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Nuovo cinema e video inglese
Arrows of Desire
Roma,
British Council a Palazzo del Drago
Carla Scura
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 70 (11 aprile 1995)
http://www.bta.it/txt/a0/00/bta00070.html
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una rassegna presentata da Patron: Her Majesty the Queen
Vice-Patron: HRH The Prince of Wales

Il British Council è un organismo apolitico, dotato di notevole autonomia, nominato dal Governo del Regno Unito quale principale operatore per le relazioni culturali con gli altri paesi. E' la più importante agenzia britannica per l'attuazione dell'Accordo Culturale fra l'Italia e la Gran Bretagna. Il British Council, che realizza anche programmi per conto dell'Overseas Development Administration, collabora ad iniziative multilaterali nell'ambito della Comunità Europea.

Il British Council è presente in 90 nazioni con 162 sedi, 127 biblioteche e 60 centri di insegnamento* della lingua inglese.

In Italia il British Council collabora con organizzazioni del settore sia pubblico sia privato. Il programmi per il territorio italiano sono coordinati dalla sede centrale di Roma, e riguardano biblioteche e servizi di informazione, anglistica e corsi di lingua inglese, scienza ed ingegneria, istruzione e belle arti.

Ognuno dei centri italiani (Roma, Bologna, Milano e Napoli) dispone di una biblioteca aperta a tutti. Il materiale di consultazione disponibile consente l'accesso ad una vasta gamma di informazioni sulla Gran Bretagna, grazie anche ai collegamenti con banche dati in Gran Bretagna ed al prestito di libri e ad altri servizi forniti dalla British Library.

Il British Council opera in stretta collaborazione con ministeri, amministrazioni regionali e comunali, università ed associazioni professionali per promuovere l'insegnamento e l'apprendimento della cultura inglese. Dà il suo sostegno a programmi bilaterali di ricerca nei settori della scienza, dell'ingegneria, dell'agricoltura, dell'ambiente e della medicina; ha inoltre sancito accordi con il MURST e il CNR. L'interesse per la progettazione, il diritto, l'economia, il giornalismo e le relazioni internazionali si concretizza sia attraverso un vasto programma di conferenze, convegni e seminari, sia operando in stretto contatto con una fitta rete di associazioni professionali.

Sia nelle arti dello spettacolo che in quelle visive il British Council collabora con molteplici organizzazioni, enti e musei d'Italia al fine di presentare al pubblico italiano proposte rappresentative dell'arte britannica. In tutti i centri del British Council vengono organizzate proiezioni di film, mostre fotografiche, incontri con artisti e scrittori ed altre manifestazioni culturali.

*** ARROWS OF DESIRE ***
26 - 28 aprile 1995

Nuove tendenze del cinema e del video britannico per l'Istituto di Arti Contemporanee,
il British Council e l'Arts Council della Gran Bretagna

Questa è la seconda selezione biennale di film/video indipendenti e sperimentali giunta dalla Gran Bretagna. La prima è stata curata dall'attrice Tilda Swinton ed è stata proiettata in varie sedi d'Italia, tra cui il Palazzo delle Esposizioni a Roma, lo scorso giugno, nell'ambito del festival UK Today: La Nuova Scena Inglese.

Il curatore Peter Wollen, oltre ad essere uno dei più eminenti commentatori di cinema e di cultura, è egli stesso un regista di film sperimentali. Per selezionare le opere di questa rassegna, ha visionato oltre un centinaio di lavori tra film e video di recente produzione. La selezione da lui operata conferma la straordinaria vitalità del panorama del cinema indipendente in Gran Bretagna.

I film sono in versione originale inglese. Per ogni proiezione sarà disponibile una scheda informativa in italiano. Le proiezioni avranno luogo nella sede del British Council a Palazzo del Drago, in Via Quattro Fontane 20, tel. 06-4826641, fax 06-4814296, E-mail bcrome@itcaspur.caspur.it. L'ingresso è libero.

P r o g r a m m a

26 aprile (mercoledì) dalle 16.00 alle 17.45 Robert Marshall / Stuart Marshall; A Touch of the Tar Brush / John Akomfrah; Justice Sucks

/ Vonnie.

dalle 18.30 alle 20.00 This Moment / David Cunningham; Anxiety/Rest / Sera Furneaux; A History of Disaster With Marvels / Andrew Stones; Leisure Society / John Butler; Man Act - The Sweatlodge / Mike Stubbs; 3am / Vivienne Dick; Loving Feeling / Gina Birch; You Do Something To Me / John Maybury; Stille Nacht II: Are We Still Married? /

The Brothers Quay; Bacon / Robert Sanders; M is for Man, Music, Mozart / Peter Greenaway.

27 aprile (giovedì) dalle 16.00 alle 17.30 Stone Steps / David Finch; Caught Looking / C. Giannaris; Inbetween / Robert Crusz.

dalle 18.30 alle 20.15 Some Dogs / Jayne Bevitt; The Vacuum / Tim Rolt; Door / David Anderson; Possession / Phil Mulloy; The Stain / M. Rimminen e C. Roche; Blood Sisters / Juliet McKoen; Floating / Richard Heslop.

28 aprile (venerdì) dalle 16.00 alle 17.30 Unknown Woman

/ Kayla Parker; Lake of Dreams / Paul Bush; The Pool / Jayne Parker; Relax / Chris Newby; A Prayer Before Birth / Jacqui Duckworth; Fatimàs Letter / Alia Syed.

Il presente programma sarà replicato in date da definire nelle sedi del British Council di Bologna, Milano e Napoli.

*

Parlare oggi di cinema indipendente inglese vuol dire aprire la porta su un mondo 'sotterraneò e semisconosciuto (almeno per noi continentali) ne quale si tentano strade nuove per il cinema o si sperimentano nuove forme di linguaggio con diversi mezzi. Ed è proprio attraverso questo contesto che sono passati autori oggi affermati come Peter Greenaway, Derek Jarman e Mike Leigh. [...]

Il termine 'indipendentè, oggi come oggi, può sembrare fuorviante in quanto non ci troviamo più di fronte a un fenomeno fondato solo sull'autofinanziamento, sulla povertà dei mezzi e sul collocarsi ai margini del mercato. [...] Uno degli aspetti più straordinari e interessanti del cinema indipendente inglese è la vastità dei generi e delle tematiche che esso affronta. Spaziando dal cinema di animazione (da non perdere le atmosfere magiche e surreali create dai fratelli Quay in Stille Nacht II: Are We Still Married?, quelle più grottesche di Rimminen - Roche in The Stain), al cinema gay militante (soprattutto Caught Looking di Giannaris), dal documentarismo innovativo (Fatimàs Letter di Alia Syed) ai video-diari personali (Justice Sucks di Vonnie), dalle più sofisticate sperimentazioni formali (Unknown Woman di Kayla Parker o M is for Man, Music, Mozart di Peter Greenaway) ai film sulla diaspora dei cineasti di colore o asiatici (uno degli argomenti più attuali nella società ormai multietnica inglese, vedi per esempio A Touch of the Tar Brush di John Akomfrah), il cinema indipendente inglese affronta temi attuali come il razzismo, l'AIDS, la famiglia, il sesso, la società e l'identità. E indaga le complesse relazioni tra suono e immagine, tra forma e contenuto, sperimentando nuove forme di linguaggio con i vasti mezzi che la moderna tecnologia gli offre.

Massimo Chirivi

Per ironia, la morte e la scomparsa virtuali e il triste declino dell'industria [cinematografica inglese] hanno coinciso con l'emergere, finalmente, di un cinema britannico indipendente. Questa nouvelle vague tardiva ha messo radici nel rinascimento culturale degli anni '60, si è nutrita negli anni '70 di enti pubblici quali il British Film Institute, ed è stata significativamente finanziata negli anni '80 da un sistema televisivo ristrutturato. E' questo il contesto in cui Derek Jarman, Peter Greenaway e Mike Leigh, ad es., si sono finalmente affacciati sulla scena e sono stati riconosciuti dai critici

[...].

Ciò a cui stiamo assistendo adesso, tuttavia, è non tanto la rinascita del cinema inglese, che sarebbe virtualmente impossibile quanto la rinascita dell'industria manifatturiera fordista in generale, ma a una cosa ben diversa: la nascita di un nuovo tipo di cultura audiovisiva. [...] Con il punk e il neoromantico, la musica e la moda hanno cominciato a sembrare sottoculture di opposizione più soddisfacenti delle avanguardie tradizionali, e ad attirare nel proprio ambito 'creatori di immaginì di tutti i tipi, soprattutto perché attraverso i clip musicali, l'ambiente dei locali e un nuovo settore giornalistico offrivano anche un sostegno economico, istituzionale e critico. Al posto di una linea generale e un'avanguardia rigidamente codificate, si è avuto un lavoro innovativo, sovversivo, sorprendente, trasgressivo, eccentrico, critico e rapsodico, su uno spettro molto ampio. [...]

Nel selezionare le opere per questa Biennale, ho scoperto i due media [video e film] inestricabilmente confusi. Alcune erano realizzate in video e poi trasferite su pellicola, altre erano girate su pellicola e poi mostrate esclusivamente in televisione. [...] Così, se d'ora in poi utilizzerò il termine 'film-maker' sarà per comodità in confronto a 'moving-image maker' o 'artista audiovisivò, pur sottintendendo l'uso del video. [...]

Questi film e video portano in primo piano anche le variazioni nella comune accezione di Britishness, britannicità. [...] La realtà è che, con la globalizzazione del movimento di capitali e di merci, della comunicazione, di stili di vita e di persone, le nazioni non corrispondono più a quelle immaginarie entità ben definite che ci si proponevano una volta. [...] I lavori, dunque, sono formalmente innovativi in tanti modi diversi, ma allo stesso tempo si confrontano tutti con istanze 'contenutistiché sia fondamentali sia appassionatamente d'attualità. La nuova cultura audiovisiva non è riduttivamente 'formalistà né documentaria o tematica in senso stretto. [...] Passione ed emozione [...] sono compatibili non solo con la visione personale e la sperimentazione formale, ma anche con l'impegno nei confronti di una nuova visione della cultura inglese in cui siano presenti il senso investigativo della storia, la critica alle istituzioni della tradizione, il riconoscimento del potere del mito, del romance e del meraviglioso, una fede coraggiosa nella rivelazione e nell'analisi personali, la restituzione del corpo al centro dell'arte nei modi sia della bellezza sia della tragedia, e il rifiuto di sentirsi condizionati dagli opprimenti miti della Britishness e dell'identità, quali criteri per una logica di inclusione ed esclusione crudelmente aproblematica.

Peter Wollen



	
 

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