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Guardami.
Il Palazzo delle Papesse ovvero il palazzo delle libertà
 
Giuseppe Carrubba
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 23 Agosto 2006, n. 438
http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00438.html
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Area Musei

Il Palazzo delle Papesse in Siena è uno dei centri più attivi e trendy per quanto riguarda le ultime tendenze e la nuova generazione dell'arte, sia in ambito nazionale che internazionale. Rappresenta il luogo e la storia di uno dei più riusciti esperimenti espositivi di arte contemporanea, dove il passato si incontra con il presente, attraverso progetti di ampio respiro disciplinare e linguistico.

Il Palazzo delle Papesse è un centro espositivo senza una vera e propria collezione permanente, questo per una scelta di politica culturale e perché gli spazi del palazzo non sono adeguati a contenerne una, essendo circoscritti e predisposti per trasformazioni continue, in base all'allestimento e in rapporto al tipo di evento. Per creare una memoria storica delle esperienze del contemporaneo, il Palazzo ha acquisito una ventina di opere delle quali alcune possono essere fruibili nel piano riservato agli uffici e all'amministrazione, oppure negli spazi di comunicazione tra un settore e l'altro.

L'edificio in origine era chiamato Palazzo Piccolomini in quanto costruito, tra il 1460 e il 1495 su disegno di Bernardo Rossellino, per Caterina Piccolomini, sorella di Pio II, da cui l'attuale nome Palazzo delle Papesse. Nel 1884 fu acquistato dalla Banca d'Italia, che fece eseguire diverse modifiche per renderlo funzionale alle nuove esigenze. Dal 1998, restaurato, è diventato l'attuale centro per l'arte contemporanea.

La struttura è, così, storicamente connotata con i suoi due piani principali: il primo ha uno spazio più saldo e rappresentativo, con maggiori altezze rispetto al secondo, conserva elementi decorativi rinascimentali e affreschi di gusto neoquattrocentesco, realizzati intorno alla fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento; il secondo presenta spazi più raccolti che si risolvono nella splendida terrazza interna. Il terzo piano è riservato agli uffici e all'amministrazione.

Nel punto più alto del palazzo un'altana domina il paesaggio senese circostante. Lo spazio espositivo chiamato caveau non è altro che lo spazio costruito nel 1952 dalla Banca d'Italia per essere utilizzato proprio come caveau. Vi si accede dal primo piano attraverso una piccola scala e viene attualmente riservato come project room per ospitare progetti di sperimentazione e ricerca artistica. Tra gli artisti che hanno aderito al progetto per lo spazio del caveau è importante ricordare Studio Azzurro e Vittorio Corsini nel 2002, Vedovamazzei nel 2002-2003, Jason Middlebrook e Isabella Bordoni nel 2003, Richard Wilson e Laura Vinci nel 2004 e Petulia Mattioli e Russell Mills nel 2004-2005.

Anche il bookshop, all'ingresso a piano terra, viene considerato come uno spazio da reinterpretare ogni volta dagli artisti che propongono progetti site specific: l'inaugurazione con un allestimento curato dall'artista tedesca Leni Hoffmann, l'intervento nel 2005 dell'artista Luca Pancrazi, il progetto di Botto & Bruno in occasione della mostra in corso Good vibration - Le arti visive e il Rock.

Tutto ciò fa da cornice alle esperienze temporali della contemporaneità, in un rapporto dinamico che di volta in volta in base al tipo di intervento culturale, coniuga l'arte contemporanea all'interno di un ambiente fortemente storicizzato, per sviluppare un linguaggio sensibile in relazione allo spazio e al territorio.

Il Centro d'Arte Contemporanea "Palazzo delle Papesse" è diretto da quattro anni da Marco Pierini, affiancato dal curatore Lorenzo Fusi, e vanta un attivo di trentaquattro mostre, di cui trentuno allestite al Palazzo stesso, due eventi organizzati a Prato presso "Officina Giovani" Cantieri Culturali Ex Macelli 1 e un evento organizzato per il quartiere 4 di Firenze.

Le due mostre negli spazi dei Cantieri Culturali Ex Macelli riguardano le esperienze di Sumptuous, dal 14 dicembre 2002 al 29 gennaio 2003, e di Flesh for Fantasy, dal 12 dicembre 2003 al 31 gennaio 2004. Entrambe hanno reso omaggio all'arte contemporanea presentando una selezione dei più noti artisti italiani e internazionali. Sumptuous 2 riguardava la trasformazione dello spazio suntuosamente arredato dove gli elementi decorativi erano le opere che ponevano dei problemi rispetto al loro significato, dove l'ambiente legato alla macellazione suggeriva l'ambivalenza e l'atmosfera della macchina scenica. Flesh for Fantasy 3 ha posto l'attenzione sulle esperienze artistiche inerenti al corpo, al sangue, alla carne e alle valenze simboliche che ne derivano.

La mostra 4X4 4 organizzata invece per il quartiere 4 di Firenze, promuoveva la realizzazione di quattro interventi d'artista in altrettanti sedi sul principio d'incidentalità dello spettatore in rapporto alla fruizione di opere d'arte contemporanea.

L'attività delle Papesse comprende anche la formazione dei giovani che aspirano ad entrare nel mondo dell'arte contemporanea: vengono, così, ospitati studenti che si qualificano professionalmente in stages, corsi di formazione e workshop; diventando delle risorse importanti per l'entusiasmo, la passione e la responsabilità.

Il Centro ha anche una funzione pedagogico-didattica mediante servizi specifici per la diffusione dell'arte contemporanea nelle scuole, nella città e nel territorio, attraverso la divulgazione degli interventi a diversi livelli di partecipazione da parte del pubblico.

Due mostre personali inaugurano ogni anno la stagione, come in passato per Barbara Kruger, Elger Esser, Olivo Barbieri, Christian Boltanski, Annette Messager, Jaume Plensa, Carlos Garaicoa, Anya Gallaccio, Elisa Sighicelli, e quest'anno per due fra i più significativi artisti della recente scena newyorchese  Leonardo Drew e Nari Ward.

Malgrado le critiche recenti, mosse nei suoi confronti per l'aspetto del mantenimento economico, i finanziamenti e i costi, il Palazzo delle Papesse continua a rispondere dignitosamente con la qualità di un lavoro curatoriale attento e con una partecipazione positiva di pubblico. In termini numerici si parla di una media di ventimila visitatori l'anno, circa settanta/ottanta presenze giornaliere.

Significativo il bilancio dopo un anno di programmazione di mostre che vanno da Identità & nomadismo della scorsa estate, a Guardami - Percezione del video, e due mostre monografiche in contemporanea Leonardo Drew - Existing Everywhere e Nari Ward - The Refinery X: a Simple Twist of Fate, infine l'attuale mostra dedicata al rapporto tra il rock e le arti visive Good Vibrations - Le arti visive e il Rock.

Il prossimo appuntamento espositivo - a cura di Lea Vergine, dal 14 ottobre 2006 al 7 gennaio 2007 - sarà, ancora una collettiva di artisti, D'Ombra, con opere sul concetto di "ombra" e le sue possibili teorie; l'ombra intesa come doppio ma anche come lato oscuro del sé. La mostra propone una ricerca artistica dove l'ombra è la struttura visiva significante e allude all'altro lato della psicologia umana.

D'Ombra è prodotta e organizzata dal Palazzo delle Papesse e dal MAN Museo d'Arte Provincia di Nuoro. Numerosi gli artisti presenti: Mario Airò, Doug Aitken, Carlo Alfano, Laurie Anderson, Stefano Arienti, Luciano Bartolini, Carlo Benvenuto, Barbara Bloom, Christian Boltanski, Fabrizio Corneli, Gino De Dominicis, Fischi & Weiss, Ceal Floyer, Alberto Garutti, Ann Hamilton, Mona Hatoum, Gary Hill, Joan Jonas, Nino Longobardi, Urs Lüthi, Fabio Mauri, Sebastiano Mauri, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Tracey Moffatt, Margherita Morgantin, Marvin E. Newman, Cornelia Parker, Claudio Parmiggiani, Gianni Pisani, Markus Raetz, Annie Ratti, Rosanna Rossi, Anri Sala, Susanne Simonson, Jana Sterbak, Fiona Tan, William Wegman, Francesca Woodman.
La mostra successivamente sarà presentata al MAN di Nuoro dal 26 gennaio al 6 maggio 2007.

Radio Papesse e la rete televisiva Art.t sono progetti sostenuti e promossi da TRA ART, la rete regionale toscana per l'arte contemporanea.
Radio Papesse è la prima radio nata all'interno di un museo: un'esperienza che è partita in forma sperimentale nel giugno 2005, sotto forma di blog all'interno del sito del Centro, e che a distanza di un anno è diventata una webradio con un proprio sito che trasmette in streaming utilizzando Internet come mezzo di comunicazione. Su www.radiopapesse.org si possono trovare paesaggi sonori, suoni d'artista, audioguide, interviste, e un servizio di podcasting che permette di scaricare, sul proprio lettore digitale, vari materiali relativi alle mostre e agli artisti che hanno esposto al Palazzo delle Papesse, oltre a tutte le notizie sulla rete regionale TRA ART.
Radio Papesse - TRA ART è un progetto curato da Carola Haupt e Cristiano Magi, con la redazione di Ilaria Gadenz e musiche originali di Francesco Oliveto.

La rete televisiva Art.t è una rete che sfrutta Internet come veicolo, attraverso il quale passano gli eventi televisivi sotto forma di dati, come fossero delle e-mail. È stata utilizzata come forma d'avanguardia da mettere alla prova all'interno dei progetti TRA ART e Porto Franco, durante la mostra Identità & nomadismo ed ha fornito servizi, interviste e riflessioni sulle problematiche dell'identità e del nomadismo e altri punti di vista importanti per l'approfondimento delle tematiche.
Durante la seconda metà del 2006 la rete televisiva dovrebbe dare inizio a trasmissioni più regolari che saranno visibili nei centri che aderiscono al progetto.
Art.t TRA ART è un progetto di Larry Bolognesi in collaborazione con Francesco Balocchi.

Identità & nomadismo è stata una tra le mostre più importanti del 2005, ha rappresentato l'evento di maggior interesse e richiamo di pubblico, insieme a tutti gli altri eventi collaterali promossi da "PORTO FRANCO. Toscana, terra dei popoli e della cultura" 5 e da "TRA ART, rete regionale per l'arte contemporanea" 6, sulla multiculturalità 7 e l'arte contemporanea per sviluppare abilità di attraversamento della complessità e contribuire alla comprensione delle culture e dei linguaggi del pianeta.

La mostra, curata da Lorenzo Fusi su progetto di Lanfranco Binni, Lorenzo Fusi e Marco Pierini, si è svolta dal 27 maggio al 25 settembre 2005 al Palazzo delle Papesse ed ha messo in evidenza la relazione dinamica dei due termini principali, l'identità e il nomadismo, e come questi rappresentino un processo fondamentale per comprendere la nostra storia culturale.

Ha coinvolto numerosi artisti quali Ajamu, Chantal Akerman, Jananne Al-Ani, Ghada Amer, Carlos Amorales, Nuria Carrasco, Marlene Dumas, Tracey Emin, Jon Mikel Euba, Meschac Gaba, Lyle Ashton Harris, Sandi Hilal e Alessandro Petti, Alfredo Jaar, William Kentridge, Jennifer e Kevin McCoy, Mario Rizzi, Zineb Sedira, Medhat Shafik, Do-Ho Suh, Kara Walker, Sislej Xhafa, Chen Zhen, ?elimir ?ilnik.

La mostra non presentava affermazioni, ma apriva delle questioni, il più delle volte problematiche e dolorose. Ogni artista aveva scelto un'opera in rapporto all'ambiente, allo spazio del Palazzo, con lo scopo di sollevare tutta una serie di interrogativi, per sollecitare l'attenzione e invitare lo spettatore alla riflessione.

La complessità della questione identitaria riguarda la pluralità e i diversi modi di organizzazione culturale che tale concetto presuppone. Si tratta dei principi e delle regole che un gruppo sociale costituisce e impone in rapporto alla propria configurazione geopolitica, dove la determinazione dell'Io e dell'Altro sono mutuati da concetti come razza, etnia, genere, stato e religione. Queste categorie definiscono le identità culturali come mere costruzioni dell'intelletto. La condizione di borderline in cui l'uomo contemporaneo si trova a vivere, nella confusione e nell'instabilità degli schemi tradizionali, conduce a nuove relazioni tra generi, generazioni e genti con la conseguente trasformazione dei rapporti di potere nelle società. L'intercultura è la cultura contemporanea, in cui dall'incontro di diverse esperienze possono nascere culture nuove e nuovi linguaggi. Il nomadismo implica l'idea di frammentazione e fluidità, di collegamento con l'alterità, con gli altri spazi sociali e psicologici, e gioca un ruolo fondamentale nella comprensione della condizione postmoderna e nella riorganizzazione dei saperi.
La mostra Identità & nomadismo ha messo in discussione i parametri prefissati tra la nostra identità e quella degli altri; gli artisti invitati hanno proposto opere per suscitare e stabilire un confronto sul personale, sui tabù, gli stereotipi, il politico, il capitalismo, l'economia,  in un sistema mondiale dove prevalgono gli opposti: il bianco e il nero, il maschile e il femminile, il locale e il globale e il nord e il sud. Lo spazio del Palazzo delle Papesse è diventato transnazionale all'interno di una politica dove l'altro si rifletteva in se stesso.

Guardami - Percezione del video, dal 15 ottobre 2005 al 8 gennaio 2006, a cura di Lorenzo Fusi, è stato un progetto espositivo dove a lavori storici di alcuni pionieri della videoarte quali Gary Hill, Nam June Paik, Bruce Naumann, Tony Oursler e Bill Viola sono state affiancate opere di Candice Breitz, Jessica Bronson, Janet Cardiff & George Bures Miller, David Cotterrell, Stan Douglas, Mona Hatoum, ?ejla Kamerić, William Kentridge, Mark Leckey, Zilla Leutenegger, Sefer Memisoglu, Giovanni Ozzola, Paulette Phillips, Pipilotti Rist, Mika Rottenberg, Studio Azzurro, Diana Thater, Marzia Migliora ed Elisa Sighicelli, Gillian Wearing e, dalla collezione permanente, opere di Bianco-Valente e Niamh O'Malley. La mostra non ha inteso tracciare la storia della videoarte ma ha rappresentato i diversi tipi di sollecitazioni sensoriali a cui la tecnologia ci sta abituando mediante l'immagine in movimento, attraverso la pellicola, il video e l'immagine elettronica.

Il lavoro di alcuni video-artisti storici ha affiancato il lavoro artistico delle nuove generazioni in un rapporto dialogico di alternanza, di scambio e confronto. Sono stati esposti due fondamentali opere di Bruce Nauman, i primi videotape, entrambi del 1968, quali Bouncing in the Corner No. 1 e Walk in Contrapposto, un'opera storica dell'artista Gary Hill Hole in the Wall del 1974, la prima video installazione dell'artista americano e, ancora, Nam June Paik con un'opera insolita One Candle, dove il reale e la ripresa in video si mescolano in un gioco di doppi fino a confondersi. L'omaggio alla tradizione pittorica in relazione alla storia e alla cultura locale è The Greeting di Bill Viola, in rapporto alla Visitazione del Pontormo conservata nella Pieve a Carmignano.

Il rapporto con l'immagine in movimento, con la pittura, con il disegno, con la storia, con la televisione viene indagato dagli artisti presenti in mostra.
Dai video di denuncia sociale e politica, Dream House di ?ejla Kameric, ai video che indagano il rapporto fra l'arte contemporanea e il mondo della televisione, come le opere di Candice Breitz, Pipilotti Rist e Stan Douglas. Scultoreo invece risulta il lavoro video di Tony Oursler, come scultoreo-ambientali possono essere definiti i lavori di  Janet Cardiff & George Bures Miller e  Mona Hatoum. Interessante il lavoro dell'artista inglese David Cotterrell che con Latitude, un'opera colta e sofisticata, ha ricostruito la rotta percorsa dal capitano Bligh, dopo l'Ammutinamento del Bounty, dai suoi diari di bordo tardo settecenteschi. Il video è un rendering computerizzato ottenuto dall'applicazione delle informazioni del capitano ai programmi navali di simulazione, un viaggio sensoriale nella storia.

L'opera Tavoli. Perché queste mani mi toccano ? di Studio Azzurro si può considerare l'unica videoambientazione veramente interattiva della mostra e presentata per la prima volta alla Triennale di Milano nel 1995. Sui tavoli compaiono delle immagini attraverso l'interazione dello spettatore, che stabilisce con essi un rapporto di tipo sensoriale. Le immagini per essere attivate hanno bisogno di una stimolazione tattile, anche se ciò che realmente fa scattare il meccanismo è l'effetto uditivo, il suono provocato dall'azione.

Le proiezioni a parete, le videosculture e le videoinstallazioni hanno stabilito un percorso espositivo atto a stimolare situazioni diverse in base all'ambiente, alle richieste delle opere stesse, interessate a sollecitare o a mettere in crisi le convenzioni visive, i vari punti di vista codificati per un'esperienza ricca di stimoli nuovi.

Le due mostre monografiche, in contemporanea al primo e secondo piano, Existing Everywhere e The Refinery X: a Simple Twist of Fate riservate rispettivamente a Leonardo Drew 8 e Nari Ward 9, dal 4 febbraio al 7 maggio 2006, hanno inaugurato il ciclo espositivo del nuovo anno e sono state un'occasione importante per conoscere l'opera dei due artisti. Al piano terra un'opera site specific nata dalla loro collaborazione mescola i linguaggi e anticipa le poetiche. In ogni stanza è stata riprodotta un'installazione, per cui prevale principalmente l'aspetto scultoreo e il carattere di ambientazione piuttosto che un susseguirsi di opere tradizionalmente appese alle pareti. Existing Everywhere rimanda a qualcosa che esiste ed è immanente, mentre The Refinery X: a Simple Twist of Fate vuole alludere a qualcosa di rielaborato, rimesso a posto, con una componente X, imponderabile in rapporto ad uno scherzo del destino. L'operatività e la poetica dell'artista diventano una sorta di gioco con qualcosa di predeterminato, costruito, pensato, progettato, ma che in qualche modo sfugge al controllo razionale per un fattore imprevedibile.

Leonardo Drew non ha mai esposto in Italia e in Europa, mentre Nari Ward ha esposto nel 2001 alla GAM di Torino con la mostra Attractive Nuisance a cura di Alessandra Pace, e ha partecipato al Progetto Arte all'Arte dell'Associazione Arte Continua 10 di San Gimignano, con un'installazione Illuminated sanctuary of empty sins a Poggibonsi 11, una grande scultura praticabile nata vicino ad un inceneritore e ad una discarica coperta.

La carriera e la formazione di questi due artisti newyorchesi si è evoluta nel corso degli anni Novanta. Nell'arco della loro professione entrambi hanno subito un pregiudizio: sistematicamente nelle varie manifestazioni internazionali veniva invitato ad esporre solo uno dei due, perché sembrava che lavorassero in maniera simile e invitarli entrambi poteva dare l'idea di una ripetizione. In realtà con questa mostra, come ha affermato il curatore Lorenzo Fusi, è stato dimostrato che Drew e Ward pur presentando nel loro lavoro dei legami e dei richiami, una specie di contrappunto, rivelano modo operativo, una pratica artistica e anche un risultato formale diametralmente opposti. Cresciuti intellettualmente e artisticamente a New York nello stesso periodo, i due artisti si sono conosciuti e hanno familiarizzato l'uno con il lavoro dell'altro; in questo senso è possibile rintracciare delle influenze reciproche, ma solo in maniera apparente e superficiale.
Armonizzando differenze notevoli, fondamentali nella pratica artistica di ognuno, gli artisti parlano di cose e di soggetti diversi e se Nari Ward utilizza il piano della narrazione, Leonardo Drew è più collegato all'esito formale. L'object trouvè rappresenta la poetica fondamentale di entrambi, ma cambia il modo di utilizzarlo e di interpretarlo all'interno del processo e dell'operatività del fare artistico.
Le opere di Drew sono composte da materiali vari, di scarto, sottoposti ad una maggiore usura temporale da parte di eventi atmosferici e fisici. Gli oggetti acquistano così una nuova vita che si manifesta nelle caratteristiche organiche della materia. Una poetica delle rovine dove la ruggine, che corrode, arricchisce l'oggetto di nuovi valori semantici. L'oggetto industriale viene scomposto, ricomposto, assemblato all'interno di un procedimento estetico e intellettuale con riferimenti compositivi minimalisti.
Il lavoro di Ward, che parte anch'egli dallo scarto e dal consumato, viene processato da un sentimento animistico che lega gli oggetti ad una rappresentazione simbolica e narrativa. La materia consumata e vissuta acquista un carattere spirituale e stimola una maggiore riflessione sui rifiuti della società dei consumi.
Archeologia industriale e letture introspettive, personali e sociali nel caso di Ward, l'aspetto formale e la forza della natura in Drew manifestano la sensibilità e il processo culturale delle proprie scelte.

Good Vibrations - Le arti visive e il Rock, dal 26 maggio al 24 settembre 2006, a cura di Marco Pierini, racconta i rapporti tra l'arte e la musica pop dagli anni Sessanta ad oggi, più specificamente affronta le produzioni nate dalle collaborazioni e dalle affinità, dagli scambi che i musicisti hanno intrattenuto con gli artisti e viceversa, all'interno di dinamiche e flussi creativi continui, per la creazione dell'immaginario visivo della cultura pop e della musica rock. Le arti visive e la musica si sono influenzate reciprocamente in modo tale che la stessa storia del rock non può essere separata dalla cultura visiva delle società postindustriali.

Negli Stati Uniti negli anni Cinquanta artisti come Ray Johnson e, successivamente negli anni Sessanta, Andy Warhol, Claes Oldenburg, George Segal, e in Inghilterra Peter Blake e Derek Boshier trattano come soggetti delle loro opere i personaggi della nuova cultura musicale emergente. Attraverso le nuove tecniche e le poetiche d'avanguardia gli artisti hanno utilizzato la musica rock come una musa ispiratrice in rapporto ai nuovi modelli di vita, alla contestazione e alla ribellione giovanile, in rapporto ad una maggiore libertà del corpo e dello spirito.

Le opere degli artisti con il video e le installazioni hanno assimilato non solo le immagini della cultura di massa, ma anche pezzi sonori che hanno contribuito allo sviluppo e a un maggiore coinvolgimento sensoriale da parte dello spettatore. La performance e la body art hanno anticipato e affermato modelli estetici che successivamente sono stati assimilati dalla cultura visiva musicale.

Andy Warhol con il suo show multimediale Exploding Plastic Inevitabile insieme ai Velvet Underground, nel 1966, ha dato inizio ad un modello di collaborazioni tra artisti che si è evoluto e ha portato successivamente anche all'identificazione in una sola persona del musicista e dell'artista, come Laurie Anderson, Brian Eno, Yoko Ono, Genesis P. Orrige e Alan Vega.

Secondo un'analisi sociologico-filosofica la causa e l'evolversi di tutti questi scambi disciplinari è da rintracciare nelle trasformazioni profonde che subisce la società occidentale a partire dagli anni Cinquanta in tutto ciò che è stato definito con il termine postmodernismo. La società delle immagini e dello spettacolo ha favorito la multimedialità e l'interazione delle arti, così Pop Art e Pop Music si identificano e affermano la nuova dimensione della cultura di massa.

La mostra al Palazzo delle Papesse ricostruisce nelle diverse stanze il tema della psichedelia, l'ambientazione glam con una sensibilità orientata verso la cultura dei club underground, lo star system, le sale di registrazione, mediante il sapiente utilizzo del bianco e del nero e del metallo. Sono esposti diversi ritratti fotografici, tra cui quelli di Robert Mapplethorpe, Anton Corbijn, Wolfang Tillmans e le polaroid di Andy Warhol, le copertine di dischi, i progetti per le scenografie, i manifesti, i quadri e le sculture insieme ad una sezione di videoclip girati da artisti, come quello di Grace Jones realizzato in collaborazione con Keith Haring. Interessanti e autorevoli tutti gli altri autori, tra cui Doug Aitken, Ron Athey, David Bowie, David Byrne, Anton Corbijn, Chris Cunningham, Jean Paul Goude, Damien Hirst, Eiko Ishioka, Pierre et Gilles, Andy Warhol e William Wegmann.

L'allestimento del bookshop con il progetto di Botto & Bruno è ispirato alle nuove tendenze del Rock. Si tratta di un bookshop industriale sulle cui pareti vi sono rappresentate facciate di fabbriche che accolgono fanzine musicali. Durante il periodo della mostra sono organizzati tutta una serie di eventi collaterali come concerti, presentazioni di libri, di dischi e film.

Una rassegna di film curata da Alfredo Saitto ripercorre gli avvenimenti della storia del Rock. La mostra con il supporto di TRA ART - la rete regionale per l'arte contemporanea ha partner prestigiosi come il magazine "Rolling Stone", EMI Music Italia e l'emittente MTV.
In mostra le opere di Caroline Achaintre, Saadane Afif, Kenneth Anger, John Armleder, Peter Blake, Derek Boshier, Anne Collier, Phil Collins, Cao Fei, Janet Cardiff e George Bures Miller, Bruce Conner, Anton Corbijn, Martin Creed, Pablo Echaurren, Carlo Fei, Rodney Graham, Richard Hamilton, Ray Johnson, Jim Lambie, Judy Linn, Robert Mapplethorpe, Dave Muller, Ronald Nameth, Tony Oursler, Nam June Paik, Elizabeth Peyton, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Robert Stanley, Wolfgang Tillmans, Andy Warhol.

Il Palazzo delle Papesse 12 è, dunque, uno spazio le cui forme hanno ospitato altre forme e generato incontri di significati, lavori site specific, per valorizzare e arricchire la ricerca formale del contemporaneo in relazione alle sue qualità storiche e morfologiche. Dal limite che si è instaurato nel rapporto dinamico tra l'esigenza formale di ogni artista e le possibilità offerte dalla struttura e dalla materia del luogo è nata e si è consolidata un'idea di libertà, in cui la tensione creativa ha permesso di includere alcune scelte e di escluderne altre. In questo senso il palazzo è divenuto, attraverso i progetti, le riflessioni teoriche, il rapporto tra opera d'arte e pubblico, un luogo della produzione del nuovo che si è realizzata in relazione ed entro i confini dello spazio circostante, così come avviene in maniera analoga, ma più specifica e radicale, nella propria project room, nel caveau, e in forma più rarefatta nello spazio del bookshop.

La libertà di espressione è stata ed è sempre un principio fondamentale dei progetti che si sono susseguiti e che continuano ad essere programmati presso il Palazzo delle Papesse, molti dei quali sono nati da sconfinamenti dei linguaggi e delle tecniche, con il coinvolgimento di discipline diverse. Artisti, musicisti, danzatori, scrittori hanno espresso la loro libertà e le loro riflessioni formali, rappresentando una delle realtà della ricerca artistica più interessanti e innovative nella produzione contemporanea.

L'orientamento trasversale e interattivo fra le arti, l'interattività, la dimensione tecnologica, il dislocarsi delle installazioni negli spazi, la dimensione ludica e ironica, l'utilizzo dei media come la radio e la televisione digitale, la stessa autoironia presente in certa grafica e in alcuni manifesti, hanno suggerito e svelato altre possibilità percettive insieme ad altri modi di guardare il mondo e la realtà in cui viviamo.





RINGRAZIAMENTI

L'autore ringrazia Carlo Simula, Stampa e Comunicazione del Palazzo delle Papesse - Centro Arte Contemporanea, per la cortesia e la collaborazione.






NOTE

1 OFFICINA GIOVANI
Cantieri Culturali Ex Macelli
http://www.officinagiovani.it/

2 SUMPTUOUS - COMUNICATO MOSTRA
http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1038592393&day=1039820400

3 FLESH FOR FANTASY - COMUNICATO MOSTRA
http://www.frameonline.it/Fuoricampo_Fleshforfantasy.htm

4 4 X 4 - QUATTRO INTERVENTI D'ARTISTA
http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/realizzazioni/eventi_4x4.shtml

5 REGIONE TOSCANA - PROGETTO "PORTO FRANCO"
http://www.cultura.toscana.it/intercultura/index.shtml

6 TRA ART - RETE REGIONALE ARTE CONTEMPORANEA
http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/

7 REGIONE TOSCANA -  INTERCULTURA
http://www.cultura.toscana.it/intercultura.htm

8 LEONARDO DREW
http://www.leonardodrew.com/

9 NARI WARD
http://www.nariward.net/

10 ARTE ALL'ARTE - ASSOCIAZIONE ARTE CONTINUA
http://www.archphoto.it/IMAGES/artea/arte.htm

11 NARI WARD - POGGIBONSI
http://www.arteallarte.org/aap/2001/ward/index.html

12 PALAZZO DELLE PAPESSE
Centro Arte Contemporanea
http://www.papesse.org/






 

PALAZZO DELLE PAPESSE - CENTRO ARTE CONTEMPORANEA

Via di Città, 126
53100 Siena - Italia

Info:
T + 39 0577 22071
F + 39 0577 42039

http://www.papesse.org
info@papesse.org

Orario di apertura: 11.00 - 19.00
Giorno di chiusura: lunedì
Prezzo dei biglietti
Intero: 5 euro
Ridotto: 3,50 euro

Stampa e Comunicazione
Carlo Simula
stampa.papesse@comune.siena.it

Comune di Siena
Assessorato alla Cultura

L'attività del Palazzo delle Papesse è sostenuta dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Monte dei Paschi di Siena, Banca dal 1472 - GRUPPO MPS, con il supporto di TRA ART- la rete regionale dell'arte contemporanea.








BIBLIOGRAFIA

AA. VV., Il Palazzo delle Papesse a Siena, I Quaderni della Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Siena e Grosseto, ali edizioni, 2006.
Testi italiano/inglese di Elisa Bruttini, Fabio Gabbrielli, Annalisa Pezzo, Marco Pierini
ISBN 88-88769-12-9

AA. VV., Identità & nomadismo, catalogo della mostra, Milano, Regione Toscana, Palazzo delle Papesse, Silvana Editoriale, 2005.
Testi italiano/inglese di Lanfranco Binni, Armando Gnisci, Enrica Capussotti & Ross Forman, Lorenzo Fusi, Marco Pierini.

AA. VV., Guardami. Percezione del video, catalogo della mostra, Siena-Prato, Palazzo delle Papesse, Gli Ori, 2005.
Testi italiano/inglese di Pietro Montani, Francesco Bernardelli, Lorenzo Fusi.
ISBN 88-7336-179-X

AA.VV., Nari Ward - The Refinery X: a Simple Twist of Fate, catalogo della mostra a cura di Lorenzo Fusi, Siena-Prato, Palazzo delle Papesse, Gli Ori, 2006.
Testi italiano/inglese di Nari Ward, Marco Pierini, Ralph Lemon.
ISBN 88-7336-191-9

FUSI, LEONARDO e SCHWABSKY, BARRY, Leonardo Drew - Existing Everywhere, catalogo della mostra a cura di Lorenzo Fusi, Siena-Prato, Palazzo delle Papesse, Gli Ori, 2006.
Testi italiano/inglese.
ISBN 88-7336-192-7

PIERINI, MARCO, Good Vibrations - Le arti visive e il Rock, catalogo della mostra, Siena-Firenze, Palazzo delle Papesse, Giunti, 2006.
Testo italiano/inglese.
ISBN 88-09-04836-9







LINKS

CALIANDRO, CHRISTIAN, Guardami - Percezione del video, recensione della mostra, in "Exibart.com", ottobre 2005
http://www.exibart.com/notizia.asp?idnotizia=14222

Good vibrations - le arti visive e il rock
Undo.net - pressrelease
http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1146152699

GIACOMELLI, MARCO ENRICO, Il Giocoliere Elettronico. Nam June Paik e l'invenzione della videoarte, in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", 9 marzo 2003, n. 317
ISSN 1127-4883
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00317.html

GIACOMELLI, MARCO ENRICO, Videoarte al femminile, in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", 14 gennaio 2004, n. 352
ISSN 1127-4883
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00352.html

Guardami - percezione del video
Undo.net - pressrelease
http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1128957119

Identità & nomadismo
Undo.net - pressrelease
http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1115399571

Italian Contemporary Art Archive
http://www.italianarea.it/

Leonardo Drew e Nari Ward
Undo.net - pressrelease
http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1137775200

MAN Museo d'Arte Provincia di Nuoro
http://www.museoman.it/

OFFICINA GIOVANI - SUMPTUOUS
http://www.officinagiovani.it/tracce1.php?
tipo=inst-most&action=pag2&tracce_id=12&titolo=Sumptuous

OFFICINA GIOVANI - FLESH FOR FANTASY
http://www.officinagiovani.it/tracce1.php?
tipo=inst-most&action=pag2&tracce_id=7&titolo=Flesh

PARADISI, SARA, Leonardo Drew/Nari Ward, recensione della mostra, in "Exibart.com", febbraio 2006
http://www.exibart.com/notizia.asp/idnotizia/15264

PARADISI, SARA, Good Vibration, recensione della mostra, in "Exibart.com", maggio 2006
http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotizia/16565/IDCategoria/1

RADIO PAPESSE
http://www.radiopapesse.org/w2d3/v3/view/radiopapesse/home/index.html

REGIONE TOSCANA - CULTURA
http://www.cultura.toscana.it/index.shtml

"Sound & Vision" un incontro tra musica ed arti visive
http://www.umbria2000.it/Default.aspx?IdArt=108703&IdCat=1142

TEMPI, ALESSANDRO, Il discorso tecnologico dell'Arte. Una chiave interpretativa per capire il rapporto fra Arte e Contemporaneità, in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", 11 luglio 2000, n. 197 (2 settembre 1999)
ISSN 1127-4883
http://www.bta.it/txt/a0/01/bta00197.html

TEMPI, ALESSANDRO, Postmoderno, pseudotecnologia, arte, in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", 11 luglio 2000, n. 159 (31 gennaio 1999)
ISSN 1127-4883
http://www.bta.it/txt/a0/01/bta00159.html

TRA ART - I LUOGHI
Palazzo delle Papesse - Centro Arte Contemporanea
http://web.rete.toscana.it/traartsite/luoghi/luoghiDetail.jsp?objId=24&area=SIENA

TRA ART - I LUOGHI
Officina Giovani - Cantieri Culturali Ex Macelli
http://web.rete.toscana.it/traartsite/luoghi/luoghiDetail.jsp?objId=87&area=PRATO





Palazzo delle Papesse

Fig. 1
PAOLO EMILIO SFRISO,
Palazzo delle Papesse, Vista della facciata da via di Città
© PH. Paolo Emilio Sfriso

Palazzo delle Papesse

Fig. 2
OLIVO BARBIERI,
Palazzo delle Papesse, 2004
PH. © Olivo Barbieri

Bodybuilder in Bra

Fig. 3
AJAMU,
Bodybuilder in Bra, 1990
Silver gelatin print, cm. 25 x 38,5
Foto cortesia dell'artista
Mostra: Identità & nomadismo
27 mag. - 25 set. 2005

Blowup III (Siena)

Fig. 4
LYLE ASHTON HARRIS,
Blowup III (Siena), 2005
installazione composta da ritagli di giornale,
pittura e fotografie.
Foto cortesia dell'artista e CRG Gallery, New York
© Paolo Emilio Sfriso
Mostra: Identità & nomadismo
27 mag. - 25 set. 2005

The Greeting

Fig. 5
BILL VIOLA,
The Greeting, 1995
Production Still
Video/sound installation
Videoproiezione a colori su schermo, sonoro.
Dimensioni variabili
Ph. Kira Perov
Foto cortesia Bill Viola Studio, Long Beach
Mostra: Guardami. Percezione del video
15 ott. 2005 - 8 gen. 2006

I'm Not The Girl Who Misses Much

Fig. 6
PIPILOTTI RIST
I'm Not The Girl Who Misses Much, 1986
video still - DVD
Foto cortesia dell'artista e Hauser & Wirth Zürich London
Foto cortesia Pipilotti Rist
Mostra: Guardami. Percezione del video
15 ott. 2005 - 8 gen. 2006

Bottle whispers

Fig. 7
NARI WARD
Bottle whispers, 2006
Vista dell'installazione - Palazzo delle Papesse
PH. © Carlo Fei - Palazzo delle Papesse
Mostra: Nari Ward - The Refinery X: a simple twist of faith
4 feb. - 7 mag. 2006

Number 103

Fig. 8
LEONARDO DREW
Number 103, 2006
Vista dell'installazione - Palazzo delle Papesse
PH. © Carlo Fei - Palazzo delle Papesse
Foto cortesia de l'artista
Mostra: Leonardo Drew - Existing Everywhere
4 feb. - 7 mag. 2006

Michael Stipe, Trevi

Fig. 9
ANTON CORBIJN
Michael Stipe, Trevi, 1995
Lithprint mounted and framed
Edition of 20 - cm 69 x 68
© Anton Corbijn
Foto cortesia LipanjePuntin artecontemporanea - Trieste / Roma
Mostra: Good Vibrations - Le arti visive e il Rock
25 mag. - 24 set. 2006

Il rock'n'roll ci salverà

Fig. 10
BOTTO & BRUNO,
Il rock'n'roll ci salverà,
Progetto speciale per il Bookshop di Palazzo delle Papesse
Mostra: Good Vibrations - Le arti visive e il Rock
25 mag. - 24 set. 2006


	

Foto cortesia Palazzo delle Papesse
Centro Arte Contemporanea, Siena

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