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La lezione di Corrado Maltese all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"1  
Stefano Colonna
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 25 marzo 2001, n. 256
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Area Didattica

Corrado Maltese è noto al grande pubblico come autore di una Storia dell'Arte Contemporanea e come docente di Storia dell'Arte Moderna all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" nell'allora Istituto, oggi Dipartimento, di Storia dell'Arte.
L'ingegno versatile ed aperto di questo Maestro ha saputo coniugare Scienza, Umanesimo ed Arte in una ricerca inedita di tipo interdisciplinare che è stata apprezzata a livello internazionale ed è risultata talmente innovativa che soltanto ora si riescono a valutare appieno i risultati concreti delle ricerche di allora.

Quando ero studente seguivo le lezioni di Corrado Maltese a "La Sapienza" in parallelo a quelle di Maurizio Calvesi. Non dovevo sostenere l'esame con Maltese, inoltre capivo poco di prospettiva, di matematica e di geometrie, soprattutto non euclidee, e non avevo una gran voglia di arrivare a lezione alle ore 8.00 di mattina, appuntamento che, per la particolare conformazione della città di Roma in quel periodo, significava un'alzata alle 6.30 dopo un'andata a letto passata la mezzanotte. Nonostante ciò, il fascino della ricerca pura mi aveva contagiato tanto da farmi pensare che la frequentazione di quelle lezioni potesse rivelarmi qualche verità nascosta.
Dalla frequenza delle lezioni e dai colloqui che ebbi modo di avere allora con Corrado Maltese, mi ricordo alcuni particolari che risultarono per me effettivamente significativi.


I ricercatori di Maltese avevano un inconfondibile stile democratico, che allora quasi mi scandalizzava, perchè usavano sedersi in mezzo agli studenti, quasi confondendosi in mezzo a loro. Ero impregnato di morale borghese e vedevo la sapienza del docente come una verità rivelata. Fu Maltese a laicizzare il mio ideale di sapientia.

Durante le lezioni Maltese non mancava mai di stimolare il colloquio ragionato e consapevole e soprattutto rispondeva sempre di conseguenza alle domande che gli venivano sottoposte. Non sempre le sue risposte erano chiare, ma erano comunque pertinenti e soddisfacevano quella volontà di noi studenti di sviscerare il problema in modo completo, utilizzando una maieutica antidogmatica e al tempo stesso rigorosamente scientifica. Le domande erano numerose durante ogni lezione e contribuivano all'interesse della lezione stessa, diventandone parte integrante, in un rituale fecondo di approfondimenti inaspettati.

Il tratto fondamentale della personalità accademica di Maltese consisteva nella sua costante e naturale attitudine alla ricerca concepita come base della vita universitaria, in un'intesa piana con i suoi studenti, nei quali infondeva una carica direi quasi eversiva, tanto più eversiva quanto più apparentemente innocuo e gentile ed affabile era il suo sorriso, la sua sottile ironia, ed il suo portamento elegante nello svolgimento della vita universitaria. Quel suo stile di vita corrispondeva ad una riforma integrale del pensiero che in alcuni suoi studenti ebbe una portata sconvolgente.

Nonostante la profonda diversità con le altre discipline insegnate nell'Istituto di Storia dell'Arte, Maltese non prendeva mai posizione contro i colleghi, era sempre estraneo alle polemiche accademiche, tutt'al più dichiarava quasi candidamente che certi argomenti proprio non lo interessavano particolarmente, come per esempio l'iconologia.
Eppure la sua "sematometria" prendeva in un certo senso le mosse proprio dall'iconologia stessa, pur nella prospettiva di una sua laicizzazione e trasformazione scientifica completa.

Forse proprio l'aperta contraddizione delle metodologie tradizionali esclusivamente umanistiche contenuta nell'insegnamento di Corrado Maltese, poteva giustificare il profondo rispetto che lui istintivamente nutriva per quelle discipline stesse.
Infatti la volontà di rifondare il sapere umanistico in senso scientifico e secondo un certo rinnovato materialismo dialettico, alimentava anche un maggiore rispetto dell'"avversario". La sua efficace imparzialità derivava dalla grande novità della missione che si era dato e che esigeva un metro di assoluta oggettività.
Non ho mai sentito Maltese parlare male di alcuno. Anche quando per esempio nei suoi scritti prendeva di mira alcuni passi di Umberto Eco, ponderava la critica accettando con grande umiltà i punti forti dell'autore che andava a confutare. Ma al tempo stesso la critica era molto decisa e basata su dati oggettivi.

Maltese era dunque un campione del dialogo scientifico, della comunicazione e della ricerca.
È difficile valutare a pieno l'importanza della sua lezione universitaria, ma nessuno potrà negare che dalla sua cattedra de "La Sapienza" sono nati allievi che hanno continuato la ricerca del Maestro e sono oggi tra i migliori esponenti di quella particolare sapienza applicata alla conoscenza e restauro delle opere d'arte.
L'applicazione dei criteri di misurazione oggettiva delle componenti luministiche e cromatiche, nonchè fisio-chimiche dell'opera d'arte si è tramutata in una scienza particolare che comprende tra i suoi risultati teorici le fondamenta della moderna teoria della multimedialità e tra quelli empirici l'uso in larga scala delle reflettografie e di molte altre indagini non distruttive dell'opera d'arte, ora correntemente utilizzate nei laboratori più avanzati di restauro. Tali indagini furono concepite a livello teorico nei gruppi di studio di Corrado Maltese a "La Sapienza"3.

Per l'eredità scientifica che ci ha lasciato e per la grande lezione morale intrinsecamente collegata, lo ringrazio dunque pubblicamente.





NOTE

1 Scrivo codeste due righe per ricordare la lezione di Corrado Maltese in occasione della sua morte, di cui sono venuto a conoscenza tramite un troppo piccolo trafiletto del Corriere della Sera.

2 Corrado Maltese, Dalla Semiologia alla Sematometria. Studi sulla comunicazione visiva, Roma, Il Bagatto, 1983.

3 Tra le novità della ricerca di Corrado Maltese a "La Sapienza" tutte illustrate nel suo libro Dalla Semiologia alla Sematometria, cit. nella nota 2, vorrei ricordare in particolare:

  • l'applicazione del cosiddetto "gradiente di contrasto" per la misurazione luministica e cromatica dell'opera d'arte
  • la misurazione matematico-statistica applicata all'iconologia
  • la parametrizzazione della semiotica iconologica (=sematometria)
  • lo studio dei movimenti del bulbo oculare durante la visione dell'opera d'arte e le relative distinzioni tra opera cinetica e opera statica.
  • l'ampliamento del campo di indagine della storia dell'arte alla moda e a tutte le manifestazioni visive oggettuali.




 
 

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