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“Outloo-King”: la Mail Art di Joseph Cornell  
Eleonora Rovida
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 21 Maggio 2011, n. 604
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Mail Art

 

Per gli storici dell'arte a caccia di pagine mancanti e documenti, gli scritti e la corrispondenza personale di un artista sono fonti inestimabili, perle di grande rilevanza per ricostruire il profilo dell'indiziato. La ricerca si svolge come un'indagine poliziesca tra le carte nell'intento di trovare una risposta alle proprie intuizioni, di scoprire nuovi temi, legami inediti, segreti e prove. Gli archivi sono le reliquie per gli archeologi delle fonti.

Gli artisti contemporanei hanno imparato a giocare con quelle prove-carte- ricerche-parole trasformando quella corrispondenza in una forma d'arte, la Mail Art 1. L'arte, nella sua stessa natura, è comunicazione: il messaggio-contenuto è il principio della creazione stessa. La Mail Art è allo stesso tempo il messaggio e il mezzo.

Le origini di questa operazione artistica, almeno nella sua forma ufficiale, sono da ricercare intorno agli anni Cinquanta-Sessanta con la codificazione di Ray Johnson nel 1962. L'intento è la concretizzazione di un'operazione artistica già abbozzata Futuristi, dal Dada, dal Surrealismo2, ma anche da William Mulready, nella realizzazione del primo stock di buste preaffrancate per il lancio della Penny Post in Gran Bretagna nel 1840, e soprattutto dalla commercializzazione della fotografia.

L'idea dell'arte postale trova le sue radici e le sue forme espressive nella vena collezionistica del contemporaneo: il collage, la poetica dell'oggetto trovato, la ricerca, la caccia alle immagini, la rivalutazione del banale sono le premesse e i canali attraverso i quali prende forma l'arte della corrispondenza. Il ritaglio e il frammento sono gli antenati degli "allegati".

Lo scambio continuo favorito dal contatto tra gli artisti all'interno di nodi culturali come i musei, le gallerie, le esposizioni, le proiezioni, diventa la rete di tanti "incontri casuali"3 tra i protagonisti che accrescono, con la propria esperienza personale e artistica, quel messaggio. La corrispondenza fittissima tra gli artisti novecenteschi diventa arte, un'opera-confronto che si fonda sullo scambio di immagini-allegati, sull'arricchimento dell'oggetto trovato, sull'annotazione, sul filtro personale in un feedback di relazione.

La Mail Art è la prova di come il contemporaneo sia strutturato secondo una rete di echi che affondano le proprie radici nel collegamento tra gli artisti. L'embrione di questa coscienza artistica è il punto di convergenza tra le personalità più disparate provenienti dai più lontani indirizzi dell'arte: Joseph Cornell4.

 

 

Joseph Cornell's Post Box


Il surrealista-non surrealista-"cacciatore di immagini"5 rappresenta il Post Office della Mail Art: la sua arte è da leggere in una cassetta delle lettere molto speciale, la Shadow Box ,una scatola di convergenze tra gli oggetti trovati, i ritagli, i frammenti di poesia della città.

Le creazioni dell'artista nascono dall'associazione filtrata dalle consonanze interiori che porta con sé l'interiorizzazione delle esperienze artistiche precedenti raccolte, selezionate, scelte e classificate con cura, come le figurine di un bambino. Tutta l'arte cornelliana è un archivio del sogno, un database della vita stessa ordinato e codificato secondo l'emozione e la memoria6. La scatola è la sua casella di posta, la raccolta delle immagini cercate, ricevute, inoltrate nello scambio con gli artisti.

I Joseph Cornell Papers degli Smithsonian Institution Archives non sono solo lo spazio di ricerca degli storici dell'arte, ma le prove tangibili del metodo cornelliano. Tutto è organizzato in cartelle e dossiers: la corrispondenza, i diari e le annotazioni rappresentano il suo personalissimo codice di catalogazione.

La passione dell'artista per gli ephemeras raccolti come immagini è il principio del suo collezionismo: la sua Wunderkammer nasce dalla selezione, dalla scelta di quelle stesse immagini che provengono dai giornali, dalle riviste, dai rigattieri, dai mercatini dell'usato e dalla corrispondenza.

Alla base di questa scelta artistica c'è il grande interesse di Cornell, intorno agli anni Venti, per le cartes-de visite vittoriane, cartoline ottocentesche che rispondono al culto vernacolare di Max Ernst:"Ernst?s collages, however, were not just inspirational in their own right. They also resonated with Cornell because his familiarity with the cult of vernacular images that he had grown up with and then encountered in mountains of discarded, out-of-fashion Victorian ephemera during the 1920s "7. Il collezionismo intrinseco all'opera cornelliana proviene proprio dalla mercificazione della fotografia in dagherrotipi, tintypes e cartes-de-visite: "his eye for photography in the 1920?s, however, favoured the vernacular "8.Si tratta di forme documentarie e commerciali della fotografia: "thanks to technological advances in printing and photography after 1820, images abounded in inexpensive illustrated book and magazines, and mass-produced prints, trade cards, and sheets of die-cut ?scraps? to decorate scrapbooks and letters. All were intended for mass consumption as advertising or as educational and recreational accessories "9.

Il gusto per la catalogazione è dato dalle scorribande newyorkesi del "cacciatore di immagini" tra gli scaffali e gli archivi delle biblioteche. Negli stessi anni l'opera di Atget, fotografo francese amatissimo dai Surrealisti, viene promossa in Usa da Berenice Abbott con l'aiuto del gallerista Julien Levy, amico e consulente di Cornell. Atget ha una tecnica personalissima per classificare le sue fotografie: segue l'ordine di catalogazione delle biblioteche.

Negli stessi anni Cornell si appassiona alla found fotography sul modello importato da Bresson in Usa: "The antithesis of the clinical precision of photography championed by Stieglitz, Cartier-Bresson?s gritty images of international urban scenes and people were ?snap-shotty miracles?, according to Levy, the young French photographer?s new champion "10.Non sorprende che Cornell ne rimanga fortemente colpito: "in the 1934 it also paralleled Levy?s concept and installation of ?anti-graphic? photography-examples from the medium?s journalistic, commercial, and scientific realms-that the dealer first presented simultaneously with Cartier Bresson?s work "11.Bresson offre a Cornell un approccio diverso alla fotografia rispetto alla corrente dominante dettata da Stieglitz: "Cornell recognized a kinder curiosity about street life and humanity in the photographs, and chose a mix of black-and-white and color images of Italian street urchins "12.

L'idea del collezionismo dell'ephemera legato alla spedizione, allo scambio e alla comunicazionetrova accenni negli scritti di uno dei fotografi più amati da Cornell, Gaspar Félix de Tournachon, noto come Nadar13. Nell'autobiografia Quand j'étais photographe 14, il fotografo aveva già preannunciato le sorti e le linee guida dell'arte novecentesca: "Nous sommes à une époque de curiosité esasperée qui fouille tout, hommes et choses; à default de la grande histoire que nous ne savons plus faire, nous ramassons les miettes de la petite avec un tel zèle que notre considération en est venue à ouvrir ses grands yeux devant un collectionneur de timbres-poste "15.

Gli echi "postali" dell'arte cornelliana derivano dalla sua esperienza familiare e professionale: il padre, infatti, era un commesso viaggiatore16. Lo stesso Cornell ha fatto il venditore porta a porta17, una premessa che ha sicuramente influenzato la realizzazione delle scatole come kit-set di oggetti: basti pensare ai Solar Sets, ai Soap Bubble Sets , a L'Egypte de Mlle Cléo de Merode cours elementaire d'histoire naturelle del 1940.

L'archivista visionario ha realizzato, con la sua arte, le premesse della Mail Art 18: tutte le sue creazioni sono la conseguenza naturale del suo metodo. L'arte è un prodotto della mente e, come tale, risponde ad una grande macchina che immagazzina immagini. Questo scritto si propone di rivedere l'arte cornelliana come un efficiente softwareper la gestione della posta: Outlook19.



 

Outlook's King

 

Outlook è un programma di Microsoft20 per la gestione della posta elettronica strutturato come sistema tanto per organizzare la propria corrispondenza quanto per la registrazione degli impegni attraverso una serie di strumenti specifici come la rubrica, il diario, il calendario e le note. Il programma permette la pianificazione di appuntamenti, incontri, riunioni in relazione ai propri "contatti". Nella sua stessa terminologia Outlook richiama looking out , guardare fuori, per sottolineare l'aspetto comunicativo e connettivo tra i fruitori in uno scambio elettronico, ma anche l'outlook, il punto di vista, la personalizzazione.

Nessuno meglio di Cornell rappresenta questo concetto: la poesia della sua arte nasce dall'esperienza visiva, dalla ricerca dell'immagine nel suo flâneurisme21 per le strade newyorkesi, operazione che gli consente di creare una psico-geografia interiore cercando l'incontro fortuito con un oggetto, un artista, una madeleine. Il reale viene raccolto e classificato attraverso il frammento, un brandello dell'esperienza, ephemera del quotidiano che incontra il suo sguardo attraverso i mercatini, le pagine dei libri e delle riviste, il cinema e la posta.

Cornell ha una grande passione per le cartoline e ne riceve in grande quantità da amici e artisti in una corrispondenza che è la premessa della sua stessa arte: the gift of a gift of a gift 22. Le cartoline, i ritagli di giornale, i volantini vengono scambiati tra Cornell e i suoi "contatti" secondo la poetica del souvenir: l'oggetto diventa un ritaglio della realtà convertito in regalo, un dono che lo stesso Cornell personalizza riutilizzandolo nelle composizioni, classificandolo in singolari dossiers tematici come se si trattasse di cartelle per smistare la posta in arrivo o "inoltrando" quei frammenti ad altri artisti. "Cornell mandava in regalo pezzetti di carta e strani oggetti alle ballerine di cui era innamorato"23.

Il materiale raccolto viene ordinato secondo temi filtrati dalla personalità dell'artista in un enorme schedario, "un laboratorio-diario-giornale di bordo-deposito, galleria d'arte, museo, santuario, osservatorio, chiave... il cuore di un labirinto, una camera di compensazione per sogni e visioni... la fanciullezza riconquistata"24.

Con questa operazione, l'artista ricontestualizza i ritagli come se si trattasse di ready-mades evocativi. La componente classificatoria e meditativa di Cornell differenzia la sua arte da quella dell'amico Duchamp perché l'immagine non viene letta come singola opera, ma come base per una riflessione profonda sull'aspetto artistico del pezzo che andrà ad incontrarne un altro secondo una scelta emotiva specifica. La "posta in arrivo" viene messa in una specie di magazzino momentaneo, un POP3.


 

La posta cornelliana

 

Il materiale del serbatoio cornelliano presenta un'infinita varietà di oggetti-immagini provenienti dalle epoche e dai mezzi disparati. "Qualcun altro, non conoscendo il metodo e l'intento di Cornell, descriverebbe quanto racchiuso nei suoi schedari come il contenuto di un cestino dei rifiuti, concedendo, forse, che si tratta dei più strani rifiuti immaginabili, perché lì ci sono cose che potrebbero essere state scartate da un parigino del diciannovesimo secolo così come da un americano del ventesimo"25. Le immagini cornelliane vengono prese in una caccia che deve molto alla pratica di riciclo artistico: è evidente negli schedari, come nelle scatole e nelle pellicole eseguite secondo la tecnica del found footage di cui l'artista stesso è l'inventore.

É uno "straccivendolo dell'arte": "Tutto ciò che la grande città ha gettato via, tutto ciò che ha perso, tutto ciò che ha disprezzato, tutto ciò che ha schiacciato sotto i suoi piedi, egli lo cataloga e lo raccoglie.. Egli classifica le cose e sceglie con accortezza; egli accumula, come un avaro che custodisce un tesoro, i rifiuti che assumeranno la forma degli oggetti utili o gratificanti tra le fauci della dea industria"26.

Vedere quelle immagini come il contenuto del cestino di "posta eliminata" di Outlook non è del tutto esatto: l'operazione artistica di Cornell rivaluta l'oggetto dal punto di vista semantico elevando quel frammento a elemento da associare ad altre minutiae secondo le proprie consonanze interiori.

L'arte cornelliana funziona come la casella di posta indesiderata: si tratta di una cartella che immagazzina materiali ricevuti, in particolare pubblicità. Sono email che si ricevono quotidianamente in accumulo e vengono selezionate dall'utente come "indesiderate" attraverso una procedura specifica che le individua come appartenenti a questa categoria. L'arte cornelliana, allo stesso modo, è fatta di oggetti che la città ha rifiutato e abbandonato: Cornell è diventato "l'uomo sulla discarica"27 che filtra quegli ephemeras secondo un filtro personalissimo.

Le sue consonanza interiori, che classificano quelle immagini, sono l'equivalente delle "regole"28 utilizzate per la gestione della posta indesiderata. Questi "filtri" vengono creati dall'utente stesso permettendo una selezione dei messaggi in arrivo: le regole sono associate a delle azioni che permettono di spostare, eliminare o comunque gestire le email con operazioni indicate dall'utente.

Il concetto di posta indesiderata si avvicina all'operazione artistica cornelliana anche nella terminologia: la quantità di materiale ricevuto e incanalato come indesiderato è detto spam. Il termine deriva dallo sketch del Monty Python , un gruppo comico inglese attivo tra gli anni Sessanta e Ottanta, che ridicolizza la costante pubblicità di un tipo carne in scatola. Cornell è il re dell'arte inside the box .

Oggi la sua arte riuscirebbe ad aggirare il filtro spam: il regolatore agisce sulla posta di grandi dimensioni, ma le creazioni cornelliane si avvalgono di una tecnica d' "avanguardia", la poetica della miniatura.


 

Le funzionalità di Outlook

 

Il software di Microsoft non riguarda solo la posta elettronica (Outlook Express ), ma anche una serie di elementi connessi agli impegni personali o lavorativi dell'utente. Il programma consente di "gestire un calendario per pianificare e memorizzare appuntamenti, riunioni ed eventi"29.

L'operazione che permette di inserire i propri impegni nel calendario è una personalizzazione: quelle "caselle di tempo" vengono associate ad eventi personali, a qualcosa che riguarda l'utente stesso. Le attività in programma vengono continuamente aggiornate dal soggetto che assegna ad ognuna uno stato di completamento. Lo stesso avviene nell'uso quotidiano delle liste di cose fatte o da fare.

L'archivio cornelliano presenta lo stesso "intervento" di proprio pugno con cancellature, righe, simboli utilizzati come segni di spunta. Le pagine raccolgono una grandissima quantità di annotazioni: sono le "bozze"30 dell'artista stesso che crea le sue "note"31 come idee per la sua arte. Queste scritte costituiscono la personalizzazione di quegli "allegati" trovati o ricevuti dai "contatti". La parola arricchisce quell'immagine trovata attraverso un filtro personale: è la stessa operazione che realizza Duane Michals32 nell'aggiungere le proprie "note" alle fotografie fornendo un'impronta data dalla scrittura a mano. La fotografia, così come l'immagine, raccoglie la sua prova: "Photograph is my proof "33.

Outlookfornisce anche un diario per "tenere traccia"34 delle proprie attività. I Joseph Cornell Papers contengono gruppi di carte appartenenti ai diari cornelliani: i fogli presentano le annotazioni degli eventi dell'artista, dei suoi impegni. Grazie a quelle frasi abbozzate e a quei frammenti gli storici dell'arte hanno potuto mettere in relazione la vita dell'artista e le sue opere: in quelle pagine sono annotati i progetti realizzati e non, le idee, le visite ricevute da Cornell che permettono di ricostruire quella serie di "incontri casuali", i contatti, gli spostamenti. Tutte le sue "tappe" si potrebbero tradurre in una mappadella New York cornelliana, una personalizzazione psico-geografica35 di quella cartina che si può richiamare con msn36 con un click.

L'arte di Cornell guarda sempre all'esterno perché dall'esterno prende i frammenti dell'esistenza e li riqualifica come arte: è la sua personalissima "rapina" delle immagini della città da custodire come refurtiva preziosa nel mondo della scatola.

 

 



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NOTE


1J. HELD, Mail Art: An annotated bibliography, London 1991
2E. B. HEUER, Going Postal: Surrealism and the discourse of Mail Art, http://etd.lib.fsu.edu/theses/available/etd-11102008-141907/unrestricted/HeuerEDisseration.pdf
3R. COHEN, A Chance Meeting: Intertwined Lives of American Writers and Artists, 1854-1967, tr. It. a cura di S. Manferlotti, Un incontro casuale. Le vite intrecciate di scrittori e artisti americani, 1845-1967, Milano 2006.
4A. SBRILLI, Joseph Cornell. Ogni cosa è illuminata, "Art e Dossier" n. 260, novembre 2009
5C. SIMIC, J CORNELL, Dime-Store Alchemy: The Art of Joseph Cornell, (tr. it. a cura di A. Cattaneo, Il cacciatore di immagini. L?arte di Joseph Cornell) Milano 2005²
6 A. SBRILLI, P. CASTELLI, Esplorazioni, estensioni, costellazioni. Aspetti della memoria in Joseph Cornell, "La Rivista di Engramma on line", n. 70, marzo 2009, < www.engramma.it>
7Joseph Cornell: Navigating the Imagination, catalogo della mostra a cura di L. Roscoe Hartigan, (Salem, Washington 2006 ? 2007), Salem, Washington, London 2006, p. 48
8 Ivi, p. 27
9 Ibidem
10 Ivi, p. 52
11 Ivi, p. 53
12 Ivi, p. 52
13D. WALDMAN, Joseph Cornell : Master of dreams, New York 2002, p. 76.
14F. NADAR, Quand j?étais photographe, Plan de la Tour (Var) 1979²,
15 Ivi, p. 191-192.
16 SIMIC 2005², p. 17
17 Ivi p. 18
18D. BURGESS FULLER, D. SALVIONI, Art, Women, California 1950-2000: Parallels and Intersection, Berkeley 2002, p. 245
19T. CAMPBELL, J. HASSEL, Outlook 2007. Beyond the manual, New York 2007
20S. MOSHER, Microsoft Outlook Programming. Jumpstart for Power Users and Administrators, Burlington 2007
21A. SBRILLI, Wanderer a New York. Una psico-geografia del Romanticismo nell'opera di Joseph Cornell, intervento al Convegno Paesaggi, cartografie e architetture nel romanzo tedesco dell'Ottocento, Istituto Italiano di Studi Germanici, Villa Sciarra-Wurst, 23 aprile 2010
22J. S. FOER, A Convergence of Birds: Original Fiction and Poetry inspired by Joseph Cornell , New York 2007³, p. XII
23SIMIC 2005², p. 26
24Ivi, p. 68
25Ivi, p. 68
26 S. SONTAG, Sulla fotografia, cit. B. FÄSSLER, La fotografia come ready-made ?il ready-made come fotografia, Seminario Spinacci, fotografia, < www.lettere.unimi.it/Spazio_Filosofico/leparole/duemilasei/Faessler06.pdf >
27SIMIC 2005, p. 28
28NOTARNICOLA 2010, p. 44
29Ivi, p. 1
30Ivi, p. 18
31Ivi, p. 135
32M. LIVINGSTONE, The Essential Duane Michals, Boston 1997
33D. MICHALS, Real Dreams, Danbury (New Hampshire) 1976
34NOTARNICOLA 2010, p. 142
35A. SBRILLI, Wanderer a New York. Una psico-geografia del Romanticismo nell'opera di Joseph Cornell, intervento al Convegno Paesaggi, cartografie e architetture nel romanzo tedesco dell'Ottocento, Istituto Italiano di Studi Germanici, Villa Sciarra-Wurst, 23 aprile 2010
36NOTARNICOLA 2010, p. 80

 








 

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