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Roma delle tenebre  
Caterina Bracaglia
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 27 (18 gennaio 1995)
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Area Didattica

Città sacra, città eterna, così Roma è definita nei manuali di storia; putroppo però la coscienza storica del glorioso passato culturale ed artistico della nostra capitale è così carente, che quasi abbiamo smesso di ammirare le innumerevoli testimonianze artistiche che in ogni parte, dalla piazza più grandiosa all'angolo più segreto, essa ci offre, quasi fosse un museo aperto al mondo.

Così camminiamo lungo i fori imperiali gettando un'occhiata distratta agli scavi senza riuscire a capire quale miracoloso frammento di storia sia giunto fino a noi lungo più di 2000 anni, e nemmeno sospettiamo che quelle strade, sulle quali passiamo spesso, celano colombari, mitrei, ipogei, catacombe e molti altri ambienti sotterranei e tenebrosi.

"Roma delle tenebre" è appunto il titolo di una manifestazione culturale organizzata dal Comune in collaborazione con il G.A.R. (Gruppo Archeologico Romano) consistente in una serie di visite guidate che dal 14 al 27 novembre hanno permesso di avvicinarsi a questo volto "occulto" di Roma: quello dei suoi sotterranei.

Come il colombario di Pomponio Hylas, situato nel parco degli Scipioni, in via di Porta Latina, suggestivo per i suoi affreschi dell'età di Giulio Claudia, rappresentanti esili e leggere figure femminili e delicati racemi floreali; immagini dolcissime di una serenità ultraterrena. Come anche l'ipogeo di via Livenza ed il mitreo del Circo Massimo.

Si tratta, nel primo caso, di un edificio sotterraneo del IV sec., situato dentro il sepolcro Salario, che tra le varie ipotesi è identificabile come un luogo di culto dedicato alle acque; possiede inoltre una ricca decorazione pittorica comprendente la dea Diana, una ninfa, scene marine di eroti ed amorini, resa mediante l'impressionistico stile a macchia.

Nel secondo caso, invece si tratta di un luogo scaro legato al culto di Mitra, divinità di origine indo-iranica, diffusosi nella penisola italica già dalla fine del I sec.; concerne un culto esoterico il cui dio titolare, appunto Mitra, viene connesso alla giustizia ed assume valenze cosmologiche; come tutti i mitrei, anche questo venne impiantato nei sotterranei di una costruzione precedente, in questo caso un edificio del II sec. d.C. Composto da una serie di ambienti collegati mediante ampie arcate, in esso sono stati rinvenuti due pregevoli rilievi dedicati a Mitra, che qui viene raffigurato nell'atto di uccidere "il toro cosmico" la cui morte promuove la fecondità dell'universo.

Interessente è stato poter accedere nei rimanenti ambienti dello stadio di Domiziano, situati nell'estremità nord di quello che può essere considerato uno dei più impressionanti esempi di continuità storica tra il passato ed il presente: piazza Navona, che ovviamente oggi occupa l'antica pista dello stadio alla greca fatto erigere da Diocleziano nell'86 D. C.

Altri due edifici nascosti nei sotterranei di Roma sono gli edifici di S. Paolo alla Regola, scoperti nelle cantine di palazzo Specchi e dell'Excobitorium della settima corte dei vigili, del secondo sec. d.C., sede di un corpo di guardia dei vigili, i quali non dissimilmente da oggi erano addetti alla sorveglianza di incendi e della polizia urbana.

Inoltre è stato possibile accedere anche in monumenti in superficie, normalmente inaccessibili. Il primo è l'area sacra di Largo Argentina posto nella nona della quattordici regioni con cui Augusto divise Roma, cioè il campo di Marte, ovviamente l'odierno campo Marzio; ancora visibili sono i resti dei quattro templi di età repubblicana (eretti dal terzo al secondo secolo a.C.) posti su diversi livelli del suolo, in quanto questo venne più volte rialzato a seguito di incendi ed inondazioni.

Il secondo di tali monumenti è il Mausoleo di Augusto, a metà tra la tradizione delle monumentali sepolture ellenistiche e l'italica tipologia della tomba a tumulo.

Composta da quattro tamburi concentrici (nel centrale dei quali era situata la cella funeraria dell'imperatore), era sormontato da un tempietto dominante la città, con chiare valenze ideologiche. Chiude questa carrelllata di testimonianze artistiche il museo delle Mura Aureliane, sito a Porta S. Sebastiano, che manifesta forse il più grandioso ed esteso monumento di Roma a partire dalla costruzione da parte di Aureliano, tra il 272-279 d.C., e lungo i vari restauri.

Penso sia importante sottolineare che non è necessario attendere così belle occasioni per conoscere la nostra capitale; infatti si può accedere in molte zone archeologiche, tramite una domanda scritta presso la Ripartizione Comunale addetta ai "monumenti antichi" sita in via Portico d'Ottavia ndeg. 29 (tel. 67.10.20.70).



	
 

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