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L’Atelier sul Mare ... Sicilia
Alfredo Geloso
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 152 (25 dicembre 1998)
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Area Architettura

è un museo che "vive" della presenza di chi lo abita.

È una esperienza unica nel suo genere, una esperienza che consente di vivere l'arte in una forma diversa dalla semplice fruizione visiva. "esserne parte integrante"

L’Atelier sul Mare si trova ai piedi dei monti Nebrodi, nel tratto della Sicilia settentrionale compresa tra Cefalù e Messina, posta sulle rive dello splendido mare di Castel di Tusa.

L’Atelier sul Mare è un albergo dotato di 40 camere per 110 posti letto; ma ciò che lo differenzia dagli altri , e che ne fa un vero e proprio museo, è che oltre 14 camere su 40, sono state realizzate da artisti di fama internazionale. Hidetoshi Nagasawa, Fabrizio Plessi, Piero Dorazio, Dario Bellezza, Renato Curcio, Michele Canzoneri, Angelo Savelli e tanti ancora: ogni artista ha ricostruito in modo originale lo spazio e gli arredi di una camera, facendo di ogni stanza una creazione artistica. Chi vi soggiorna vive l'esperienza unica di abitare e riposare in simbiosi con un'opera d'arte.

"Io immagino l'ipotetico visitatore che entra nell'Atelier, va alla reception, sale su nella sua stanza con la chiave e si chiude dentro. Da quel momento quello spazio diventa "il suo" spazio, un museo vivo da fruire. Non un albergo con le opere d'arte in bella mostra, ma un luogo dove le persone possano vivere nel museo, un museo a misura umana, con tutte le opere a misura umana. Chi vuole per un'ora, due giorni, una settimana, può vivere nell'opera: secondo me questa è una situazione unica"

- Hitoshi Nagasawa, 1991 -

- "E' solo entrando ed abitando in una camera l'opera d'arte sarà pienamente realizzata; la presenza, l'uso della stanza sarà parte integrante e fondamentale dell'opera" -

- Antonio Presti (creatore e ideatore dell’Atelier sul Mare)

Ma solamente la descrizione di alcune delle camere può dare un’idea dell’originalità e dell’unicità dell’Atelier.

 

"La stanza del Profeta", di Dario Bellezza, Adele Cambria, Gianni Ruggeri ed Antonio Presti, è un omaggio a Pier Paolo Pasolini. Ad angolo in un corridoio del secondo piano, scritta metà sul muro e metà sulla porta, una poesia di Pasolini. La porta si abbatte come un ponte levatoio e si accede all'interno calpestando il pensiero del poeta. Uno strettissimo e lungo corridoio privo di luci ha la funzione di maturare angoscia e desiderio di scoperta. In fondo si intravede il riflesso di un secondo ambiente: un labirinto di specchi posti alle pareti ed al soffitto. Infine si accede alla stanza da letto.

In stile arabo, questa è costituita da muri in paglia e fango, in alto scritte arabe, traduzioni dei versi del "profeta". Totalmente vuota da suppellettili, al centro vi è un letto dalle proporzioni gigantesche i cui piedi poggiano su una teca che racchiude la sabbia dell'idroscalo dove Pasolini trovò la morte.

Il bagno rappresenta la parte violenta e cruda di Pasolini. Non esiste il pavimento ma solo una rigida griglia di pesante metallo. Sui muri un groviglio di spranghe e tubi metallici. E per finire, i tubi nel bagno iniziano ad emettere acqua con violenta pressione ed una enorme ventola sopra il soffitto trasforma l'ambiente in un grande bagno purificatore.

"Sogni tra i segni", di Renato Curcio, Agostino Ferrari e Gianni Ruggeri. L'opera rappresenta l'evoluzione della scrittura umana, a partire dai graffiti primordiali per arrivare ad una simbolizzazione dei caratteri che evolvono in semplici aste. Al centro della stanza vi è il letto particolarmente alto dal quale è possibile osservare gli stucchi che compongono l'opera. Dal pavimento di una parete, fino al soffitto di quella opposta, la scrittura umana su roccia, pergamena e carta, avvolge l'ospite catalizzando la sua attenzione sul significato dei simboli. Studiando con attenzione è possibile carpire delle frasi logiche, dal senso misterioso.

La stanza da bagno è stata strutturata per ricreare l'interno di una caverna preistorica. Sulla roccia viva, che costituisce le pareti, vi sono pitture rupestri e simbolismi di antiche scene di caccia e rituali . Il lavabo è costituito da una grande vasca di pietra sporgente dalla roccia dalla quale sgorgano fiotti di acqua calda e fredda. Su un angolo della stanza è ricavata la doccia: dalle pareti di roccia, sgorgano cascate d'acqua che vengono raccolte su una piccola sporgenza dalla quale poi vengono diffuse.

"Paradiso di Beatrice", di Angelo Savelli, ispirata all’opera dantesca: sulla porta di ingresso, a caratteri dorati, spicca la scritta "Non lasciate la speranza o voi ch'entrate".. è un esplosione di bianco. Bianco il pavimento, le pareti, le suppellettili. Bianco il grande letto pentagonale sopra il quale tre alberi bianchi intrecciano i propri rami a formare una candida volta. Su una parete della stanza, tra filari di bianche corde elastiche che svettano dal pavimento al soffitto, il perpetuo moto di un pendolo bianco, ispira pace e tranquillità. Il bagno, anch'esso bianco, ha uno specchio pentagonale che riflette le citazioni dai canti danteschi, che decorano le pareti.

"Il nido", di Paolo Icaro, è una stanza a forma di ala di uccello al cui interno è racchiuso un letto il cui tessuto emula il piumaggio degli alati.

La "Stanza del mare negato", di Fabrizio Plessi, è una stanza con vista sul mare che tuttavia viene negato all'ospite in quanto tutte le pareti sono coperte da innumerevoli e pesanti porte di legno. Di fronte al letto, al limitare del soffitto, sei grandi monitor trasmettono a ciclo continuo un mare virtuale: la registrazione della vista del "vero" mare che si goderebbe dalla stanza.

"Trinacria", di Mauro Staccioli, è un ambiente dove dominano le forme triangolari: dalla porta di accesso, pesante prisma di pietra al grandissimo letto che va da parete a parete; dalla imponente scultura posta al centro della stanza alle suppellettili.

La "Torre di Sigismondo", di Raoul Ruiz, un'alta torre circolare dal soffitto trasparente ed apribile, alla cui base si trova un gigantesco letto rotondo che ruota lentamente.



 
 

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