| L'edizione  italiana   porta  sulla   copertina   un   sottotitolo 
fuorviante: Il  fascino di  uno stile innaturale. Ci si immagina 
subito un'atmosfera  alla Dorian  Gray, o  alla  Huysmans  ...  un 
trattato sul dandysmo ? Il sottotitolo voluto dall'autore è invece 
meno inquinato  da riminescenze  decadentiste e più incisivo: The 
meaning of style. Il significato dello stile.  
Sottocultura è  uno studio   sulle  tendenze  giovanili  inglesi dagli anni cinquanta ad oggi: Teddy Boy, Mod, Skinhead e Punk. 
Dick Hebdige è docente di cultural studies al Goldsmith College di 
Londra, e  il metodo di indagine che usa è di matrice sociologica, 
in certe  pagine di questo libro usa un linguaggio da antropologo, 
in altre,  le più  interessanti per  chi si occupa di arte, sfiora 
l'iconologia.  Per spiegare  cosa sia  una sottocultura  e in  che modo  lo stile 
diventi il suo "codice", Hebdige ci tuffa nel vivo della questione 
citando un  brano del Journal du  voleur di  Jean  Genet.  L'io 
narrante del  diario viene  perquisito dopo  una retata, nelle sue 
tasche i  poliziotti "puzzolenti  di aglio,  di sudore  e di unto, 
ma...forti...delle  loro   basi  morali"  trovano  un  tubetto  di 
vaselina semispremuto.   Un  "oggettuzzo" insignificante  che come 
una bomba  fa esplodere  davanti a  tutti  la  sua  condizione  di 
omosessuale.   I    poliziotti   ridono,   il   prigioniero   ride 
"dolorosamente" con  loro ma  riflette... "(quel  tubetto) sarebbe 
riuscito con la sua sola presenza, a far andare in bestia tutte le 
polizie del  mondo, si sarebbe tirato addosso ogni disprezzo, ogni 
odio, ogni muta e bianca rabbia".  Intorno ad  un oggetto  si sono  raggrumati  tutta  una  serie  di 
significati: il  senso  della  differenza,  della  ribellione,  il 
disprezzo della  società. Quel  tubetto  di  vaselina  diventa  un 
feticcio carico  di simboli  e  allo  stesso  tempo  un  segno  di 
riconoscimento, un  marchio di  infamia che, grazie alla sua forza 
simbolica, può  essere convertito  in una  medaglia da esibire con 
orgoglio. Da   
insieme di  segnali,  aggressivi,  orgogliosi  attraverso  cui  si 
sottolinea l'appartenenza  ad una  tribù separata  dalla società
e dotata di  regole e  codici propri.  Hebdige, a differenza di chi, 
specialmente nei  mass-media si occupa di culture giovanili, evita 
di dare  giudizi di  merito: eroi o vittime della moda, depositari 
della verità o delinquenti comuni... i punk, i mods e gli skinhead 
vengono analizzati  come fenomeno sociologico con una loro origine 
e una loro  Alla fine  del libro  il fenomeno  sottoculturale appare delineato 
come una  forma di  resistenza nella  quale  l'esperienza  diretta 
della ribellione  all' ideologia  adulta (leggi  dominante)  viene 
rappresentata indirettamente  nello stile.  Questa resistenza crea 
quello che  Hebdige chiama "Rumore": un rumore bianco di fondo, un 
ronzio all'interno  del sistema.  I  prodotti  della  sottocultura 
(dischi, grafica,  abiti) sono  arte  ?    Hebdige,  prendendo  le 
distanze da  una certa  critica "Pop"  che difende  con  eccessiva 
forza l'artisticità  delle sottoculture  solo per  dare sulla voce 
alla critica  più conservatrice,  aggira la  domanda e sospende il 
giudizio: è cultura, è fermento e lievito. Chi vivrà
vedrà.  
Costa & Nolan, collana "I turbamenti dell'arte" , 1990,  prima ed. 
1979.   Pp. 155. L. 20.000  |