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Flavia De Nicola
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    Nuove acquisizioni sulla prima attività romana di Michelangelo Buonarroti connessa con l’Umanesimo dei Pomponiani

      L’esperienza giovanile di Michelangelo Buonarroti risultò profondamente segnata dall’amore per l’Antico, che si riverberò nella creazione di opere quali il Cupido dormiente e il Bacco e che fu coltivato e condiviso dall’artista anche con Raffaele Riario e Jacopo Galli, suoi committenti e protettori durante il suo primo soggiorno a Roma (1496-1501).
      Il cardinale-camerlengo Raffaele Riario era un importante promotore dell’impresa culturale perseguita dall’umanista Giulio Pomponio Leto e dai suoi seguaci, sorta dall’auspicio di ridestare il teatro antico nella Roma cristiana. Il Bacco, commissionato dal cardinale in quanto dio protettore del teatro, avrebbe fatto probabilmente parte di una compagine figurativa costituita da statue che alludevano alle arti drammatiche, da allestire nel cortile del suo nuovo palazzo in costruzione destinato anche alla funzione di spazio scenico.
      Emerge, quindi, la necessità di rivalutare l’essenza e la stessa genesi delle opere michelangiolesche, che trassero vita dalle fonti letterarie e filosofiche antiche e rinascimentali coltivate da Michelangelo anche su impulso dei Pomponiani. Il riconoscimento di un riferimento al rituale religioso antico della danza dionisiaca nella postura del Bacco, ad esempio, è avvalorato dal suo possibile confronto con la figura del musico nel perduto dipinto di Luca Signorelli, l’Educazione o Regno di Pan, realizzato per i Medici intorno al 1490. Si riconsidera, inoltre, nel contesto storico dello stato conflittuale documentato tra il cardinale Riario e il papa Alessandro VI, il cosiddetto “rifiuto” del Bacco motivato dalla volontà di occultare quegli stessi contenuti antiquariali dell’opera poiché appartenevano ad un ambito giudicato eversivo e potevano diventare, pertanto, il pretesto perfetto per giustificare le mire dei Borgia sul patrimonio del cardinale.
      Si comprende, dunque, come Michelangelo fosse un attivo protagonista nella ricostruita rete di rapporti di sodalitas culturale nella Roma rinascimentale, alla quale egli contribuì non solo con la propria arte, ma anche con il proprio esercizio intellettuale.

    Equus infoelicitatis: analisi iconografica di una xilografia dell’Hypnerotomachia Poliphili fra testo e immagine

      La particolare iconografia del cavallo alato sormontato di puttini che appare nella sesta xilografia dell’Hypnerotomachia Poliphili risulta inedita e a prima vista enigmatica, frutto della profondità e complessità dei concetti ai quali l’autore intende alludere.
      Alla luce dell’interpretazione dei dettagli iconografici del gruppo scultoreo, così come dell’allusione alle fonti classiche e umanistiche disseminate nel corrispettivo testo polifilesco, la simbologia del cavallo alato è restituita al pertinente contesto dell’ambiguità tra Fortuna e sfortuna, che funge da cornice interpretativa all’immaginario simbolico posto al principio del viaggio iniziatico di Polifilo. In particolare, la simbologia del cavallo inteso come cavallo della Fortuna perduta è confermata dal ricordo del «cavallo seiano» menzionato da Polifilo, nel quale potrebbe celarsi il collegamento con due personaggi della storia di Roma antica, riferendosi infatti non solo al cavallo di Gneo Seio, bensì anche all’eques Lucio Elio Seiano e forse al tempio della Fortuna costruito presso la Domus Aurea, definito da Plinio «aedem Fortunae quam Seiani appellant». L’autore dell’Hypnerotomachia Poliphili intende manifestare, dunque, la propria complessa concezione della Fortuna mediante un’«attualizzazione archeologizzante», richiamando e superando il vasto compendio su di essa e sulla sua contrapposizione alla Virtù maturato in letteratura e nelle discussioni umanistiche. Francesco Colonna sceglie così l’immagine del cavallo alato per veicolare il significato dell’inaffidabilità e transitorietà della Fortuna contrapposta alla solida Sapienza, evocata nella raffigurazione dell’elefante obeliscoforo introdotto successivamente nella narrazione. Una Sapienza universale che abbracci anche gli affetti terreni e i piaceri intellettuali e che superi qualsiasi traversia di Fortuna è indicata come somma meta dell’esercizio della Virtù e della conoscenza.



	
 
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    Dall'08-12-2018 Redattrice e Referee

    Si è laureata con lode nel 2018 in Museologia e Critica artistica e del Restauro presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con una tesi magistrale intitolata La prima attività romana di Michelangelo Buonarroti e il mecenatismo di Raffaele Riario e di Jacopo Galli (relatore prof. Stefano Colonna, correlatore prof. Stefano Valeri, tutor dott.ssa Alessia Dessì).
    Tale interesse pluriennale nei confronti dell’arte rinascimentale e, in particolare, della figura di Michelangelo Buonarroti risale alla sua selezione nel 2011 da parte dell’ENEA di Frascati per l’avviamento di un progetto di ricerca interdisciplinare sulla diagnostica e conservazione preventiva dei dipinti murali rinascimentali a partire dagli affreschi della Cappella Sistina. Il progetto, svolto presso il Laboratorio Diagnostiche e Metrologia (UTAPRAD-DIM) dell’ENEA di Frascati, l’ha condotta alla stesura di una tesi sperimentale su La tecnica pittorica a fresco di Michelangelo: caratterizzazione chimico-fisica dei pigmenti (relatore prof. Gianfranco Bocchinfuso, tutor dott.ssa Valeria Spizzichino), discutendo la quale si è laureata con lode in Scienze dei Beni Culturali, indirizzo storico-artistico, presso l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” nel 2012. I risultati della ricerca sono stati pubblicati e presentati alla “7th International Conference on Laser Induced Breakdown Spectroscopy” (Luxor, Egitto, 29 settembre - 4 ottobre 2012) e alla “The Third Balkan Symposium On Archaeometry”, intitolata The Unknown Face of the Artwork (Bucharest, Romania, 29 - 30 ottobre 2012).
    Interessata alla storia del collezionismo e alla cura e gestione delle collezioni in ambito museale, è stata selezionata e ha partecipato all’edizione 2012 del seminario internazionale di museologia (SIEM) presso l’Ecole du Louvre a Parigi, Bordeaux e Versailles.
    È stata segnalata e premiata a concorsi letterari: “Prix Marco Polo” al concorso di poesia in lingua francese organizzato dal Centre culturel Saint-Louis de France e dal Service culturel dell’Ambasciata di Francia in Italia (2004); “Uniarts Scritture” (2010); finalista al “Premio Firenze giovani” (2012).
    Attualmente sta proseguendo le ricerche in Storia dell’Arte e dal 2018 svolge attività di tutorato didattico per i laureandi presso la cattedra del prof. Stefano Colonna all’Università di Roma “La Sapienza”. È possibile reperire ulteriori informazioni periodicamente aggiornate sul suo sito personale.


 

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