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La Porta della Conoscenza: l'Opera d'Arte tra "Immagine Raffigurata" e "Informazione Spazio-Temporale"  
Angelo Calabria in arte ACA
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 12 Gennaio 2008, n. 473
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Area Estetica

L'approccio visivo, cioè il messaggio retinico che si fa strada nella nostra coscienza interiore è organicamente compreso tra due dimensioni strutturate: la percezione globale immediata dell'immagine estetica nella sua totalità e la percezione analitica dettagliata dell'informazione spazio-temporale delle singole parti.

Queste due dimensioni parallele e allo stesso tempo antitetiche conducono, anche se per vie diverse, a una comune meta essenziale: la rivelazione del contenuto espressivo dell'opera d'arte e dell'operare dell'artista.

Il valore comunicativo connaturato alla percezione, da sempre veicolato dall'immagine significante estetica dei segni, può oggi venire espresso - in linea con l'evoluzione del linguaggio (digitale) contemporaneo - attraverso l'informazione significante spazio-temporale dei segni stessi.

Entrambe queste dimensioni sono da sempre presenti nella sfera percettiva, ma solo la prima è stata declinata in maniera espressiva. Le caratteristiche evolutive della comunicazione della nostra epoca ci permettono ora di organizzare emotivamente la seconda, ottenendo così una nuova e più ampia trasmissione linguistica del contenuto espressivo del messaggio artistico. Immagine raffigurata (il risultato estetico) e informazione spazio-temporale (il percorso realizzativo sequenziale) sono intimamente legate da un rapporto di complementarità: la prima non è materializzabile senza la seconda, la seconda non è fruibile senza la prima.

Lo «scarto» tra la percezione dell'insieme e la percezione dettagliata di ogni singola parte in successione - quest'ultima tipica dell'organicità del nostro apparato visivo - mette in evidenza il divario nell'approccio ?dimensionale? al contenuto espressivo tra l'immagine raffigurata e l'informazione spazio-temporale.
Accade allora che, nella lettura della struttura segnica, o l'immagine raffigurata (composizione formale e cromatica esteticamente significante) vela la vita dell'informazione spazio-temporale rendendo flebile la sua voce, oppure quest'ultima (percorso realizzativo formale e cromatico sequenzialmente significante), evidenziata, prevale nella coscienza percettiva dell'osservatore, concretizzando il nuovo valore linguistico della nostra epoca: il principio di sequenzialità espressiva.

In questo processo di "evoluzione" linguistica si verifica, alla luce di quanto appena detto, il prevalere dell'elemento sequenziale espressivo ? il percorso segnico - a discapito di quello estetico espressivo ? la composizione segnica -, ossia prevale il valore numerico spazio-temporale (il continuum) sul valore numerico strutturale (la misurazione).

Nell'approccio «sequenzialista» il percorso che porta dallo stimolo alla risposta emotiva non è legato al risultato complessivo dell'atto percettivo, come nell'approccio "gestaltico", ma appare strutturato in maniera analitico-selettiva perché coinvolge in maniera sequenziale le singole parti dell'atto percettivo stesso: occhio-cervello-emozione.
Questa dimensione percettiva strutturata risulterà più chiara pensando al processo linguistico-analitico (il «contare») che si attiva ogni qualvolta dobbiamo descrivere a qualcuno o ricostruire, ad esempio con il disegno, una determinata combinazione di forme e colori, indifferentemente si tratti di elementi figurativi o astratti.

Nella comprensione dell'opera d'arte «sequenzialista» risulterà chiaro che il valore espressivo di riferimento è quello rivelato da questo sistema di informazioni sequenziali, e non più il valore espressivo derivante dal risultato estetico dell'immagine.
Per fare un parallelo sarebbe come, immaginandoci tornati indietro di un secolo, volessimo venire a capo di un'opera astratta ricercandovi la verosimiglianza con gli elementi naturalistici tipici di un'opera figurativa, restando ciechi e sordi al "nuovo" valore interiore che la caratterizza.

C'è chi nelle opere «sequenzialiste» vede solo immagini estetiche di frecce e numeri, rimanendo insensibile al loro valore comunicativo sequenziale: l'informazione spazio-temporale.
La cosa fondamentale è invece quella di cogliere le direzioni espressive rivelate dalla dimensione sequenziale significante di forme e colori.

Osservando un'opera d'arte il nostro occhio compie dei movimenti, traccia dei percorsi: verso l'alto, verso il basso, verso destra, verso sinistra, etc. oppure seguendo alterne direzioni; percorsi sequenziali «numerici» questi (strutturati dal «contare» spazio-temporale) che seguono conformazioni segniche continue oppure gli elementi separati di un gruppo.
Sono questi percorsi che strutturano la percezione di quello che vediamo e che ci permettono, sostanzialmente, di organizzare gli stimoli emotivi.
L'approccio «sequenzialista» si concentra sulla ?purezza? di questi percorsi che, esclusivamente con la loro essenza sequenziale - la direzione spazio-temporale - hanno il potere di trasmetterci emozioni.

Per fare un esempio concreto: immaginiamo di osservare un quadro figurativo nel quale c'è una preponderante ?spinta percettiva? ascendente, cioè vi è raffigurato un albero con i rami protesi verso il cielo; oppure un quadro astratto dove vi sia una forma triangolare dominante con uno dei vertici rivolto verso l'alto.
Ora, nella concezione «sequenzialista» è questa ?forza ascendente? che, messa in opportuna evidenza tramite la strutturazione sequenziale di forme e colori, porta in sé il seme, l'essenza dell'espressività. Espressività non più legata all'immagine risultante degli elementi figurativi o astratti, ma legata al percorso spazio-temporale realizzativo/percettivo degli elementi stessi.

Per questo, al fine dell'espressività che l'opera «sequenzialista» veicola, non importa che i segni siano morbidi e curvilinei o squadrati e aguzzi, con colori caldi o freddi, perché a parlarci emotivamente è la loro direzione spazio-temporale di organizzazione sequenziale.

Per concludere, una riflessione: il «valore espressivo» dell'arte attuale è paragonabile a quello di un termine, di una parola, già acquisita da tempo e declinata in infinite lingue e dialetti; cambia l'effetto del suono, l'aspetto della pronuncia ma il contenuto, cioè il significato, rimane il medesimo.
E' necessario quindi trovare non un'altra variabile, un'altra "maniera" espressiva del valore consolidato (l'aspetto espressivo di forma e colore), ma un nuovo valore (l'informazione spazio-temporale espressiva della forma e del colore) capace di esprimere in maniera adeguata l'essenza comunicativa della nostra epoca: l'Era dell'Informazione.

 

N.B. Potete trovare maggiori informazioni sulla ricerca artistica e parziali riferimenti scientifici su:
http://www.sequenzialismo.com




Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 10.11.2007

Fig. 1
ACA
Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 10.11.2007, 2007
tecnica mista su carta, cm. 32 x 45
CCXXII-222

Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 11.11.2007

Fig. 2
ACA
Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 11.11.2007, 2007
tecnica mista su carta, cm. 32 x 45
CCXXIII-223

Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 15.11.2007

Fig. 3
ACA
Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 15.11.2007, 2007
tecnica mista su carta, cm. 32 x 45
CCXXIV-224

Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 16.11.2007

Fig. 4
ACA
Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 16.11.2007, 2007
tecnica mista su carta, cm. 32 x 45
CCXXV-225

Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 17.11.2007

Fig. 5
ACA
Elaborazione: percorso spazio-temporale espressivo 17.11.2007, 2007
tecnica mista su carta, cm. 32 x 45
CCXXVI-226

Fotografie cortesia di Angelo Calabria in arte ACA

 

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