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Sculture Preziose. Oreficeria sacra nel Lazio dal XIII al XVIII secolo  

Tiziana Gianni
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 27 Giugno 2015, n. 777
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Area Mostre
Non è un caso che, ad accogliere il nostro ingresso alla mostra presso il Braccio di Carlo Magno in Vaticano, sia la straordinaria statua equestre di S. Ambrogio martire1 (fig.1): capolavoro dell’oreficeria seicentesca in argento fuso e cesellato, proveniente dalla Concattedrale di Ferentino.
Il Santo2, fedelissimo seguace di Cristo divenuto centurione per l’onore del Romano Impero, è simbolo della forza spirituale.
Antecedendo l’esposizione di manufatti legati alle pratiche del culto, esso si pone come emblema di un cammino iniziatico che attraverso il rito e la preghiera, permette al fedele di entrare in contatto con “l’altro da sé”.
Un rapporto, questo, che fluisce mediante la visione della realtà creata e fa riflettere su come l’arte possa servire con la dovuta reverenza a tale scopo. Nel Capitolo VII del Concilio Vaticano II si dichiara che le opere d’arte religiosa e sacra, debbano esprimere l’infinita grazia divina con la quale intrattengono una relazione naturale e tramite l’espressione della bellezza, esplicitare il loro “unico” fine di guidare religiosamente le anime a Dio.

«L’arte religiosa diviene “sacra” quando finalizzata al sacro culto, rito, sacro luogo: “bellezza” e “dignità” devono servire al “decoro del culto” ed entro questa finalità sono ammessi cambiamenti di materia, forma, ornamento. L’arte sacra autentica deve cercare “nobile bellezza” e non “mera sontuosità».3

Caratteristiche ben incarnate dalle mirabilia di oreficeria, rimaste per troppo tempo ai margini dell’attenzione del vasto pubblico, che con questa rassegna (aperta fino al 30 giugno 2015), il Vaticano in accordo con la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici del Lazio, ha voluto valorizzare tramite un percorso espositivo ponderato.
Un percorso che si snoda tra le preziose testimonianze di fede provenienti dalle raccolte delle piccole e grandi diocesi della regione, quali: Rieti, Orte, Fondi, Amatrice, Alatri, Sezze, Soriano nel Cimino ed altre.

L’equipe curatoriale, sotto l’egida della dott.ssa Benedetta Montevecchi, ha privilegiato un’ambientazione intima con luce soffusa, per meglio mettere in risalto l’operato dei grandi artefici, arricchendo l’allestimento con pannelli didattici che ne illustrano aspetti inediti e tecniche esecutive; la pratica devozionale è connessa invece, alla proiezione di brevi filmati che ne illustrano l’uso cerimoniale.
Si tratta di opere appartenenti per definizione alla categoria delle arti minori: busti reliquiari, come lo splendido esempio di S. Tommaso Veringerio (fig.2) o di S. Maria Salome, croci processionali finemente lavorate (la Croce di Amatrice, Cittaducale, Sora, Veroli, Campagnano di Roma), calici, ostensori e sculture che ornano le suppellettili liturgiche, antiche testimonianze di fede, volute da committenti ecclesiastici e non.
Realizzate in argento, bronzo o dorate, arricchite con preziose gemme che richiedono una lettura ravvicinata, concentrata sulla minuziosa perizia dei particolari, quali descrivono un piccolo universo d’immagini simboliche.
La varietà delle opere in mostra rispecchia le tendenze artistiche che hanno ispirato le botteghe degli argentieri locali, anche grazie agli influssi culturali di maestri forestieri; nell’area viterbese è evidente il contributo senese, mentre influssi ascolani ed abruzzesi caratterizzano la sabina.
Non stupisce se i fedeli di ogni epoca, anche quelli vissuti in umile condizione, abbiano fregiato di magnificenza i luoghi di culto e gli oggetti con i quali hanno celebrato i misteri della salvezza.
La tendenza allo sfarzo dell’arte liturgica, deriva in gran parte dal fatto che tali oggetti venivano messi in mostra durante le celebrazioni, come espressione della devozione dell’uomo che offre lode e riconoscenza a Dio e che nel complesso rituale della Messa, dove ogni gesto ha un significato specifico, assumono grande importanza anche per la nobiltà del materiale.

Sono le Sacre Scritture4 a far risalire allo Spirito di Dio la genialità dell’artista e dell’artigiano, specialmente quando essi dedicano la loro attività al culto, utilizzando i doni della natura come legno, pietre e metalli, che nel corso del tempo si sono arricchiti di contenuti simbolici.
I metalli ad esempio, assumono il significato dell’energia potenziale, della trasformazione e della trasmutazione, incarnano l’eternità, la permanenza, l’atemporalità.
L’oro in particolare5, metallo raro tratto dalla terra attraverso un procedimento di lunga ricerca e difficile raffinazione, è emblema dello sforzo per raggiungere l’intima verità delle cose, la perfezione estetica e morale.
Numerose sono infatti le opere dorate selezionate per la mostra, come le Croci Processionali di Veroli, la Pace di Sezze, il Busto reliquiario di Palestrina e di Montefiascone, il San Michele Arcangelo di Montecassino.
Indizi questi di come gli artisti del passato, offrendo all’ammirazione e contemplazione dei fedeli i fatti salienti del mistero e della salvezza, presentati nella perfezione della bellezza, abbiano espresso nell’immagine sacra molto più della parola: hanno comunicato il messaggio evangelico.





NOTE

1 Opera dell’argentiere Fantino Taglietti, 1641.

2 Atti del martirio di S. Ambrogio Centurione, Parigi Biblioteca Nazionale ( Cod. Lat. 3278 ) in S. Ambrogio patrono di Ferentino, <www.comunediferentino.it>

3 Costituzione sulla Sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, 4 dicembre 1963 in <www.vatican.va/archive.it>

4 «Il Signore parlò a Mosè e gli disse: “Vedi, ho chiamato per nome Besalèl, figlio di Urì, figlio di Cur, della tribù di Giuda. L’ho riempito dello spirito di Dio, perché abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro, per ideare progetti da realizzare in oro, argento e bronzo, per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno ed eseguire ogni sorta di lavoro”» (Es 31,1-5; cf. Es 35,30-33). La Bibbia, S. Paolo Edizioni, 2014.

5 Liturgia, catechesi ed arte, Micaela Soranzo, 62a Settimana Liturgica nazionale, Trieste, Agosto 2011.





BIBLIOGRAFIA

Benedetta Montevecchi (a cura di), Sculture Preziose. Oreficeria sacra nel Lazio dal XIII al XVIII secolo, catalogo della mostra, Gangemi Editore, 2015.

La Bibbia, S. Paolo Edizioni, 2014.







LA MOSTRA

Musei Vaticani, Braccio di Carlo Magno
30 marzo – 30 giugno 2015
Lunedì – venerdì: 9.30 – 17.30;
mercoledì: 13.30 – 17.30;
sabato: 10 – 17;








Fig. 1
Fantino Taglietti, Statua Equestre di S. Ambrogio martire, 1641
Argento fuso e cesellato
Ferentino, Concattedrale dei Santi Giovanni e Paolo

Fig. 2
Argentiere meridionale, Busto reliquiario di S.Tommaso Veringerio, XV sec.
Lamina d'argento sbalzato ed inciso, rame fuso, sbalzato ed argentato
Amaseno, Chiesa collegiata di S. Maria Assunta

Fig. 3
Oreficeria franco-angioina, Base di Croce (o Reliquiario) con Fuga in Egitto, prima metà XIV sec.
Argento fuso, sbalzato e cesellato, smalti traslucidi
Arcidiocesi di Gaeta, Museo Diocesano




Foto cortesia Tiziana Gianni

Contributo valutato da due referees anonimi nel rispetto delle finalità scientifiche, informative, creative e culturali storico-artistiche della rivista

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