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Luca Beltrami e lo stile “italiano” in piazza della Scala

 

 

Andrea D'Agostino
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 13 Febbraio 2014, n. 704
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Area Mostre

La storia di una banca, di un centro storico e ancora, di una città che più di altre ha cambiato fisionomia durante il Novecento. È l’obiettivo della nuova mostra aperta all’interno delle Gallerie d’Italia in piazza della Scala: Lo “stile italiano”. Luca Beltrami per la Banca commerciale italiana (fino al 13 aprile, ingresso gratuito). La città, ovviamente, è Milano. E il sottotitolo della mostra non potrebbe essere più eloquente: Itinerario storico fotografico nella “città che s’avvia a divenire metropoli”.

Come le precedenti, anche questa è una mostra-dossier: le opere esposte provengono infatti dalle collezioni della banca Intesa Sanpaolo, proprietaria del complesso delle Gallerie, che comprendono il museo dedicato all’800 e quello di arte contemporanea ribattezzato Cantiere Novecento. Due musei in quattro palazzi d’epoca che accolgono migliaia di dipinti, sculture e installazioni che offrono un’esauriente panoramica dell’arte italiana (per l’800 soprattutto della scuola lombarda) – degli ultimi due secoli.

La rassegna presenta per la prima volta al pubblico una settantina di fotografie d’epoca dei primi del Novecento – quando venne realizzato l’edificio della Banca Commerciale, più precisamente tra 1907 e 1911 – alternate ad alcune a colori di Gabriele Basilico nei primi anni Novanta, quando l’edificio della “Comit” fu sottoposto ad una campagna di restauro. Gli scatti sono attualmente conservati e catalogati dall’Archivio storico di Intesa, che ne possiede in totale circa 300mila. «È uno degli archivi bancari più grandi d'’Europa», spiega Barbara Costa, che ha curato la mostra assieme ad Amedeo Bellini, Serena Berno e Ornella Selvafolta. «Vi si conservano fotografie di eventi come cerimonie e inaugurazioni, ma anche dei vecchi impianti industriali i cui proprietari si rivolgevano all’istituto per richieste di finanziamento: queste immagini all’epoca erano pretese dalla banca per le pratiche di mutuo, per assicurarsi dello stato di salute di cui godeva quell’impresa».

Protagonista della rassegna è l’architetto Luca Beltrami (1854-1933) al quale fu affidato il compito di progettare la nuova sede di una delle emergenti istituzioni cittadine. Una figura davvero “onnipresente” nella Milano di quegli anni: è a lui che si devono, solo per fare qualche esempio, la sede del Corriere della Sera in via Solferino, la Sinagoga in via della Guastalla, il palazzo della Permanente in via Turati, il restauro del Castello Sforzesco (con la ricostruzione della Torre del Filarete, crollata nel 1521) e il completamento della facciata di Palazzo Marino, sede del Comune, sempre in piazza della Scala. Al culmine della sua attività si recò a Roma dove fu nominato architetto del Vaticano, progettando la nuova ala dei musei destinata alla Pinacoteca: è qui che morirà nel 1933, a quasi 80 anni.

In mostra non mancano le curiosità storiche. Nata nel 1894, la banca conobbe subito una rapida ascesa, tanto che ben presto la vecchia sede centrale – in piazza della Scala, accanto alla Galleria Vittorio Emanuele – si rivelò inadatta. I vertici pensarono di trasferirsi nella poco distante piazza Cordusio, il nascente centro economico milanese dove lo stesso Beltrami aveva già progettato il palazzo delle Assicurazioni generali (in un curioso stile neo rinascimentale, dotandolo di una piccola cupola), salvo poi cambiare idea. Fu allora deciso di costruire una nuova sede, di fronte a quella già occupata, nel versante nord della piazza, tra Palazzo Marino e il Teatro. «Una scelta lungimirante – prosegue Costa – perché si era capito che piazza Cordusio non era grande abbastanza, oltre ad essere al centro di uno snodo viario trafficato. In piazza della Scala, invece, sarebbe stato più facile ampliarsi, acquisendo i terreni dove sorgeva anche la chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte, allargando lo slargo e dando così più risalto all’edificio». Un progetto ambizioso, quindi, che portò a demolire – tra mille polemiche – proprio la chiesa settecentesca, che all’epoca ospitava l’archivio comunale. Molte delle foto in mostra – le più antiche riportano timbro e firma dell’autore, quell’Achille Ferrario che documentò i restauri di Beltrami al Castello Sforzesco – testimoniano queste demolizioni. Una, in particolare, ritrae le volte della chiesa ormai demolita, “contrapposta” curiosamente ad un’altra apertura: sullo sfondo si vede infatti la Galleria Vittorio Emanuele, in un suggestivo gioco urbano di concavità e convessità. Altre foto, invece, mostrano scorci di un centro che verrà poi devastato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. «La Scala, ad esempio, fu duramente colpita – racconta Serena Berno – come pure molti degli edifici di via Manzoni. Ma in generale, fu tutto il centro storico a riportare pesantissimi danni». Si salvò a malapena il Duomo, mentre il palazzo di Beltrami riportò solo lievi danni: cornicioni crollati o lucernari le cui vetrate si ruppero, ma per le onde d’urto causate dalle esplosioni.

Un altro aspetto interessante della mostra è la presenza, al centro, di un grande tavolo dove sono disposti in ordine sparso le copie di decine e decine di progetti e disegni tecnici, realizzati dall’architetto e dal suo team di collaboratori per l’edificio. Il pubblico è così invitato a sfogliarli, prenderli in mano e avvicinarli alle foto per identificare i vari particolari: emerge così la grande accuratezza di Beltrami nel disegnare elementi decorativi come inferriate, saloni, con quello stile “italiano” che voleva affrancarsi dal liberty d’Oltralpe.

Oltre alla mostra, sono previsti due incontri curati dall’archivio storico di Intesa nei prossimi mesi. A marzo sarà invece la volta del Castello Sforzesco, che ospiterà una mostra monografica su Beltrami.

 

 

LA MOSTRA

Lo “stile italiano”. Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana

Itinerario storico fotografico nella “città che s’avvia a divenir metropoli”

Ingresso libero

Apertura dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 19.30

(il giovedì fino alle 22.30)

 

www.gallerieditalia.it

 

 
































Fig. 1
Demolizione degli edifici preesistenti verso piazza della Scala e via Manzoni, fine 1905 - inizio 1906
fotografo G. Valtellino & C.

Fig. 2
Dettaglio del cantiere con a sinistra la demolizione della chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte, 16 marzo 1908
fotografo Achille Ferrario

Fig. 3
Vista del palazzo in costruzione, 11 settembre 1909
fotografo Achille Ferrario

Fig. 4
Panoramica di piazza della Scala, 1932
fotografo Luca Comerio

Fig. 5
Il salone principale “A”, odierno salone Beltrami, 1911-1912
fotografo Gigi Bassani

Fig. 6
Scorcio del salone principale “A”, marzo 1990
fotografo Gabriele Basilico

Fig. 7
Lo scalone d'onore nello snodo tra la salita alla Direzione e la discesa al caveau, marzo 1990
fotografo Gabriele Basilico

Fig. 8
Prospetto quotato con indicazioni di sezioni dell'ingresso al caveau principale delle cassette di sicurezza,
Disegno originale di Luca Beltrami

Fig. 9
Prospetto di una chiusura in ferro battuto per la sede Comit,
Disegno originale di Luca Beltrami

Fig. 10
Dettagli del lampadario a sospensione a quattro luci per la sala del pubblico,
Disegno originale di Luca Beltrami



	
Foto cortesia dell'Ufficio Stampa della Mostra




	

Contributo valutato da due referees anonimi nel rispetto delle finalità scientifiche, informative, creative e culturali storico-artistiche della rivista

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