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Quattro domande a Domenico De Masi  
Serena Colonna
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 29 novembre 2000, n. 230
http://www.bta.it/txt/a0/02/bta00230.html
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Professore, l'ozio creativo di cui lei parla nel suo volume di
recente  pubblicazione non ha nulla a che vedere con la "vacanza" o un
atteggiamento disimpegnato e passivo: è un lavoro ... Ci vuole spiegare di
che tipo di lavoro si tratta ?

    La nostra mente è sempre in attività: di giorno e di notte, nell'infanzia come nella vecchiaia. Alcune attività mentali ci servono per produrre ricchezza, e le chiamiamo "lavoro"; altre ci servono per produrre sapere, e le chiamiamo "studio"; altre ancora ci servono per produrre allegria, e le chiamiamo "gioco". Nella società industriale, che ha caratterizzato gli ultimi duecento anni del nostro sviluppo, noi abbiamo separato nettamente queste tre attività mentali: alcune fasi della vita, alcuni mesi dell'anno, alcuni giorni della settimana, alcune ore del giorno erano dedicate al lavoro; altre allo studio, altre ancora al gioco. Io propongo di riunire, ibridare queste tre attività e di imparare a lavorare giocando e studiando, proprio come fanno gli attori quando recitano, i giornalisti quando scrivono, i professori quando insegnano. Chiamo "ozio creativo" l'attività che fornisce contemporaneamente ricchezza, sapere e allegria.


Se l'ozio creativo è, comunque, lavoro "liberato" dal peso
dell'omologazione e dei meccanismi ripetitivi in quali forme, secondo
lei, si potrà realizzare nell'era "postindustriale" dell'automazione e,
ancor più, nella civiltà della comunicazione ?

    Nell'era industriale era impossibile ibridare studio, lavoro e gioco. Il lavoro era prevalentemente fisico e ripetitivo; le macchine usate per lavorare (altiforni, torni, ecc.) impedivano che il lavoro fosse giocoso e istruttivo. Nell'era postindustriale noi possiamo finalmente delegare alle macchine tutto il lavoro faticoso, ripetitivo, noioso e riservare a noi stessi le attività flessibili e creative, che consentono l'ibridazione di studio, lavoro e gioco.


Si possono conciliare tecnologia e creatività? E in quali
modi possono entrare in sinergia ?

    La creatività consiste nella sintesi tra fantasia (emozioni, sentimenti, inconscio) e concretezza (conoscenze, abilità, conscio). La tecnologia può essere di prezioso supporto alla concretezza. Ma può stimolare enormemente anche la fantasia. La tecnologia, in altri termini, può essere un lievito e un moltiplicatore per la nostra creatività.


Arte e ozio creativo on-line: una grande occasione per evadere nel virtuale o per approfondire e completare le dimensioni della realtà ?

    R. Il computer può offrire dimensioni nuove all'arte, forse oggi ancora impensabili. Il computer, infatti, è il più prodigioso di tutti i pennelli fin qui mai inventati dall'uomo. Inoltre, con Internet, la creazione artistica può diventare opera collettiva e trans-nazionale, tangibile e virtuale, presente ed ubiqua.


Domenico De Masi Domenico De Masi

 

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