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Le Avanguardie Russe. Recensione del volume di Enrica Torelli Landini  

Giorgia Duò
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 15 Agosto 2015, n. 782
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La recente pubblicazione di Enrica Torelli Landini, storica dell’arte e docente di Storia dell’architettura contemporanea e archeologia industriale all’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo), ricostruisce con una attenta cura documentaria e dovizia scientifica un periodo artistico noto, parzialmente indagato, talora vilipeso dai manuali di storia dell’arte, ma fondamentale per comprendere i percorsi artistici sviluppatisi in Europa nella prima metà del XX secolo: quello delle Avanguardie storiche russe.

Una ricostruzione storica che mette originalmente al centro dell’esposizione gli artisti e il loro milieu culturale; un percorso, talvolta difficile e faticoso, che parte dal primo decennio del secolo breve e, attraverso la Rivoluzione del 1917, giunge fino all’irrigidimento della cultura sotto il regime staliniano (1950 circa). Il punto di vista è quello dell’artista-protagonista, non un unico racconto cronologico di intellettuali e di opere, ma singole narrazioni incentrate sulle esperienze vissute dai singoli maestri: formazione, eventuale adesione ai principi politico-culturali del tempo, eventuale allontanamento dalla cultura di classe e tutte le inevitabili conseguenze psicologiche e materiali subite. Il volume non si limita a considerare la cultura artistica stricto sensu, piuttosto prende in considerazione tutto il contesto storico-culturale gravitante attorno ai circoli intellettuali del tempo; non si parla, dunque, solo di sperimentazioni artistiche, ma anche di poesia, di teatro, di cinema. L’arte non esiste isolata, ma vive all’interno di esperienze multidisciplinari: registi teatrali chiedono la collaborazione degli artisti per l’esecuzione di quinte, di scenografie e di costumi per i loro spettacoli, e, ovviamente, le realizzazioni non possono essere considerate fuori dall’ambito che le ha volute. Inoltre, non si deve dimenticare, che spesso e volentieri lo stesso artista non si dedica unicamente ad una sola arte, ma sperimenta campi diversi dalla poesia, all’architettura, alla scultura.

Il cospicuo e suggestivo apparato fotografico consente al lettore di cogliere i protagonisti nella loro fisicità e quotidianità; straordinarie fotografie d’epoca, in bianco e nero, mostrano gli interpreti di quegli anni al lavoro nei loro studî, durante le lezioni nelle “scuole-laboratorio di arte”, alle prese con l’allestimento di mostre, o semplicemente in compagnia di colleghi, amici o familiari in ambienti pubblici come i bar o nel privato delle loro case. Cadono così quelle “barriere storiche” che avvolgono i personaggi del libro, consentendo al lettore di familiarizzare con i loro volti e di poter associare opere e vicissitudini a persone concrete.

Non meno ricco, talvolta inedito, il corpus documentario: estratti di giornale, epistole, stralci di biografie sono abilmente utilizzati dall’autrice per far parlare gli artisti delle loro esperienze, delle loro preoccupazioni, di loro stessi. Scenari privati di grande intensità emotiva sono comunicati ai lettori in maniera autentica e stimolante.

Il volume, in brossura, pubblicato da De Luca Editori d’Arte, si compone di circa 180 pagine, ed esibisce una  gradevole cura editoriale.

Nelle prime 165 pagine si svolge il racconto di quegli anni ricchi, febbrili, suggestivi, caratterizzati dall’ottimismo, prima, e dalle delusioni, poi. Quindici scritti d’impronta saggistica, indipendenti l’uno dall’altro, capaci di comunicare autonomamente informazioni importanti di quel periodo e di quei protagonisti, si susseguono con ritmo incalzante. Si affrontano temi e personaggi [1] :

  •         Larinov e Gončarova, i “primitivi”;

  •          Majakovskij, Rozanova, Filònov, i futuristi;

  •         ancora Majakovskij e i fratelli Burljuk i gilejani (dalla regione della Tauride);

  •         Malevič, prima neoprimitivo, quindi cubofuturista, e, infine, suprematista;

  •         Tatlin e Rodčenko costruttivisti;

  •         El’ Lisickij e l’esperienza della sintesi;

  •         Gončarova, Rozanova, Popova, Ekster, Stepanova Udal’cova “le amazzoni” dell’avanguardia;

  •         Sčusev e Žoltovskij gli architetti accademici;

  •         Ladovskij, Krinskij, Dokučaev, Balykin,  El’ Lisickij e Mel’nikov gli architetti Asnova (associazione dei nuovi architetti – di matrice costruttivista);

  •         Vesnin e Ginzburg architetti del gruppo Osa (Associazione degli architetti contemporanei di matrice costruttivista);

  •         Larinov e l’esperienza del raggismo;

  •          la scuola suprematista di Vitebsk fondata da Mark Šagal (prima che si europeizzasse in Marc Chagal) e successivamente diretta da Malevič;

  •         l’esperienza del Vchutemas di Mosca (l’atelier, di matrice costruttivista, alla base della nascita dell’industrial design in Urss) dove vi insegnano Kandinskij, Lavinskij, Ladovskij, Dokučaev ed altri;

  •         il rapporto tra gli artisti e il teatro;

  •         il rapporto tra gli artisti e il cinema;

  •         il rapporto con la politica staliniana e la propaganda ideologica.

Nelle successive 15 pagine, a conclusione del volume, troviamo i cosiddetti “apparati”: i profili biografici degli artisti discussi; una fondamentale cronologia dal 1905 al 1940; una indispensabile ed essenziale bibliografia; infine, le necessarie referenze iconografiche.

 

 

 

IL LIBRO
Le Avanguardie Russe 
di Enrica Torelli Landini.
De Luca Editori d’Arte, Roma, aprile 2015. 
180 pagine.
€ 35,00

 

 



NOTE

[1] Si noti che non riportiamo pedissequamente i titoli dei saggi, ma proponiamo un’organizzazione dei temi proposti negli stessi.



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Contributo valutato da due referees anonimi nel rispetto delle finalità scientifiche, informative, creative e culturali storico-artistiche della rivista

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