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Per una nuova White list della BiASA (OPAC e risorse on-line)  
Francesco Franco
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 22 Aprile 2008, n. 489
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Area Biblioteche

Per le ricerche bibliografiche on-line molte biblioteche, come la Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte di Palazzo Venezia a Roma (BiASA), mettono a disposizione degli utenti una lista di siti contenenti OPAC (Cataloghi on-line ad Accesso Pubblico) e altri indirizzi utili alle ricerche bibliografiche.
Oltre che nei cataloghi del materiale posseduto dalla biblioteca, gli utenti possono effettuare ricerche bibliografiche ad ampio spettro, verificando la disponibilità dei testi in altre biblioteche, nella stessa città o in altre città, sul territorio nazionale o in tutto il mondo, oppure cercando l'esistenza di testi su specifici argomenti, vale a dire una ricerca per soggetti. La navigazione in internet, in alcuni casi, può avvenire solo sui siti presenti in questo elenco prefissato, definito nel caso della BiASA White list.
È opportuno che tale pagina sia sempre aggiornata e che abbia un'organizzazione logica e funzionale sia per l'utenza, sia per gli operatori addetti alle ricerche bibliografiche.

La White list ad accesso libero nella BiASA è la seguente: http://193.205.249.130/ (ultima visita 12/4/2008).
La pagina non è accessibile dal sito della Biblioteca, ma è disponibile per gli utenti in loco. Tuttavia digitando "biasa" in Google, la pagina appare subito fra i primi risultati. Viene consultata, quindi, tramite questa modalità anche dagli utenti remoti, cioè lontani dalla biblioteca. Ma allora perché non renderla accessibile direttamente dal sito ?

Come si può notare la pagina è composta da un elenco di OPAC e di siti privi di una sistematica organizzazione, per criteri topografici o di argomento, in alcuni casi senza una minima descrizione che comunichi il tipo di strumento offerto dai singoli link. I primi 11 collegamenti sono quasi tutti essenziali, anche se accostati gli uni agli altri senza espliciti criteri logici. Nei successivi risultati si alternano siti di grande importanza per la ricerca specialistica del settore ad altri assolutamente divulgativi e non idonei alla pubblica accessibilità in una biblioteca che dovrebbe essere altamente specializzata. Fra questi mi sono adoperato, con successo, per far eliminare un collegamento denominato Public Online Kiosk (http://www.gok.de/), che conteneva riviste di vari settori, tra cui un numero apparentemente alto di periodici specializzati di Storia dell'arte che in realtà comprendeva, nella grande maggioranza dei risultati, solamente centinaia di siti internazionali del settore turistico-commerciale, in cui era indicizzata la parola «kunst» (arte) 1: http://www.gok.de/list-d.php3?rubrik=40.

Per organizzare una lista di OPAC per la ricerca, bisogna chiedersi quali siano le esigenze concrete di un utente che si avvicina alla ricerca bibliografica nella BiASA. Il metodo migliore per rispondere a tale quesito è certamente la creazione di un questionario da sottoporre all'utenza, per verificarne le problematiche e i desiderata specifici. Sarebbe meglio prevedere l'organizzazione di una White list sulla base di questi risultati, ma in mancanza di essi è comunque verosimile che l'utente, dopo aver controllato l'assenza del documento desiderato nel catalogo della biblioteca in cui si trova, voglia verificare quale sia la modalità più rapida d'accesso ad esso. Sapere, in breve tempo, se un testo è presente in una biblioteca facilmente raggiungibile nella stessa città, in altre città italiane, in ambito internazionale o se è disponibile immediatamente on-line, in modalità gratuita o a pagamento.

Dopo la consultazione dell'OPAC della BNCR (Biblioteca Nazionale Centrale di Roma), al quale la BiASA aderisce, che dovrebbe contenere - il condizionale è assolutamente d'obbligo - tutti i testi editi in Italia e catalogati in anni recenti, l'utente della Biblioteca può essere agevolato da un elenco di cataloghi e siti con alcuni criteri di organizzazione.
Una ripartizione topografica e tipologica, che tenga conto anche della priorità di alcuni strumenti rispetto ad altri, ad esempio, potrebbe essere organizzata nel modo seguente.

Proposta di White list (sintetica)


OPAC Nazionali:


META-OPAC Nazionali e Internazionali:


OPAC di Roma:


OPAC locali italiani:


OPAC italiani di spoglio periodici:


Biblioteche digitali. Full text (libri, articoli e manoscritti):


Riviste scientifiche internazionali di Storia dell'arte ad accesso libero (costantemente aggiornato):


Elenco degli OPAC nazionali dei singoli stati (in ordine alfabetico):


Risorse iconografiche:


Case d'aste:


Musei on-line:


Portali e riviste d'arte on-line:


In questa lista, con un grado minimo e sommario di descrizione e di organizzazione, un utente con un livello medio di conoscenza degli strumenti on-line per la ricerca, dovrebbe essere in grado di svolgere autonomamente le sue interrogazioni.
Anche un bibliotecario può svolgere le sue consultazioni seguendo la lista redatta con un criterio ordinatore, sia tipologico sia topografico, riuscendo a ricordare meglio, probabilmente, gli strumenti progressivamente interrogati (quindi aiutando l'utente in modo più rapido).

Purtroppo queste White list risentono della "stratificazione" degli addetti che nel corso degli anni si avvicendano nelle biblioteche: spesso vengono aggiunte nuove risorse che si rendono man mano disponibili, senza "ripulire" i collegamenti mancanti, non-specialistici, obsoleti o non-idonei alla ricerca. Il coinvolgimento di aggiornati docenti, ricercatori e studenti, porterebbe sicuramente a una messa a punto delle risorse essenziali. Parallelamente, il bibliotecario aggiornato potrebbe contribuire all'alfabetizzazione informatica del docente non avvezzo all'uso degli strumenti elettronici ormai indispensabili (OPAC e Banche Dati). Lo studioso, soprattutto se over 60 o 70, spesso mostra imbarazzo nel dichiarare la sua inabilità informatica al bibliotecario (che dovrebbe essere disponibile a illustrare le potenzialità dei nuovi strumenti). Oppure, all'opposto, pensa che il bibliotecario debba offrirsi come mero operatore informatico per la durata dell'intera ricerca bibliografica da effettuare (anche quando si deve semplicemente inserire un nome in una stringa e premere «invio», ripetendo un'identica operazione per decine di volte). Entrambi gli atteggiamenti, ovviamente, vanno evitati, nel rispetto delle reciproche funzioni e a beneficio delle due attività.

Le capacità di ricerca bibliografica dell'operatore, in una biblioteca specialistica come la BiASA, vengono arricchite certamente da un curriculum di studi scientifici di Storia dell'Arte. Per il bibliotecario, tuttavia, il possesso di un curriculum studiorum specifico non è indispensabile. Per uno studioso di alto profilo, invece, la capacità di padroneggiare autonomamente i più aggiornati metodi di ricerca informatica è essenziale. Lo dico in modo radicale: gli studiosi che si rifiutano di prendere confidenza con le nuove tecnologie, al giorno d'oggi, oltre ad allungare notevolmente i tempi delle ricerche, si tagliano fuori dalla possibilità di produrre risultati scientifici di alto profilo in modo autonomo, dovendo affidare le proprie ricerche bibliografiche informatiche ai collaboratori (senza la possibilità di verificare le loro capacità).

Già da alcuni anni è difficile concepire l'esistenza di un argomento di studio che possa essere svolto interamente senza l'utilizzo della ricerca on-line (OPAC, Motori di ricerca, Banche dati). Ci può piacere o dispiacere (dipende dalla nostra formazione), ma siamo a un punto di non-ritorno e dobbiamo prenderne atto. Studiosi, studenti e bibliotecari, consapevoli del loro ruolo, non possono non saper utilizzare almeno i primi 20 strumenti presenti nella White list sopra proposta o non possono rifiutarsi di impararne l'utilizzo. La ricerca (bibliografica e scientifica) è volontà di sapere, che deve sempre prevalere sul pudore di mostrare le proprie mancanze. La spinta alla ricerca non dovrebbe scaturire dal desiderio di colmare la propria ignoranza (nel settore specifico) e dalla volontà di scoprire ciò che è stato nascosto dal tempo ? Nessun mezzo deve essere escluso e quelli più rapidi devono essere privilegiati, tentando di mantenerne a tutti i costi la pubblica fruibilità o almeno l'accesso a una tariffa di abbonamento contenuta per le principali biblioteche italiane e gratuita per l'utente.



NOTE

1 In tale sito compariva anche una sezione con un tema assolutamente inadatto a un biblioteca (che portava a vari link di contenuto censurabile). Fino al mese di gennaio 2008 si accedeva a tale collegamento anche dalla sezione «link» del sito della BiASA, alla voce «Periodici specializzati per la Storia dell'Arte on-line».
Mi preme evidenziare, inoltre, che la sezione «link» del sito della BiASA e la White list proposta agli utenti della biblioteca potrebbero essere unificate in un solo strumento (avendo essenzialmente lo stesso scopo).



 

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