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Musei, mostre, batracomiomachie e arte contemporanea  
Mercedes Auteri
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 15 Ottobre 2009, n. 539
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Area Mostre

Mentre Venezia analizza i preoccupanti dati emersi dall'indagine svolta dal comitato privato britannico per amministrare in maniera più sostenibile i flussi turistici concentrati solo in alcuni centri simbolo della città, si tengono in questi giorni proprio nella Regione Veneto alcuni eventi sintomatici di interrogativi diffusi. Parte dal neoinsediato Presidente della Fondazione Mazzotti di Treviso, l'imprenditore Giorgio Palesa, l'invito ai privati, imprenditori e collezionisti, a investire in tempo di crisi in un bene che non tramonta: la cultura. L'innovazione e la creatività dell'arte possono portare benefici, occupazione, una società e un'economia basate sulla conoscenza. Come fece, giusto a Venezia, la pioniera Peggy Guggenheim, come sta facendo a Vicenza Carlo Bonetti con Villa Pisani, come ha fatto François Pinault raddoppiando le sedi espositive della sua collezione nel capoluogo, come farà la Biennale rendendo permanenti alcuni spazi (Palazzo delle Esposizioni, ormai ex Padiglione Italia, per ospitare mostre temporanee, insieme a bookshop, caffetteria e, finalmente, una biblioteca consultabile che contenga l'ampio archivio storico).

Al convegno Fare spazio. Le relazioni educative nell'arte contemporanea tenutosi alla Fondazione Querini Stampalia, interviene anche il sud, a sottolineare l'importanza di un necessario scambio tra le realtà più dinamiche in materia (Castello di Rivoli, Torino; Mart di Rovereto, Trento; Mambo di Bologna) e a creare un ponte tra la Sicilia e il resto del continente, l'unico ponte di cui i difensori dei beni culturali e dell'ambiente vorrebbero sentire parlare, uno che avvicini le idee creative, l'amore per l'arte, l'affezione di ogni genere di pubblico (quello che c'è e quello che verrà) al proprio patrimonio.

Gli esperti della didattica, come i direttori e curatori di eventi e mostre, s'interrogano sulle capacità dell'arte dei nostri giorni di essere specchio di un'epoca e sulla necessità di esserne insieme promotori e attenti osservatori. Così al Museo Cantonale di Lugano, un'esposizione sul volto nell'arte contemporanea, in mostra fino a febbraio 2010, si domanda quale faccia abbia il presente, come i fenomeni della massificazione e della perdità d'identità siano  interpretate dagli artisti, sensibili sensori di grandi trasformazioni.

Un bar camp sui linguaggi della contemporaneità sarà uno degli eventi principali che muoveranno il Festival della creatività a Firenze tra il 15 e il 18 ottobre.

Tradurre i linguaggi dell'arte che sta accadendo insieme a noi è anche uno dei sommi insegnamenti che arrivano dalla mostra Il museo come avanguardia, dedicata a Palma Bucarelli, in corso alla Galleria d'Arte moderna di Roma fino all'1 novembre. Quando espose nel 1959 un Sacco di Alberto Burri, il senatore Terracini si auspicò che «l'emerita direttrice della Gnam si affrettasse a nascondere ben lontano dagli occhi del pubblico l'indegna sozzura raccattata dalla gerla di uno spazzaturaio...» Così capita ancora, meno di un anno fa, al segretario generale della Cei, Giuseppe Betori, seguito dal ministro Bondi, che aveva parlato della rana crocifissa di Martin Kippenberger al Museion di Bolzano, come di un'opera che «offende il sentimento religioso del popolo italiano». E, più recentemente, il consigliere Pietro Bortoluzzi, che considera la rana tenuta dal ragazzo di Charles Ray sulla Punta della Dogana a Venezia, «esteticamente discutibile» e chiede che sia portata via perché torni al proprio posto il vecchio lampione. Così le batracomiomachie, le guerre tra rane e topi, sembrano ripetersi senza tempo e l'arte è ancora una volta specchio, visione e pre-visione, di un'epoca tutta da interrogare.




Ragazzo con la rana

Fig. 1
CHARLES RAY, Ragazzo con la rana, 2009
Punta della Dogana, Collezione Pinault, Venezia

Ragazzo con la rana

Fig. 2
CHARLES RAY, Ragazzo con la rana, 2009
Punta della Dogana, Collezione Pinault, Venezia


	

Foto cortesia Mercedes Auteri

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