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Realtà reale, virtuale, inventata
Cambia l'immagine del mondo
 
Maria Filippone Colonna
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 48 (16 febbraio 1995)
http://www.bta.it/txt/a0/00/bta00048.html
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			Estetica

Nei nostri anni Novanta, l'Oceano mono e bidimensionale delle frequenze e videosequenze che, attraverso i teleschermi, si riversa ovunque collegando i tempi e i luoghi più distanti della terra, diminuisce, ma non annulla, la distanza tra mondo delle parole-immagini e realtà.

Il salto qualitativo potrà avvenire, invece, grazie alle tecnologie avanzate capaci di creare immagini con "nuvole ordinate di numeri", e di trasformare, così, in realtà, sia pure virtuale, non soltanto la realtà reale, ma anche tutto il pensabile, cioè gli universi dell'immaginazione.

Obiezione: si tratta davvero di un SALTO QUALITATIVO, oppure di un salto nel buio ?

Cerchiamo di capire. Nel contesto in cui viviamo, il tradizionale rapporto tra la realtà reale e la sua descrizione o rappresentazione, può essere capovolto: l'immagine di un evento, attraverso i media, può determinare conseguenze più importanti dello stesso evento.

Alcune fasi delle guerre, o delle lotte politiche od economiche, oggi si combattono con parole e immagini. Forse domani, parole ed immagini saranno le sole armi per combattere ovunque, stando immobili, qualunque tipo di conflitto.

Ma...proviamo ad immaginare quali tipi di intervento e stravolgimento si potranno realizzare in avvenire con l'applicazione delle tecnologie più sofisticate ai processi di informazione e documentazione su ciò che esiste e ciò che accade, già adesso oggetto di ampia e talvolta incontrollabile manipolazione.

Oltre alle manipolazioni quotidiane sotto gli occhi di tutti, un esempio clamoroso di falso in comunicazione è il mitico massacro di Timisoara: un evento mai accaduto, la cui notizia è però esistita "realmente e può essere fedelmente ricostruita e ritrasmessa ai posteri", come racconta Claudio Fracassi nel suo recente volume "Sotto la notizia niente".

Paradosso per paradosso, questa ingovernabilità della notizia e il potere dell'immagine possono condurre ad eccessi opposti. Un terzo circa degli americani, a sentire la stampa, non crede che nel 1969 gli astronauti abbiano mai raggiunto la Luna. La documentazione fotografica e filmica di tale avvenimento sarebbe una raffinata mistificazione.

Credere o non credere ? Qui sta il problema. Dal salto qualitativo siamo passati al salto nel buio. Oggi non basta neppure vedere per credere, perchè nel buio si vede soltanto il buio. E allora, che cosa c'è dietro l'immagine che viene proiettata sui nostri teleschermi?

Lasciamo per adesso in sospeso la risposta a questo inquietante interrogativo e percorriamo l'itinerario inverso (realtà- immagine), che ci porta addirittura a scoprire e vedere le immagini che si nascondono dentro la "realtà reale", grazie ai mezzi che ci offrono le tecnologie avanzate.

Siamo ancora agli albori di una SCIENZA POETICA DELLA VISIONE, ma è un dato di fatto che l'immagine di sintesi (insieme ai sistemi di iperfruizione dell'immagine filmica), renda possibile allo spettatore una sempre più ampia e intensa percezione della realtà.

Scopriamo allora che è vero quanto affermano i fisici ed alcuni filosofi: la realtà oggettiva non è assolutamente come si vede e come ce la rappresentano i nostri cinque sensi. I sistemi digitalizzati ci offrono la possibilità di guardare dentro l'infinitamente piccolo della materia inorganica ed organica, rivelando l'armonia di un universo che -fino ad oggi-non è stato accessibile all'occhio dell'uomo. Ciò che ne consuegue ha dell'incredibile: i percorsi più audaci dell'immaginazione non ci portano lontano dalla realtà, ma si rivelano intimi ad essa, se non altro per analogia o simmetria.

Secondo alcuni è in gestazione un'immagine del mondo in cui realtà reale, realtà virtuale e, aggiungo io, realtà inventata, tenderanno a fondersi nella capacità percettiva dell'uomo- spettatore, trasformando la sua "immagine del mondo" e, di conseguenza, il suo rapporto con il mondo.

Grazie alle tecnologie avanzate, che sono una strada, o meglio, un ponte tra il visibile e l'intimità invisibile della materia, le frontiere della scienza dilatano l'orizzonte della ricerca a perdita d'occhio.

Ma soltanto un uso creativo della tecnologia ci orienta verso una ricerca scientifica a misura d'uomo ed è l'antidoto più efficace contro la disumanizzazione o alienazione che minaccia la società del futuro. In questa prospettiva, se riusciremo a considerare l'immagine non come uno strumento di fuga dalla realtà, ma come un'osservatorio su tutte le dimensioni del reale, potremo recuperare la DIMENSIONE ESTETICA del mondo in cui viviamo, e, nello stesso tempo, evitare il rischio di uno sradicamento individuale e collettivo.

Dobbiamo credere e sperare che la "bellezza della scienza" sia il primo passo verso una scienza della bellezza, che ci aiuti a recuperare, insieme alla dimensione estetica, una VISIONE del mondo libera dai limiti-condizionamenti della TELE-VISIONE.

E forse il potenziale accresciuto dell'immaginario individuale e sociale, riuscirà ad incrinare, anche nella massa degli utenti, un vissuto quotidiano, raggelato dai messaggi unidirezionali dei media e ormai quasi refrattario al pensiero.

Non c'è che un modo per raggiungere quest'obiettivo: far saltare le vecchie logiche di mercato e orientare ogni progettualità verso un concetto più completo e più alto di economia. Non un salto, ma un PONTE QUALITATIVO deve collegare i bisogni materiali ai BISOGNI IMMATERIALI di un'umanità che si dibatte tra due tipi di morte, per mancanza di cibo e per mancanza di valori. Oggi vanno promosse quelle iniziative che, alla necessaria ricerca di fonti di energia alternativa di tipo materiale, affiancano la ricerca sistematica e il razionale impiego dell'energia alternativa immateriale presente nelle attività che richiedono capacità d'invenzione ed elaborazione fantastica.

Le attività artistiche, infatti, e i vari linguaggi creativi, che oggi riescono a sopravvivere all'appiattimento progressivo delle forme di comunicazione, si possono considerare autentiche fonti di energia psichica e mentale, necessarie alla sopravvivenza della specie umana, non meno di quanto lo siano le fonti di energia materiale. Anche e soprattutto in questo senso, la creazione e diffusione di una cultura-civiltà dell'immagine, capace di rinnovarsi e di esprimere una fantasia sociale, possono essere l'industria del nostro avvenire, in cui realtà reale, virtuale e inventata siano non concorrenziali, ma funzionali l'una all'altra.

La creatività e l'Arte possono ancora animare, con i loro percorsi imprevedibili, l'aridità di un mondo interamente programmato e dominato dalla tecnologia.



	
 

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