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I fotografi di scena al Museo di Roma in Trastevere  
Claudia Governa
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 1 Aprile 2007, n. 452
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La mostra Fotografi di scena. L'occhio Indiscreto del cinema italiano ospitata dal Museo di Roma in Trastevere dal 10 febbraio al 1 aprile racconta la storia del cinema italiano attraverso lo sguardo di 15 fotografi di scena appartenenti all'AFS (Associazione Italiana Fotografi di Scena).

La prima sezione è dedicata a Roberto Rossellini: a cento anni dalla sua nascita, infatti, il grande regista è noto al grande pubblico quasi esclusivamente per la cosiddetta "trilogia della guerra" (Roma città aperta, Paisà, Germania anno zero). Rimane invece per lo più sconosciuto il suo progetto enciclopedico per rappresentare attraverso il racconto audiovisivo e multimediale le interrelazioni tra le ricerche dei protagonisti della tradizione umanistica del passato e del presente. Così l'attenzione è posta sul legame di continuità tra il lavoro svolto dai maestri dell'umanesimo classico e quello di Roberto Rossellini per mantenere vivo il dialogo tra la ricerca scientifica, la ricerca artistica e la ricerca tecnologica fino al secolo del cinema e dei nuovi media. Le fotografie, risalenti agli anni '70 e relative ai film sui grandi personaggi della storia, possono essere definite come "immagini ferme", nel senso che gli attori si mettevano in posa, magari anche col regista, per creare delle immagini che sia documentassero la lavorazione del film sia promuovessero il film stesso. Infatti i fotografi di scena hanno il difficile compito di raccontare l'anima di un film attraverso sequenze senza movimento.

La seconda sezione è dedicata a film più recenti e presenta 80 immagini in bianco e nero e a colori diverse per stili, sensibilità e tecniche, che testimoniano quanto la foto di scena abbia saputo adattarsi ai cambiamenti del mondo cinematografico (scatti più veloci, riprese in digitale, ecc.). Vi sono a confronto tre generazioni di fotografi professionisti. Della prima fanno parte Mario Tursi, Sergio Strizzi, Umberto Montiroli, Emilio Lari; alla centrale appartengono Gianfranco Salis, Roberto Calabrò, Giovanni Caramanico, Romolo Eucalitto, Adriano Giordanella e Bruno Rukauer. Infine, l'ultima generazione con Angelo Raffaele Buretta, Alberto Ludovico Dionisi, Fabio Lovino, Philippe Antonello e Claudio Iannone. Nelle foto sono immortalati volti noti come Roberto Benigni e Massimo Troisi nei set di film di grande successo (La vita è bella, I cento passi, Malena, Le fate ignoranti, Non ci resta che piangere, ecc.), però vengono ripresi a volte proprio quando la macchina da presa non è puntata su di loro.
Ed ecco che vediamo ridere in un momento di relax una Giovanna Mezzogiorno che nel film La finestra di fronte in realtà aveva un ruolo drammatico.
In alcune immagini sono evidenti le macchine di scena, come la cosiddetta "dolly", ossia il braccio meccanico che consente alla cinepresa di muoversi, oppure compaiono in azione tutte le figure professionali che agiscono nel backstage, determinanti per la lavorazione di un film. Alcune foto possono sembrare quasi riproduzioni del film stesso, altre godono di una totale autonomia artistica ed è qui che è anche più evidente lo stile particolare di un fotografo (come le immagini di Romolo Eucalitto, dal taglio e dall'intensità uniche).

Il 21 marzo c'è stato un incontro con il prof. Arciero del DAMS dell'Università di Roma 3 che si occupa di diritto d'autore, con alcuni fotografi di scena e con il regista Tinto Brass: si è discusso a lungo sulla funzione della foto di scena, visto che ha soprattutto un forte valore commerciale, perché è il primo tramite per costruire il lancio pubblicitario, i manifesti e la visibilità sui giornali di tutto il mondo.
Il prof. Arciero ha focalizzato il problema sul fatto che la fotografia di scena è finanziata dal produttore del film e i diritti d'autore spesso vengono riconosciuti solo se l'immagine risulta "opera dell'ingegno", il che fa capire come ci si muova su confini molto labili.
Tinto Brass ha affermato di aver sempre dato piena libertà ai sui fotografi di scena. Uno di questi, che da anni ha instaurato un sodalizio col regista, è Gianfranco Salis, il quale ha dichiarato l'importanza di essere quotidianamente presenti sul set, mentre oggi si tende a non seguire tutta la lavorazione del film ma a fotografare delle giornate "a campione".

Finalmente è stata data voce a un'arte che spesso resta in sordina, la fotografia di scena, che unisce la passione per la fotografia a quella per il cinema, oltre ad essere un'importante testimonianza per la storia del costume.












 
 

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