CITAZIONI

Alla fine degli anni settanta Warhol si dedica a opere di carattere puramente citatorio. Anticipando di una decina d'anni il movimento Post-Modern, Warhol rielabora con il proprio stile moltissimi capolavori del passato

Dall'arte italiana Warhol riformula il Cenacolo di Leonardo nel' Ultima cena (1986) e in molti altri Untitled; la Madonna Sistina di Raffaello nel Raphael I - $6,99 (1985); la Venere di Botticelli in Detail of Renaissance Painting (Sandro Botticelli, "Birth of Venus", 1942). Queste immagini vengono ingrandite, come in quella di Botticelli e negli Untitled ; oppure, sono sottoposte a serigrafie successive di marchi pubblicitari, come quello del sapone "Dove" nell'Ultima cena, e di prezzatura, come nel Raphael I - $ 6,99 . Dell'arte moderna straniera Warhol riprende solo un ritratto di Heinrich Tischbein in Goethe del 1982.

Dell'arte contemporanea l'unico riferimento è de Chirico, che Warhol incontrò più volte. E' interessante notare come l'adozione delle immagini di de Chirico non sia un fatto puramente citatorio come avvenuto per numerosi architetti del Post-Modern che hanno ricostruito le tipologie architettoniche presenti nei suoi quadri, come Aldo Rossi o Charles Moore che ricrea una Piazza d'Italia a New Orleans. Non si tratta neppure di una semplice citazione di autore alla moda come sostiene B.H.D. Buchloh. L'interesse che Warhol ha espresso nell'intervista a Achille Bonito Oliva in occasione della mostra "Warhol verso de Chirico" del 1982, è più profondo e personale. Si tratta di una simpatia (nell'accezione della derivazione greca del termine), di uno stesso modo di concepire l'arte e il valore della vita come una "ripetizione di accadimenti che cambiano mentre si ripetono". Infatti, con The Disquieting Muse (1978) e Hector and Andromache, Warhol sceglie di replicare i soggetti più replicati da de Chirico, quelli che ormai avevano assunto una dimensione mitica.



di Francesca Romana Orlando


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