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Per il deposito legale del file di videoimpaginazione dei libri e dei periodici italiani  
Francesco Franco
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 29 Maggio 2009, n. 524
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Area Biblioteche

Tutti i libri e i periodici sono oggetti immateriali, da decenni, nonostante subiscano il procedimento di stampa.

Tutti i libri e i periodici editi negli ultimi 15-25 anni sono nati in digitale, attraverso un file elaborato con un programma di videoimpaginazione. Eppure si spendono milioni di euro per digitalizzare tali materiali, a partire dalle copie cartacee. È sempre più urgente controllare che le varie biblioteche non digitalizzino, parallelamente, gli stessi materiali, per poi metterli on-line, ciascuna sul proprio sito (è una situazione paradossale che potrebbe verificarsi in futuro, senza un controllo centralizzato, che credo spetti all'ICCU, l'Istituto Centrale per il Catalogo Unico e alla BDI, Biblioteca Digitale Italiana) 1.

Le recenti leggi in materia di deposito legale delle pubblicazioni (legge n. 106 del 15 aprile 2004 e D.P.R. n. 252 del 3 maggio 2006) non sembrano aver contemplato la possibilità del deposito legale di quel file digitale che contiene l'intero libro o periodico impaginato (con vari programmi), generalmente esportato in ".pdf", dal quale si ottiene la stampa del lucido tipografico (pellicola).
Dalla pellicola si ottiene poi la lastra di stampa in foglio metallico, dalla quale vengono tirate le copie del libro o del periodico (in sedicesimi o in altri formati) 2 .
Il deposito legale di questo file di videoimpaginazione potrebbe recare numerosi vantaggi al mondo del libro, alla sua tutela come bene culturale e soprattutto alla ricerca scientifica <http://www.firmiamo.it/tuteladigitalelibri-italiani>. Delineo qui quelli che ritengo i principali punti a favore.

Il file digitale di videoimpaginazione, necessariamente prodotto da ogni editore/stampatore, è prezioso, dal punto di vista di un ricercatore/lettore, in quanto contiene la possibilità della ricerca automatica di ogni parola in esso contenuta; funzione che permette di trovare, in ogni testo, direttamente il nome dell'argomento specifico di studio o della persona ricercata, senza leggere l'intero documento.

Bisogna considerare inoltre che i libri e i periodici, cartacei, che contengono un indice analitico veramente esaustivo di tutti i nomi e gli argomenti citati, sono molto pochi (realizzati manualmente, con un faticoso impiego di risorse). Inoltre il file digitale di videoimpaginazione rischia di andare perduto, non essendo quasi mai conservato dal tipografo e talvolta neppure dall'editore, nel caso di molte pubblicazioni di cui non si preveda una ristampa e per quelle dei piccoli editori (quasi l'intero settore scientifico in tutti i campi).

È paradossale, ma ogni anno si spendono vari milioni di euro per digitalizzare libri e periodici di cui esiste già all'origine un file digitale, mediante il quale sono stati prodotti, se editi a partire dagli ultimi 15-25 anni. Purtroppo molte di queste digitalizzazioni "post-stampa", inoltre, non consentono la ricerca automatica di ogni parola nel testo, in quanto si limitano ad acquisire mediante scanner il documento cartaceo come una fotografia, senza che in essa sia possibile effettuare alcuna ricerca testuale. Si vedano ad esempio centinaia di periodici digitalizzati della BiASA di Roma <http://periodici.librari.beniculturali.it/> e della Biblioteca Braidense di Milano <http://emeroteca.braidense.it/> nei quali non è possibile effettuare la ricerca di parole nei testi. Per effettuare questa ricerca sarebbe necessario utilizzare il sistema di "riconoscimento ottico del testo" (OCR), con un costo ulteriore molto elevato e la necessità di un controllo manuale per la correzione dei numerosi errori prodotti nel procedimento.

Avendo a disposizione i file digitali di videoimpaginazione degli editori si sarebbero risparmiate molte risorse economiche nella digitalizzazione dei periodici di varie testate, attualmente disponibili in alcune biblioteche italiane 3. La creazione di un deposito legale digitale di tutti i libri e di tutti i periodici italiani avrebbe anche numerosi vantaggi ai fini delle analisi ISTAT e delle indagini socio-culturali, dando la possibilità di individuare rapidamente le statistiche di ricorrenza di ogni argomento, di ogni personaggio, perfino di ogni parola della lingua italiana utilizzata in tutta la stampa nazionale, qualora venisse depositata in un unico server gestito da apposito software.

La tutela del diritto d'autore e la protezione del mercato editoriale 4 sarebbero comunque garantite attuando tutte le limitazioni sulla riproduzione con qualunque mezzo (digitale e non), secondo le normative vigenti sul diritto d'autore, attraverso l'uso di software di "marcatura elettronica" e di "marcatura in filigrana", ormai diffusi in licenza libera d'uso e a costo zero.

Inoltre l'acquisizione di testi mediante la modalità OCR viene di fatto già realizzata da società private multinazionali che rischiano di diventare gli unici soggetti a detenere interamente i contenuti digitali dei libri e dei periodici internazionali (di cui rendono possibili i vari livelli di accesso, seguendo le indicazioni di chi detiene il copyright del materiale).
Tali società multinazionali, di cui Google libri <http://books.google.it/bkshp?hl=it&tab=wp> è leader, svolgono funzioni delicate sulle quali lo stato dovrebbe legiferare.

Alcuni paesi sono già molto avanti nella creazione delle biblioteche digitali full text, contenenti il patrimonio librario nazionale. La Francia, attraverso Gallica, permette di scaricare in ".pdf", liberamente, molti libri da remoto, <http://gallica.bnf.fr/> dichiarando anche di contenere errori in alcuni testi ottenuti con l'OCR.

Esistono, già da molti anni, progetti internazionali di enorme successo, dei quali il più noto è Jstor <http://www.jstor.org/page/info/translated/italian/aboutJstor.jsp>, che consentono la ricerca di singoli argomenti o nomi di persona, con un'unica interrogazione, contemporaneamente in milioni di articoli nella stampa periodica (con la limitazione degli ultimi 3 o 5 anni); tuttavia tali progetti, per la cui adesione è previsto un canone annuale economicamente ingente, non hanno ancora una diffusione capillare sul territorio nazionale.

I vantaggi principali del deposito legale del file di videoimpaginazione di tutte le pubblicazioni a stampa si possono riassumere in quattro punti principali: garantirne la tutela nel tempo (impedendo che un materiale che nasce come digitale debba essere ri-digitalizzato a partire dalla copia cartacea !); la possibilità della fruizione simultanea in biblioteca per molti utenti, senza movimentare la copia cartacea; la possibilità di ristampa del materiale alla scadenza del diritto d'autore; la possibilità della fruizione in internet da remoto (nel rispetto delle normative vigenti).

Tale file digitale potrebbe essere inviato mediante posta elettronica presso le Biblioteche sedi del deposito legale (con o senza servizio di server-file on-line, a seconda delle dimensioni).
Sarebbe opportuno avanzare ai vertici istituzionali una proposta per il deposito legale della copia digitale (file di videoimpaginazione) di tutti i libri e i periodici stampati in Italia: integrazione delle leggi n. 106 del 15 aprile 2004 e del D.P.R. n. 252 del 3 maggio 2006, anche attraverso una raccolta di firme.
Sarebbe sufficiente integrare l'art. 6 del D.P.R. sopraccitato, che elenca le tipologie dei materiali soggetti al deposito legale, con un'ulteriore voce: "file digitale di videoimpaginazione dei materiali sopra elencati in .pdf".




NOTE

Ringraziamenti: Ingo Bogliolo

1 Per una riflessione sulle biblioteche digitali si vedano: Maurizio Messina, Un manifesto per le biblioteche digitali, in "Bibliotime", anno IX, numero 1 (marzo 2006) <http://didattica.spbo.unibo.it/bibliotime/num-ix-1/messina.htm> (con bibl.); Id., La digitalizzazione dei fondi antichi, 2008 <http://www.slideshare.net/mauriziomess/la-digitalizzazione-dei-fondi-antichi-presentation>; Riccardo Ridi, Il futuro ipertestuale delle biblioteche, Verona 14 dicembre 2007 <http://lettere2.unive.it/ridi/2007verona.htm> (con bibl.). Tutti i collegamenti citati in questo articolo sono stati consultati in data 2/5/2009.

2 I programmi di video-impaginazione e il formato ".pdf", messo a punto dalla Adobe Systems nel 1993, hanno dato un notevole contributo allo sviluppo dell'editoria attuale. A partire dalla creazione, nel 1985, di Aldus Pagemaker (poi diventato Adobe Pagemaker) si è avuto un rapido sviluppo nella realizzazione dell'impaginazione editoriale: QuarkXPress è stato realizzato nel 1987 (da Quark, Inc) ed è rimasto leader per l'impaginazione editoriale negli anni Novanta; Adobe InDesign è uscito nel 1999 ed è ancora ritenuto un programma professionale, insieme agli altri citati. Non conosco un editore o un tipografo, in data odierna, che non utilizzino un programma di impaginazione o, almeno, di video-scrittura.

3 Per la Braidense: "Archivio Storico lodigiano" (dig. fino al 2003); "Archivio Storico Lombardo" (dig. fino al 2001); "Bollettino della Società pavese di Storia Patria" (dig. fino al 1990); "Il Giornale della libreria" (dig. fino al 1999).
Per la BiASA: solo il "Bollettino d'Arte" (dig. fino al 2002), attualmente (ma è in corso un'ulteriore digitalizzazione).
Per la BNCF: "Archivio Storico Italiano"; "Paragone", solo per citarne due fra le molte. Analoghe analisi e valutazioni potrebbero essere fatte per la BNCR e per altre biblioteche (per i progetti di digitalizzazione in corso e futuri).

4 Sulla situazione attuale del diritto d'autore, del deposito dei lavori di ricerca e sulla pubblica accessibilità dei contributi scientifici si veda: A. De Robbio, P. Galimberti, Archivi istituzionali e diritto d'autore, in "AIDAinformazioni", n. 3-4 2008 (in corso di pubblicazione).





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