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La Fototeca di Adolfo Venturi e il nuovo archivio storico- fotografico Roma,
Università "La Sapienza"
Stefano Valeri
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 4 (ottobre 1994) http://www.bta.it/txt/a0/00/bta00004.html
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LA FOTOTECA DI ADOLFO VENTURI E IL NUOVO ARCHIVIO STORICO 
FOTOGRAFICO. 
 
 
 

L'Istituto di Storia dell'arte dell'Università "La Sapienza" di Roma, con sede nella Facoltà di Lettere, si avvale di una non indifferente raccolta di materiale iconografico capitalizzato nell'arco di oltre cento anni.

Già dalla istituzione della prima cattedra di Storia dell'arte a Roma e in Italia, per merito del suo fondatore Adolfo Venturi (1856-1941) che nel 1890 otteneva la libera docenza, i neofiti della disciplina poterono avvalersi di una seria e sistematica documentazione d'immagini. Le opere d'arte, riprodotte in fototipia oppure presentate attraverso le stampe d'incisione, queste ultime ancora di valido sussidio considerando la scelta limitata offerta dalle seppur relativamente "giovani" case editrici fotografiche1, cominciarono a costituire quell'elemento di insostituibile compendio allo studio storico-artistico che è tutt'oggi la Fototeca.

Dal 1901, data di pubblicazione del 1deg. dei 25 volumi della monumentale Storia dell'Arte Italiana2, i cassetti degli antichi classificatori della "Sapienza" cominciarono ancor più a stiparsi di copie fotografiche, tratte da lastre in vetro di cm. 21x27 e stampate "a contatto", acquistate da Venturi presso i migliori fotografi italiani e stranieri specializzati nel settore, e servite a corredo iconografico dell'opera: quasi 18.000 immagini di architettura, pittura, scultura e arti minori.3

____________________ Note

1) Dalla metà dell'800 cominciarono a operare le ditte Alinari, Anderson e Brogi in Italia; Foto M.A.S. in Spagna; Mansell in Inghilterra; Giraudon, Bulloz, Brückmann e Hanfstaengl nell'area franco-tedesca. Circa il "ritardo" che il fotografo poteva avere nei confronti delle esigenti aspettative di studiosi come Venturi, cfr. AA.VV., Gli Alinari fotografi a Firenze 1852-1920, Firenze 1985. In particolare, per i problemi legati a pregiudiziali di carattere tecnico, ma anche culturale, v. M.FERRETTI, A.CONTI, E.SPALLETTI, La documentazione dell'arte, pp.101-174.

2) L'ultimo tema della Storia dell'Arte Italiana, il terzo tomo dell'XI volume, dedicato all'architettura del '500, vide la luce, come gli altri, per i tipi dell'editore Hoepli di Milano, nel 1940. Nel 1941, anno della sua scomparsa, Venturi aveva abbozzato in manoscritto l'introduzione al '600. Si veda in merito G.AGOSTI, a cura di, Archivio di Adolfo Venturi 3 Introduzione al carteggio 1909-1941, Pisa s.d. (1992), pp.40-42. 2

Ma lo studioso non ha lasciato alla Scuola solo questo materiale, già numericamente notevole; anche la sua sterminata bibliografia extra-manuale (il repertorio, comunque non esaustivo, pubblicato ne "L'Arte" a. XLVIII- XLIX del 1946 riporta 1388 titoli) si può dire ampiamente rappresentata da moltissime fotografie.

Gli anni che seguirono l'abbandono della didattica da parte di Venturi (1931), hanno visto ulteriormente aumentare la documentazione con Pietro Toesca (1877-1962), che oltre a raccogliere le molte immagini a corredo delle sue notissime opere ha consentito una capillare analisi degli affreschi della Cappella di S. Silvestro in S. Croce a Firenze e di quelli della vita di San Francesco nella Chiesa Superiore del Santuario di Assisi, promuovendo una campagna fotografica, condotta dagli editori Bencini e Sansoni di Firenze e che ha portato al risultato di circa 400 fotografie di dettagli delle opere; Lionello Venturi (1885-1961), che aprendo la strada alla critica d'arte contemporanea ha dato più ampio respiro al già nutrito fondo foto-archivistico; Mario Salmi (1889-1980), al quale oltre ai notevoli studi sull'arte medievale e del primo rinascimento, si devono i repertori fotografici relativi ai suoi interessi per le arti "minori".

Non siamo in grado di sapere se il corpus iconografico originario ora in possesso dell'attuale Archivio Storico Fotografico dell'Istituto di Storia dell'arte, sia tutto quello messo insieme da Adolfo Venturi; e l'impossibilità della certezza è data da molteplici fattori, legati anche

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3) La necessità di costituire in Italia, sull'esempio di quanto già stava avvenendo all'estero, grandi archivi d'immagini, viene avvertita da molti appartenenti all'area venturiana. E' significativo riportare una nota informativa comparsa sul primo numero di una delle tutt'ora più importanti pubblicazioni scientifiche: La Bibliofilia, raccolta di scritti sull'arte antica in libri, stampe, manoscritti, autografi e legature, diretta da LEO S. OLSCHKI, Anno I (1899-1900) Vol. I, Firenze 1900. "Archivio fotografico. Camillo Boito, Corrado Ricci e Giuseppe Fumagalli hanno, con pensiero lodevolissimo pensato di istituire a Milano, nel palazzo di Brera, un grande Archivio fotografico in cui si accolga qualunque fotografia che man mano viene eseguita; invitano perciò quanti amano l'arte e la storia, di mandar loro fotografie, col proposito di ordinarle e disporle in modo conveniente. I vantaggi che da questa nuova e curiosa raccolta si potrebbero avere, sono evidenti. Ognuno potrebbe ricercarvi molti dei documenti grafici che gli abbisognano per gli studî suoi; né solo gli sprovvisti di mezzi vi troverebbero un giusto aiuto, ma tutti indistintamente, ricchi e poveri, dalla quantità del materiale raccolto e dalla regolare disposizione d'esso sarebbero grandemente facilitati nel loro lavoro." (pp.226-227).

3 al tempo passato ed alla sua inesorabile azione di deterioramento sulle cose.

Oltretutto, la Scuola non ha trascorso questo secolo di vita in un unico luogo: difatti è passata dalla prima sede, nel Palazzo della Sapienza (attualmente occupato dalle sale dell'Archivio di Stato) all'adiacente Palazzo Carpegna, acquistato dall'Università dai Conti di Montefeltro nel 1909; all'appena terminato edificio piacentiniano nel 1935; infine con un ulteriore spostamento interno dal 1deg. piano a quello attuale di terra, negli anni '50.

Vi è anche da sottolineare che quasi tutto il materiale didattico e scientifico fece riferimento inventariale direttamente alla Facoltà, sino alla metà degli anni '30. A questo proposito è bene ricordare brevemente che, con la sistemazione nella nuova Città Universitaria, la Facoltà di Lettere e Filosofia iniziò a darsi un assetto interno più consono alle esigenze venutesi a creare con la nascita di nuove unità didattiche, sorte accanto alle scuole di perfezionamento. Nel 1936 si costituirono così alcuni istituti tra i quali l'Istituto di Storia dell'arte medioevale e moderna4 .

Ritornando ai problemi relativi alla difficoltà di quantificare le immagini arrivate sino a noi, è di rilievo notare il fatto che, sino al 1909, il Bibliotecario dell'Alessandrina prendeva in carico direttamente tutte le stampe e le fotografie (non le diapositive, di cui si parlerà più avanti), essendo considerato questo materiale "librario"5.

____________________ 4) Dai Verbali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università "La Sapienza" di Roma, Seduta del Consiglio di Facoltà del 13 Marzo 1936.

Nella stessa seduta si costituirono l'Istituto di Archeologia e Storia dell'arte, quello di Topografia romana e dell'Italia antica e altri.

A onor di precisione, nel documento risultano costituiti due Istituti di Storia dell'arte: uno di medioevale e uno di moderna. Verranno comunque sempre unificati, in seguito, sotto un unico titolo.

Ma la specifica distinzione che si trova nel verbale vede riferimento in due fatti collegati al Regio Decreto di Legge del 22 Novembre 1925, ndeg.2028 (assegnazioni e trasferimenti di cattedre universitarie), nel quale, al primo comma dell'art. 4, si assegnava alla Facoltà di Lettere una cattedra di storia dell'arte medievale e, al secondo comma dello stesso articolo, si mutava il titolo di Storia dell'arte medievale e moderna in Storia dell'arte del Rinascimento e moderna. Il Preside di Facoltà, in sede di Consiglio il 3 Dicembre dello stesso anno, comunicava la nomina per decreto al vecchio Adolfo Venturi per quest'ultima cattedra e il trasferimento, per disposizione ministeriale, di Pietro Toesca alla cattedra di Storia dell'arte medioevale. 5) Nel 1909, con il passaggio della Scuola a Palazzo Carpegna e la costituzione del Gabinetto di Storia 4

Da quella data quindi, 26 Giugno 1909, si costituì ufficialmente il fondo specifico e autonomo della Scuola venturiana, ma non possiamo sostenere di aver certezza che tutte le fotografie acquistate da quel momento finissero nella Fototeca di storia dell'arte. Molto probabilmente gli acquisti, susseguitisi nel tempo, non furono inventariati regolarmente e poi presi direttamente in carico dal neonato Istituto. Prova ne è la revisione del materiale didattico e scientifico, compiuta nel 1968 e trascritta in un unico apposito registro.

Inoltre, la risultanza di un'indagine, condotta nella Biblioteca Alessandrina due anni orsono, ha fatto rilevare, in uno scaffale quasi inaccessibile di un soppalco, la presenza di centinaia di fotografie Anderson non catalogate - la maggior parte datate attorno agli anni '30 - di vari soggetti tutti riferibili ai temi della storia dell'arte.

Questo piccolo fondo non è menzionato nell'ultima pubblicazione sulla biblioteca, prodotta dall'Associazione Italiana per le Biblioteche nel 1960: sembra quindi giusto darne, per linee generali, i dati.

Il quantitativo è composto di 685 fotografie, tutte del formato più comune (cm. 21x27), che sono divisibili in sette gruppi, cinque dei quali riferiti a precisi Comuni italiani: Firenze, pittura e scultura (56); Roma e Vaticano, architettura, pittura, scultura, urbanistica (328); Palestrina, Tempio della Fortuna e Villa Imperiale (33); Tarquinia, museo e tombe (109); Venezia, Tintoretto, Scuola di San Rocco (70); Varie città italiane, soggetti vari (64); Varie città straniere, pittura (25).

Come si è detto, nel 1935 la Facoltà di Lettere traslocò nella nuova Città Universitaria e si insediò nella parte destra del gigantesco blocco dell'edificio centrale, occupato a sinistra dalle facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche e, al centro, dal Rettorato. Nei locali del secondo e terzo piano del Rettorato fu sistemata la Biblioteca Alessandrina; due corridoi laterali (ora chiusi) la collegavano a Lettere e a Giurisprudenza. Nel 1936, con una convenzione tra il Ministero dell'Educazione Nazionale e l'Università di Roma venne decretato, per la biblioteca, il ruolo di deposito delle tre facoltà6.

Nulla vieta pensare che il fondo di fotografie - ora esiguo ma forse un tempo più cospicuo7 - possa essere

___________________________________________________________ dell'arte, avvenne un passaggio di consegne tra il Bibliotecario dell'Alessandrina Conte Alessandro Moroni e Adolfo Venturi, questi in qualità di Direttore del Gabinetto stesso. Documento del 26 Giugno 1909, Archivio di Adolfo Venturi, Scuola Normale Superiore di Pisa.

6) C. FERRARI, A. PINTOR, La Biblioteca Universitaria Alessandrina, Roma, 1960, p. 17.

7) E' noto che durante il secondo conflitto mondiale nel luglio del 1943, il quartiere di San Lorenzo fu 5

confluito anch'esso sotto forma di deposito, in virtù della convenzione e in quanto assimilabile al materiale librario, nella nuova grande biblioteca.

Una buona documentazione, riferita sempre al corpus originario del fondo dell'attuale Istituto di Storia dell'arte, è anche composta dalle fotografie di grande formato.

Presenti nell'Archivio Storico Fotografico, con oltre 1.500 esemplari, di dimensioni variabili (sino ai 40x60 cm.), costituiscono il materiale più antico. Le datazioni partono, per alcune fotografie, addirittura dai primissimi anni del decennio 1880-'90, per proseguire, ancora in abbondante numero, sino all'inizio del '900. Le case editrici sono le maggiori e più specializzate del momento: Braun, Bruckmann, Hanfstaengl, Alinari, Anderson, Brogi. Con una presenza più importante delle prime tre, in relazione, forse, a una ben precisa scelta di carattere tecnico (ma non solo), operata da Venturi8.

Noti e importanti sono, tra gli altri numerosi esempi, i due volumi dell' Academie Royale des Beaux-Arts a Florence - composti di 74 tavole fotografiche (31 per il primo, 43 per il secondo) delle dimensioni di cm. 54x70 e raccolte in eleganti cofanetti di pelle color rosso, con fregi e iscrizioni dorate - volumi curati dallo studioso, all'epoca Direttore dei RR. Musei di Roma oltre che già docente universitario, e editi dall'alsaziana casa Braun nel 1893.

Per ciò che riguarda la collezione storica di diapositive, altro grande strumento didattico, il discorso è analogo in relazione all'impossibilità di una "conta" precisa. Data l'estrema fragilità del materiale - si parla di lastre di vetro di cm. 8x8 in b/n, fornite dalle stesse case fotografiche produttrici delle immagini cartacee -

___________________________________________________________ duramente bombardato e gli effetti si ebbero anche sugli edifici dell'adiacente Città Universitaria. Dopo l'ingresso delle truppe alleate, inoltre, i comandi militari occuparono molti ambienti dell'Università, tra i quali la disastrata Biblioteca Alessandrina.

8) Quest'interesse si evidenzia nelle rubriche di notizie varie della rivista "L'Arte", che lo studioso modenese diresse dal 1898, rilevando l'"Archivio Storico dell'Arte" (1888-1897) dal suo condirettore Domenico Gnoli. Sia nei fascicoli I-II, che nel III-IV del 1deg. volume (1898), per esempio, si rendono note le nuove pubblicazioni fotografiche di varie ditte. Si parla ampiamente delle edizioni Braun (in particolare, le foto del volume sulla Galleria di Berlino con il testo di Bode) e di quelle Bruckmann; inoltre della Società fotografica di Berlino, di Brogi, Alinari e Anderson (di cui si annuncia il previsto completamento della campagna fotografica nelle zone comprese tra Milano e Venezia). 6

considerato deperibile e quindi non inventariato9, possiamo solamente sostenere, con una certa sicurezza, che è stato sempre conservato negli stessi ambienti della Scuola: questo per ovvie ragioni di frequenza d'uso durante le lezioni.

A tutt'oggi se ne possono contare circa 25.000 e il loro numero non aumenta da alcuni decenni; da quando, cioè, la produzione industriale si è indirizzata verso i piccoli formati, detti 5x5, derivati dall'utilizzazione della pellicola cinematografica 35mm. Scelta dettata più dalle leggi di mercato - con il proliferare di fotocamere a dimensioni ridotte e costi contenuti - che da una obbiettiva migliore resa del prodotto finito10.

Un altro gruppo di materiale "storico" è costituito da preziose raccolte di tavole fototipiche, assimilabili alle collezioni fotografiche pur essendo sovente accompagnate da corposi commenti scritti, e quindi di rigore pertinenti alla Biblioteca11. Consistente, sia nel numero che nella qualità, questa documentazione sottolinea alcuni temi fondamentali della storia dell'arte, a cominciare dall'immenso lavoro di riordino sui disegni e i manoscritti di Leonardo da Vinci, riuniti in sette grandi fascicoli per

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9) Nel 1968 è stata fatta una ricognizione inventariale di tutta la dotazione dell'Istituto di Storia dell'arte. In un unico registro sono state elencate le acquisizioni dal 1897, datando al Novembre 1967 tutte le fotografie in quel momento presenti: circa 35.000. elencate per gruppi, con l'indicazione dell'artista ma non dei temi. Non vi è alcun riferimento alle diapositive ma è probabile che la dizione FOTOGRAFIE possa essere genericamente riferibile anche ad esse. In un altro registro, che va dal Novembre 1950 al Febbraio 1963, si trova l'indicazione di acquisto per circa un migliaio di diapositive 8x8. E' stato quindi necessario operare un conteggio diretto del materiale.

10) Se è vero che la tecnologia moderna ha lavorato molto specialmente in direzione delle ottiche, costruendone di sempre più complesse e luminose, è anche vero che lo spazio a disposizione del soggetto, sulla pellicola, si è ridotto di un quarto, rendendo proporzionalmente più ardui i problemi da risolvere per ottimizzare la restituzione dell'immagine.

11) I locali della Biblioteca dell'Istituto di Storia dell'arte, sono stati alleggeriti delle collezioni di questo genere, in relazione alla necessità di accogliere, specialmente negli ultimi anni, un numero sempre crescente di nuove accessioni. In particolar modo, le recenti donazioni fatte da Giulio Carlo Argan, hanno aggiunto circa 22.000 volumi ai circa 40.000 già esistenti. 7

un totale di 322 tavole a colori di cm.38x48. Questo lavoro si deve all'operosità della commissione vinciana (con un esecutivo formato da G.Gentile, A.Venturi, E.Carusi, A.Colasanti, C.Ricci, P.Toesca) che ha condotto i lavori dal 1928 al 1950.

La monumentale opera di J. Lessing, Die Gewebe- Sammlung des Königlichen Kunstgewerbe-Museums Berlin, edita nel 1913 dà la possibilità di consultare, attraverso dettagliate schede di cui ogni riproduzione è fornita, 330 esempi a colori (cm. 50x70) di tessuti occidentali e orientali conservati del museo berlinese, divisi in 11 tomi che abbracciano i secoli IV-XVIII.

Duecentocinquantadue disegni, quasi tutti riprodotti a grandezza naturale in collotipia a colori, fanno parte dei nove volumi datati dal 1905 al 1914 della The Vasari Society for the reproduction of Drawings by old Master. Ottimamente conservate, le riproduzioni sono esempi delle opere giacenti in collezioni pubbliche e private inglesi e sono tutte corredate di schede analitiche. Altre due importanti raccolte in fototipia sulla grafica sono rappresentate da Dessins du Musée du Louvre, Ecole Italienne, cinque serie di cinquanta tavole ognuna (cm. 50x35) pubblicate in Firenze, s.d., dai Fratelli Alinari; e da Les Dessins de Pisanello & de son Ecole conservés au Mùsée du Louvre, 156 immagini ripartite dalla Société de la Reproduction des Dessins de Maître in due gruppi: uno del 1912 e l'altro del 1913.

Per ciò che riguarda l'architettura è di grande interesse la pubblicazione di H. Egger, Manuale di disegno architettonico. Antichi maestri, presente nella fototeca con il vol. I (secc. XV-XIX) edito da F. Wolfrum & Co. in Vienna e Lipsia nel 1910. In 60 tavole fototipiche corredate da testo critico, si passano in rassegna bozzetti e progetti, dai maestri tedeschi della metà del XV secolo a Hermann Neefe (1790-1854), attraverso le figure di G.L. Bernini, B. Poccetti, G. Rainaldi, A. Le Blond, J.G. Soufflot, H. Robert, etc.

La scultura eburnea può essere studiata consultando gli ampi repertori contenuti nei volumi che A. Goldschmidt ha dedicato all'arte carolingia, sassone e romanica. Die Elfenbeinskulpturen aus der Zeit der Karolingischen und Sächsischen Kaiser, VII-XI Jahrhundert del 1914, e Die Elfenbeinskulpturen aus der Romanischen Zeit, XI-XIII Jahrhundert del 1926, sono due esempi che illustrano questo tipo di arte medioevale, allegando ai rispettivi cataloghi critici 165 tavole contenenti quasi 500 fototipie.

The Mond Collection, edita a Londra (s.d.) riporta con 40 tavole elegantemente "seppiate", la raccolta di quadri che Ludwig Mond ha compiuto attorno ai grandi nomi di scuola veneziana, veronese, lombarda, toscana, umbra, bolognese e spagnola.

Per finire, ma non ultime d'importanza, le serie di Tavole storiche dei mosaici di Ravenna, edite dall'Istituto poligrafico dello Stato per il Reale Istituto d'Archeologia e Storia dell'Arte, dal 1930 al 1937. Il Sepolcro di Galla Placidia, il Battistero della Cattedrale, il Battistero degli Ariani, S.Apollinare Nuovo, la Cappella Arcivescovile, S.Vitale, S.Apollinare in Classe, S.Giovanni Evangelista, S.Michele in Africisco, Sant'Agata e la 8

Basilica Ursiana: in otto fascicoli, con circa 20 grandi tavole (cm. 50x70) ognuno, sono messe a comparazione le fotografie delle opere musive con i disegni delle varie fasi di restauro relative. Sostenuta dal testo di Corrado Ricci, l'opera si avvale di immagini Alinari e Anderson e dell'apporto di Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga, meticolosi curatori della parte grafica.


PER UN CENTRO DI DOCUMENTAZIONE. In linea con l'orientamento che si va attuando da alcuni anni e che tiene presente le sempre maggiori richieste di un'utenza in forte crescita, l'Istituto di Storia dell'arte ha provveduto alla ristrutturazione del reparto iconografico. La costituzione dell' Archivio Storico Fotografico, fototeca e diateca12 ha gettato le basi per far sì che la sezione di fototeca preesistente potesse avere un assunto programmatico di maggior respiro. Il progetto - voluto e sostenuto da Angiola Maria Romanini, all'epoca Direttore dell'Istituto - ha preso l'avvio dal 1987 e via via si è andato consolidando con iniziative mirate e concrete. Tenendo presente da una parte l'esistente (come si è visto carico di storica importanza) e dall'altra le nuove, esigenti prospettive sia della ricerca che della didattica, si è proceduto al progressivo ammodernamento dell'antica struttura. I problemi affrontati possono essere genericamente divisi in due grandi punti: 1) Catalogazione e conservazione del materiale; 2) Programmazione e linee di sviluppo.

1) CATALOGAZIONE E CONSERVAZIONE

Le due operazioni sono avvenute contemporaneamente, soprattutto in riferimento al vecchio materiale fotografico che, come si è detto, era parzialmente inventariato e privo di registrazione analitica.

____________________ 12) Le prime notizie generali sull'archivio sono contenute in S. VALERI, Fototeca. Archivio Storico Fotografico, Fototeca e Diateca, in Bollettino dell'Istituto di Storia dell'Arte, n. 2, 1991-1992, (Università degli Studi di Roma, La Sapienza, Facoltà di Lettere e Filosofia), Roma 1991, pp. 57-58. 9

Contenuto in cassettiere a sportello, si trovava diviso alfabeticamente, secondo un doppio criterio: per distretti regionali, con una subdivisione per comune; per autore.

I cassetti, tutti di egual misura, contenevano ognuno varie cartelline, entro le quali trovavano alloggio le fotografie con dimensioni fino a cm. 21x27. Alcuni temi più importanti avevano riservati un certo numero di cassetti le cui cartelline, a questo punto, si suddividevano, sempre alfabeticamente, secondo l'ubicazione dell'opera (per es. ROMA: Chiese, Gallerie, Musei, Palazzi, Piazze, Vie; etc.).

Nella procedura di riorganizzazione si è salvaguardato il principio di massima originario dei due ordinamenti: per autore e per comune, abolendo però i raggruppamenti regionali. Le fotografie sono state inoltre ricollocate all'interno di nuovi classificatori a cassetti scorrevoli, più razionali e capienti.

Le immagini riprodotte nei grandi formati sono state revisionate e raggruppate per temi, anche solo riguardati la tecnica, come è il caso delle citate collezioni di disegni che ora si trovano in un unico armadio.

La progettazione delle schede catalografiche, solo scritte e avvenuta con l'ausilio di un personal computer, si è basata sulla necessità di arrivare ad una griglia di informazioni aperta a varie e progressive immissioni.

Avvicinando il più possibile i criteri generali a quelli di altre esperienze13 un gruppo di studio (Marco Cardinali, Antonello Furneri per l'aspetto informatico e il sottoscritto, sostenuti dagli autorevoli consigli di Corrado Maltese) ha creduto di individuare una soddisfacente proposta di lavoro.

La scheda, realizzata con un programma data base, si presenta divisa in due parti: la prima riguarda notizie sul supporto dell'immagine (negativo, fotografia14, diapositiva, microfiche o microfilm); la seconda riguarda il soggetto rappresentato. L'esempio riportato fa parte ____________________

13) Quasi contemporaneamente, il 6 Ottobre del 1988, si è svolto a Roma il convegno internazionale Le Fototeche come conoscenza, tutela e valorizzazione dei Beni Culturali, promosso dalle Società Italsiel e Sidac con il coordinamento scientifico dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali.

In quell'occasione autorevoli opinioni si sono confrontate sul tema delle problematiche circa l'uso di nuove tecnologie da adottare nell'utilizzazione delle documentazioni fotografiche, relativamente al patrimonio storico-artistico. E' stata sottolineata da quasi tutti i partecipanti, la necessità di personalizzare i sistemi di catalogazione in rapporto alle variabili esistenti in ciascuna realtà.

14) Comprendente anche le stampe tipografiche, fototipografiche etc. 10

della campionatura effettuata sulle fotografie della raccolta Academie Royale des Beaux-Arts a Florence, edizione Braun del 1893 (vedi Scheda n. 1).

Di un altro sistema di catalogazione e archiviazione d'immagini - sempre con l'utilizzazione di schede computerizzate solo scritte - mirato a un nucleo di diapositive di recente acquisizione da parte dell'Istituto di Storia dell'arte, si parlerà più avanti.

Anche per la conservazione e la tutela del materiale si è preferito adottare una linea di condotta non eccessivamente "massimalista". I proficui incontri avuti con esperti del settore - specialmente dell'ICCD del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e dell'Istituto Centrale per la Patologia del libro "A.Gallo", esperti ai quali sono stati sottoposti alcuni reperti e molti quesiti - hanno fatto decidere per l'adozione di soluzioni non drastiche. Difatti, se è vero che la teoria della conservazione delle fotografie, applicata nella sua forma più estrema, vieta fermamente le troppo frequenti consultazioni dell'immagine, è anche vero che la rigorosa applicazione di questa regola può estremizzarsi nella cosiddetta "tecnica del racconto".

L'ironia è presa in prestito da un valido compendio di consigli tecnici per fotografi, nel quale si mette giustamente in guardia dagli eccessi che le formulazioni teoriche assolute partoriscono. Tra il serio e il faceto l'autore si riferisce a un fotografo ideale che oltre a non avere fiducia nei sistemi di conservazione, si pone addirittura in polemica con l'atto stesso dell'istantanea, ritenendolo già di per sé momento di modifica chimico- fisica del negativo: quindi, molto meglio raccontare ciò che si è visto15.

Comunque il grande problema da risolvere è stato quello del recupero e del rialloggiamento delle fotografie più antiche.

Quasi tutti questi positivi sono privi di cartonaggio di supporto e hanno la tendenza ad arrotolarsi in quanto sottilissimi. E' ovvio che l'uso ha inevitabilmente provocato piegature, alcune volte numerose, su molte stampe. ____________________

15) P. CASTANO, L'archivio fotografico: come proteggere, classificare etc., Milano 1983.

Per una più ampia e meticolosa analisi dei problemi generali cfr. La fotografia 1.

Tecniche di conservazione e problemi di restauro, a cura di LUISA MASETTI BITELLI e RICCARDO VLAHOV, Bologna 1987. 11

Inoltre, alcune fotografie presentavano vistose tracce di scadimento causate da microrganismi carticoli, patologia più nota come "foxing"16.

Sia il primo che, a maggior ragione, il secondo dei problemi sconsigliavano un cartonaggio così tardo dei positivi. Seppure, infatti, fosse possibile far riacquistare elasticità alla pellicola di sali d'argento cristallizzati in superficie, immergendo le stampe in acqua per poi reincollarli su di un supporto (naturalmente a condizione di usare un cartoncino composto di puro cotone, quindi completamente sprovvisto di lignina, e colla Ph neutra), il pericolo di riattivare la patologia, con la creazione di un ambiente umido nuovamente favorevole ai microrganismi sarebbe elevatissimo.

L'unico intervento possibile era ed è stato quindi, quello di inserire le fotografie in contenitori di plastica, del tipo porta-documenti.

Gli accorgimenti da seguire sono pochi ed estremamente semplici: la busta deve essere di grammatura consistente e la superficie non perfettamente liscia, comunque tale da non aderire alla fotografia, meglio se opaca; la busta deve mantenere un lato sempre aperto, per favorire la circolazione dell'aria, meglio se la facciata posteriore presenta dei fori.

Nel caso specifico dell'Archivio Storico Fotografico, le fotografie sono conservate come descritto, con l'aggiunta di una pseudo-cartonatura, consistente in un assemblaggio di un cartoncino di supporto con la busta di plastica che contiene la fotografia. Questo consente una fruizione totale della stampa che si può guardare sul verso e sul recto senza estrarla dall'alloggiamento (molte notizie preziose che riguardano i soggetti sono spesso autografate, a partire dal Venturi, proprio sul verso delle foto).

Per le fotografie stampate dagli anni '60 in poi non è stato necessario osservare dei particolari procedimenti di conservazione, se non quelli dettati da un comune buon senso, in quanto le elastiche resine poliestere utilizzate dalle industrie conferiscono al materiale una maggiore tollerabilità anche a non perfette condizioni ambientali.

Tutte le fotografie sono conservate entro cassetti scorrevoli di classificatori metallici che hanno una capacità variabile di 1.200-1.500 unità ognuno.

A quattro anni di distanza dalle prime applicazioni del nuovo sistema di conservazione la situazione si è dimostrata stabile e non presenta apprezzabili peggioramenti nei casi di acclarata patologia. ____________________

16) Per i problemi di carattere bio-chimico legati al restauro e alla conservazione del materiale librario cfr. F. GALLO, Contributo della biologia alla conservazione dei materiali librari, in Problemi del restauro in Italia, Atti del Convegno Nazionale (Roma 3-6 Novembre 1986), Udine 1988, pp. 185-190. 12

2) PROGRAMMAZIONE E LINEE DI SVILUPPO.

Il progetto iniziato nel 1987 ha associato la ristrutturazione alla ripresa della fruizione totale della sezione da parte degli studenti in particolar modo, ma anche degli studiosi in generale: rilanciando in tal modo quella informazione visiva che aveva caratterizzato le scelte dei capiscuola romani, a cominciare appunto da Adolfo Venturi.

In una delle due sale di lettura della biblioteca alcuni tavoli sono riservati alla consultazione del materiale iconografico. Periodicamente informati sull'uso degli strumenti messi a disposizione, gli studenti acquistano consuetudine sia nei riguardi di semplici sussidi tecnologici, quali ad esempio i lettori per microfiche e i proiettori da tavolo per diapositive, sia nei riguardi delle metodologie di ricerca.

Oltre alle già ampiamente citate stampe fotografiche e fototipiche, l'utente può consultare le recenti acquisizioni dell'Archivio.

Tre collezioni di microfiches di carattere generale e ordinate topograficamente: il Marburger Index (circa 930.000 immagini riguardanti la Germania); l'Index Photographique de l'Art en France (circa 100.000 immagini, per la Francia); l'Archivio Alinari (circa 160.000 immagini per l'Italia e alcuni altri centri europei e non).

Una raccolta specifica, sempre in microfiche: The Medieval Mosaics of San Marco, Venice (1.511 immagini a colori di totali e dettagli a documentazione delle opere musive più antiche presenti nella basilica veneziana).

Infine, il recentissimo acquisto dell'intero catalogo Scala di Firenze (più di 5.800 diapositive f.to 5x5 che documentano le varie forme artistiche dai primordi ai giorni nostri) ha completato la prima parte della programmata ristrutturazione.

Per questa collezione iconografica - strutturata su temi generali e composta da un numero "limitato" di diapositive - si sta completando lo studio di una schedatura (ideata e sviluppata da Giovanna Reanda e dal sottoscritto) personalizzata con l'aiuto del computer.

La scelta metodologica scaturisce anche dalla necessità di favorire l'utenza di primo livello, quella studentesca, nell'approccio a un tipo di ricerca immediatamente accessibile attraverso semplici comandi.

Infiniti percorsi ragionati consentiranno a singoli o a gruppi uno studio correlato delle immagini e il più possibile esaustivo (vedi Scheda n.2).

Il maggior numero di informazioni si troverà nel campo riservato alla descrizione iconografica del soggetto: richiedendo un tema, un nome, una data (o anche un approssimativo lasso di tempo), si otterrà una risposta, o un elenco di risposte, relativamente alla più o meno precisa formulazione del quesito. 13

L'auspicato ripristino del Gabinetto Fotografico - per il quale sono già state predisposte adeguate attrezzature di ripresa sia per l'esterno che per il banco ottico di laboratorio - potrà consentire, in tempi che tutti ci auguriamo strettissimi, quel ritorno alle campagne fotografiche che hanno puntualmente contraddistinto l'attività scientifica della Scuola di Storia dell'arte di Roma17 .

Allo stesso tempo la didattica si gioverà nuovamente di una "antica" struttura, pienamente rispondente ai requisiti di attualità e aggiornamento che la nostra disciplina esige.

(Stefano Valeri)

____________________ 17) Indispensabile è lo strumento fotografico ai fini delle documentazione, per esempio, delle varie fasi dei restauri. Di questo tipo di documentazione e dello scarso uso che se ne fa durante il lavoro ricostruttivo cfr. M.C. GALASSI, F.R. PESENTI, Note sulla documentazione a stampa del restauro in pittura, 1. Modalità e problemi della divulgazione dei dati, (M.C.G.), in Problemi del restauro in Italia, cit., pp. 247-250. 14

Scheda n. 1 +---------------------------------------------------------+ | NUM_INGR 0000001 | | EDITORE Braun | | ANNO_DA | | A 1893 | | POS_NEG | | POS_DIA | | POS_FOTO 101/1/001/00 | | POS_MICR | | ESEMPLARI 1 | | FORMATO F-37X46 | | CONDIZIO F-2 | | NOTE F-stampa carbone | |---------------------------------------------------------| | SOGGETTO Adorazione dei Magi (dett. Pala omonima- | | scena centrale) | | AUTORE Gentile da Fabriano (1370c.-Novembre 1428)| | UBICAZIO Fi-Uffizi (1919) | | PROVEN Fi-S.Trinita,Capp.Strozzi (da origine); | | Acc. Belle Arti (1810) | | COND_SOGG Integro | | DATA_SOGG Maggio 1423 | | DIMENS 173X220 | | TECNICA Pittura-tempera su tavola | | ATTRIBUZ Firmato e datato (fuori campo) | | RESTAURO 1955 | | FONTE Gli Uffizi, Catalogo Generale,Firenze 1979| | SEGUE Bibliografia, iconografia | |---------------------------------------------------------| | COMPILATORE | | DATA_COMP 06/06/90 | +---------------------------------------------------------+ 15 Scheda n. 2 (diapositive) +---------------------------------------------------------+ | AU | | Raffaello | | | | TI | | Il Parnaso | | | | TE | | P(ittura) | | | | DA | | ^1510 ^1511 | | | | UB | | Roma, Vaticano, Palazzo di Niccolò III | | (Stanza della Segnatura) | | | | CO | | ART RA2 1 | | | | DE | | Sopra un colle sono raffigurati ventotto personaggi: | | diciotto poeti, nove muse e Apollo. | | A sinistra, al centro e a destra tre gruppi | | di alberi. | | Identificazione ipotetica dei personaggi (sin-dx): | | Alceo, Corinna, Petrarca, Anacreonte e Saffo che | | regge un cartiglio con il proprio nome nella mano | | sinistra e una lira con la destra; Ennio, Dante, | | Omero, Virgilio e Stazio; Talia, Clio, Euterpe e, | | seduta con un'arpa Polimnia, Melpomene con una maschera | | in mano, Tersicore e Urania unico personaggio | | completamente di spalle; Tebaldeo (o Castiglione o | | Michelangelo), Boccaccio, Tibullo, Ariosto | | (o Tebaldeo), Properzio, Ovidio, Sannazzaro e, | | seduto, Orazio. | +---------------------------------------------------------+ 16



	
 

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