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Del come riconoscere i Santi Gigi Cappa Bava
Stefano Jacomuzzi
Società editrice internazionale, Torino 1993
Francesco Mandica
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 141 (14 maggio 1997)
http://www.bta.it/txt/a0/01/bta00141.html
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Area Libri

Se qualcuno mi chiedesse a che serve l'iconologia risponderei prontamente che è una delle poche cose che mi che mi fa alzare la mattina dal letto.

Se poi, considerata la mia risposta poco esaustiva, mi incalzasse chiedendomi come si fa un'indagine iconologica gli risponderei, confidando in quella poca esperienza che ho, che sono proprio strumenti bibliografici come questo a fare la differenza.

Del come riconoscere i santi è un agile, intelligente compendio agiografico frutto della collaborazione interdisciplinare (che tanti predicano ma che pochi attuano) fra un docente di letteratura moderna e contemporanea ed un ingegnere.

L'intento dei due autori è chiaro già dalle note di copertina: "Togliere i santi dal mucchio indifferenziato in cui si presentano di solito in tanti secoli di gloriosa iconografia . Leggere un quadro nella sua verità e nelle intenzioni dell'autore e del committente.

Rendersi conto della storia individuale - spesso leggendaria- del personaggio, degli oggetti e degli ambienti che la realtà o la leggenda gli hanno posto attorno. Fare di tipi informi persone vere, che il disegno fissa nei tratti essenziali e la parola scritta nella vicenda terrena e nel destino eterno. È l'ambizione di questo libro, la sua attrattiva, la sua simpatica , estrosa eccezionalità."

Ed proprio questa "estrosa eccezionalità" del libro che colpisce: il testo si apre con una serie di tavole sinottiche dove compaiono in ordine alfabetico i santi, i loro attributi (sia i cosiddetti "principali"che i "secondari") ed il loro stato (apostolo, papa, martire, etc.).Queste tabelle rimandano a schede agiografiche strutturate in maniera sintetica, esaustiva e spiritosa: per ogni santo viene indicata la festività connessa al calendario, il patronato ed il protettorato. Accanto a queste indicazioni, per così dire, ufficiali troviamo i cenni agiografici veri e propri: non inganni la loro brevità: sono ben fatti e soddisfano le nostre "prime necessità"storico-letterarie in maniera chiara, concisa e sicuramente un po' più spigliata dei Bollandisti belgi (i cui Acta Sanctorum rimangono fra le fonti principali ed imprescindibili per questo tipo di studi). Da non trascurare poi le illustrazioni, di stampo squisitamente vignettistico, che completano ogni scheda: ogni santo viene raffigurato con tutti i "ferri del mestiere"(strumenti del martirio, animali, etc.), accanto ad ogni attributo un numero rimanda ad una legenda dove, di seguito alla descrizione degli attributi stessi, vi sono addirittura i consigli per una corretta individuazione del personaggio. Cos'altro chiedere?

Evito di tessere nuove, noiose lodi conclusive (che pure il copione di una recensione "in positivo" richiederebbe nel finale) tentando con intenti meramente (nell'accezione heideggeriana) provocatori di riflettere sul perché un lavoro del genere non sia scaturito proprio dall'habitat più consono a queste pubblicazioni come quello storico-artistico: accanto alla già citata necessità di sinergie interdisciplinari non ci sarà forse anche il bisogno di prendersi un po'meno sul serio?



	
 

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