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Io Caravaggio 2010  
Eleonora Rovida
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 2 Dicembre 2010, n. 585
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Vedo rosso

Quattrocento volte Caravaggio, quattrocento anni dalla morte di Michelangelo Merisi, quattrocento echi del suo soprannome in giro per il mondo, quattrocento passi in avanti negli studi della sua arte, quattrocento leggende sulla sua vita di pittore maledetto, quattrocento ricerche per discutere sulla sua nascita non hanno cancellato un legame profondo: “Io Michel Angelus Merisi carraca oppido vulgo de Caravagio in Longobardis natus”. Ai suoi concittadini basta questa scritta, una dichiarazione autografa che lega il pittore maledetto ad una terra che, quattrocento anni dopo, lo celebra e gli rende onore.

Io Caravaggio [1] è una manifestazione che abbraccia la storia, l'arte, la cultura, il folklore e il territorio in un concentrato di eventi che si sviluppano per le vie del borgo bergamasco: ogni anno quel piccolo centro prepara l'omaggio ad uno dei più grandi nomi del panorama artistico mondiale. É il suo evento, la sua più grande festa, una ricorrenza da ricordare per tutti i caravaggini insieme agli estimatori del pittore.

La decima edizione si è intrecciata con i festeggiamenti per il quarto centenario della morte del Merisi: la città ha allestito il suo personalissimo contributo in un cartellone di eventi che mischiano il passato e il presente come omaggio al pittore e al suo borgo.

Tutto ruota intorno a quella dichiarazione “da Caravaggio”: la città diventa il teatro dell'evento, lo spazio dell'arte, il palcoscenico della danza di colori, musica e sapori, il revival di un'epoca lontana vista dalla lente del presente. Le vie si riempiono di teatranti abbigliati a tema scortati da carrozze, cavalli e sbandieratori per un corteo della memoria.

Le strade si affollano di curiosi che vengono irretiti dall'atmosfera caravaggina e caravaggesca: i lampioni delle strade vengono preparati qualche giorno prima per dare agli spazi la luce rossa di quei sipari tanto cari al Merisi. Il visitatore si immerge nel rosso e segue il fiume in festa: il borgo à rebours ricorda i vecchi mestieri, i giochi, i divertimenti, le ricette della tradizione. La cartina di Caravaggio viene reinventata: è una mappa per seguire un percorso culturale, ludico, interattivo per la caccia al tesoro del sapere e della scena. Gli spazi quotidiani vengono adattati all'evento: le vetrine diventano teche espositive delle riproduzioni dei dipinti del Merisi, gli edifici vengono illuminati ad arte perché sono la vera tela del dipinto della manifestazione. Le chiese, le sale comunali, le piazze e gli interni sono i nuovi spazi dell'arte.

La cultura visiva si mischia alla partecipazione diretta di cittadini e non: è arte e festa per quegli “umili” tanto cari alla pittura di Caravaggio. La mise-en-scène si concretizza: il centro si divide in rioni, gruppi che si mettono in gioco, si sfidano e si divertono davanti e con il pubblico. La città si mostra ai visitatori e si riscopre nell'evento partecipando alle tappe dell'avventura in un anniversario di tradizione. L'arte è l'invitata e l'indiziata principale, protagonista della programmazione: il calendario si compone di una serie di appuntamenti, manifestazioni, mostre, esposizioni che rendono l'omaggio un nodo di intrecci tra gli studi del passato, le nuove scoperte, i dibattiti, le applicazioni tecnologiche, le interpretazioni degli artisti contemporanei.

 

 

Caravaggio clona Caravaggio

La decima edizione di Io Caravaggio costituisce una tappa fondamentale per le ricerche sull'arte del Merisi: la novità principale è l'allestimento di uno spazio interattivo per lo studio del Trittico di S. Matteo [2] (le cui opere originali sono conservate nella Cappella Contarelli della chiesa romana di S. Luigi dei Francesi [3] ) all'interno della Sagrestia della chiesa sconsacrata di S. Giovanni Battista [4] . Le riproduzioni delle opere, realizzate dalla Factum Arte [5] di Madrid in collaborazione con la Fondazione Cini di Venezia, costituiscono il primo passo di un progetto che prevede la creazione di facsimile che aiutino gli studiosi nell'analisi della tecnica pittorica.

La copia diventa uno strumento importantissimo per l'osservazione e lo studio permettendo di svelare al pubblico nuovi segreti legati ad una pittura che, dopo quattrocento anni, non ha perso il suo personalissimo fascino. Le riproduzioni sono state realizzate con scanner piatto (per l'analisi incrociata dei diversi pigmenti e la registrazione della superficie), scansione laser tridimensionale del dipinto con cento milioni di punti di misurazione indipendenti al metro, fotografie ad altissima risoluzione e foto multispettrali. La tecnica è la stessa utilizzata per la riproduzione delle Nozze Di Cana di Veronese [6] ad opera dalla medesima équipe.

I cloni riportano tutto il curriculum vitae delle opere: sono perfetti non solo nelle dimensioni e nei colori, ma anche nei segni dei restauri e nelle tracce lasciate dal tempo. Lo spazio è la prima tessera per la creazione del Centro Studi di Ricerche digitali “Caravaggio”, una banca dati permanente e costantemente aggiornata.

Per il 2011 è prevista la duplicazione del Martirio di Sant’Orsola, conservato a Napoli nella collezione Intesa Sanpaolo, e di Santa Caterina d’Alessandria, esposto al museo Thyssen - Bornemisza di Madrid. Negli anni si proseguirà con la registrazione dell’opera omnia, un'operazione finalizzata a riportare Caravaggio a Caravaggio.

 

Roma- Caravaggio: sola andata per la cultura

In occasione della manifestazione Palazzo Gallavresi, sede del Municipio caravaggino, è stato trasformato in sala espositiva per ospitare la mostra Caravaggio. Mecenati e Pittori promossa dalla città di Caravaggio avvalendosi dell'organizzazione del Museo Diocesano Adriano Bernareggi di Bergamo (http://www.museobernareggi.it/). L'allestimento prevede un doppio percorso costituito da due gruppi di ritratti di artisti e committenti che trovarono sulla loro strada il pittore  lombardo.

La curatrice, Maria Cristina Terzaghi, ha raccolto il “suggerimento” [7] di Roberto Longhi: mettere in contatto i protagonisti di quella galleria per realizzare un romanzo storico di quella Roma che è cresciuta dai tempi del Caravaggio all'apparire del Bernini. “L'idea di questa mostra- spiega la curatrice- , il cui fulcro è la Roma di primo Seicento, è tuttavia totalmente lombarda. É nata da una conversazione che ebbi tempo fa in quel di Milano con Giovanni Agosti e con Giuseppe Frangi” [8] .

La mostra vuole ripercorrere, attraverso i ritratti, la biografia del Merisi, una storia per immagini, un mosaico biografico della Roma caravaggesca. “Non c'è niente che spiega meglio la vita di un uomo se non i volti delle persone che ha incontrato e che hanno influito potentemente nei suoi momenti di svolta. Se questo è valido per tutti, lo è ancor di più per una personalità come il Merisi da Caravaggio, di cui non si riescono proprio a separare le vicende biografiche da quelle artistiche, la burrascosa vita e l'impetuosa rivoluzione che ha imposto alla pittura del suo tempo” [9] .

I ritratti comprendono soprattutto le personalità che parteciparono al processo del 1603 e i mecenati che permisero l'ascesa della fama di Caravaggio nell'Urbe evocati dai disegni di Ottavio Leoni e della sua bottega. “Questa mostra assume un significato molto particolare perché lega la città bergamasca di Caravaggio a Roma, realizzandosi nella piccola città in cui l'esperienza di Caravaggio prese avvio per poi raggiungere traguardi assoluti testimoniati dalle vicende e dai successi romani” [10] .

Nella mostra, tra luci e ombre come nella perfetta tradizione della pittura del Merisi, si può ammirare il celebre ritratto del Caravaggio realizzato da Ottavio Leoni. Il volume, esposto in una teca, è “sfogliabile” attraverso un monitor touch screen.

La mostra rivolge al pubblico un doppio invito: il 12 novembre, infatti, si arricchisce di un pezzo pregiatissimo, il Ragazzo morso da un ramarro del 1595-1596 proveniente dalla Fondazione Longhi di Firenze. Si tratta di un'opera simbolica e moralistica, tra piacere e dolore, un mezzo busto allegorico come ammonimento alle insidie.

L'esposizione dell'opera nella sede del Municipio fino al 12 dicembre rappresenta un “ritorno” a Caravaggio, un simbolico ricongiungimento tra l'arte del Merisi e la sua città.

 

 

Contemporanea-mente Caravaggio

L'esposizione a Palazzo Gallevresi è solo una delle numerose mostre allestite per l'evento. La multimedialità, l'interpretazione, il richiamo all'artista caravaggino dominano la scena.

Gli artisti contemporanei non mancano: le loro opere troneggiano sugli edifici lungo la strada che porta alla chiesa sconsacrata di S. Giovanni come omaggio condotto secondo un filtro personalissimo.

L'Auditorium Centro civico di S. Bernardino è lo spazio deputato alla premiazione del 12º concorso nazionale di pittura contemporanea a tema libero.

Un ospite d'eccezione di Io Caravaggio 2010 è Gianriccardo Piccoli con 1610 Roma 2010 Omaggio a Caravaggio: la mostra, allestita proprio nella chiesa sconsacrata di S. Giovanni, è una meditazione che parte dalla stoffa per ritrovare la pittura. Il Piccoli “pensava a stendardi che potevano segregare all'interno della struttura architettonica preesistente lo spazio di una ricreata 'camera ombrosa' caravaggesca, e insieme, nel disporsi sugli altari dimessi, avrebbero alluso ad apparati barocchi di cerimoniali effimeri e fastosi. Ma lo spessore cupo di quei broccati si mutava ora nella sua tela leggera, che aleggiava senza peso e richiedeva un ancoraggio per soddisfare le intenzioni costruttive: come in una fucina/officina Gianriccardo Piccoli tramuta il limite opposto della materia in sollecitazione di creatiità linguistica” [11] . Lume e ombra abbracciano i temi della morte dell'amore: “Ma dai neri catafalchi entro i quali Gianriccardo Piccoli ha imprigionato i propri ricordi, incastonandoli nel metallo lucente dell'ammirazione caravaggesca, spira la brezza leggera di una irreprimibile tenerezza, l'indomata potente affezione verso storie che la carne ha trasformato in immagini, e per le quali, persino di fronte alla loro inerme caducità, non si può che provare un ultimo sconfinato amore” [12] .

I parallelismi con il Merisi si ritrovano nelle esposizioni dei suoi concittadini, Giorgio Versetti (Versetti e Caravaggio) e Pietro Rovida (Omaggio al Caravaggio nelle foto d'autore di Pietro Rovida) . Versetti si confronta con il Merisi attraverso la pittura in una serie di opere esposte nella Sala della Confraternita, ma anche e soprattutto con una scultura simbolica, un Caravaggio nostalgico alla fine della sua vita che ritorna simbolicamente nel suo borgo. L'opera è in bozza con una dichiarazione dell'artista, una nota forte di contestazione per chi non gli ha permesso di finirla. Il dialogo di Versetti con la luce è filo rosso delle sue opere: basti pensare alle splendide vetrate dipinte nella sala per le celebrazioni e i convegni all'interno del complesso del Santuario caravaggino.

Rovida, invece, ha allestito nella sala esposizioni di Via Polidoro Caldara una paratassi fotografica che allude ad una pellicola in cui gli scatti si distanziano in spazi precisi. La protagonista della sua arte è la riflessione sulla luce e sulla natura stessa della foto-grafia, il risultato di un percorso affrontato negli anni nel tentativo di avvicinarsi alla pittura. La sua fotografia è arte del gesto e della scrittura di luce che nasce e cresce nella luce bianca su sfondo bianco, un'idea che deve molto al mito d'origine della pittura narrato da Plinio in cui l'arte rappresenta la cattura di un'assenza. Lo spazio è la tela del fotografo che dialoga costantemente con la modella costruendo la scena sull'interpretazione delle linee e della gestualità del corpo, ma la luce è sempre il suo pennello. L'elaborazione in postproduzione è la sua “pittura”, il suo filtro personale, il suo omaggio ad un concittadino illustre come Caravaggio che, in tempi recenti, è stato visto come il “primo fotografo” [13] .

 

 

Nell'ottica di Caravaggio

La presenza di un dialogo tra fotografia e pittura rappresenta l'evoluzione degli studi sull'arte del Merisi: dalle intuizioni sull'uso degli specchi (vista la presenza diffusa di soggetti mancini nelle sue opere), all'ipotesi della trasformazione dello studio in camera oscura e all'uso di sostanze chimiche che facevano della tela una pellicola primitiva senza dimenticare la “polvere magica” di Carvaggio, ottenuta probabilmente “da lucciole schiacciate, una tecnica al tempo utilizzata per creare effetti speciali nelle produzioni teatrali” [14] .

Il tema della lente è stato protagonista de Le meraviglie ottiche a cura del Gruppo Artistico “Il Caravaggio”, Sezione Giovani in Largo Cavenaghi.

Le recenti verifiche effettuate grazie alle riproduzioni del Trittico di S. Matteo ad opera della Factum Arte hanno portato nuove conferme alla teoria. Il progetto della creazione dei tre cloni, come ha spiegato Adam Lowe, rivela l'uso di una piccola lastra di vetro posizionata vicino agli occhi per vederne il riflesso con un occhio e la tela con l'altro [15] .

Le conferenze tenute durante la manifestazione hanno intrecciato le nuove rivelazioni con il passato, con la cultura visiva del Merisi ne Il “Caravaggio” a Caravaggio. Le perle della memoria, conferenza di Ottorino Pellegri nello scenario suggestivo della Chiesa di S. Bernardino. Pellegri, sfruttando gli splendidi affreschi di Fermo Stella, ha mostrato ai partecipanti le straordinarie somiglianze tematiche, iconografiche, stilistiche tra l'arte del Merisi e le opere presenti a Caravaggio cercando di raccontare, attraverso le immagini, il background visivo del pittore.

Una nota è doverosa alla presenza di Maurizio Marini alla manifestazione: in occasione delle celebrazioni del terzo centenario dell'Incoronazione, il Santuario di S. Maria del Fonte Regina della Pace è diventato lo spazio per la conferenza La pittura teologica e devozionale mariana del Caravaggio tenuta da Marini proprio nel tempio dei Caravaggini in un'atmosfera unica con la cupola del Santuario incoronata di luci per l'occasione. Marini ha nominato un documento poco amato dai caravaggini sulla presunta nascita del pittore a Milano, ma ha ricordato un grande nome nato a Betlemme e ricordato da tutti come “di Nazareth”.

Non sono mancati gli appuntamenti dedicati alla letteratura caravaggesca: la biblioteca Banfi ha accolto i lettori con aperture speciali per l'esposizione e la fruizione dei testi più importanti della sezione “Caravaggio” nell'ambito di Quattrocento (e più) libri per Caravaggio.

Stefano Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici, culturali e ambientali, ha presentato il suo nuovo libro nella chiesa di S. Bernardino: si tratta di una summa dei risultati delle analisi specialistiche condotte sulle spoglie del Caravaggio per svelare Il mistero Caravaggio. Una vita dissoluta, una morte misteriosa, un corpo scomparso [16] .

La vita del Merisi come giallo irrisolto è protagonista de Le ali nere del Caravaggio [17] , romanzo presentato da Marco Carminati nella Saletta conferenze de Il Campanile: è un viaggio nelle radici bergamasche di una regista australiana trasferitasi temporaneamente in Italia per girare un film sul Caravaggio.

 

 

Musica e Performance

Caravaggio è soprattutto spettacolo, teatro e mise- en -scène. L'attenzione dedicata alla performance, ai figuranti, al corteo, agli sbandieratori è l'eco del sapore teatrale dell'arte del Merisi. Le rivelazioni emerse dagli studi, la devozione alla luce, la presenza di strumenti musicali nei dipinti, il tema dei musici non potevano restare note isolate.

Io Caravaggio ha animato la festa con luce e musica per tutta la manifestazione, ma ha ritagliato soprattutto degli spazi specifici a questi ambiti. La musica è stata il filo rosso dei cortei in maschera, degli spettacoli degli artisti di strada grazie alla collaborazione del gruppo Medusa Fantasia e del Corpo Bandistico di Caravaggio.
Gli spettatori hanno potuto assistere ad una commistione di musica e luce, di riflesso e inganno ottico ne Le fontane danzanti.

Caravaggio Danza, inoltre, ha realizzato uno spettacolo dal titolo 400 Caravaggio per celebrare il pittore attraverso una serie di danze-omaggio all'arte del Merisi nello scenario della facciata della Chiesa di SS. Fermo e Rustico, i patroni della città.

Se l'arte è spettacolo non poteva mancare una performance che rievocasse l'errare del pittore: è stato organizzato un tour che ha il sapore della mise-en-scène, un viaggio per Malta, una visita per la cerimonia ufficiale della firma del protocollo di intesa culturale le due città, Caravaggio e La Valletta.

 

 

NOTE

[1]     Io Caravaggio 2010, Palinsesto culturale dell'evento (24/09/2010-12/12/2010), http://www.comune.caravaggio.bg.it/notizie/notizia_dettaglio.asp?id_notizia=1056

[2]     Arte, Al via la riproduzione in facsimile trittico di Caravaggio, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sitoMiBAC/Contenuti/Ministero/UfficioStampa/News/visualizza_asset.html_1608132144.html

[4]     The Caravaggio Research Centre. The making of facsimiles, Factum Arte, http://www.factum-arte.com/eng/conservacion/caravaggio/caravaggio_progress.asp

[7]     M. C. TERZAGHI, Caravaggio. Mecenati e pittori: istruzioni per l'uso, in Caravaggio. Mecenati e pittori, catalogo della mostra a cura di M. C. Terzaghi (25/09/2010-12/12/2010 Palazzo Gallavresi, Caravaggio) Cinisello Balsamo (Mi) 2010, p. 10

[8]     Ivi, p. 11.

[9]     G. PREVEDINI (Sindaco di Caravaggio),  Ivi, p. 7.

[10]   G. MILESI (Assessore alla Cultura, Spettacolo, Identità e Tradizioni della Provincia di Bergamo), E. PIROVANO (Presidente della Provincia di Bergamo),  Ivi, p. 8.

[11]   B. CINELLI,  ..per ritrovare alla  fine la pittura, in Gianricciardo Piccoli. 1610 Roma 2010 Omaggio a Caravaggio, catalogo della mostra (Chiesa di S. Giovanni Battista, Caravaggio 2010) a cura di S. Facchinetti e G. Zanchi, Milano 2010, p. 11.

[12]   S. FACCHINETTI, G. ZANCHI, Morte a Roma, in Gianricciardo Piccoli. 1610 Roma 2010 Omaggio a Caravaggio, p. 30.

[13]   Caravaggio, il primo “fotografo” camera oscura e tele-pellicole, in “La Repubblica” 11/03/2009,  http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/spettacoli_e_cultura/caravaggio-fotografia/caravaggio-fotografia/caravaggio-fotografia.html

[14]   Ibidem

[15]   The Caravaggio Research Centre. The making of facsimiles, Factum Arte, http://www.factum-arte.com/eng/conservacion/caravaggio/caravaggio_progress.asp

[16]   S. VINCETI, Il mistero Caravaggio, Una vita dissoluta, una morte misteriosa, un corpo scomparso, Bologna 2010.

[17]   M. CARMINATI, Le ali nere del Caravaggio, Bergamo 2010.



Ringraziamenti

Desidero ringraziare il Comune di Caravaggio, il Sindaco Giuseppe Prevedini, l'Assessore alla Cultura Gianni Testa, il Maestro Ottorino Pellegri; il dott. Gabriele Allevi, il dott. Nicola Cremonesi e Ornella Genua del Museo Diocesano Adriano Bernareggi di Bergamo; il prof. Danilo Torre, Stefano Spilli e la segreteria dell'Accademia Toscana di Scienze e Lettere "La Colombaria" di Firenze.








Fig. 1
ELEONORA ROVIDA, Arco di Porta Nuova, Caravaggio, 2010
Fotografia

Fig. 2
ELEONORA ROVIDA, Piazza SS. Fermo e Rustico, Caravaggio, 2010
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Fig. 3
ELEONORA ROVIDA, Esposizione del Trittico di S. Matteo, Chiesa di S. Giovanni Battista, Caravaggio, 2010
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Fig. 4
ELEONORA ROVIDA, Martirio di S. Matteo, Chiesa di S. Giovanni Battista, Caravaggio, 2010
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Fig. 5
ELEONORA ROVIDA, San Matteo e l'angelo, Chiesa di S. Giovanni Battista, Caravaggio, 2010
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Fig. 6
ELEONORA ROVIDA, La vocazione di San Matteo, Chiesa di S. Giovanni Battista, Caravaggio, 2010
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Fig. 7
ELEONORA ROVIDA, Mostra di Pietro Rovida, Caravaggio, 2010
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Fig. 8
ELEONORA ROVIDA, Ritratto di Caravaggio a Palazzo Gallavresi, Accademia Toscana di Scienze e Lettere "La Colombaria", Firenze, 2010
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Fig. 9
ELEONORA ROVIDA, Caravaggio. Mecenati e Pittori, Palazzo Gallavresi, Caravaggio, 2010
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Foto cortesia di Eleonora Rovida

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