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Caravaggio e la collezione Mattei Roma,
Galleria Nazionale d'Arte Antica
Palazzo Barberini
Veronica Caliendo
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 77 (19 maggio 1995)
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Il cinque aprile 1995 nel salone della Galleria Nazionale d'Arte Antica, a Palazzo Barberini, è stata innaugurata la mostra: "Caravaggio e la Collezione Mattei".

La mostra offre la possibilità di veder riuniti ed ammirare, dopo circa due secoli, i dipinti collezionati da Asdrubale e Ciriaco Mattei nei primi decenni del 1600, collocati nella galleria di Palazzo Mattei in via Caetani. Nel 1802 gli eredi smembrarono la collezione per motivi economici, vendendo la maggior parte dei quadri a William Hamilton, aristocratico scozzese. Le opere della galleria ricoprono un ruolo fondamentale nell'arte seicentesca, quando, in pieno manierismo barocco, la folgorazione del naturalismo di Caravaggio rivoluzionò l'arte "europea" aprendo nuove strade alla ricerca pittorica.

La famiglia Mattei apprezzò a tal punto la nuova concezione della pittura caravaggesca che impostò su tale gusto la propria collezione, piegando anche il massimo esponente della pittura barocca Pietro Da Cortona, che dipinse "CRISTO E L'ADULTERA" e "L'ADORAZIONE DEI RE MAGI".

Oltre a Pietro da Cortona è possibile ammirare due paesaggi di Paul Brill ("Diana e Atteone", "Venere e Adone") dove il soggetto mitologico è subordinato alla maestosità della natura; tre quadri di Passarotti ("Macelleria", "Pescheria", "Pollivendole") che si inseriscono nel gusto seicentesco di vita quotidiana e natura morta, Serodine ("Disputa Di Gesù coi Dottori", "Tributo Della Moneta") e molti altri. Ma la mostra che con una precisa ricostruzione storica ci permette di ammirare la raccolta seguendo anche la disposizione originaria della galleria, punta i suoi riflettori su tre opere di Caravaggio dei primi anni del seicento.

È il 1599, e Caravaggio con la commissione della Cappella Contarelli in San Luigi Dei Francesi abbandona i quadri di piccole dimensioni raffiguranti giovani e nature morte, a favore di temi religiosi nei quali accentua il culmine drammatico dell'evento. Nel 1902 realizza la "Cena di Emmaus", acquista dalla famiglia Mattei, poi ceduta a Scipione Borghese ed ora alla National Gallery di Londra; tema che Caravaggio ripeterà a distanza di pochi anni, privandolo della natura morta sul tavolo e dei gesti ricchi di pathos che questa versione offre.

Il "San Giovanni Battista" dei musei Capitolini, fu acquistato nello stesso periodo della cena da Ciriaco, poi passato a Giovanni Mattei, e nel 1624 al Cardinal Del Monte. Nel 1749 fu ceduto a Benedetto XIV e trasferito negli attuali musei. E' evidente qui lo studio della torsione dei corpi della Cappella Sistina, ma Caravaggio non si limita ad una mera riproduzione ed arricchisce la figura del giovane Santo con brillanti passaggi tonali.

Ma il riflettore più luminoso è puntato sulla terza tela dell'artista presente alla mostra: "La Cattura Di Cristo" da poco ritrovato da Sergio Benedetta nella Biblioteca della Comunità dei Gesuiti di Dublino e conservato nella National Gallery della stessa città.

Tale opera fu commissionata da Ciriaco Mattei e pagata 125 scudi il due gennaio 1603. Dopo la morte di Ciriaco, passò a Giovanni e fu venduto nel 1802 con gli altri quadri; da allora scomparve e solo due anni fa è stato scoperto ed attribuito al Caravaggio. Con l'eccezionalità di quest'opera si conclude il nostro viaggio nel passato, ed alzando gli occhi al cielo il nostro animo,già sublimato dalla luce caravaggesca, non può fare a meno di essere rapito dal vortice luminoso del soffitto di Pietro Da Cortona.

LA MOSTRA E' APERTA FINO AL 30-5-1995
ALLA GALLERIA NAZIONALE D'ARTE ANTICA
VIA QUATTRO FONTANE 13. TEL.4814591
ORARI:9.00-14.00 / MART.-GIOV.-SAB.9.00-
19.00 /DOM. E FESTIVI:9.00-13.00



	
 

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