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Il restauro della Galleria Borghese  
Ilaria Marotta
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 75 (16 maggio 1995)
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La palazzina Borghese, fatta costruire dal Cardinale Scipione Borghese tra il 1606 e il 1619, è ormai da molti anni sottoposta a lavori di restauro.

L'edificio, progettato originariamente da Flaminio Ponzio e quindi terminato,alla sua morte, dall'olandese Jan Van Santen, detto il Vasanzio, e più tardi dal Rainaldi, ebbe il suo assetto definitivo nel corso del '700, quando Marcantonio IV Borghese affidò all'architetto Antonio Asprucci il compito di rinnovamento dell'edificio.

In quell'occasione furono decorate le sale interne con grandi affreschi sul soffitto, pitture parietali, e marmi sui pavimenti. Inoltre venne coperta la loggia al secondo piano e venne sostituita la doppia rampa di scale all'ingresso con una gradinata di travertino. Anche le pareti esterne, che nel '600 erano riccamente ornate con statue antiche e basso rilievi, subirono un processo di impoverimento e di spoliazione, dopo che nel 1808 Camillo Borghese vendette a Napoleone la maggior parte dei pezzi antichi.

La costruzione, edificata fin dall'origine allo scopo di conservare la collezione d'arte di Scipione Borghese, è tuttora adibita a museo. Ma le sale della Galleria dovettero essere chiuse improvvisamente quando, il 7 dicembre del 1983, durante la notte, crollò dal soffitto del secondo piano parte dell'affresco del Lanfranco, creando una grande voragine. La necessità di un restauro divenne a questo punto impellente e portò alla luce il problema delle condizioni ormai degradate dell'edificio.

Grazie alla gentile collaborazione della Dott.ssa Kristina Herrmann Fiore, della Galleria Borghese, abbiamo avuto la possibilità di ripercorrere le varie fasi dello scrupoloso e attento lavoro di restauro che ha reso possibile il recupero e il riassetto di un edificio di enorme valore storico-artistico e delle opere in esso conservate.

In realtà, già anni prima del crollo dell'affresco del Lanfranco, si erano avvertiti segnali di instabilità della villa, col discostarsi di colonne e dei piedistalli di alcune sculture dalle pareti. Ma si intervenne, in quel caso, solo localmente nelle pareti che avevano mostrato problemi.

Ad un più attento esame la causa dell'instabilità si ravvisò nelle fondamenta.

Si rinvenne, infatti, nella parte sottostante la struttura, tutta una zona di caverne e di cave di pozzolana, le cui acque avevano corroso con gli anni alcuni pilastri su cui si reggeva, nei trenta metri sottostanti, a mò di palafitta, l'edificio.

Nell'84, dunque la Galleria fu chiusa al pubblico (per essere riaperta, solo in parte, nell'86) e con un decreto ministeriale del 25 febbraio dello stesso anno, fu istituita una commissione che si occupò delle misure da prendere.

Nell'85 cominciarono i lavori della parte sottostante la Galleria, che comprendevano tra l'altro anche le cantine,mentre l'anno successivo si avviarono i lavori sul tetto e una serie di interventi per il rinforso generale della struttura. A quel punto ci si trovò di fronte ad un ulteriore grave problema: quello dei tarli che infestavano le parti in legno dell'edificio. Così nell'89 si procedette alla disinfestazione con l'utilizzo del bromuro di metile e attraverso una tecnica del tutto innovativa. Per far sì che il bromuro di metile risultasse efficace, senza però apportare troppi danni all'atmosfera, si cercò di utilizzarne la minor quantità possibile. Furono gonfiati palloni pieni d'aria al centro delle stanze, in maniera tale da condensare il gas verso le pareti, nelle parti in cui occorreva. Una volta terminata la disinfestazione, aprendo i palloni stessi, si potè diluire il bromuro di metile con l'aria in essi contenuta,prima di farlo uscire all'esterno, rendendo così il gas meno nocivo per l'ambiente.

Nel 1990 terminò il restauro dell'affresco di Lanfranco, con il concorso del Laboratorio Centrale del Restauro di Roma e del Laboratorio di Restauro della Galleria stessa. L'affresco non è ancora visibile al pubblico, in quanto, il secondo piano della Galleria che lo ospita, è ancora chiuso perchè riservato al lavoro dei restauratori.

Si trovano infatti tuttora in restauro molte delle porte settecentesche e le statue della parte esterna, mentre si prevede l'inizio dei lavori delle altre parti esterne, quali muri, intonaci e cornicioni, verso maggio '95, per cui si auspica che i ponteggi, che da anni ricoprono completamente l'edificio, possano essere sgombrati al più presto. Cominceranno a breve anche il restauro delle sale del primo piano e delle relative sculture, con un particolare riguardo per le splendide statue del Bernini che verranno sottoposte ad una leggerissima ripulitura.

Le opere pittoriche, invece, che all'inizio dei restauri furono trasportate a San Michele, con l'intento di preservarle dalla polvere e da eventuali danni e di creare allo stesso tempo una sorta di deposito-mostra, rimarranno nella loro sede temporanea fino alla fine dei lavori. A queste si ricongiungerà, probabilmente a breve, il restaurato capolavoro di Tiziano "Amor Sacro e Amor Profano". Si auspica che i lavori termineranno già verso la fine del '96, restituendo finalmente al pubblico il raro piacere di ammirare tutti i capolavori raccolti nel corso di tanti secoli, all'interno di una struttura di straordinaria bellezza e di enorme valore storico-artistico quale la Galleria Borghese.

Museo Borghese
P.zza Scipione Borghese, 5
tel. 8548577
h. 9 - 13.30. Dom. e fest. 9-13
Chiuso lun.
lire 4.000

Visite guidate sab. h. 10 - 11.

Quadreria Borghese a S. Michele a Ripa
Via S. Michele a Ripa, 22
tel. 5816732
h. 9 - 19. Dom. 9 - 13.
Chiuso lun.
lire 4.000
Visite guidate dom. ore 10-11



	
 

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