - Agenzia KOZ, Paris, Sous le pin, 2022, capanna in legno lavorato e pannelli in pino delle Lande,11 x 3 x 4,35 metri, giardini di Villa Medici, Roma (Foto Cortesia di Bibiana Borzì)
Fig. 1 - Agenzia KOZ, Paris, Sous le pin, 2022
capanna in legno lavorato e pannelli in pino delle Lande, 11 x 3 x 4,35 metri
giardini di Villa Medici, Roma
(Foto Cortesia di Bibiana Borzì©)

Sous le pin (Fig. 1) è la capanna in legno con pannelli in pino delle Lande, realizzata dal gruppo KOZ 8. I visitatori sono invitati a salire una scala, compiendo in questo modo un breve percorso sensoriale tra grappoli di vite appesi, per arrivare in cima, luogo privilegiato da dove godere di un panorama unico sulla Città Eterna (Fig. 2),

Fig. 2 - <i>Panorama su Roma in cima a Sous le pin</i>, giardini di Villa Medici, Roma (Foto cortesia di Bibiana Borzì©)
Fig. 2 - Panorama su Roma in cima a Sous le pin, giardini di Villa Medici, Roma
(Foto cortesia di Bibiana Borzì©)

entrando in comunione con gli alberi, il cielo, i suoni della natura. Un micro cosmo sospeso, con un tocco zen e minimale, per guardare il mondo da un'altra angolazione e riflettere sul cammino dell'architettura, sempre più orientata alla ricerca dell'essenziale. Una meta riflessione sul tema della capanna, intesa sia come oggetto primordiale che ciascuno può costruire a suo modo, sia come ibrido tra tre punti di riferimento: l'architettura classica italiana, i templi e le case da tè giapponesi, e infine la possibilità di dormire in una capanna, come quelle semplici della foresta tropicale, per trovare riparo dalla pioggia. La capanna, del resto, assolve alle funzioni primarie dell'abitare: vi si può dormire, cucinare, contemplare il paesaggio, con un valore aggiunto, dato dal rapporto diretto e immediato con l'habitat nel quale sorge, che diventa a tutti gli effetti parte integrante dello spazio vivibile. Ecco perchè i progettisti hanno inteso questo spazio come luogo aperto, nel quale riscoprire i valori basilari del vivere in armonia con la natura, lontano anni luce dal concetto, sempre più tecnologico, di comfort domestico.

Quello che ci piace della capanna è che non richiama la classica nozione d'interno: l'esterno contro l'interno che viene riscaldato quando fa freddo e raffreddato quando fa caldo. Ci piace l'idea che la capanna metta in discussione la nozione di comfort dettato dalla tecnologia dato che non esiste veramente un interno e un esterno. Per noi la capanna è un involucro minimo che non possiede in sé particolari qualità tecniche, si tratta dello stesso materiale fuori e dentro. In sintesi, secondo la noi la capanna non può essere chiusa 9.



Anche ProtoCAMPO (Fig. 3)

Fig. 3 - Agenzia WALD, Protocampo,  2022, agorà con struttura in legno di pino marittimo e cupola gonfiabile, 17 x 17 x 9 metri, giardini di Villa Medici, Roma (Foto cortesia di Bibiana Borzì©)
Fig. 3 - Agenzia WALD, Protocampo, 2022, agorà
con struttura in legno di pino marittimo e cupola gonfiabile, 17 x 17 x 9 metri
giardini di Villa Medici, Roma
(Foto cortesia di Bibiana Borzì©)

è concepito come luogo aperto, interessante esempio di piazza in legno, coperta da una tensostruttura a cupola, firmata da WALD 10 e realizzata in collaborazione con allievi di un Istituto professionale francese 11. Un progetto corale dunque, caratterizzato da due archetipi, facilmente rintracciabili, ripresi dal repertorio classico romano: l'agorà e la cupola, quasi una citazione dovuta, ai monumenti della Capitale e al Pantheon. L'idea di piazza, centrale nella poetica dell'installazione, è stata da subito sperimentata e messa in pratica, il padiglione infatti ha accolto un gruppo di studenti stranieri giunti a Roma per un programma educativo, evidenziando così il valore funzionale (e non solo artistico) dell'architettura, presente in tutte le opere realizzate per il Festival. Ma non solo. Ancora una volta, leitmotiv dell'esposizione, è il legno, materiale che negli ultimi anni è stato assoluto protagonista dell'architettura e del design sostenibile. I due architetti progettisti, con un approccio già in precedenza consolidato 12, prediligono il legno, in quanto naturale e arcaico, ma soprattutto in grado di poter realizzare costruzioni con una percentuale minima di carbonio. Le strutture lignee, inoltre, hanno il vantaggio di poter essere assemblate e smontate più volte, adattandosi quindi a usi flessibili nel tempo, con un ridotto impatto ambientale. Principio che trova piena attuazione in ProtoCAMPO, rialzato di circa 25 centimetri rispetto al terreno così da non intaccare l'erba sottostante, libera di crescere anche attraverso il pavimento. Un'architettura, quindi, che nonostante le dimensioni si appoggia con grazia nei giardini di Villa Medici, senza mai sovrastare la grandezza di questi luoghi, anche dal punto di vista della sua visibilità e accessibilità, nascosta armoniosamente tra gli alberi e le siepi. E se ciascuno degli autori ha regalato al pubblico la propria visione di capanna, è così che gli architetti di WALD l'hanno immaginata.

È l'immagine di un ritorno ai valori più essenziali, a spazi meno standardizzati, a una costruzione che unisce il gesto e la mano. L'antropologo Philippe Descola descrive il modo in cui in Sudamerica l'etnia Achuar vivono insieme, nella condivisione di queste grandi case nelle quali dormono insieme e si raccontano i propri sogni. Questo è ciò che evoca la capanna: la luce, lo spazio, l'odore del legno, la materia, il tatto. Sensazioni che tutti abbiamo provato nelle nostre capanne quando eravamo bambini 13.

E per un attimo, o meglio per qualche minuto, il tempo della visita, ritorniamo bambini nel

Fig. 4 - Agenzia DREAM, Paris, <i>Pavillon ça Joue</i>, 2022, capanna in legno, pavimento in laminato incollato e canne di legno, 13.5 x 13.5 x 6,5 metri, giardini di Villa Medici, Roma (Foto cortesia Bibiana Borzì©)
Fig. 4 - Agenzia DREAM, Paris, Pavillon ça Joue, 2022, capanna in legno
pavimento in laminato incollato e canne di legno, 13.5 x 13.5 x 6,5 metri, giardini di Villa Medici
Roma (Foto cortesia Bibiana Borzì©)

Pavillon ça joue (Fig. 4) un omaggio al gioco in tutte le sue forme. Realizzato in legno, con canne e mobili di riciclo, è firmato da DREAM 14. L'installazione, ca va sans dire, si presta a essere percorsa con un ritmo sinuoso, rivelandosi da subito come tragitto sensoriale, in un parola sinestesia. È un'opera che vibra di luce fino al tramonto, per accendersi di notte con un fascio di led che ne enfatizzano la presenza scultorea. Tatto, vista, udito, olfatto, tutti i sensi sono coinvolti in questo micro paesaggio, una foresta circolare fatta di canne odorose, per godere al meglio, con sentimento panico, dell'essenza materica del legno, delle sue venature, del suo spessore, delle sue note ambrate. Un'esperienza unica che come un vortice conduce dritti verso un centro, cuore pulsante dell'installazione: ad attenderci canestri e palloni, si gioca, si salta, si ritorna bambini. L'atto dell'attraversare, matrice comune ai diversi padiglioni, rivela ancora una volta una duplice natura, perché si viaggia con il corpo ma anche con la mente. E se nel viaggio è insito il cambiamento, si esce davvero diversi da questo spazio, metafora tangibile di architettura sostenibile, invito a ripensare alla bellezza del mondo grazie a un contatto diretto con la natura, con il gioco, anche attraverso il bambino che è in noi. Un contatto che parte dal legno, scelto dai progettisti in virtù dei suoi benefici: capacità di immagazzinare carbonio, essere una risorsa rinnovabile, purificare gli spazi interni, e non ultimo il suo appeal estetico. Ragion per cui la capanna di DREAM non può che essere ulteriore declinazione di questo materiale.

Nella capanna ci si pone spesso il problema del tetto e delle pareti, la nostra invece interroga questa nozione di interiorità attraverso una moltiplicazione di pareti porose che evoca allo stesso tempo il concetto di limite. Con la sua forma circolare, mette in scena il legno, che come spiegavo, è un elemento centrale nella visione di DREAM. Qui lo troviamo dove non ce lo aspettiamo: nella finezza, nella flessibilità. […] La nostra capanna, che non ha nessuna parete opaca, solleva la questione dell'interno e dell'esterno. Offre una vista a 360° che permette di creare una relazione intensa con un contesto eccezionale: i giardini rinascimentali, lo splendido patrimonio vegetativo, la flora e la fauna. È anche un luogo per rilassarsi, in cui l'acustica e i giochi di luce e ombra sono molto particolari 15.

La capanna, pensata come spazio della memoria e del gioco, verrà riproposta al Villaggio Olimpico in occasione dei Giochi di Parigi 2024, sfruttando al massimo la sua naturale inclinazione ludica e conviviale, dettata dalla presenza di canestri e di sedute. Vocazione che ritroviamo nel Banquetes des Vestiges (Figg. 5-6)

Fig. 5 - Studenti del Master in Arti politiche (SPEAP) di Sciences Po e del laboratorio "Place du vivant" dell'École des Arts Décoratifs di Parigi, <i>Banquets des vestiges</i>, 2022, tavolo e oggetti in legno e materiali riciclati, giardini di Villa Medici, Roma (Foto cortesia Bibiana Borzì©)
Fig. 5 - Studenti del Master in Arti politiche (SPEAP)
di Sciences Po e del laboratorio "Place du vivant" dell'École des Arts Décoratifs di Parigi
Banquets des vestiges, 2022
tavolo e oggetti in legno e materiali riciclati, giardini di Villa Medici, Roma
(Foto cortesia Bibiana Borzì©)



Fig. 6 - Studenti del Master in Arti politiche (SPEAP) di Sciences Po e del laboratorio “Place du vivant” dell’École des Arts Décoratifs di Parigi, Banquets des vestiges, 2022, tavolo e oggetti in legno e materiale riciclato, giardini di Villa Medici, Roma (Foto cortesia Bibiana Borzì©)
Fig. 6 - Studenti del Master in Arti politiche (SPEAP)
di Sciences Po e del laboratorio “Place du vivant” dell’École des Arts Décoratifs di Parigi
Banquets des vestiges, 2022
tavolo e oggetti in legno e materiale riciclato
giardini di Villa Medici, Roma
(Foto cortesia Bibiana Borzì©)

ultima opera, in ordine di tempo, realizzata ed esposta al Festival des cabanes, firmata dagli studenti del Master SPEAP (Sciences PO) 16 & Ecole des Arts Decoratifs di Parigi 17. La collaborazione tra allievi di queste due importanti istituzioni culturali, ha dato vita all'idea di ricreare una sorta di capanna nomade, spazio perfetto per mettere in scena ciò che i latini avrebbero definito convivium, nel senso letterale di banchetto, derivato di convivere insieme. Il padiglione, infatti, si sviluppa intorno a un grande tavolo che funge da luogo collettivo, spazio performativo, punto di incontro per il pubblico. Realizzato con materiali riciclati e moduli prefabbricati, il tavolo è l'elemento centrale attorno al quale ruotano piccoli oggetti: bottiglie, drappi, panchine, abbandonati come vestigia di un tableau vivant, del quale possiamo solo immaginare la scena.

Questi oggetti cristallizzano delle azioni precise durante i momenti di collettività che ospita la capanna: un palco per parlare, un leggio per leggere un testo, una panchina per sedersi e ascoltare, una bandiera per riunirsi, delle luci per illuminare i e le performer e una rastrelliera per i vestiti di scena e i tessuti. La capanna stessa è una performance più che un'architettura di rifugio, è un rifugio per il pensiero e l'espressione 18.

L'idea di tavolo/triclinio, riporta certamente all'atto del banchettare, ma per esteso il significato si apre al condividere spazi e momenti di una dimensione quotidiana, evocata da oggetti che nella loro semplicità e disposizione sono testimoni della vita reale, tracce, impronte di un evento che si è appena consumato. Come il nubifragio estivo che ha colpito Roma nel mese di luglio, mettendo a dura prova l'installazione e mutandone in parte il suo aspetto originale: un evento imprevisto che ha regalato a quest'opera il fascino eterno della rovina. Serendipity la chiamerebbero gli inglesi, ovvero quella capacità o fortuna di fare per caso inattese e felici scoperte, mentre in realtà si sta cercando altro. E fatalità ha voluto che la natura fosse vera regista di questa performance, quasi a ricordarci l'importanza dei segnali che il pianeta di continuo ci manda. Ciascuna delle opere esposte, infatti, ha il merito di porre degli interrogativi circa il delicato rapporto uomo-natura, dimostrando al contempo che architettura e design non sono discipline appannaggio di pochi ma, più di altre forme espressive, hanno una finalità pratica, oltre che estetica, con la quale siamo chiamati a misurarci quotidianamente.

In quest'ottica, alla prima edizione del Festival delle Cabanes, va il merito di aver delineato sinteticamente lo stato dell'arte rispetto a un tema complesso come quello dell'architettura e del design sostenibile, rendendolo accessibile al grande pubblico. Una strada ancora in salita, che nei prossimi anni, ma già nell'immediato presente, si presta a essere occasione unica di ricerca e sperimentazione, indispensabile per immaginare e costruire un futuro migliore. Agli architetti e ai designer l'arduo compito di progettare strutture e scenari del domani, ecosostenibili, a basso impatto ambientale, con materiali di riciclo, ma in primis felici, perché la felicità resta sempre il fine ultimo dell'architettura, parola di Gio Ponti.

                    
                    
                    
                    

NOTE

RINGRAZIAMENTI

Un sentito ringraziamento alla Direzione e all’Équipe di Villa Medici per la preziosa collaborazione e per l’accoglienza nei meravigliosi giardini.

1 La XVII Edizione della Biennale di Venezia (dal 22-05-2021 al 21-11-2021), curata da Hashim Sarkis, professore al Massachusetts Institute of Technology, ha raccolto lavori di 112 partecipanti provenienti da 46 Paesi diversi, con una maggiore rappresentanza da Africa, America Latina e Asia e con un'ampia presenza femminile. L'esposizione ha avuto come focus la salvaguardia del pianeta, nel tentativo di rendere noto al grande pubblico le sfide architettoniche, e non ultime ambientali, attese per i prossimi anni. Emblematici, da questo punto di vista, sono i titoli delle diverse sezioni che hanno organizzato i contenuti della mostra: ambiente, habitat, inclusione sociale, conflitti, e non ultima salute, parole chiave al centro dell'agenda internazionale, che rivelano un comune denominatore green. Cfr. Sarkis 2021.

2 Dal 7 al 12 giugno 2022 la mostra-installazione “Design with Nature”, ospitata all'interno del padiglione 15 di S.Project , è stata un'importante spunto di riflessione sui temi dell'economia circolare e del riuso, a partire da una sostanziale rilettura della città, intesa come riserva del futuro, dove trovare gran parte delle materie prime utili alle nuove costruzioni. Ecco perché, anche alle diverse parti che compongono l'opera verrà data una seconda chance di vita: terminato il Salone del Mobile potranno essere reimpiegate all'interno di spazi pubblici e privati, trovando così una nuova collocazione. Anche i materiali dell'installazione, sono stati selezionati con cura, all'insegna della sostenibilità: spazio dunque al riciclo, alle filiere naturali, agli scarti, a dimostrazione che la transizione ecologica è già in atto.

3 Ian L. McHarg ( 1920-2001) è stato un architetto paesaggista scozzese, teorico tra i più influenti del movimento ambientalista. Il suo libro Design with Nature (1969) ha aperto la strada al concetto di pianificazione ecologica e continua ad essere uno dei più importanti contributi dedicati all'architettura del paesaggio e alla pianificazione territoriale. Cfr. Mc Harg 1969.

4 Cfr. Boeri 2015.

5 L'istituzione dell'Accademia di Francia a Roma avvenne durante il regno di Luigi XIV. Fondata nel 1666 su iniziativa di Jean-Baptiste Colbert Gian Lorenzo Bernini, l'Accademia accoglieva sia i vincitori del Prix de Rome, sia i borsisti protetti da grandi casate nobiliari. I giovani artisti, nominati dal re, avevano la possibilità di studiare in Italia e accrescere la loro formazione durante i periodi di soggiorno a Roma. Prima di approdare a Villa Medici, l'Accademia di Francia a Roma è stata ospitata all'interno di sedi diverse: la dimora di Sant'Onofrio sul Gianicolo, Palazzo Caffarelli (1673),  Palazzo Capranica (1684) e, infine, a Palazzo Mancini (1725), in via del Corso, come appare nelle celebri vedute di Giovan Battista Piranesi. Nel maggio 1803, la Francia e la Corte d'Etruria decisero di scambiare Palazzo Mancini con Villa Medici. Cfr. DELAPLANCHE 2016.

6 Cfr. VILLA MEDICI : L'ACCADEMIA DI FRANCIA 1995, Racine, Morel 1998.

7 Claudio Parmiggiani (1943) è stato chiamato nel 2015 a realizzare per il soffitto della Stanza degli amori a Villa Medici, sette tavole della serie Delocazioni, con una tecnica particolare messa a punto dall'artista a partire dagli anni Settanta. Si tratta di oggetti che esposti all'azione del fuoco e poi rimossi, lasciano sulla tavola la presenza leggera, quasi evanescente, della loro forma, sotto forma di impronta, di segno della memoria. In questo caso protagoniste dell'opera sono le farfalle, con una forza evocatrice che può essere letta come metafora di leggerezza, di libertà, o ancora di morte, legandosi agli avvenimenti che hanno interessato lo storico appartamento del cardinale Ferdinando de Medici. La Stanza degli amori, insieme alla Stanza delle Muse, e alla stanza degli Elementi, sono un trionfo del tardo Manierismo. Dipinte da Jacopo Zucchi, erano un tempo deputate ad accogliere i più illustri ospiti della villa, tra questi Cosimo III, mandante, secondo le cronache, dell'incendio che causò la distruzione della decorazione, ritenuta lasciva e poco decorosa. Da allora la stanza è rimasta con i muri spogli e le originali tele dipinte del soffitto sono state sostituite da semplici pannelli di legno grezzo. Dopo un delicato intervento di restauro che, tra il 2011-2012, ha interessato i fregi e i soffitti dell'appartamento cardinalizio, l'Accademia di Francia a Roma ha deciso di colmare quel vuoto con l'installazione di Parmiggiani, creando un suggestivo connubio tra arte contemporanea e rinascimentale, senza tralasciare gli interventi realizzati dal direttore Balthus nel corso del suo lungo mandato, dal 1961 al 1977. Cfr. de Chassey 2015, BALTHUS ALL'ACCADEMIA DI FRANCIA 2015.

8 Christophe Ouhayoun e Nicolas Ziesel hanno fondato Koz Architects nel 1999 con l'obiettivo di sviluppare un'architettura espressiva e allegra, fondata sulla discussione, sulla sperimentazione e sulla democrazia creativa, aperta a soluzioni che favoriscano le innovazioni sociali e ambientali. Il gruppo sostiene il rilancio dell'architettura in legno, sia in Francia sia in alcune zone delle foreste tropicali.

9 FESTIVAL DES CABANES 2022, p. 24.

10 Frédérique Barchelard e Flavien Menu fondano WALD tra il 2019 e il 2020, durante il loro anno di residenza come borsisti di Villa Medici. Nello stesso anno elaborano Proto-Habitat, un padiglione in legno, accompagnato da una mostra itinerante.  In linea con le matrici poetiche di questo progetto, il gruppo propone costruzioni ecocompatibili in legno, come SOLARproto (Amsterdam) e ProtoCAMPO (Roma), lavorando a progetti ecosostenibili sia in Francia che in Europa.

11 Si tratta di 44 allievi dell'Istituto professionale “Haroun Tazieff” di Saint-Paul-lès- Dax, specializzato nell'industria del legno.

12 Proto-CAMPO riprende fedelmente la poetica di un progetto precedente: Proto-Habitat, installazione realizzata in legno a km zero, dunque preso a poca distanza dal luogo di assemblaggio dell'opera, che può essere assemblato e smantellato.

13 FESTIVAL DES CABANES 2022, p. 40.

14 DREAM è uno studio di architetti fondato nel 2018 da Dimitri Roussel. Ha un team giovane e internazionale e realizza progetti con una forte vocazione ambientale, come nel caso dei primi edifici certificati low carbon costruiti a Bordeaux nel 2018. Lo studio ha all'attivo il progetto per il Campus con la più grande struttura lignea d'Europa, il sito Arboretum a Nanterre, e parteciperà alla realizzazione del Villaggio Olimpico per i Giochi di Parigi 2024.

15 FESTIVAL DES CABANES 2022, pp. 68-69.

16 Il Master in Arti Politiche (SPEAP) fa parte della Scuola di Affari Pubblici di Sciences Po. È stato fondato dal sociologo Bruno Latour, e oggi ricade sotto la direzione di Frédérique Aït-Touati, storica di Letteratura e Scienze moderne. Il corso riunisce artisti e ricercatori per lavorare su progetti concreti legati alle più urgenti problematiche contemporanee.

17 L'École des Arts Décoratifs di Parigi è un'importante istituzione pubblica culturale, sotto l'autorità del Ministero della Cultura francese. Vanta una lunga tradizione, nasce infatti dall'École royale gratuite de dessin creata nel 1766 da Jean-Jacques Bachelier. Luogo di formazione intellettuale, creativa e artistica, la scuola offre diverse specializzazioni indirizzate a futuri artisti e designer, impegnati in vari ambiti, dall'architettura d'interni, al design di oggetti, fino alla grafica, alla moda, alla scenografia.

18 FESTIVAL DES CABANES 2022 , p. 87.



BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE


Albrecht 2012

Benno Albrecht, Conservare il futuro. Il pensiero della sostenibilità in architettura, Padova, Il Poligrafo, 2012.


Architettura sostenibile 2017

Architettura sostenibile, Roma, Promopress, 2017.


Balthus all'Accademia di Francia 2015

Balthus all'Accademia di Francia a Roma, catalogo della mostra, Villa Medici

24 ottobre 2015 - 31 gennaio 2016, Milano, Electa, 2015.


Balzani, Di Giulio 2021

Architettura e sostenibilità Innovazione e sperimentazione tra ambiente costruitoe paesaggio, a cura di Marcello Balzani, Roberto Di Giulio, Milano, 2021.


Barbero 2009

Silvia Barbero, Brunella Cozzo, Ecodesign, Konigswinter, Ulmann, 2009.


Boeri 2015

Stefano Boeri, Un Bosco Verticale. Libretto di istruzioni per il prototipo di una cittàforesta, Mantova, Edizioni Corraini, 2015.


Cardelus 2022

Cayetano Cardelus, Green architecture for a sustainable future, Milano, Loft Media Publishing, 2022.


Contal, Revedin 2009

Marie-Hélène Contal, Jana Revedin, Progettare la sostenibilità. I maestri di una nuova architettura, a cura di Marco Moro, Milano, Edizioni Ambiente, 2009.


Coppa 2020

Alessandra Coppa, Architetture dal futuro. Visioni contemporanee sull'abitare, Milano, 24 Ore Cultura, 2020.


Corrado 2010

Maurizio Corrado, Il verde Verticale, Napoli, Sistemi Editoriali, 2010.


de Chassey 2015

Claudio Parmiggiani. La chambre des amours de la Villa Medicis, a cura di Eric de Chassey, Milano, Silvana Editoriale, 2015.


Delaplanche 2016

350 anni di creatività. Gli artisti dell'Accademia di Francia a Roma daLuigi XIV ai nostri giorni, a cura di Jérôme Delaplanche, Roma, Officina Libraria, 2016


Dettagli nell'architettura contemporanea. Architettura sostenibile 2022

Dettagli nell'architettura contemporanea. Architettura sostenibile, Roma, The Plan, Promopress, 2022.


Eco Strutture. Forme di un'architettura sostenibile 2009

Eco Strutture. Forme di un'architettura sostenibile, Novara, White Star, 2009.


Femia, Ardenne 2021

Alfonso Femia, Paul Ardenne, La città buona Per una architettura responsabile, Venezia, Marsilio, 2021.


Festival des Cabanes 2022

Festival des Cabanes, catalogo della mostra, 25 maggio-02 ottobre 2022, Villa Medici, Roma, 2022.


Gutiérrez 2017

Manel Gutiérrez, La nuova casa ecologica. Idee per una casa sostenibile, Milano, Loft Media Publishing, 2017.


Jodidio 2018

Philip Jodidio, Green architecture, Koln,Taschen, 2018.


Mascitti 2018

Jacopo Mascitti, Bio-inspired Design. Le prospettive di un design per la sostenibilità ambientaleguidato dalla natura, Firenze, Altralinea, 2018.


Mcharg 1969

Ian L. McHarg, Design with nature, Garden City, N.Y, Natural History Press Edition, 1969.


Ponzini 2022

Carlo Ponzini, Costruire, abitare, arredare in modo sostenibile. La progettazione dell'edificiodalla costruzione all'arredamento, un percorso integrato, Santarcangelo di Romagna (RN), Maggioli Editori, 2022.


Racine, Morel 1998

Roma. Villa Medici, testi di Bruno Racine, Philippe Morel, Milano, Franco Maria RicciEditore, 1998.


Rubini, Sangiorgio, Le Noci 2016

Luca Rubini, Silvia Sangiorgio, Claudia Le Noci, Il nuovo edificio green. Soluzioni per il benessere abitativo el'efficienza energetica, Milano, Hoepli, 2016.


Sarkis 2021

Biennale Architettura 2021. How will we live together?, a cura di Hashim Sarkis, Venezia, La Biennale di Venezia, 2021.


Tamborrini 2009

Paolo Tamborrini, Design sostenibile. Oggetti, sistemi e comportamenti, Milano, Electa, 2009.


Vezzoli 2017

Carlo Vezzoli, Design di prodotto per la sostenibilità ambientale, Bologna, Zanichelli, 2017.


Villa Medici : l'Accademia di Francia 1995

Villa Medici : l'Accademia di Francia a Roma, Roma, F.lli. Palombi, 1995.




 


                    
PDF
QrCode

Contributo valutato da due referees anonimi nel rispetto delle finalità scientifiche, informative, creative e culturali storico-artistiche della rivista

Risali

BTA copyright MECENATI Mail to www@bta.it