COSTANZA BARBIERI,
    Gli obelischi nel Rinascimento: iconografia e significati fra recupero antiquariale e simbolismo ermetico

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    Diversamente da tutti gli altri monumenti ereditati dall'antichità classica -- colonne coronate da statue, monumenti equestri, statue su piedistalli -- agli obelischi è riservato una sorte particolare. Se infatti Donatello, Verrocchio e Mchelangelo recuperano e riportano in vita le tipologie antiche nella Dovizia, nel Gattamelata, nel David, bisognerà attendere il pontificato di Sisto V perchè lo stesso revival si estenda anche agli obelischi.

    Fino a quel momento la comparsa dell'obelisco si limita ai testi -- in primo luogo all'Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna -- e alle immagini dipinte -- Mantegna, Peruzzi, Lotto e Tiziano, fra gli altri. Testi e immagini sono tuttavia fondamentali nel delineare un processo di associazioni simboliche che, partendo dall'equazione obelisco - Sapienza velata degli egizi, passa attraverso la ridefinizione pagana dell'obelisco come gloria mondana e celebrazione delle virtù degli imperatori romani, fino al recupero del monumento cultuale egizio attraverso l'ermetismo e alla sua diffusione -- sia pure sotto forma di immagine e mai di reale monumento, almeno fino a Sisto V -- nel Quattrocento e nel Cinquecento.

    L'influenza esercitata dall'Hypnerotomachia sulla produzione di immagini in rapporto alla cultura antiquariale e al recupero del simbolismo ermetico va pertanto riconsiderata alla luce di questo particolare contesto di significati. L'obelisco di rubente pietra del Poliphilo costituisce infatti un imprescindibile modello di riferimento nella rappresentazione di motivi analoghi, soprattutto nelle iconografie della Presentazione della Vergine al Tempio (Peruzzi, Lotto, Tiziano, Tintoretto) o della Crocifissione (Mantegna). Le similitudini fra la descrizione dell'obelisco nell'Hypnerotomachia Poliphili e questi dipinti -- in particolare nella contiguità fisica e simbolica dell'obelisco con il tempio -- evidenziano una nuova lettura che ribalta le tradizionali interpretazioni date all'obelisco quale allegoria dell'Immacolata Concezione nelle scene della Presentazione al Tempio (Rosand), sottolineando al contrario la continuità sui temi del simbolismo ermetico e del gusto antiquariale tra la fine del Quattrocento e la prima metà del secolo successivo.

    
    
    Costanza Barbieri
    Dottoranda di Ricerca
    Rutgers University