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L'immagine di Roma nell'opera di Giuseppe Vasi incisore Roma,
Palazzo Braschi
Gabinetto Comunale delle Stampe
Paola Apreda
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 5 (ottobre 1994)
http://www.bta.it/txt/a0/00/bta00005.html
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Con l'esposizione delle acqueforti di Giuseppe Vasi, il Gabinetto Comunale delle Stampe propone un momento decisamente pregevole del programma di progressiva divulgazione e valorizzazione del ricco patrimonio grafico conservato negli ambienti di Palazzo Braschi, sede della mostra in esame nonché, come noto, del Museo di Roma che, da tempo purtroppo, nasconde la sua vastissima raccolta di testimonianze artistiche della Roma medievale e moderna.

La mostra, il cui carattere didattico è sottolineato dalla Dott.sa Cavazzi Direttrice del Gabinetto, offre la possibilità di cogliere una compiuta e suggestiva immagine urbanistica della Roma del XVIII secolo attraverso un percorso critico nella vasta opera dell'incisore, che, nato a Corleone nel 1710, dimorò stabilmente a Roma dal 1736 al 1782, anno della sua morte.

Il profilo biografico delineato nel catalogo da Simonetta Tozzi individua un artista che a partire dai brillanti inizi palermitani, seppe acquisire a Roma la stima e la benevolenza di nobili e potenti protettori, consolidando una fama che dovette attrarre Giovan Battista Piranesi quando nel 1740, giunto in città, scelse di trascorrere un periodo presso la bottega calcografica del Vasi. "Il rapporto con il Piranesi - sostiene la Tozzi - sicuramente ha ombreggiato tutta la carriera e l'attività del Vasi al quale probabilmente è stato riservato un riconoscimento non adeguato proprio in considerazione di questo confronto".

Un recupero dell'autonoma identità dell'incisore siciliano è necessario e possibile grazie all'attuale esposizione di poco più di novanta incisioni, che, corredata dalla proiezione di una serie di diapositive, consente una organica visione del corpus dell'autore. In primo piano è decisamente l'attività di vedutista, nelle tavole che costituiscono "Le Magnificenze di Roma antica e moderna", capolavoro cui il Vasi dedicò, seppur non continuativamente, quattordici anni di lavoro pubblicando il primo libro nel 1747 e l'ultimo nel 1761, configurandosi nelle sue duecento tavole, come "il primo corpus organico e completo di vedute di Roma". Di grande interesse storico e documentario, le immagini si susseguono offrendoci la rappresentazione vivace e nitida della città settecentesca resa con particolare attenzione alla più recente realtà architettonica, nella fedele descrizione di prospetti civili e religiosi di cui si esalta la monumentalità, ed urbanistica, nonché con gusto per l'aneddoto, per i brani di vita quotidiana, che, in specie, si svolgono nei primi piani in penombra.

È decisamente il volto della Roma contemporanea che il Vasi ritrae non concedendo che scarsissima attenzione alle testimonianze del passato, affiancando alle prestigiose architetture momenti particolarmente suggestivi di vita agreste e fluviale, costituendo, in definitiva, un repertorio di informazioni davvero prezioso per il recupero di realtà urbanistiche scomparse o mutate nonché del costume e della cultura sia laica che religiosa.

Particolarmente apprezzabile è la padronanza palesata dal Vasi, della tecnica dell'acquaforte, nell'adottare, con tempi di azione più o meno prolungati, un mordente meno aggressivo dell'acido nitrico, che permette di ottenere particolari effetti di profondità atmosferica e viva morbidezza nei contrasti chiaroscurali.

Si affianca alle vedute delle "Magnificenze", un secondo gruppo di acqueforti di maggior formato, relative alle illustrazioni di apparati effimeri; grandiosi allestimenti, archi trionfali, catafalchi, maestose e complicatissime "macchine" destinate a spettacoli pirotecnici, che, realizzati da architetti come il Fuga e Paolo Posi, celebravano solenni ingressi, esequie o feste come la cosiddetta "presentazione della Chinea", simbolico tributo del Re delle Due Sicilie al Papa. Più che mai per tali apparati, ove l'incisore lavorò su disegni altrui, come d'altronde per spettacolari cortei o cavalcate cittadine, il Vasi è prezioso testimone ed interprete del suo tempo.

Giuseppe Vasi incisore 1710 - 1782
30 settembre - 20 novembre 1994
Palazzo Braschi
Comune di Roma Assessorato alla Cultura
Sovraintendenza ai Musei Gallerie Monumenti e Scavi
Gabinetto Comunale delle Stampe
Palazzo Braschi - Piazza S. Pantaleo, 10



	
 

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